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Autore: Mars_16    23/08/2014    1 recensioni
Di certo il panorama di SAO ha dato sfogo alle più grandi softwere house presenti in tutto il globo. Il Nerve Gear ha preso piede su molti titoli famosi, fra i quali anche uno piuttosto particolare. Ma che succederebbe se in una partita come le altre, magari per caso, magari per segno del destino, fosse impossibile disconnettersi dal gioco, rimanendo intrappolati in una sfida fra la vita e non-vita, vincolati ad una memoria di accumulazione dati?
-La storia ha un tempo cronologico identico a quello visto in SAO, ma per l'occasione ci sono state alcune modifiche alla trama di base, visto che oltre a Sword Art Online, anche altri titoli, nella storia, hanno creato il proprio gioco per la piattaforma virtuale-
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La velocità di quella spada era impressionante. La lama saettava a destra e a sinistra come se fosse sospinta dal vento. Neanche una mossa era fuori posto, tutto era calcolato al millimetro, calibrato per gravare quel singolo attimo per poi ritornare ad essere una semplice linea confusa davanti al suo sguardo. Il rumore era impressionante, una cacofonia di stridii e colpi secchi che si alternavano. Eppure si trovava a suo agio in quella situazione, circondato da mortali fendenti e pressato da tutti i lati come se fosse un cane braccato.
Il suo corpo scivolò a destra, il freddo metallo a pochissimi centimetri dal volto. Piccole pagliuzze nere gli solcarono lo sguardo, sovrapponendosi alla figura longilinea che aveva davanti. La stizza lo invase, era stato incauto, aveva lasciato una minuscola finestrella nella sua schivata e l’altro ne aveva approfittato con precisione, anche se ancora una volta i suoi riflessi lo avevano salvato.
Non c’era però tempo per pensarci, un piccolo errore poteva essere più che fatale e, finché poteva, doveva mettercela tutta. Respirò a fondo, i polmoni che si riempirono un’ultima volta prima che la mano si decidesse a scattare. La lama la accompagnò fedele, vibrando un letale colpo laterale, mirato a quel costato frastagliato.

Un baluginio rosso. Sangue.

Seppe di aver portato a termine il colpo, aveva assegnato un punto vincente. Ne sarebbero bastato un altro, ben pensato, e la vittoria sarebbe stata sua. Scartò di lato, portandosi alle spalle del suo nemico. La lama si sollevò sul suo capo, il filo che pendeva sopra la schiena in attesa di ghermirla con potenza. Doveva solo calare e avrebbe vinto, di sicuro.
Il piede si mosse, la pianta che saettò letteralmente verso la colonna vertebrale altrui. Voleva sbilanciarlo, solo così il suo colpo avrebbe potuto sortire l’effetto sperato. Eppure non fu così.
Quando il tallone sfiorò la pelle altrui questa andò a mancare, sostituita dalla visione di quel corpo che si torceva, quasi al limite dell’umano, girandosi, fronteggiandolo con le difese del tutto abbassate. < Cazzo… > è l’unica cosa che riuscì a mormorare prima di sentire la spada trafiggerlo, penetrare in profondità, sbucare dall’altra parte. La bocca si schiuse, in un urlo muto, poi più nulla, tutto si fece grigio.
Impotente si vide spingere via, rimuovere dalla spada come un sacco vuoto. Il tonfo con il suolo neanche lo sentì mentre il buio lo inghiottiva, lasciando che tutto venisse sostituito dalla morte e il suo oblio.

 

GAME OVER


 

Quante volte aveva visto quella scritta? Quante volte si è visto costretto a ricominciare? Debilitato, vuoto e senza possibilità di ribellarsi. Un ringhio sordo si propagò per la stanza, le pareti rimbombarono con violenza mentre si sollevava in piedi, calciando via pezzi di muratura ceduti. Un’intera mezz’ora spesa in quel combattimento bruciata alle ortiche! Il sapore della sconfitta era amaro, ma ancora di più lo era la consapevolezza che non era finita. Perché dopo una sconfitta vi era molto di più, vi era solo la possibilità di riprovare, probabilmente in modo vano, per il solo gusto di provare a schivare di più, o di meno, parare o colpire.
Le aveva provate tutte: dal semplice attacco alle spalle al più complicato contrattacco, ma nulla sembrava funzionare, solamente danni normali, senza senso di esistere. Anche provare a sbilanciarlo sembrava inutile, quasi le sue difese fossero impenetrabili!
Sbuffò, stropicciandosi gli occhi. Incominciava a sentirsi stanco e, probabilmente, era ora di andare a dormire. Sbuffò di nuovo, pronunciando il comando di spegnimento e lasciando che la stanza venisse sostituita da un vetrino un poco appannato che ancora recitava la scritta “Riproduzione in corso”.
Scrollò le spalle, sollevandosi dal letto con fatica e togliendosi il casco. Sbatte le palpebre, girandosi verso la fonte di luce più vicina: la sveglia.
Segnava le undici di sera, relativamente presto, ma il giorno dopo avrebbe dovuto ritornare a giocare, questa volta in compagnia, quindi era meglio smettere e sperare che il giorno successivo sarebbe andata meglio. Sbadigliò, grattandosi il petto nudo e tornando a sdraiarsi sul letto. Il caldo estivo rendeva ogni sessione di gioco un agonia, ma ne valeva la pena per un divertimento simile.
La realtà virtuale era un sogno quasi irrealizzabile fino a pochi anni addietro ed ora bastava semplicemente potersi permettere un Nerve Gear, quasi dotazione standard di ogni computer da puro Gaming.
Pian piano il sonno lo colse, accogliendolo in una scura coperta senza sogni e che lo trasferì direttamente al giorno seguente, una singola immagine delineata nella mente.
La sveglia trillò, il mondo tornò ad avere una consistenza reale in men che non si dica. Le palpebre si sollevarono, a fatica, il corpo si stava pian piano abituando al torpore mattutino. Respirò a fondo, si sollevò dal suo giaciglio. Grattandosi la nuca non poté fare altro che mettersi a sedere sul letto morbido, osservando con vuotezza le ante dell'armadio.
Aperte, sicuramente sua madre era passata a prelevare qualche capo di poco conto. Sbadigliò con forza prima di sollevarsi completamente. Dirigersi verso il bagno è sempre stata una faticaccia immane, ma si sà, quando il corpo chiama è difficile non rispondere. Sorvolando su questa parte, ci mise ben poco a liberarsi degli “impellenti doveri”. Aveva ancora qualche minuto prima di doversi incontrare, probabilmente avrebbe fatto bene a concedersi qualche minuto in più di sonno.
Non credete, erano le undici e mezza, ma lui aveva ancora sonno, da bravo studente delle superiori. Certo, giocare di prima mattina non era poi il miglior progetto per l'estate, ma su, per una volta non è che sarebbe morto qualcuno! Comunque, decise di spendere del tempo andandosi a sedere sul divano del soggiorno. E' inutile dire che la tv spazzatura si alzava prima di lui, quindi non ci volle molto prima che si stancasse di quello zapping insensato.
Sbuffò, grattandosi una guancia, dirigendo lo sguardo verso l'uscita della stanza. Il corridoio vuoto ospitava la porta per la sua, di camera e da lì si sarebbe potuto ben incontrare con i suoi compagni. Ma prima, perchè non concedersi qualche momento di gioco solitario, in fondo avrebbe dovuto fare spesa e, chissà, magari qualcuno avrà anche accettato la sua offerta!
La decisione fu presa, si sollevò con uno scatto e di gran lena andò a chiudersi la porta del suo rifugio alle spalle. Neanche c'era bisogno di accenderlo, il computer, sarebbe bastato inserire il comando vocale direttamente nel Nerve Gear e il gioco sarebbe iniziato.
Si sdraiò sul letto, ben comodo per evitare spiacevoli dolori al collo. Sorrise mentre lo sguardo saettava sulle impostazioni olografiche del casco: Grafica, Suono, Anti-Aliasing,Occlusione ambientale, tutto settato al massimo per un realismo senza pari! Un sorriso furbo gli incurvò le labbra.

< Link...Start! >


Una marea di luce gli inondò la vista, colori di una vividezza impressionante si alternarono davanti al suo sguardo. L'account di Steam si aprì davanti ai suoi occhi. Giochi, giochi ovunque! La scelta era vastissima, ma lui ne voleva uno in particolare.
Camminò per quel corridoio lucente, le mani in tasca e lo sguardo che vagava fra tutte quelle porte, ognuna rappresentante un mondo a sé stante, fatto di avventure, sogni e colori. Passò un paio di volte qualche titolo di Assassin's Creed, stupendi nella realizzazione, ma fin troppo difficili da interpretare. Di solito era una sfida al cazzeggio per le città antiche.
Si interessò anche a qualche portone che l'avrebbe trasportato a massacrare Dei con God of War, ma la sua attenzione calò presto su un'altra di queste fantomatiche porte: era una porta di una cella, arruginita, buia e austera, molto più simile a qualche surrogato di accesso secondario, qualcosa di facilmente ignorabile, se non fosse stato per il meraviglioso gioco che dietro si celava.
Si fermò, osservando con attenzione il buio che si poteva intravedere oltre le sbarre. Facile pensare a cosa lo avrebbe condotto e, senza indugiare, si diresse proprio da quella parte. Le dita spinsero con forza, ma al semplice tocco questa si aprì e, facendo un singolo passo, cadé nell'oblio.


Nome Utente: Kami

ID USER: 194464534400

Caricamento Zona di scelta del personaggio.

Prego, attendere.


 

 

Il mondo si ridusse ad una semplice stanza: mattoni ovunque e delle torce ad illuminare tristemente l'area. Non vi era nulla, se non qualche allocazione nella linea dritta della parete. Palesemente un luogo antico, fatto di pietra, costellato di armature, o meglio, Stand, che aspettavano di essere osservate.
Di tutti i posti presenti, però, solo uno era occupato, un enorme e pesante ammasso di metallo che sembrava guardarlo. Sorrise nuovamente, dirigendosi proprio verso di essa, stupendosi sempre come sembrasse scintillante, con le sue decorazioni e come lui ne andasse fiero, nonostante non fosse altro che un ammasso di dati.
Allungò il braccio, la sfiorò, istantaneamente si ritrovò la vista occupata dal freddo metallo, con delle piccole e semplici feritoie a fare da campo visivo. Strinse i pugni, osservandosi nella sua nuova e maestosa figura: un'armatura grande, in acciaio, costellata da simboli leggendari, come il leone, o il drago. La classica armatura delle favole, se si vuole fare un paragone, una completa protezione metallica che lasciava spazio solo ad un piccolo gonnellino, raffigurante la casata di chi prima di lui ha indossato quelle spoglie.
Era bella, stupenda e, soprattutto, completa di un set di armi piuttosto ben calibrato. Al braccio sinistro pendeva un grande scudo, la forma tonda, perfettamente concentrica, decorato con simboli di guerra e virtuali escoriazioni del tempo. Nella destra, invece, una lunga spada, semplice nella fattura, ma che nascondeva nella sua tempra un materiale leggero e resistente, ottimo per attacchi rapidi e precisi.
Si mosse, fortunatamente non era difficile portare tutto quel peso, vista la simulazione, quindi non si preoccupò più di tanto prima di dirigersi verso quella nuova fonte di luce che, pian piano, andava formandosi.
Delle braci, circondati da un ammasso di rocce di fiume, sorgevano sopra un cumulo di bianchissime ossa, trafitte nel loro centro da un'unica ed antica spada. Un falò, qualcosa di mistico, potente, oltre ogni immaginazione.
Ancora una volta allungò la mano, il fuoco che crepitò al suo tocco. < Accendi il falò! > verbiò a gran voce e, di tutta risposta, la fiamma emise un ultimo e potente boato che precedette l'ascesa di una fiammata senza pari. L'intera stanza da cui era circondato crollò, rimaneva solo lui, in piedi, davanti a quel piccolo fuocherello oramai estinto.
Si costrinse ad aspettare, come al solito, ci voleva qualche secondo prima che il gioco si decidesse a trasportarlo fino all'ultimo punto di salvataggio. Ed infatti poco ci volle prima che dal nulla andasse a comparire un enorme corvo, gigantesco, feroce, gli artigli che già erano in procinto di ghermirlo.
Si lasciò catturare, come da routine e, allo stesso tempo, vide lo sfondo cambiare, sostituirsi ad una terra sempre in movimento, costellata da città in rovina, borghi pieni di vita e foreste senza fine. L'intro è sempre stata un punto forte del gioco, soprattutto quando al suo clou si veniva trasportati in alto, talmente in alto che lo sguardo cadeva inevitabilmente sull'enorme città degli Dei, illuminata alla luce del tramonto.
Anor Londo era sempre bellissima. Peccato, però, che non fosse esplorabile.
Dopo il caricamento un po' lungo, mascherato naturalmente da quel viaggio fittizio, ecco che venne lasciato andare, atterrando come se nulla fosse davanti all'ultimo falò visitato. Era da solo, come l'ultima volta, ma erano pochi quelli che, solitamente, si fermavano da quelle parti, visto che al suo livello vi erano pochi che tentavano quella via.
Comunque, finalmente poté spolverarsi un po' e, con suo grande stupore, vere particelle di polvere superarono il suo sguardo. Cavolo, la realtà virtuale era una figata.
< Ok, ok, sarà meglio andare ora... > mormorò e, approcciandosi nuovamente alle braci, decise la propria destinazione. Questa volta non ci fu nessun uccellaccio a rapirlo, solo un'esplosione di calore e, al termine della stessa, eccolo comparire nel luogo desiderato.
Una grande piazza contornava i suoi movimenti, un luogo pieno di vita, persone, giocatori che si dilettavano negli acquisti basilari o solamente a chiacchierare. Il bello di questo gioco era proprio il traduttore universale che dava in dotazione. Tutti capivano tutti, non c'era proprio nulla di cui pentirsi. Comunque, questo luogo era circondato da alte mura di palazzi, tutti medioevali, o almeno quello era lo stile. Vie grandi e piccole percorrevano la zona, tutte facente parti di quella che era una vera e propria città. Ve ne erano tante nell'enorme mappa messa a disposizione, in fondo il mondo era talemente vasto che, se non fosse stato per questi Check Point, sarebbe stata una rottura dover sempre tornare indietro per poter fare compere.
Comunque, la cosa che più attirava lo sguardo, nel luogo, era l'enorme struttura arborea alla quale ogni giocatore appariva una volta teletrasportato. L'albero che sorgeva al centro della piazza era un costrutto assai particolare, i quali rami davano sostegno ad un enorme ciotola in oro puro, contenente una fiamma a dir poco sorprendente.
Naturalmente non aveva problemi, lui, a girare nel luogo, dopo pochi giorni aveva perfettamente imparato a giostrarsi l'intera schiera di mercanti, NPC e simili che potevano nascondersi in ogni anfratto della città. E infatti non era qui per quello, bensì per aspettare i propri amici, i quali purtroppo ancora non avevano scoperto questa porzione di mondo e, probabilmente, in questo momento erano in viaggio per riuscire a raggiungerlo.
< Vediamo un po', magari qualcuno ha accettato il mio scambio. > mormorò, aprendo il menù del gioco dall'apposito pulsante, una semplice incisione che capeggiava sul guanto dell'armatura. < Uhm, questo qui me ne offre cinquemila, un po' pochine...questo dieci mila, già meglio...uff, possibile che sia così difficile piazzare una spada? > si domandò, grattandosi il capo metallico, sbuffando dall'interno dello stesso.
Alla fine decise di rinunciare, chiuse il tutto e si dedicò al proprio menù equipaggiamento. Non si soffermò su molto, se non sul fatto di rimuovere l'elmo, così da poter essere facilmente riconoscibile agl'altri.
Una meccanica interessante del gioco era proprio il fatto di poter tenere nascosta la propria identità, bastava solamente tenere un elmo e non pronunciare mai il proprio nome in pubblico. Solo in quel caso sarebbe comparso, vicino alla sua barra della vita.
Ma tecnicismi a parte, dopo essersi rimosso la protezione della testa non gli rimase altro da fare se non aspettare. Il dove però poteva essere un problema, forse c'era qualche locanda, in qualche luogo sperduto della città, che poteva accoglierlo come si deve, ma era più probabile che così non si sarebbero ritrovati. Optò quindi per la cosa più ovvia, ovvero aspettarli esattamente al centro della piazza, poggiandosi senza ritegno all'albero/falò.
Si posizionò seduto, nonostante non sentisse stanchezza nelle gambe, incrociando le braccia dietro la testa, sbadigliando sonoramente, in attesa dei suoi compari.
Durò poco però, quella calma, forse per un caso fortuito, oppure proprio perchè il destino volle fargli uno scherzo. Davanti al suo viso, sotto forma di notifica In-Game, un piccolo logo segnalava l'inizio di una “invasione”. Questo, per quanto spiacevole possa essere, significava un completo black out del trasporto dei falò, nonché della loro capacità rigeneratrice, cosa che naturalmente durava solamente per tutta la durata dell'attacco. Tutti i presenti, quindi, erano isolati dal mondo circostante, ma nessuno sembrava troppo preoccupato, in fondo quelle occasioni erano un bel modo per accumulare tanti bei tesori da rivedere o, ancora meglio...

 

...anime!

 

 

Fine del primo Capitolo

 

ANGOLO DELL'AUTORE:

 

Salve a tutti, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Non succede una sega, me ne rendo conto, ma per ora volevo solo esporre un progetto che mi è venuto in mente. In questo periodo sto rigiocando, anche se saltuariamente, un titolo parecchio bello ed emozionante, noto a tutti come Dark Souls (spero ci sia qualche amante della saga) e in un lapsus omicida (?) mi è venuto in mente di provare a mischiare alcuni concetti di SAO con quelli del titolo in questione. Nella mia mente sto ancora riadattando alcune meccaniche, ma tutto al suo tempo.

 

Naturalmente non è tutto qui! Già in questo fandom vi è qualcuno che cerca interattività scrittore/lettore provando ad inserire personaggi inventati da altri nelle proprie storie (non faccio nomi per evitare pubblicità di sorta u.u ) quindi copiarlo mi sembrerebbe eccessivo, o almeno copiarlo in toto. Dico la verità, non ho lo sbatti di accettare capitolo per capitolo nuovi personaggi e cercare un ruolo di rilievo per ognuno di essi :v Quindi diciamo che la mia idea è questa:

 

Prendendo a piene mani quello che Dark Souls ci regala al meglio, ovvero l'ambientazione, la storia, in tutte le sue forme, mi è venuto in mente questo: far creare a voi alcuni dei Boss affrontabili all'interno di questa storia e, perchè no, anche i personaggi che potrebbero unirsi :D

Non sarà però un “ok, potete entrare tutti”, non mi va di farla facile, quindi voglio proporvi una cosa: se la storia e l'idea vi piace provate a scrivere qualcosa su questi “personaggi” ed inviatemela sotto forma di messaggio privato. Ne raccoglierò il più possibile e inserirò quelli che mi piacciono di più :D Naturalmente potete partecipare più volte, così potrebbe essere più interessante u.u

 

Regole:

 

-Non vi è permesso utilizzare personaggi provenienti dal mondo di DS

-Potete utilizzare pezzi o intere armature presenti nel gioco (per esempio il protagonista, anche se non si capisce, me ne rendo conto, ne ha una molto simile a quella del cavaliere d'elite)

-Se ve le inventate (è possibile anche questo) create una descrizione per l'intero set e, se volete, di ogni pezzo (descrizione intesa come “storia”: chi l'ha forgiata, se è stato di qualche guerriero famoso, se ha qualche Bonus)

-Sono possibili armature che donino Bonus, ma nulla di offensivo, solo Buff o Nerf alle caratteristiche fisiche del pg

-Le armi seguono lo stesso regolamento delle armature

-Si potranno inserire degli anelli ( per un massimo di due a PG) che avranno caratteristiche anche diversi da semplici buff (è possibile un anello che, per esempio, permetta di vedere al buio o che assorba danni per un tot prima di rompersi), ma che non potranno avere effetti offensivi.

-Sarà possibile scegliere anelli già esistenti e, non preoccupatevi, non sono oggetti “unici” come nel gioco, ma potranno essere anche ripetuti vista la vastità di Player.

-Naturalmente ogni PG deve avere una propria storia all'interno del gioco.

 

Grazie dell'attenzione :D

  
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