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Autore: Free_Angel    23/08/2014    2 recensioni
Roxanne, una ragazza normale, timida e pura.
Jules, un ragazzo forte, protettivo.
Amici o qualcosa di più, lui nasconde a lei un terribile segreto che Roxy scoprirà in modo inaspettato...
Dal capitolo 1:
Mi chiamava "piccola Roxy", perché in confronto a lui ero davvero minuscola.
Se lui era alto un metro e ottantacinque, io ero uno e cinquantacinque.
Se lui aveva una mano enorme, io ne avevo una quasi inesistente.
Per quanto vederci passeggiare insieme poteva sembrare vagamente strano agli occhi della gente, io mi sentivo al sicuro.
Nessuno poteva toccarmi se ero con lui, in nessun modo.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Passami la penna, per favore >> La grande mano di Jules sfiorò la mia nel passarmela.
Scarabocchiai il numero di telefono della ragazza più bella della scuola su un foglietto che tenevo sotto mano e glielo passai.
<< Ecco, tutto tuo, divertiti con la Barbie >> Lui ridacchiò e si infilò il foglietto in tasca.
Con lei non avrebbe di certo avuto problemi: era bello, alto, muscoloso ed incredibilmente simpatico.
<< Grazie mille, piccola Roxy >> Afferrai il caffè ristretto che avevo davanti e lo buttai giù in un unico sorso, secondo me la caffeina era la cura per tutto, anche per lo stress.
<< Adesso devo andare a casa, non ho molto tempo e mia madre si arrabbierà abbastanza da non farmi uscire per un mese se torno tardi >> Mi alzai senza guardarlo in faccia e lui mi toccò rapidamente il braccio.
<< Sei sicura che non vuoi che ti riaccompagni in macchina? Tra poco farà buio >> Ci pensai: se lui usava me, perché io non potevo usare lui? 
Spesso mi sembrava di essere per lui solo un "procura amiche di letto", anche se mi aiutava sempre a relazionarmi con gli altri e evitava che mi trattassero male.
Era molto protettivo, una volta un mio ex mi aveva dato della puttana perché dopo diversi mesi dalla nostra rottura mi ero messa con il suo migliore amico.
Jules l'aveva preso a pugni finché non mi aveva chiesto scusa.
Era successo per caso in realtà, prima che il mio ex mi desse della puttana mi aveva offesa davanti a tutti, facendomi passare per una sfigata, mentre Jules riemergeva dalla folla per picchiarlo.
Da quel momento non era passato giorno senza che ci vedessimo per un caffè.
Mi chiamava "piccola Roxy", perché in confronto a lui ero davvero minuscola.
Se lui era alto un metro e ottantacinque, io ero uno e cinquantacinque.
Se lui aveva una mano enorme, io ne avevo una quasi inesistente. 
Per quanto vederci passeggiare insieme poteva sembrare vagamente strano agli occhi della gente, io mi sentivo al sicuro.
Nessuno poteva toccarmi se ero con lui, in nessun modo.
<< Si, va bene >> Lui accennò un sorriso e si alzò dal tavolo con me, afferrando il portafoglio per pagare i due caffè.
Uscimmo dal locale e in effetti cominciava già a fare buio, non mi andava di arrivare a casa a piedi da sola, dopo tutto.
Jules aprì la macchina e mi fece salire, aveva degli interni in pelle piuttosto comodi, ma ogni volta che pensavo a questo particolare mi venivano in mente tutte le ragazze che probabilmente li avevano provati.
La sua auto era una mercedes nera a due posti, sembrava estremamente adatta a lui.
Mi portava spesso in giro.
<< Non mi sentivo tranquillo a lasciarti andare a casa da sola >> Mi ero appena seduta e avevo chiuso la portiera con estrema attenzione, se avessi rovinato anche una minima parte della sua adorata mi avrebbe sgridata fino alla morte.
<< Posso chiederti perché ti preoccupi così tanto per me? >> Lui fece spallucce e mise in moto, il motore partì con un rombo impressionante.
<< Ci tengo a te, perché? >> Scossi la testa.
<< No, non intendevo questo, voglio solo dire come mai hai iniziato a preoccuparti per me? Nemmeno mi conoscevi >> Uscimmo dalla via nella quale c'era il bar Caffeine, tenuto da mio cugino, e imboccammo la strada principale.
Londra era davvero più spettrale per certi versi quando faceva buio, c'erano alcune vie completamente buie o quasi, come quella dove abitavo io con mia madre.
La macchina di Jules sfrecciava silenziosa nella statale, in compagnia di altre due o tre macchine che si presentavano occasionalmente.
<< Nessuno dovrebbe essere trattato in quel modo, specialmente una piccola e indifesa come te >> L'ultima frase la disse con un sorriso affettuoso, bianco come la neve appena caduta.
<< Non sono piccola e indifesa! Sono solo... >>
<< Estremamente minuscola, o almeno in confronto a me >> Si fermò ad un semaforo e si girò verso di me, i suoi occhi azzurri mi fissarono.
<< E la trovo una cosa estremamente adorabile >> Le mie guance diventarono di fuoco e sperai tanto che a causa del buio non si notasse.
Riprese a guidare, come se quella fosse solo una delle sue tante frasi azzeccate al posto giusto nel momento giusto.
Lui non poteva nemmeno immaginare quanto mi rendesse felice, leggera, quando mi faceva questo tipo di complimenti.
Tentavo di non darlo a vedere, di sembrare intenerita ma non troppo quando mi diceva cose del genere, ma non ero sicura di riuscirci bene.
Il tempo passò estremamente in fretta mentre parlavamo di cosa avremmo fatto domani e casa mia mi comparve davanti agli occhi prima che potessi rendermene conto.
Uscii dalla macchina trascinandomi dietro lo zaino di scuola che avevo lasciato in macchina sua una volta raggiunto il bar.
Scese con me, accompagnandomi all'entrata.
Mia madre era di vedetta sul balcone dell'appartamento e mi fece un cenno di saluto appena mi vide arrivare.
Raggiunsi il portone assieme a Jules, che tenne d'occhio la strada ad ogni passo che facevo.
<< Non mi è mai piaciuta questa via: troppi pochi lampioni e troppa poca sicurezza >> Annuii assente, era sempre il suo solito commento.
<< L'hai detto quelle mille volte... >> 
<< Lo so, ma lo dico perché è vero, dovrebbero... >>
<< Buonanotte Jules >> Lui si zittii e mi rivolse un sorriso, si avvicinò pericolosamente e in un attimo fui contro il suo petto, accolta da un abbraccio caldo.
Lo strinsi a mia volta, sentendo il suo profumo unito all'odore pungente del freddo, anche se tecnicamente il freddo non ne ha uno.
<< Notte piccola >> Mi lasciò andare ma non si mosse da dov'era finché non mi vide al sicuro all'interno del condominio.
Solo allora sentii il rombo della sua macchina che scompariva in fondo alla strada.

<< Sono contenta che tu sia arrivata puntuale per una volta >> Feci la linguaccia a mia madre che rientrava dalla finestra che dava sul balcone.
<< Che fiducia che hai nei miei confronti! >> Lei ridacchiò tra sè e sè, mentre mi offriva una tazza di latte caldo con dentro del miele.
<< Con tutto quel caffè che bevi ti serve qualcosa che ti concili il sonno >> La ringraziai e la presi, assaggiando un sorso della bevanda.
<< Come fai a sapere che ho bevuto di nuovo caffè? >> Lei spense le luci in giro per il soggiorno, lasciandone accesa solo una a forma di palla arancione accanto al telefono di casa.
<< Sei mia figlia, ti conosco >> Sorrisi tra me e me sorseggiando il latte.
<< Me ne vado a dormire adesso, appena hai finito vacci anche tu, ti vedo stanca, buonanotte tesoro >> La salutai con un cenno della mano.
<< Buonanotte ma' >> Quando dopo un po' chiuse la porta della sua camera da letto, nella casa calò il silenzio.
Finii il latte e mi precipitai in bagno; mi lavai e mi infilai nel mio pigiama caldo, per poi lanciarmi in camera mia e mettermi sotto le coperte.
Mi consolai con il fatto che domani, a scuola, non sarebbe stata una giornata troppo pesante e mi addormentai non appena mi accorsi di avere ancora il profumo di Jules addosso.

Della mattina seguente non ricordavo molto: ero certa di essermi alzata, di essere uscita per andare a scuola e di non aver trovato Jules da nessuna parte.
Non avevo nemmeno una chiamata o un messaggio da parte sua, mi preoccupai abbastanza.
La sera però, fui ancora più certa di aver ricevuto una chiamata dai genitori di lui.
<< Non hai davvero la minima idea su dove possa essere finito? >> 
<< No, mi dispiace tanto Elena, pensavo di chiamarvi io per chiedervi che fine avesse fatto, ma... >>
<< Nessuno l'ha visto, nessuno sa dov'è adesso, siamo disperati... È come se la terra l'avesse inghiottito >> Fu proprio quella sua ultima frase a mandarmi completamente nel pallone.
Jules era davvero... Scomparso. 


Spazio Autrice
Salve a tutti! Bene, avevo questa nuova idea e l'ho pubblicata, come sempre spero piaccia! Se volete recensite e sono ben accette critiche costruttive, grazie ^^


  
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