Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: larrygreenocean    21/08/2014    1 recensioni
Due ragazzi che riusciranno con la forza dell'amore a rimettere insieme i frammenti delle loro vite.
Se troverete i personaggi leggermente OOC ditemelo dato che sono una novellina ed è la primissima fan fiction che scrivo su Dragon Ball.
Grazie per l'attenzione e vi raccomando recensite!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avrebbe preferito qualsiasi altra punizione che quella che stava per subire. Non credeva possibile che la sfortuna sarebbe potuta essere così avversa nei suoi confronti, che il destino fosse talmente crudele da elargirle un dono così turpe.
Osservava attentamente la sua aula vuota mentre aspettava impazientemente l'arrivo del bidello e del suo scorbutico compagno di disavventure.
Scrutò le piccole macchioline depositatosi sui vetri della finestra, lesse le brevi frasi scritte sui muri che la circondavano, camminava su e giù per la classe in cerca di qualcosa che in realtà neanche lei sapeva che esistesse.
Quando si è soli si riesce sempre a cogliere quel qualcosa che nessuno riuscirebbe minimamente a percepire, quella piccola inezia che potrebbe aprirti un mondo inaspettato e forse incredibilmente bello e Bulma, intrisa di curiosità, approfittava di quel momento di solitudine per poter scorgere quel qualcosa di particolare.

Alle 4 del pomeriggio, la scuola sembrava semplicemente una landa desolata, un carcere abbandonato e sporco.
Nessun brusio si poteva udire e solo il leggero e incessante ticchettio dell'orologio scandiva lo scorrere lento del tempo. Improvvisamente dei passi veloci e sempre più vicini distolsero l'attenzione di Bulma, ancora assorta nelle sue elucubrazioni. Sentì un borbottio sempre più scandito e chiaro che altrettanto rapidamente assaliva i suoi timpani.
Vide una figura tonica solcare la porta: era Vegeta.
Era adirato, a dir poco furibondo ma allo stesso tempo così buffo.
Due scope e un secchio erano in mano di quel ragazzo tanto corrucciato e Bulma, mirandolo, non riuscì a trattenere un risolino. Il viso di Vegeta avvampò per l'imbarazzo e per la rabbia. Doveva ringraziare solo lei per quel riprovevole castigo. Non avrebbe mai pensato che un giorno, sarebbe stato costretto a pulire delle sudicie aule in compagnia di una ragazza che d'altronde detestava con tutto se stesso.

-Che cosa hai da ridere?! Tutto questo è colpa tua. Sbrigati prendi una scopa e incomincia a spazzare-

Le porse la scopa violentemente, odiava quel posto, odiava lei.
Aveva dovuto rimandare i suoi allenamenti per colpa sua, i suoi amati allenamenti.
Da quando era piccolo praticava nuoto agonistico e proprio in piscina aveva incontrato il suo migliore amico.
Aveva circa sette anni quando il padre lo aveva accompagnato per la prima volta in quel luogo tanto maestoso. Il genitore, un grande industriale, aveva iscritto il figlio nel miglior circolo di nuoto che la città potesse offrire sperando di temprare, secondo lui, il suo carattere troppo fievole.
Per quei pochi anni in cui aveva vissuto con la madre, Vegeta era stato coccolato e viziato infinitamente e l'idea malsana di avere un figlio così dannatamente buono, lo disgustava.
Dopo la morte inaspettata della moglie, dovette seppur a malincuore, occuparsi di quel primogenito screanzato.
Era un fardello inutile, un peso che ostacolava perennemente la sua ascesa economica e sociale ma aveva il soffocante compito di rieducarlo e trasformarlo in un grande uomo senza scrupoli come era lui.
Vegeta non sopportava i modi barbari utilizzati dal padre e pian piano crebbe in lui sempre più risentimento, sempre più odio per quel genitore tanto crudele e per tutte quelle persone che cercavano d'instaurare un rapporto umano con lui.
Prima o poi, tutti l'avrebbero abbandonato e nessuno sarebbe stato costantemente al suo fianco così come la madre che morendo lo aveva lasciato disgraziatamente solo al mondo.
Era dannatamente facile per Vegeta non trovare alcuna motivazione per iniziare un qualsiasi tipo di relazione con qualsiasi estraneo.
Sulla anima vi era incisa una ferita troppo profonda, una ferita che non si sarebbe mai rimarginata completamente.
Quel giorno però incontrò Goku e la sua vita prese una piega leggermente diversa.
Era un piccolo ometto che si guardava intorno spaventato. Aveva gli occhi velati dalle lacrime, molto probabilmente non voleva che i genitori lo lasciassero in quel luogo sconosciuto.
Vegeta lo guardava di sbieco.
Lui, non aveva mai pianto. Piangere era concesso solo ai deboli e lui era tutt'altro che debole.
Goku nel frattempo con una manina, si stava asciugando le piccole gocce di rugiada e improvvisamente scrutò il viso di quel bambino che lo stava osservando.
Si avvicinò lentamente, cercando di studiare ogni sua fattezza.
Gli sembrava tanto triste e aveva deciso di diventare suo amico.
- Ciao. Come ti chiami?- gli disse candidamente. Aveva un sorriso enorme stampato sul viso e ancora il naso colante.
Vegeta non gli rispose, lo ignorò semplicemente.
Si allontanò. Non si era inscritto in piscina per fare amicizia ma solo per compiacere il suo infimo genitore.
Il bambino lo seguì e gli ripose la stessa domanda, molto probabilmente quel ragazzino non lo aveva udito.

-Mi vuoi lasciare stare. Non sono qui per fare amicizia!- aveva sbraitato Vegeta.
Aveva lanciato un urlo disumano,come se con quelle grida, avesse voluto secernere tutto il suo dolore. Un strazio incessante che aveva invaso il suo fragile cuore

Lo discostò da se con un spintone mentre Goku lo squadrò stupefatto.

-Tutti hanno bisogno di qualcuno che gli stia accanto, di un amico, anche tu- gli rispose con una naturalezza tipica di un bambino della sua età.

Vegeta rimase colpito da quelle parole. Quel moccioso poteva avere anche ragione ma quando si è abituati a vivere da soli s'impara a non aver bisogno di nessuno, a contare solo sulle proprie forze.
S'incamminò verso i spogliatoi ma improvvisamente si fermò e si voltò guardandolo negli occhi.

- Comunque mi chiamo Vegeta- aveva proferito il suo nome in un sussurro quasi impercettibile.
-E io sono Goku- rise a fior di labbra. Il suo cuore era felice.

Da quel momento in poi, seppur con molte difficoltà, Goku e Vegeta diventarono amici.
L'amicizia d'altronde è una piantina che come l'amore va curata odiernamente, ha bisogno di tante attenzioni affinché i frutti siamo più buoni che mai, e Goku questo lo aveva capito.

- Ma che modi Vegeta! E' stata anche colpa tua se ora siamo qui- gli rispose aspramente.

Bulma raccolse la scopa e incominciò a pulire la sporcizia che si trovava tra i primi banchi.
Gli lanciava degli sguardi estremamente torvi, non era giusto che non si prendesse alcuna responsabilità per l'accaduto, infondo lui aveva incominciato ad offenderla.

Decise di ignorarla, non voleva sprecare fiato per quella ragazzina dai capelli colorati.
Non le avrebbe rivolto minimamente la parola, non l'avrebbe nemmeno guardata.

Rimasero in silenzio per una buona mezz'ora e la tensione divenne sempre più palpabile.
Bulma detestava quella situazione così astiosa e l'idea di tacere ancora per lungo, la innervosiva vistosamente.
Allora si chiese quali domande potesse porgere a quel bambinone affinché non si arrabbiasse.
Non dovevano essere troppo private, questo era ovvio ma nemmeno sciocche.

- Vegeta, perchè Goku lo chiami Kakaroth?- le chiese sperando di attirare la sua attenzione.

Il ragazzo si trovava alle sue spalle ed era estremamente annoiato ma non aveva nessuna voglia di rispondere alle domande stupide di quell'impertinente.

- Vegeta perché non mi rispondi, dai!- Gli si avvicinò, sperando di intercettare il suo sguardo rivolto al pavimento e, quasi come una bambina, incominciò a pronunciare innumerevoli volte il suo nome.
Non amava comportarsi in quel modo così infantile, ma avrebbe fatto di tutto per attrarre il suo interesse.

Quel suo imprecare così assillante lo infastidì incredibilmente ma allo stesso tempo lo divertì. Sembrava una marmocchia desiderosa di scartare i regali di Natale.

- Perché non stai in po' zitta invece di parlare sempre a vanvera- le lanciò un'occhiataccia torva sperando di farla tacere una volta e per sempre.
- Tu non mi dici di stare zitta!Ti ho posto una domanda e gradirei che mi dessi una risposta-
Bulma non aveva paura.
Aveva affrontato cose peggiori nella vita e nessun Vegeta le avrebbe mai messo i piedi in testa.
- Tks. Se mi prometti che poi non mi rompi più le scatole, ti rispondo ragazzina- Era ammaliato dalla sua tenacia, doveva ammetterlo.
All'apparenza sembrava una fanciulla così debole mentre invece dentro di lei, ardeva un fuoco fiero e scoppiettante.
- Promesso!- Il suo viso s'illuminò.
Era riuscita a convincerlo, era uscita vincitrice da quell'arduo scontro verbale.
Si sentiva soddisfatta del suo operato, come se l'unico scopo della sua vita, fosse quello di conoscere meglio il ragazzo dagli occhi pece.
- Beh, lo chiamo Kakaroth perché quando era un bambino indossava spesso una tuta arancione, sembrava proprio una grande carota- sorrise ripensando agli anni addietro.

Quando si è bambini il mondo non sembra proprio tanto brutto.
Solo quando poi si cresce, si diventa appieno consapevoli della vera crudeltà delle persone che ti circondano.

Bulma aveva intravisto il suo sorriso, un sorriso privo di malizia, di scherno, un sorriso puro.

- Devi volerlo molto bene, vero?- Da come ne parlava, aveva capito che forse Goku era stata l'unica persona a volerlo veramente bene.
Anche Vegeta nascondeva un passato doloroso, un passato che non voleva condividere con nessuno.

- No!- Non era un ragazzo che esternava apertamente i suoi sentimenti.
Non poteva permettersi di sembrare vulnerabile, di sembrare un debole.

Bulma rise. Vegeta era un'osso duro, era tutt'altro che estroverso;sarebbe stato difficile scavare nel suo cuore e comprendere il suo vero io.

- Muoviamoci ora, non ho voglia di restare tutto il pomeriggio in questa topaia.- continuò lui, svincolandosi da qualsiasi argomento sgradevole.
-Va bene, hai ragione tu- gli sorrise cordialmente.

Lavorarono per altre due ore e successivamente stanchi morti, si avviarono all'uscita della scuola.

- Devo tornare assolutamente a casa, ho voglia di farmi un bel sonnellino!- era visibilmente assonnata.Sarebbe voluta essere già nel suo lettino e perdersi nel mondo dei sogni.
- Voi donne... per un paio di ore che lavorate, siete già stanche- la schernì apertamente. Anche lui era esausto ma non lo avrebbe mai assentito.
- Non ho alcuna voglia di ribattere, Vegeta. Sono troppo spossata-gli rispose fermamente. - Brief, mi deludi!-

Risero l'uno dell'altro serenamente, risero come se fossero stati amici da sempre.

- Allora ciao Prince- lo guardò profondamente negli occhi e gli elargì uno dei suoi sorrisi più sinceri.
- Dormi bene Brief e ti raccomando non mi sognare!- Non capì il motivo per cui avesse detto quella frase, forse in realtà voleva che realmente succedesse.
- Non ci contare Prince, ti ricordo che sono fidanzata-

Fidanzata, che parolona che aveva utilizzato. Per tutto il pomeriggio non aveva pensato nemmeno una volta al suo Yamcha e non aveva risposto nemmeno ai suoi messaggi.
L'indomani avrebbe dovuto chiamarlo e scusarsi per il suo deplorevole comportamento.

Vegeta si ammutolì improvvisamente e lasciò che la ragazza scomparisse tra i palazzi della città.

Era fidanzata?! Chi era il suo ragazzo? Lo avrebbe chiesto a Kakaroth. Perché dava tanta importanza a quella ragazza dallo sguardo azzurro?
Perché?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: larrygreenocean