Quelle dita erano fatte così, come tante altre, eppure sembravano diverse – e non nella forma, bensì nell’essenza: erano le sue, semplicemente. Mentre scorrevano lente sulla superficie del banco di scuola, quasi sembravano fatte d’aria, ma lui non lo notava e continuava a puntellare la superficie opaca con i polpastrelli, afferrando distrattamente una micro mina e segnando sul libro di testo delle lunghe linee pressoché invisibili – esistevano davvero degli eletti in grado di scorgerle tra le righe corvine e bianche che si accavallavano una sull’altra?
AkaKuro ~