«Come se non fossi già seccante di tuo!» urlò Hermione di rimando al rosso che, cercando di trattenere una sfrenata voglia di tornare indietro e sferrarle un pugno in pieno viso, stava salendo le scale che portavano al dormitorio maschile.
Si era svolto l'ennesimo litigio tra i due davanti agli occhi di tutti i grifondoro presenti nella sala comune: Harry, Neville, Seamus, Dean e i gemelli Weasley che come sempre non perdevano occasione per prendere in giro Ron, o come lo chiamavano loro, "Ronnie".

I giorni passavano e la situazione non migliorava affatto, anzi, a dirla tutta, andava sempre peggio. Harry non sapeva come dividersi tra Ron ed Hermione che per evitarsi stavano in posti completamente differenti: lei era costantemente in biblioteca a fare compiti su compiti, mentre lui si aggirava per il cortile, la sala comune oppure, di tanto in tanto, vagava per i corridoi tra una lezione e l'altra. 
Parlando di lezioni, erano un disastro. Harry doveva dividersi, un'ora la passava con Ron, una con Hermione, evitando di litigare con uno dei due. 

Le giornate che seguirono furono pesanti tanto quanto le precedenti, se non peggio. Se Ron incrociava Hermione cambiava direzione, lo stesso faceva la ragazza. Inutile negare i sentimenti di lui, più che evidenti. 

Il venerdì mattina Hermione si ritrovò quasi a correre per i corridoi, verso l'aula di pozioni, con un libro aperto in mano intenta a ripassare per la quinta o sesta volta la lezione che aveva chiesto di studiare il professor Piton per quel giorno, urtò parecchi ragazzi e ragazze beccandosi di conseguenza i peggiori insulti che dicevano di stare attenta a come camminava fino a che non cadde, una pagina del libro si strappò e molte altre si danneggiarono. 
Presa da un'attacco di isteria, cominciò ad urlare le peggiori imprecazioni contro la persona che le era finita addosso, con la testa ancora china sul libro.
«Calma, Granger» alzò gli occhi e i suoi zigomi assunsero un leggero colorito rossastro, per via della vergogna.
«Sei Fred o George?» formulò qeulla domanda accompagnandola con un tono che pareva del tutto arrabbiato, ma in fondo conservava una nota di pura curiosità, avrebbe voluto imparare a riconoscerli. 
«Non so, potrei essere sia l'uno che l'altro» in effetti pensò che era un'affermazione corretta, in cuor suo sapeva di non potersi fidare fino in fondo, quindi lasciò perdere la faccenda. 
«Chiunque tu sia, non farlo più.» 
«Ci tengo a ricordarti che mi sei venuta addosso tu» il ragazzo assunse un'espressione maliziosa, tentando di metterla in soggezione. 
Hermione, senza rivolgergli un ultimo sguardo, se ne andò borbottando qualcosa di incomprensibile alle orecchie di chiunque. Il suo libro di pozioni era rovinato e chiunque dei due fosse stato gliel'avrebbe pagata. 

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             SPAZIO AUTRICE (?) 
è la mia prima Fremione, spero di poterla continuare
visto che non è la prima che scrivo, con la differenza che le altre le 
ho cancellate.. ma non sono qui per parlare di questo.
Spero che questo primo "capitolo" sia stato di vostro gradimento,
sono consapevole di averlo scritto corto, ma morivo dalla
voglia di pubblicarlo.. e comunque mi farò perdonare nel prossimi...
sempre se andrà bene u.u