Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Ricorda la storia  |       
Autore: zinzuleddha    21/08/2014    5 recensioni
"Finirei i miei giorni se ciò potrebbe farti stare meglio"
- Sequel di 'Demolition Lovers' http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2754213&i=1
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lo adagiai sul letto, sistemandogli un cuscino sotto la testa, sperando stesse comodo.
Gli accarezzai una mano, cercando di mettere a fuoco la situazione. Sapevo che Frank capiva perfettamente, perciò cominciai a parlargli, come mi era stato raccomandato di fare.
"Frank, sono io, Gerard" gli lasciai un dolce bacio sulla mano, prima di portarmela al cuore, "So che capisci, so che ti riprenderai. Sai, Frank, non sono così benestante come credono le suore, mi sono presentato a loro sotto una falsa identità. Qualche giorno fa ho trovato lavoro in un autolavaggio, quattrocento dollari al mese saranno abbastanza per pagarti la terapia. Andrai in quest'istituto dal lunedì al venerdì, ogni mattina, mentre io sarò al lavoro; li ti aiuteranno a ricominciare a camminare e.. a muoverti. Le suore mi hanno raccontato che l'altro giorno sei riuscito a fare tre passi, ma poi sei caduto... ecco, sono sicuro che potrai fare di meglio, devi semplicemente avere costanza e fiducia in te stesso. Sono sicuro che ce la farai. Insieme ce la faremo" sospirai, sdraiandomi al suo fianco. Lo osservai attentamente, era scarnito, le labbra screpolate e il suo sguardo... mi mancava tanto quanto la sua voce.
"Finirei i miei giorni se ciò potrebbe farti stare meglio" dissi con quel filo di voce che mi era rimasta, abbracciandolo.
Mi alzai per socchiudere la finestra quando ciò vidi non appena mi voltai mi fece perdere un battito: stava muovendo le dita delle mani. Mi precipitai sul letto in preda alla gioia, notai allora che le sue labbra tremavano. Un gemito risuonò nell'aria, stava cercando di dire qualcosa. Fu allora che tutte le mie teorie furono confermate: Frank capiva e, presto si sarebbe rimesso.

Altri tre mesi trascorsero da quel giorno, tre mesi nei quali Frank, a grande sorpresa di tutti, fece notevoli miglioramenti. Fui entusiasta il giorno in cui entrò all'ospedale sulle sue gambe, senza l'aiuto di nessuno e non riuscii a trattenere il mio orgoglio quando i dottori mi ringraziarono e ammisero di essersi sbagliati. Mi si sciolse il cuore non appena mi sentii dire che senza di me probabilmente non si sarebbe mai rimesso in piedi e, mi si sciolse ancor di più non appena potei udire nuovamente la sua voce.
"Grazie" mi sussurrò quel giorno, facendo ancora fatica a parlare e, persi un battito non appena mi strinse a se. Le sue braccia deboli e tremanti, era difficile definirlo un'abbraccio vero e proprio ma, ciò bastò per farmi finire in lacrime.
Poggiò una mano sul viso, sussultando, la sua reazione non mi stupì.
"Frank" cominciai a spiegare, "Il mio viso non è più lo stesso, adesso è sfigurato. Ho subito parecchi interventi, ero ricoverato in un ospedale dall'altro lato della città, ecco perchè non sono mai venuto a trovarti. Ho rischiato di perdere un occhio. Ho ancora così tante cose da raccontarti, ma non credo adesso sia il momento adatto. Adesso dobbiamo goderci la giornata" gli sorrisi, rendendomi conto solo allora che non poteva vederlo, perciò lo abbracciai, lasciandogli un leggero bacio sulla nuca. Una delle cose che più adoravo di noi era la nostra differenza di altezza, era così minuto che ogni volta che lo abbracciavo rischiavo di perderlo tra le braccia.
Lo aiutai a salire in macchina, dirigendoci poi verso il parco dove, ogni sabato pomeriggio, andavamo a goderci il profumo dei prati in fiore.
Una volta arrivati, mano nella mano, ci dirigemmo verso la 'nostra' panchina, posta sotto un grande salice piangente dove nessuno ci avrebbe disturbato e il sole non sarebbe stato abbastanza forte da danneggiare ulteriormente i delicati occhi di Frank, per poi, due minuti dopo, finire per rotolarci sul prato come due bambini. La risata di Frank mi scaldò il cuore.
Se ne stava li, sdraiato, agitando le braccia e puntualmente scostandosi i capelli dal viso. Vederlo così felice mi faceva stare bene, la sua felicità era la mia felicità.
Mi precipitai al suo fianco, scoppiò a ridere non appena mi lamentai dal dolore, dopo aver battuto il gomito su un sasso.
Lo abbracciai, stringendolo come mai avevo fatto prima d'ora, come per proteggerlo dal mondo, come se qualcuno avesse potuto portarmelo via.
"Sai Frank, il tempo oggi è bellissimo, esattamente come il tuo viso" gli sussurrai all'orecchio, accarezzandogli il viso. Arrossì, adoravo quando lo faceva. Ridacchiando, continuai, "Siamo in mezzo un migliaio di fiori, di tutti i colori. C'è ne sono bianchi, azzurri, rosa e uno rosso affianco il tuo viso, alla tua destra" lo colsi, poggiandoglielo sull'orecchio. Sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, incitandomi a continuare, "Alla nostra sinistra, di qua" dissi prendendogli la mano sinistra, alzandola in aria "C'è un anziano signore panzone che ci lancia occhiatacce" mi piegai in due dalle risate non appena Frank gli fece il dito medio. Mi misi seduto, aiutandolo poi a fare lo stesso "Sai, credo che questo sia più efficace del dito medio" continuai, poggiando le mie labbra sulle sue. Sorrise, ricambiando il bacio, per poi ridacchiare, voltandosi alla sua sinistra. Un espressione triste si fece largo sul suo voltò, avrebbe voluto anche lui poter vedere la sua reazione. Poggiai il viso nell'incavo del suo collo, continuando a parlare per cercare di distrarlo, detestavo vederlo triste.
"Poi, invece, alla nostra destra ci sono dei bambini che giocano, li senti?" Annuì, sorridendo e abbracciandomi nuovamente.
"Immagina noi in versione genitori" dissi ridacchiando, scostandogli nuovamente i capelli dal viso, "Immagina il nostro matrimonio... Sono sicuro che in smoking saresti perfetto" mise su un sorriso sghembo, nascondendosi nell'incavo del mio collo. Era così carino quand'era in imbarazzo.
"Potremmo adottare una bambina, immagina. Gli faremo le treccine, l'accompagneremo a scuola ogni mattina, poi il pomeriggio la porteremo qui, al parco e giocheremo con lei sulle giostre" Sorrise, annuendo e gettando la testa all'indietro, dondolandosi: lo faceva spesso quand'era felice e, sapere che era felice mi faceva provare una sensazione inspiegabile.
Ero orgoglioso di lui.
"Sai, Frank, non sto scherzando" continuai, "Io voglio davvero avere una famiglia con te" dissi tra me e me. Mi distolsi dai miei pensieri non appena si gettò nuovamente fra le mie braccia, facendomi finire a terra.
Rise, rotolando al mio fianco e stringendomi a se.
"T-Ti amo" disse sottovoce, sorridendo, per poi, dopo una lunga mattinata, addormentarsi sul mio petto.
Decisi all'istante che quella mattina avrei saltato il pranzo, restando li finché non si sarebbe svegliato. Quando dormiva era la cosa più bella del mondo, perciò, sarebbe valsa la pena fare la fame.

 


- Salve a tutti! E rieccomi quì con il primo capitolo del sequel di 'Demolition Lovers' ( quì trovate il link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2754213&i=1 )
Chiedo perdono per il ritardo e per gli eventual errori.
Vi aspetto come sempre tra le recensioni, fatemi sapere che ve ne pare! -
 
A presto
- Danny x <3
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: zinzuleddha