“baby I'm not movin' on,

I'll love you long after you're gone”

Erano passati mesi, settimane. Era passata un'eternità che, tuttavia, sembrava essere durata pochi secondi. Peter Parker si svegliava ancora nel cuore della notte in un bagno di sudore a causa di incubi che sembravano essere troppo vividi, troppo reali. Si chiedeva quando avrebbe smesso di fare male. Quando sarebbe stato in grado di pronunciare nuovamente il suo nome senza che un dolore al petto lo obbligasse a fermarsi un secondo per riprendere fiato.

Peter Parker voleva andare avanti, diventare una persona migliore, ma non voleva dimenticare. Erano i suoi ricordi a renderlo quello che era. Voleva essere in grado di guardare nuovamente le fotografie senza che le lacrime cominciassero a scorrere, inarrestabili. Voleva tornare ad essere un ragazzo normale e allo stesso tempo il famigerato Spider Man.

Peter Parker prese un profondo respiro e si alzò dal letto. Sarebbe diventato una persona migliore. Non avrebbe fallito. Non avrebbe lasciato che accadesse di nuovo. Aveva perso Gwen Stacy, e non avrebbe permesso che nessun'altro potesse provare lo stesso dolore che provava lui.

Peter Parker aprì l'armadio e ripescò dal fondo la tuta.

Spider Man era tornato.