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Autore: slanif    23/08/2014    4 recensioni
SiChul, HanChul
Le cose andavano bene.
Probabilmente andavano troppo bene; per questo è successo.
D’altronde potevo forse illudermi che niente sarebbe cambiato? Che la distanza che intercorre tra la Corea e la Cina sarebbe stata sufficiente a tenerli lontani?
Ovviamente no.
E scemo io che mi sono illuso.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Han Geng, Heechul
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Proprio Posto'
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Ciao a tutte!
Questa fan fiction l’ho scritta per festeggiare il mio primo anno su EFP! In realtà molto tempo fa ero già iscritta, ma poi mi sono cancellata e dopo vari anni mi sono iscritta di nuovo. Con quella nuova iscrizione, sono anche tornata a scrivere. E visto che l’ultima volta che avevo scritto qualcosa risaliva a quattro anni prima, direi che c’è decisamente da festeggiare! E lo so che le mie lettrici non vorrebbero festeggiare che sono tornata a scrivere ma solo picchiarmi di ciò, ma non importa! u.u Io festeggio lo stesso! *dance*
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
Il Posto Di Qualcun Altro
di slanif
 
 
 
Le cose andavano bene.
 
Probabilmente andavano troppo bene; per questo è successo.
 
D’altronde potevo forse illudermi che niente sarebbe cambiato? Che la distanza che intercorre tra la Corea e la Cina sarebbe stata sufficiente a tenerli lontani?
 
Ovviamente no.
 
E scemo io che mi sono illuso.
 
« Tutto bene, Siwonnie? », mi domanda Donghae, arrivandomi alle spalle e posandomi una mano affettuosa sulla spalla. Ha un fraterno sguardo preoccupato, le sopracciglia leggermente corrucciate.
 
Mi sento devastato, a pezzi, vorrei sparire e farlo sparire. Vorrei prendere entrambi a ceffoni e magari poi dare ad Hangeng un calcio in culo e rispedirlo in Cina.
 
Ma non posso far altro che mentire: « Sto bene. »
 
Donghae continua a fissarmi: « Ne sei sicuro? », insiste.
 
Annuisco, cercando di sorridere.
 
Non mi piace mentire, ma non posso nemmeno confessare ciò che sento davvero. Sarebbe stupido, controproducente e terribilmente infantile.
 
« Va bene. », annuisce Donghae « Ma se ti ricordi di avere qualche problema, mi raccomando: vieni da me a parlarne. »
 
Annuisco di nuovo, riscaldato dal suo affetto. E’ bello sapere che ci sarebbe per me, anche se ammetto che non andrei mai a confidarmi con lui. Magari con Leeteuk, che è serio e ponderato e saprebbe darmi dei consigli giusti. Donghae è dolce e tenero, ma troppo sensibile; non guarderebbe mai alla cosa con occhi distaccati e alla fine non saprebbe aiutarmi come ho bisogno.
 
Sarebbe davvero il caso di andare a parlare con Leeteuk? Forse sì…
 
Ma non credo che lo farò.
 
Come potrebbe il nostro leader darmi conforto in una cosa come questa? Lui non conosce la sofferenza come la conosco io. Lui vive felice e sereno al fianco del suo Kangin, innamorati come il primo giorno anche se sono passati anni.
 
Io invece amo un uomo che mi ama solo a metà. L’altra metà del suo cuore appartiene ad un altro, che adesso è venuto qui in Corea e che sta cenando da solo con il mio ragazzo.
 
E non importa se Heechul mi ha detto: « Non è come credi. », perché io dovrei proprio essere un idiota e credere agli asini che volano! Ma andiamo!
 
Quei due hanno avuto una storia. Quei due si sono amati mentre io mi struggevo dietro ad Heechul, in silenzio. Li ho visti stare insieme, baciarsi, abbracciarsi, amarsi. Li ho visti innamorarsi, Heechul e Hangeng, e io contemporaneamente mi innamoravo della nostra Cinderella.
 
L’ho amato per tanto tempo senza mai farmi avanti, perché lui era felice con Hankyung; ma quando finalmente il cinese se n’è andato, ho colto la palla al balzo. Sono stato vicino ad Heechul: l’ho consolato, abbracciato e gli ho asciugato le lacrime che per causa del nostro ex compagno di band nonché suo ex ragazzo stava versando.
Il bacio è arrivato presto, e quando le labbra morbide e carnose di Heechul hanno toccato le mie per la prima volta, bagnate di lacrime, sapevo che il suo cuore non mi apparteneva.
 
Eppure, mi sono detto, lo avrei conquistato col tempo.
 
E un po’, forse, ce l’ho fatta davvero. Baci appassionati, per nulla dolci, col tempo hanno cominciato ad essere lievi e sensuali. Abbracci disperati sono stati sostituiti da abbracci calorosi. Carezze che prima erano solo carnali, col tempo sono diventate piene d’affetto.
 
Ma può l’affetto sostituire l’amore?
 
Anche se ho voluto fare occhi e orecchie da mercante, so con assoluta certezza che Heechul ama ancora Hangeng. Non so in che modo, non so in che quantità, ma so che lo ama. Così come so che io amo lui completamente, da sempre, da nove lunghi anni.
 
Ma nonostante questo mi illudevo che la distanza, il non sentirsi e, soprattutto, il non vedersi, potesse aiutare sia Heechul che me a costruire una storia duratura nel tempo, cosicché lui alla fine potesse amarmi.
 
Non è molto onorevole, per me. Io, che sono uno degli Idol più amati dalle ragazze (e non solo), ridotto ad elemosinare amore da un uomo che ama un altro che non sono io: patetico, non trovate? Eppure per amore si fanno molte cose sciocche, che ci fanno soffrire e che ci devastano. Ecco: questa è senza dubbio la cosa peggiore che io abbia mai fatto per amore. Perché posso avere chiunque voglio, eppure voglio lui. E proprio per questo sono stato disposto a calpestare i miei sentimenti, l’orgoglio, a ingoiare rospi amari pur di avere Heechul solo per me.
 
Ma adesso Hangeng è tornato.
 
E’ qui, in Corea, e ci rimarrà per qualche giorno. E’ poco, direte voi. Ma è sufficiente per riportare a galla tutto quello che io ed Heechul credevamo sepolto. Basterebbe anche un solo sguardo per farlo.
 
E infatti quando gli occhi di Heechul si sono posati in quelli di Hankyung che ci salutava dal fondo della strada, l’espressione che vi ho letto dentro è stato un mix di così tante cose che non saprei nemmeno definirle: dolore? Sicuramente. Amore? Non ho dubbi. Confusione? E’ un eufemismo. Rabbia? Poco ma sicuro.
 
« Ciao. », ha detto soltanto il nostro ex compagno, alzando una mano in segno di saluto, con un sorriso imbarazzato e la testa rasata come una biglia. L’altra mano affondata nella tasca del pantalone color cachi.
 
« C… ciao… », ha balbettato il mio ragazzo, sbattendo più volte quelle lunghe ciglia folte che tanto mi affascinano. Se non fosse stato Heechul ma, che ne so, Donghae, sarebbe sicuramente arrossito fino alla punta dei capelli.
 
« Chi si rivede… », non ho saputo trattenermi. La punta di astio nella mia voce era evidente, così come lo è stato il sorriso tirato che ci siamo scambiati qualche mese fa alla festa di Jackie Chan(*01) dove ci siamo incontrati di nuovo dopo anni.
 
« E’ bello rincontrarvi. », ha detto Hankyung, avvicinandosi a noi e arrivando di fronte a Heechul. Non hanno fatto altro che fissarsi, senza mai staccare gli occhi di dosso l’uno all’altro. Il mio fegato stava per esplodere e il mio stomaco ribolliva di rabbia e rancore.
 
Ma ho cercato di mantenere la calma: « Qual buon vento ti porta qui in Corea, Hangeng? », ho chiesto.
 
« Pure piacere personale… », ha sussurrato lentamente, continuando a fissare il mio ragazzo negli occhi.
 
Heechul ha inghiottito a vuoto.
 
E anche io ho inghiottito: bile, però.
 
« Per quanto rimani? », ho chiesto senza tante cerimonie.
 
« Solo qualche giorno. », ha risposto Hangeng, spostando finalmente gli occhi su di me, seri e di sfida. In quel preciso momento ho capito che l’amore ancora intatto di Heechul non era a senso unico. « A tal proposito volevo chiedervi se volevate stare a cena tutti insieme, come ai bei vecchi tempi… »
 
Questa proprio non me la aspettavo. O forse sì. Probabilmente sperava di rimanere da solo con Heechul.
 
«Bei vecchi tempi che sei stato tu stesso a non farli continuare nel presente.», è stata la secca risposta di Heechul, che finalmente sembrava tornato a respirare. La rabbia, evidentemente, deve aver preso il sopravvento sulla sorpresa.
 
«Mi dispiace, ma io stasera ho già un impegno.», mi sono immediatamente tirato fuori. Gliel’ho servita su un piatto d’argento, anche se sapevo che Heechul avrebbe accettato. Anche se sapevo di darmi la zappa sui piedi da solo.
 
Ma sapete una cosa? Sono stanco. Di fingere, di illudermi, di cercare cose che in realtà non ci sono. Ma soprattutto sono stanco di sperare.
 
Heechul non è innamorato di me, e per quanto il mio cuore sia devastato di fronte a tale consapevolezza, questa è la realtà e non posso farci niente.
 
Perché dopo tanto tempo finalmente l’ho capito: non basta l’amore. Non basta la volontà. Non basta mettercela tutta, fino in fondo. I sentimenti non sono qualcosa che si può comandare, Heechul non è uno da conquistare. Non per me, almeno. Perché Hangeng l’ha già fatto suo tanto tempo fa…
 
 
 
Quando torno a casa, mi gira la testa e sono stanco. Le riprese di oggi sono state lunghe e faticose, e ad ogni minuto che passava ero sempre più consapevole del fatto che non vedo l’ora che questo dannato drama sia finito, così da potermi finalmente concedere qualche giorno di riposo. Le scene di oggi, poi, erano particolarmente impegnative perché di sera dopo una giornata terribile e dovevo pure baciare l’attrice. Per carità, è carina e simpatica, ma mi fa un po’ strano. Di solito sono abituato a baciare due labbra grosse e carnose, terribilmente saccenti quando da loro esce la voce. Quelle dell’attrice invece erano fine e un po’ screpolate, e lei è di una dolcezza tale che più che farmi pensare ad Heechul, mi fa pensare a Donghae. E a me farebbe schifo baciare Donghae. Per carità, gli voglio un bene infinito, ma bene non è amore e non bacio sulla bocca le persone a cui voglio solo bene.
 
E qui torniamo al solito punto: la differenza tra me e Heechul.
 
Io lo bacio perché lo amo, perché vorrei che lui fosse mio e basta. Lui mi bacia perché è affezionato a me come lo si può essere a un cane (o nel suo caso un gatto, visto la passione per i felini…), non perché mi ama. Perché lui ama ancora Hangeng.
 
Patetico, non è vero?
 
Patetico quasi quanto il fatto che io continui a fissare la porta e a drizzare l’orecchio per captare il suono del telefono. Perché lui non è ancora tornato.
 
Stasera, prima di incontrare Hankyung, mi aveva promesso che sarebbe passato qui. Che mi avrebbe aspettato a casa.
 
Ma lui non c’è.
 
Sospiro, cominciando a spogliarmi lentamente. Mi faccio una doccia, lasciando i vestiti in giro come non è mio solito fare. La doccia fredda non è rinfrescante come speravo e il bagno famigliare adesso mi appare estraneo.
 
Chiudo gli occhi, cercando di allontanare i pensieri, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è tutte quelle volte in cui ho sbattuto Heechul contro queste stesse piastrelle dove ora poggia la mia fronte e l’ho fatto mio.
 
Rivedo i suoi capelli fradici appiccicati alla fronte e al collo. Le labbra rosse di baci gonfie e socchiuse, con l’acqua che vi scivola dentro e gliele bagna, rendendole ancora più saporite contro la mia bocca.
 
Il corpo abbandonato a me, cedevole, mentre il mio affondava nel suo.
 
Lo posso sentire ancora adesso, così caldo e accogliente. Così stretto contro il mio sesso, che mi avvolge completamente.
 
Sento le sue braccia che mi stringono le spalle, mi affondano le unghie curate nella carne.
 
Sento all’orecchio i suoi sospiri sensuali: « Siwon… »
 
Sbarro gli occhi, sopraffatto da quel suono. Mi sembra quasi di sentire davvero la sua voce. Che sia tornato?
 
Esco di corsa dalla doccia, chiudendola in fretta e furia, e mentre mi avvolgo nell’accappatoio bianco esco sul corridoio.
 
La casa è buia e silenziosa.
 
Lui non c’è.
 
 
 
Sono mezzo sdraiato sul letto, a fare zapping alla tv cercando di far passare i minuti che sembrano ore; quando la serratura della porta scatta e so che è lui. Solo io ho le chiavi dell’appartamento. Solo lui ne ha una copia.
 
Sento i suoi passi leggeri nel corridoio, poi la porta della camera si scosta e la sua figura magra compare sull’uscio.
 
La stanza è completamente al buio, quindi io non posso vedere la sua espressione, ma lui può vedere la mia, illuminata dal bagliore argenteo della televisione accesa.
 
« Ciao. », dice piano, rimanendo lì, una mano poggiata sullo stipite bianco.
 
« Ciao. », rispondo. La voce è incerta, anche se non vorrei.
 
« Non pensavo fossi ancora sveglio. », mi dice, entrando finalmente nella stanza e facendosi illuminare dalla luce anche lui. E’ bellissimo, roseo, e ha gli occhi sfuggenti.
 
Non serve un genio per capire.
 
« Non pensavo saresti venuto. », ammetto.
 
« Te lo avevo promesso. », risponde con un sospiro, sedendosi in fondo al letto di fronte a me.
 
Ancora non mi guarda negli occhi.
 
« A che serve mantenere certe stupide promesse se non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia? », domando; l’astio nella voce. Non voglio perdere la lucidità, ma non posso nemmeno far finta che tutto questo non mi ferisca. Sarebbe bugiardo e stupido, e io non sono nessuno dei due.
 
Heechul sbarra gli occhi e istintivamente li porta nei miei, per poi riabbassarli subito: « Siwon… ». Diventa rosso sulle gote e si morde le labbra. Heechul imbarazzato? Adesso sì che arriverà il vero dolore… o la fine del Mondo, magari. Del mio Mondo, fatto di illusioni e speranze, è sicuramente la fine.
 
« Sei andato a letto con lui, non è vero? » Lo domando, ma in fondo lo so. La mia è un’affermazione. Voglio solo che me lo dica.
 
Heechul sobbalza, con la testa bassa, la frangia mora che gli copre gli occhi. Se non fosse che lo trovo terribilmente bello anche in questo momento, forse gli avrei già tirato un pugno.
 
« Sì… », ammette. Lo fa con un filo di voce talmente flebile che stento quasi a credere di averlo sentito. Ma il mio cuore lo ha percepito forte come una pugnalata, e comincia a sanguinare senza sosta. « Mi dispiace… »
 
Mi viene da ridere: « Ti… dispiace? », sputo.
 
Mi ha seriamente detto che gli dispiace dopo che, coscienziosamente, è andato a cena con Hangeng e poi ci è finito a letto? Stiamo scherzando?
 
« Sì, mi dispiace! », ripete Heechul, alzando la testa e fissando gli occhi scuri nei miei. So che è sincero, lo leggo nei suoi occhi. E’ quella luce che li illumina vicino alla colpa, offuscate entrambe dalla tristezza.
 
« Sapevi benissimo cosa sarebbe successo accettando di andare a cena con lui. Lo sapevamo tutti e due! », esplodo, tirandomi più su sul letto e abbandonando i cuscini morbidi su cui fino ad ora sono stato appoggiato con la schiena.
 
« Potevi venire… », sussurra lui pianissimo, muovendo gli occhi a destra e sinistra. Sono un po’ sbarrati, timorosi. Hai paura, vero Heechul? Che l’unica persona che ti è vicina sempre se ne vada.
 
Scoppio a ridere con sarcasmo: « Sei impazzito? Venire con voi? E per fare cosa, eh, Heechul? Per rimandare l’inevitabile? », domando fissandolo con durezza negli occhi.
 
« Non volevo prendermi gioco di te… »
 
Lo so. So che è vero. Lo so come so che siamo fratelli, anche se non di sangue. Perché facciamo parte dello stesso gruppo. Perché molte gioie e dolori della vita li abbiamo condivisi. Perché mi vuole bene. Perché ci siamo asciugati le lacrime a vicenda. Perché lui fa parte della mia vita da sempre così come io faccio parte della sua, volente o nolente.
 
« Ma è quello che hai fatto! », sbraito, alzandomi in piedi.
 
Sono incazzato nero, ma in fondo sono ingiusto. Sapevo benissimo sin dall’inizio che non avrei mai preso il posto di Hangeng nel suo cuore. Se mi ha ingannato, è perché io gliel’ho permesso.
 
« Mi dispiace… », ripete per l’ennesima volta.
 
« Non sai dire altro? », domando con rabbia.
 
Perché non può amarmi? Perché? Perché Hangeng e non io?
 
Perché?
 
« Perché lui sì e io no? »
 
Non mi accorgo di averlo detto a voce alta fino a quando lui non sobbalza e mi fissa, confuso e spaesato. Sembra un cervo spaurito di fronte al cacciatore. Eppure qui è lui quello che ferisce a morte, e non il contrario.
 
« C… che vuol dire? Tu non sei Hangeng. », risponde, strusciando la mano sul piumone bianco che tante volte ha fatto da coperta ai nostri corpi nudi e abbracciati.
 
« Lo so. Se lo fossi stato avresti scelto me. »
 
Ormai ho parlato. Perché non farlo del tutto? La domanda che da nove anni mi perfora il cervello è stata pronunciata, perciò non resta da fare altro che ricevere una risposta.
 
Per troppo tempo ho occupato il posto di qualcun altro… qualcuno che non sono, ma che vorrei terribilmente essere pur di avere il cuore di Heechul per me.
 
« Sono stanco di dividerti con qualcun altro… », sospiro, passandomi una mano tra i capelli « Per tanto tempo ti ho amato in silenzio, perché c’era Hangeng. Ma poi lui è andato via, Heechul. Ci ha traditi. E non solo te, ma tutti noi Super Junior. Tutti noi, che eravamo la sua famiglia. Quelle stesse persone che ha abbracciato e con cui ha mangiato giorno dopo giorno, che gli traducevano frasi che non capiva e che cercavano di farlo sentire come a casa sua. Lui non ha abbandonato solo te, ma tutti noi. Ha tradito la fiducia di tutti, scegliendo i suoi porci comodi a noi. Sai quante volte anche io avrei voluto darmela a gambe? Quante volte sento di non farcela più? Quante volte vi detesto, perché mi capite con un solo sguardo? Infinite, infinite volte. Ma io ho scelto di comprare un appartamento, non di recidere il contratto e di andarmene in un altro paese! »
 
« T… tu non ci sopporti? », balbetta. E’ confuso, non sembra neanche la stessa persona.
 
« A volte no. », ammetto « Ma anche quando ho quei momenti in cui vorrei strozzarvi, ho sempre ben chiaro in mente che vi voglio bene. Che per me ci siete sempre e che io voglio sempre esserci per voi. Non posso essere egoista e andarmene, perché non solo perderei il vostro affetto, che per me è la cosa più importante, ma metterei in pericolo anche le vostre carriere. A cosa sarebbero serviti, dunque, dieci anni di carriera, quindici anni insieme? »
 
Il rospo va ingoiato. Si deve sorridere, perdonare, dimenticare e andare avanti. Ci si deve sostenere e aiutare, consolare. Perché è così che va. E’ così che i Super Junior continuano ad esserlo anche dopo un decennio. E’ così che dovrò fare da oggi in poi: far finta che lui non mi abbia tradito, che il mio cuore non sia straziato e che non lo odio e al contempo lo amo. Dovrò abbracciarlo, cantare e ballarci insieme, sorridergli e stare al gioco. Perché è il nostro lavoro e spesso dobbiamo fingere.
 
« Lo so, hai ragione. Anche io la penso come te. », annuisce Heechul « Ma la scelta di Hangeng non c’entra niente con tutto questo. »
 
Sbuffo, esasperato: « Non puoi continuare a difenderlo in eterno, Heechul. E’ stato un fottuto bastardo e gli auguro di bruciare all’inferno. Per quello che ha fatto anni fa, e soprattutto per quello che avete fatto stasera. » Sottotitolo: Brucia all’inferno anche tu, bastardo.
 
Gli occhi di Heechul si riempiono di lacrime. L’ho visto piangere solo quando Hangeng se n’è andato. Non ha più versato neanche una lacrima; nemmeno quando era al militare e le cose per lui erano difficili. Nemmeno quando ha dovuto salutare Leeteuk e Donghae, con cui è legatissimo, e si è chiuso il cancello della caserma alle spalle. Nemmeno quando gli hanno rasato a zero i suoi amati capelli.
 
Solo quando Hangeng ci ha abbandonati.
 
E adesso.
 
Piange senza sosta. Lacrime amare, che bruciano la pelle e il cuore. Che mi stringono una morsa furiosa al petto.
 
Vorrei abbracciarlo, stringerlo, ma non posso dimenticare che lui è andato a letto con Hangeng proprio poco fa, mentre stava ancora con me.
 
« Dovevi dirmelo. Anche mandarmi solo un messaggio. Dovevi dirmi che saresti andato a letto con Hangeng prima di farlo, piuttosto che dopo. »
 
« Per messaggio? Che modo ignobile! », singhiozza.
 
« E’ molto più ignobile fare i tuoi porci comodi e poi venire a piangere da me. », ribatto con durezza. « Non potrò mai perdonartelo. »
 
Un singhiozzo di Heechul rompe l’aria, e le sue spalle vengono scosse furiosamente: « Mi… dis… piace… così… tanto… »
 
Sento il cuore creparsi, spaccarsi, rompersi così dolorosamente che ho paura sia irrimediabile.
 
Mi avvicino alla porta, ne afferro la maniglia e la spalanco: « Vattene. »
 
Heechul smette immediatamente di singhiozzare. Sbarra gli occhi e stringe le labbra.
 
« Cosa credevi, Heechul, che ti avrei perdonato? Dio… non sono così fesso! E nemmeno così irrimediabilmente innamorato di te da continuare a farmi calpestare. »
 
Con le lacrime che ancora gli illuminano le guance arrossate, si alza in piedi lentamente ed esce, passo dopo passo, dalla mia vita.
 
Sento un tonfo e quando la porta d’ingresso si chiude silenziosamente, come uno schiaffo mi arriva la consapevolezza che lui se n’è andato davvero.
 
Corro col cuore in gola verso la porta, per fermarlo, perché irrazionalmente il mio cuore innamorato non vuole che se ne vada; ma quando vedo a terra la sua copia delle chiavi so che non c’è più speranza per noi…
 
Di nuovo, ha vinto Hangeng.
 
E’ lui l’unico padrone del suo cuore…
 
 
 
**FINE**
 
(*01) Si sono davvero incontrati alla festa di Jackie Chan. QUESTO è il video. Come potete notare non si sono minimamente rivolti la parola, se non un breve sorriso e una stretta di mano di cortesia.
 
Nota Di Fine Fan Fiction: Per chi mi conosce, sa che Siwon è il mio Bias. Lo è da nove anni, da quando per la prima volta sentii parlare dei Super Junior e vidi il loro video di debutto il giorno stesso che uscì, trepidante d’attesa dopo i vari rinvii. Perciò, direte voi: perché cavolo di motivo, essendo il tuo Bias, lo tratti in una maniera così orrenda in questa fan fiction che (in teoria) servirebbe per festeggiare il tuo primo anniversario su EFP? Bella domanda. Non ne ho idea! Ho la mania perversa di prendermela sempre con i personaggi che amo di più, nelle mie fan fiction, e visto che l’angst è il mio cavallo di battaglia, suppongo che questo sia stato il modo perfetto di festeggiarmi! La cosa divertente è che mi lamento sempre che lo maltrattano nelle fan fiction, e poi guarda io cosa tiro fuori… *cof cof* Spero vi sia piaciuta! Fatemi sapere! *__*!

   
 
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