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Autore: YanginRuya    23/08/2014    0 recensioni
Cosa è successo a Edoardo e Gabriella dopo quella sera al Mc?
Edoardo è riuscito nel suo intento di far innamorare la ragazza di lui? O lei le ha rivelato che lo ama a sua volta?
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Questo è il sequel della mia prima one shot "Una mattina come le altre", vi consiglio di leggerla se volete capire tutte le vicende di questa mini-long.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una mattina particolare'
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Angolo per me
Ed eccoci con un nuovo capitolo di questa mini-long mini scritta di getto in un momento di pulizie generali.
Devo avvertirvi che in questo capitolo saranno presenti riferimenti a una relazione omosessuale, quindi se non gradite il genere, lo sapete, non leggete.
E visto che è solo un accenno, non metterò tra le coppie Yaoi.
Avevo programmato di fare una storia completamente etero, ma a causa di una battuta della mia cara amica Marye, alla fine, in questa storia c'è finito qualcosa di "non etero".
Spero vi piaccia.
Note: i dialoghi in corsivo nella prima parte, saranno chiaramente in inglese. Il resto del corsivo saranno i pensieri dei personaggi come al solito.
 
 
 
 
 
Edoardo stava aspettando con Jack che Gabry e i gemelli li raggiungessero.
Erano da poco tornati dall’ultima competizione della giornata e li stavano aspettando per andare tutti insieme a cena.
Il giorno seguente ci sarebbero state le finali e la premiazione finale: i ragazzi avevano deciso di dare le ultime aggiustatine a BabyKitsune per avere la serata libera e ci stavano mettendo più del previsto.
 
Edoardo era appoggiato a una colonna con le mani nelle tasche dei jeans e si stava annoiano a morte: l'uomo stava filtrando con la donna della reception e non lo cagava di striscio.
Preso da uno sbalzo di adrenalina, si diede una spinta con le spalle per staccarsi dal suo sostegno, finendo addosso a qualcuno.
- Sorry! - - Sorry! -
Una ragazza brasiliana, che sembrava avere la sua età, gli era andata contro, facendo cadere il plico di volantini che aveva in mano.
Il ragazzo la riconobbe subito: era una volontaria nello staff che dirigeva la competizione.
- Scusa, non ti avevo visto! - si scusò lui subito, abbassandosi per aiutarla.
- Oh non ti preoccupare, sono stata io a non guardare dove andavo! - gli sorrise amabile raccogliendo dei volantini.
Mentre raggruppavano il maggior numero di fogli, le loro mani si scontrarono più volte, come i loro sguardi.
"Questa ci sta provando con me!" si disse Edoardo notando lo strano comportamento della ragazza.
Per fortuna, grazie alla competizione, il suo inglese era notevolmente migliorato, ma non si aspettava che avrebbe dovuto usarlo per conversare con una brasiliana tutta curve che ci provava con lui.
- Io mi chiamo Samsha - si presentò lei porgendogli la mano, dopo aver riunito tutti i volantini.
- Io sono Edoardo! - si presentò lui stringendole la mano.
- Non ci siamo già visti qui in giro? - chiese lei civettuola non mollando la presa.
- Penso di si - ammise il ragazzo imbarazzato - Durante le competizioni - continuò riuscendo a liberarsi dalla presa della ragazza.
- Giusto giusto - esclamò lei contenta - Sei nel team di Kurama - continuò saltellando.
- A dire il vero ho accompa - ma non finì la frase, perché la ragazza, gli era saltata al collo baciandolo.
Edoardo la allontanò velocemente, rimanendo pietrificato sul posto.
Gli vennero in mente tutti quei film che si rispettano, dove a quel punto della pellicola, il ragazzo si gira e si trova davanti alla sua fidanzata.
Come volevasi dimostrare, quando Edoardo si girò, riuscì a vedere la schiena di Gabriella, correre via e i gemelli fissarlo con sguardo omicida.
 
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Edoardo era seduto contro la parete davanti alla porta della camera di Gabriella, indeciso se alzarsi e bussare, o aspettare che la ragazza si decidesse a uscire.
Il problema era che la ragazza era chiusa in camera da due ore senza aver dato segni di vita e lui aveva fame.
In un attimo di sconforto, ripensò a quello che gli aveva detto Jack un paio di ore prima.
 
Gabriella stava correndo via da lui, andando probabilmente verso la sua camera e lui aveva abbandonato la ragazza brasiliana per correrle dietro.
Arrivato in mezzo ai gemelli, quelli lo avevano bloccato, sbattendolo per terra con un veloce movimento combinato.
Pensava che lo stessero per prendere a pugni ma la voce di Jack li aveva fermati.
- Ragazzi! Vedete di non fare danni! Ho già un problema da risolvere! - affermò non curante.
- Che cosa è successo? - chiese John alzandosi da terra, seguito dal fratello; Edoardo rimase sdraiato: non gli sembrava una buona idea alzarsi.
- Oggi pomeriggio Gabry ha picchiato un giornalista perché ha insinuato che se la facesse con-tem-po-ra-ne-a-men-te con voi due - rispose indicando alternativamente i due figli.
- E lei cosa ha risposto? - chiese Josh divertito.
- Che sta con lui! - affermò allora l'uomo indicando il ragazzo ancora steso a terra.
A quelle parole, Edoardo si alzò di colpo, correndo verso l'ascensore, sfuggendo alle grinfie dei gemelli.
 
Ora era lì seduto da un pezzo.
Non si sentina più il sedere, le gambe erano intorpidite e non aveva la più pallida idea di come chiedere scusa a Gabriella.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di una testa rossa sedersi vicino a lui.
Edoardo, vedendo Josh al suo fianco, fece un salto indietro, con la paura che il ragazzo più grande volesse fargli qualcosa.
- Quando ero alle superiori, avevo una relazione di letto con un ragazzo più piccolo di due anni - rivelò tranquillo, senza particolari espressioni sul viso.
Il castano era stupito, non perché il rosso gli avesse detto di aver avuto una relazione omosessuale, ma perché glielo stesse rivelando in quel momento.
- Poi lui ha conosciuto un altro ragazzo e hanno cominciato a uscire insieme - continuò inespressivo.
Edoardo guardava il più grande con occhi sbarrati.
In quella settimana aveva avuto modo di conoscere abbastanza bene i due fratelli: nonostante la loro età, si comportavano ancora come dei ragazzini sempre sorridenti, ma se John era un tipo aperto che esternava i suoi sentimenti e le sue emozioni, Josh era l'esatto contrario, con i suoi mezzi sorrisi e l'orgoglio ai minimi massimi che influenzava perennemente il suo modo di agire, guadagnandosi egregiamente il soprannome di Malpelo.
E con quell'ultima rivelazione, il più piccolo arrivò alla conclusione che l'amica di letto del rosso, lo avesse lasciato perché fosse troppo orgoglioso.
- E cosa è successo tra voi due? - chiese per avere conferma della sua tesi.
- Io ero innamorato di lui da qualche tempo e non avevo mai avuto il coraggio di dirglielo, ma io stupido, pensavo che lo avesse capito dopo tutto quel tempo passato sotto le coperte a
- Ho capito ho capito, non mi servono i dettagli - lo interruppe l'altro, il rosso annuì.
- Pensavo di averlo perso per sempre, così smettemmo di vederci e di salutarci a scuola - continuò il ragazzo, cercando di nascondere una nota di malinconia nella voce - e mi accorsi che senza il suo sorriso non potevo stare.
- Che fine ha fatto quel ragazzo? - chiese Edoardo con una nota di angoscia nella voce.
Josh si voltò verso di lui e con un enorme sorriso a trentadue denti e gli occhi brillanti rivelò
- Stiamo insieme da otto anni - il più piccolo era abbaglio dalla felicità che leggeva nello sguardo - Non ho resistito una settimana senza di lui. Appena l’ho visto insieme a quell’altro, l’ho allontanato di peso da quel tizio, gli ho urlato di amarlo e l’ho baciato davanti a tutti - affermò con un luccichio negli occhi che il più piccolo non aveva mai visto, neanche quando il rosso era intento a smontare e rimontare pezzi di BabyKitsune.
- E lui cosa ti ha risposto? - chiese il castano fremendo di curiosità.
- Ha detto che aspettava solo che io buttassi via il mio orgoglio e mi decidessi a rivelargli i miei sentimenti, che anche lui mi amava da qualche tempo, che l’ho fatto soffrire un mucchio e che sono un emerito idiota bastardo. - ammise tutto d’un fiato per poi riprendere la sua solita espressione in viso - Quindi ora sai quello che devi fare.
Edoardo, spronato da quelle parole, si alzò in piedi come mosso dai dei fili invisibili, bussò alla porta della ragazza ed entrò dentro.
Josh guardò la scena con il suo solito mezzo sorriso, divertito dalla scena, poi, una cosapevolezza acchiacciante lo colpì come un fulmine a ciel sereno, prese velocemente il suo i-phone e compose velocemente un numero che ormai sapeva a memoria da anni.
- Tuuu...tuuu...tuuu...pronto? - rispose una voce assonnata.
- Come sta il mio biondo moldavo preferito? - chiese il rosso un po’ angosciato.
- Josh sei tu? - domandò la voce impastata dal sonno - Brutto infame, ma sai che ore sono qui? - gli urlò incazzato.
- Sono le due di notte? - provò a chiedere sempre più preoccupato.
- Esatto brutto stronzo! Sono le due di notte e tu non mi chiami da una settimana! - continuò a urlare il ragazzo dall’altra parte della cornetta.
- Dai Max non ti arrabbiare! Lo sai che sono stato impegnato e come vedi quando sono libero, tu dormi - provò a calmarlo il più grande.
- Quando mi sono svegliato, te ne eri già andato senza lasciarmi un biglietto né niente! - la voce un po’ tremolante - Ho saputo che eri in Brasile da Studio Sport ti rendi conto!? Pensavo mi avessi lasciato! - la voce strozzata dal pianto, Josh sospirò dispiaciuto.
- Maxim - provò a chiamarlo con la sua voce dolce che usava quando facevano l’amore - Scusa! Lo sai che non ti lascerei mai neanche per
- Per tutto l’oro del mondo, lo so - lo interruppe il biondo - Però lo hai fatto per una competizione dall’altra parte dell’oceano - la sua voce era molto triste e afflitta.
- Scusa Max, lo sai che
- Quando torni, starai lontano dal mio culo per una settimana - lo interruppe di nuovo il più piccolo.
- Lo sai che non riuscirai a starmi lontano - lo sfidò il rosso.
- Lo so! Ma mi piace sfidarti - gli rispose divertito il più piccolo.
- Mi manchi - ammise l’altro, stupendo il fidanzato.
- Anche tu scemo - gli rivelò sbadigliando - Ia tebia liubliu* bastardo… - sussurrò addormentandosi, sapendo che comunque l’altro lo avrebbe sentito.
- Ia roje*, notte - gli rispose infatti il più grande - Ia roje - ripetè buttando giù la chiamata.
 
Josh si alzò dal suo giaciglio facendo scricchiolare le ossa: era stanco morto e non vedeva l’ora di andare a letto.
Durante il tragitto verso la sua stanza, ripensò a quando alle superiori era solito cambiare parter ogni settimana, non gli importava se erano maschi o femmine, a lui serviva solo un corpo su cui sfogare la sua frustrazione? rabbia? Non lo sapeva con sicurezza.
Era il solito casinista che tutti cercavano di evitare ma da cui nessuno riusciva a stare alla larga, e come aveva affermato una volta Edoardo, lo chiamavano veramente Malpelo per la sua indole aggressiva e scontrosa.
Aveva scoperto che gli piacevano anche i maschi in seconda media, lo aveva detto al fratello e quello gli aveva promesso che avrebbe mantenuto il suo segreto fino nella tomba.
Adorava il suo fratellino.
Poi un giorno, passeggiando in cortile per fumarsi una sigaretta, aveva visto due bulli minacciare un biondino pelle e ossa, che non superava il metro e sessanta.
La cosa che attirò l’attenzione di Josh furono i suoi occhi verdi, brillanti come un prato ricoperto di rugiada all’alba, pieni di determinazione, senza paura.
Il rosso decise di aiutarlo, atterrando i due bulli e prendendo come ricompensa del suo gesto un bacio per niente casto dal più piccolo; il passo successivo era stato quello di portarlo a letto.
Con il passare dei mesi si era accorto che non era solo attrazione fisica quella che provava per Maxim, tutto di lui lo attraeva: il suo accento russo, il modo in cui arricciava le labbra quando non riusciva a dire una parola che non conosceva, il suo sorriso quando s’imbronciava…
Non era solo attrazione fisica, per niente e quando arrivò quel ragazzo di cui non volle mai sapere il nome, si rese conto di essere innamorato del SUO moldavo biondino sin da quando aveva visto quei brillanti occhi verdi.
Era grazie a lui se ora sorrideva di più ed era più spensierato.
Josh si butto sul letto dopo essersi messo comodo nei suoi boxer blu e come ultimo pensiero due occhi verdi si addormentò.
- Ia tebia liubliu Maxim - ripetè prima di cadere definitivamente nelle braccia di Morfeo.





Angolo per me (di nuovo)
Ia tebia liubliu = Ti amo
Ia roje = Anche io
Ringrazio il mio amico Max che si è "prestato" per questo capitolo e che mi ha fornito le parole nella sua lingua. (Non ho bene capito se parla rumeno, russo o moldavo, o tutte e tre insieme!)
Per chi volesse, ho in mente di scrivere uno spin-off solo per Josh e Max, quindi chiedete pure.
Al prossimo capitolo. Quando avrò un idea per cosa succede tra Gabry ed Edo. XD
  
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