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Autore: Marta_Smith    21/08/2014    2 recensioni
-Dimmi il tuo nome- disse lui mettendosi le mani in tasca. Lei lo guardò, non sapeva se rispondere o meno, ma decise di fare quello che li disse l'istinto.
-Non ha importanza.- rispose semplicemente fissandolo più intensamente. Il biondo tolse le mani dalla tasca dei jeans e le poggio ai lati della testa mora della ragazza.
-Non era una domanda.- disse avvicinandosi sempre di più al suo viso. Lei si alzò in punta di piedi e gli si avvicinò sempre di più. Erano vicini, ma non si toccavano. Erano distanti uno sbuffo e un minimo movimento li avrebbe fatti scontrare.
-Neanche la mia.- soffiò sulle sue labbra per poi sgusciare dalla sua presa e dirigersi verso l'entrata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destiny camminava a passo lento sulla strada. Teneva lo sguardo basso e guardava i piccoli sassolini rotolare sull'asfalto dopo averli scalciati con la punta delle sue vans nere. Le gambe fasciate da dei jeans stretti e neri si muovevano facendo avanzare la sua piccola figura. Il venticello fresco la faceva stringere nel suo giacchetto di pelle nera provocandole brividi su tutto il corpo.
I suoi piedi si fermarono davanti all'enorme cancello nero. A fianco c'era un cartello, High Hill School.
Fece un respiro profondo e poi avanzò oltrepassando quell'enorme lastra di ferro.
Da quel giorno avrebbe iniziato una nuova vita, nessuno sa se si poteva considerare bella o brutta, ma in ogni caso è una vita piena di alti e bassi, complicazioni e colpi di scena che nessuno vorrebbe vivere. Una vita un pò movimentata per una quindicenne spensierata che cerca di vedere il bene anche quando non c'è, ma il destino ha deciso così e nessuno può cambiarlo.
Secondo Destiny il destino è un filo colorato che nessuno può spezzare. Un filo in cui c'è scritta tutta la vita di una persona. I colori corrispondono ai vari avvenimenti: nero per la morte, verde per la speranza, rosso per l'amore...tutti colori che hanno un significato ben preciso.
Il colore preferito di Destiny è il rosso. Strano per una ragazza che non crede nell'amore e che non ci ha mai creduto, ma lei è sempre rimasta affascinata da quel colore. Un colore forte, acceso e strano...lei lo definiva strano perchè era un colore che ti attrae e che poi ti fa cadere in un buco nero da cui è difficile uscire e quasi impossibile.
Tutti gli sguardi erano rivolti alla piccola mora che attraversava a testa bassa il cortile. Non le è mai piaciuto essere osservata, la metteva a disagio.
Si fermò in un angolo del cortile e si appoggiò al muro. Sfilò il telefono dalla tasca dei jeans e cominciò a guardare le notizie su vari social network, poi un'ombra più alta di lei attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo dallo schermo luminoso dell'apparecchio elettronico e davanti a sè vide un ragazzo molto carino. Biondo, occhi azzurri, piercing nero al labbro, alto, magro...questa era la sua descrizione.
-Ciao piccola...- le disse con voce che lei trovò terribilmente sensuale e sexy.
-Ciao- rispose indifferente guardandolo dritto negli occhi, quegli occhi freddi e privi di emozioni che la scrutavano da cima a fondo. I loro occhi erano molto simili: tutti e due non lasciavano trasparire nessun tipo di emozione. Erano degli scudi che li proteggevano dal mondo. C'era solo una differenza: i suoi erano marroni.
Il ragazzo era stranito. Si aspettava una reazione diversa da ella. Tutte appena lo vedevano gli saltavano addosso e lo guardavano con occhi pieni di lussuria, ma lei..lei era diversa. I suoi occhi erano diversi, erano freddi, profondi, misteriosi...
-Dimmi il tuo nome- disse lui mettendosi le mani in tasca. Lei lo guardò, non sapeva se rispondere o meno, ma decise di fare quello che li disse l'istinto.
-Non ha importanza.- rispose semplicemente fissandolo più intensamente. Il biondo tolse le mani dalla tasca dei jeans e le poggio ai lati della testa mora della ragazza.
-Non era una domanda.- disse avvicinandosi sempre di più al suo viso. Lei si alzò in punta di piedi e gli si avvicinò sempre di più. Erano vicini, ma non si toccavano. Erano distanti uno sbuffo e un minimo movimento li avrebbe fatti scontrare.
-Neanche la mia.- soffiò sulle sue labbra per poi sgusciare dalla sua presa e dirigersi verso l'entrata. Lui rimase lì, in quella posizione. Con le mani al muro e lo sguardo basso, all'altezza di lei. Era perso nel suo piccolo mondo. Non sentiva le chiacchere dei ragazzi, le urla, i bisbigli, i commenti che facevano su di lui in quel momento. Si era estinto dal mondo. Sentiva quelle voci come sottofondo e si era concentrato solo sul suo respiro e il battito del suo cuore. Guardava un punto indefinito dell'intonaco bianco e rovinato con la bocca socchiusa e la mente assente. Il suo respiro caldo usciva a nuvolette di vapore dalle sue labbra rosee e carnose che molte avevano assaporato ma non con amore, ma con desiderio, passione, lussuria...con peccato.
A risvegliarlo dal suo piccolo stato di trans fu l'amico castano dagli occhi tra il verde e il castano. Gli diede una pacca sulla spalla incitandolo ad entrare. Lui scosse leggermente la testa e dopo essersi ripreso si diresse a passo lento verso l'entrata.

Lei era impegnata a cercare di aprire il suo armadietto che in quel momento si era bloccato. Provò e riprovò, ma niente. Diede un pugno alla lastra fredda e blu imprecando.
-Ti serve aiuto?- le chiese una voce alle sue spalle. Si girò e vide una ragazza che dovrebbe avere più o meno la sua età. Aveva i capelli biondi con lo shatush rosa, gli occhi azzurri e un piccolo nasino all'insù nascosto da dei grossi occhiali neri che però a lei stavano benissimo. Era minuta, ma molto carina.
-Si, grazie.- rispose la mora sorridendo appena. L'altra si avvicinò a passo lento a lei strisciando i piedi per terra.
-Metti la combinazione- disse puntando un dito contro l'armadietto. Lei fece come le disse e poi la bionda diede un pugno poco più in alto della serratura e questo si aprì. Destiny fece un sorriso felice e sollevato.
-Grazie.-
-Di niente. Io sono Skyler.- disse porgendole la mano. Lei l'afferrò.
-Destiny.- sorrise.
-In che classe vai?-
-2A-
-Oh anche io. Ti va se andiamo insieme?-
Skyler si sistemò la montatura degli occhiali sul naso con un gesto veloce, poi nascose nuovamente le mani nel grande maglione che le avvolgeva il suo piccolo corpicino.
-Certo.- rispose prendendo i libri che le servivano e chiudendo l'anta dell'armadietto. Insieme andarono in classe e tra una chiacchera e l'altra cominciarono a conoscersi. Erano molto simili e andavano d'accordo nonostante si conoscessero da appena dieci minuti.
Un gruppetto di ragazze alte e con 2 kg di trucco in faccia passò davanti a loro. Avevano dei vestiti striminziti e dei tacchi altissimi. Destiny le scrutò per bene prima di girarsi verso la sua nuova amica che ancora le guardava con la sua stessa espressione: disgusto.
-Ma qua si vestono tutte in queste modo?- chiese la mora. L'altra la guardò e annuì con una smorfia in faccia.
-Noi siamo fra quelle che si vestono nel vero senso della parola. In tutto saremo cinque e il risultato è che nessuno ci guarda, ma a me sta bene, preferisco stare sola che essere circondata da galline senza cervello o altre persone false e meschine.-
Lei si mise a ridere un pochino annuendo e concordando con lei. Erano davvero simili: a tutte e due piaceva passare inosservata, ma c'era una differenza...Skyler lo voleva perchè era molto timida e Destiny perchè voleva semplicemente stare sola.
Erano simili, ma allo stesso tempo diverse.
Entrarono in classe e si sedettero insieme in un banco in ultima fila. Cominciarono a parlare del più e del meno fregandosene degli sguardi puntati su di loro.
-Mi sembri una brava ragazza e vorrei avvisarti su alcune persone.-disse la bionda spostandosi una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio. L'amica le fece cenno di continuare con un piccolo movimento della testa e lei aprì la bocca facendo uscire quelle parole che l'avrebbero salvata se solo lei le avesse ascoltate.
-Devi stare lontana dai ragazzi del quinto anno, non sono se mi spiego ma non sono dei veri e propri good boy...li conoscono in tutta la città, soprattutto quattro...-
La ragazza accanto a lei stava attenta a quelle parole e subito le ritornarono in mente gli avvenimenti di poco prima nel cortile della scuola...pensava e ripensava a quel biondo e credeva fosse uno di quei ragazzi. Lei non li temeva, non aveva paura. Se ne sarebbe sempre stata nell'ombra, dove si sente più a suo agio, ma se ci fosse stato il caso di difendersi sarebbe uscita allo scoperto e avrebbe combattuto. Avrebbe mostrato quella parte cattiva e sfrontata di se, quella ribelle. Perchè è così che lei si definiva, ribelle.
-Descrivili.-
-Uno è moro e ha i lineamenti leggermente asiatici, uno è castano e spesso indossa una bandana, uno si tinge spesso i capelli e l'ultimo è biondo e ha gli occhi azzurri. Quest'ultimo è ancora più pericoloso e tu devi stargli alla larga. Lo dico per te, Destiny. Ti faranno solo soffrire quegli esseri che tutti ammirano, ma che io disprezzo.- disse con una smorfia in faccia all'ultima frase.
A quelle parole Destiny collegò tutto: biondo, occhi azzurri, pericoloso...tutti aggettivi che le ricordavano quel ragazzo. Lei non aveva paura, non ne ha mai avuta. E' una delle poche emozioni che non ha mai provato e questo è strano. Questa è una delle più frequenti ed è strano sentir dire che una persona non l'abbia mai provata, ma questa era la vita della ragazza e non poteva farci niente. Il destino ha scelto così e lei non poteva farci assolutamente niente.
Il professore di tecnica entrò e tra urla, bisbigli, risate e altre cazzate varie le due ore passarono velocemente. La mora salutò l'amica e uscì dalla classe. Camminò tra gli studenti che camminavano appicicati l'uno all'altro nel corridoio e finalmente giunse al suo armadietto. Lo aprì e poi ci mise dentro i libri. Lo chiuse velocemente e si girò. Fece un passo avanti, ma si bloccò appena in tempo vedendo la figura slanciata del biondo. Alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi.
-Lasciami passare.- disse lei con voce incredibilmente calma.
-Come ti chiami?- le chiese cominciando a mordersi il piercing nero con i denti. I suoi occhi la fissavano e aspettava con ansia il momento in cui lei avrebbe abbassato lo sguardo, mettendola in soggezione, ma lei non lo fece. Lui stava giocando, lei stava giocando. Non lo avrebbbe fatto vincere in nessun modo. E' sempre stata una ragazza competitiva e determinata e di certo non si sarebbe fatta abbattere da due occhi freddi e ghiacciati.
-Non ha importanza.-
-Quanti anni hai?-
-Non ha importanza.-
-In che classe vai?-
-NON HA IMPORTANZA- disse scandendo bene parola per parola per poi sorpassarlo e cominciare a camminare, ma venne bloccata da una mano grande e calda che le prese il suo piccolo polso che a momenti sembrava il più piccolo del mondo.
-Guardami!- le ordinò. Lei non lo guardò. Rimase ancora girata e non osava guardarlo in faccia.
-No.- rispose sempre con voce incredibilmente calma.
-Non era una domanda, ma un ordine.-
-Io non prendo ordini da nessuno- disse guardandolo con la coda dell'occhio per poi strattonare il braccio con un movimento secco e brusco liberando il suo piccolo polso dalla presa del ragazzo. A testa alta andò via sotto gli occhi azzurri di lui.
Egli rimase lì, a fissarla, fino a quando non girò l'angolo. Era così attratto da quella ragazza che voleva sapere tutto su di lei. Voleva farla sua. Voleva giocare. Voleva vincere. Con le mani in tasca girò i tacchi e andò verso i suoi amici cominciando a pensarla. Era completamente diversa dalle altre. Non si voleva mettere in mostra, voleva stare per i fatti suoi. Era misteriosa, sfacciata, determinata...ribelle. L'unico aggettivo che a lui venne in mente per descriverla fu proprio quello, ribelle.
Lei era attratta da quel tipo, ma non solo per il suo aspetto fisico, ma per il suo carattere. Per la sua personalità misteriosa, scontrosa e forte. Erano molto diversi, ma allo stesso tempo simili.

A lui piaceva stare al centro dell'attenzione, a lei no.
Lui era misterioso, lei era misteriosa.
Lui era scontroso, lei no.
Lui era determinato, lei era determinata.
Lui era pericoloso, lei era attratta dal pericolo.

.........

Bianco e nero.
Buio e luce.
Asciutto e bagnato.
Dolce e salato.

Erano molto diversi, ma gli opposti si attraggono.

 

   
 
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