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Autore: Red1701    24/08/2014    3 recensioni
Dal testo...
"Ho un piano. Non sto dicendo che sia buono, non dico nemmeno che funzionerà, ma sicuro come l'inferno è meglio che rimanere qui e farmi considerare ancora come la bambina inutile e noiosa che ero una volta."
[Sono talmente dipendente dalla SasuSaku da doverne scrivere una per dare sfogo alle mie fantasie]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Nightmares come true.



 
Erano passati circa due mesi dalla fine della guerra.
Due mesi che volarono talmente in fretta da non accorgermene fino al momento in cui un paziente morì e dovetti segnare quella data sul referto di morte.
Ora la cosa che mi teneva più occupata erano i miei turni all'ospedale di Konoha che grazie a volontari provenienti da tutti i villaggi, fu ricostruito molto in fretta come quasi tutto il villaggio che era stato distrutto per colpa del deca-code. 
Naruto stava bene,l'avevo visitato per primo in modo da poter essere più tranquilla mentre lavoravo, ma di certo non c'era stato giorno fino ad ora in cui non fossi terribilmente triste o stanca di tutto.
Appena finito il mio turno mi recai nell'unico luogo che mi faceva stare meglio.
Vista da fuori, villa Uchiha era così maestosa e terrificante che nessuno, dopo la strage di Itachi, entrò più. 
Cominciai ad entrare in quella casa appena giunta al villaggio la notizia che il fratello maggiore morì per mano del suo otouto. Ora che non c'era più nessuno Uchiha vivo, non avevo paura di incontrare qualcuno durante le mie visite notturne che da piccola si limitavano all'albero del giardino di fronte all'entrata. 
Dopo i primi momenti di incertezza nell'entrare in quella casa maestosa, mi recai al piano superiore ed aprii la prima porta a destra, che dopo innumerevoli racconti da piccoli da parte di Naruto sapevo fosse la sua camera.
 
Pensai che sdraiarmi su quel letto stringendo a me quel cuscino la sensazione di vuoto all'interno del mio cuore sarebbe svanita, così cominciai in tutti i modi di immaginarmi che Sasuke fosse tornato a casa, ma non facevo altro che scoppiare a piangere e non la smettevo fino a quando non mi addormentavo.
Lui era tornato per aiutarli a sconfiggerre Madara e Obito, per proteggere il villaggio con l'idea assurda che sarebbe diventato il nuovo Hokage. Il team 7 per un pò ritorno in azione e lui mi salvò ancora una volta come successe durante una missione quando eravamo ancora piccoli poi finita la guerra, mentre tutti festeggiavano lui sparì
nuovamente ricreando quella sensazione di vuoto che per un pò io e Naruto eravamo riusciti a colmare. 
Eravamo ridotti male; ferite profonde, ossa rotte e chakra a zero ma non so come, lui riuscì comunque a scappare senza farsi sentire e quando cercai disperatamente i suoi occhi per potergli chiedere se l'idea di diventare Hogake era un motivo per cui ora sarebbe rimasto per sempre non lo trovai, rispondendomi automaticamente che quella era solo una scusa per cercare di convincere gli altri a fidarsi di lui durante quegli scontri.
non sarebbe mai tornato a casa per nessun motivo al mondo.

Saltai il cancello - tanto suonare e aspettare che qualcuno aprisse era inutile- e percorsi tutto il giardino di fronte alla villa entrando come fossi di casa e recandomi in camera sua. 
Mi sdrai sul letto e chiudendo gli occhi mi ritrovai faccia a faccia con il suo volto che compariva dicendomi sempre la stessa frase del giorno in cui se n'era andato la prima volta, molti anni fa.
Ricomincia di nuovo a piangere e quel cuscino implorò ancora una volta di smetterla di riempirlo di lacrime, ma il suo volto e la sua voce producevano su di me solo quell'effetto. 
Mi riaddormentai piangendo e feci lo stesso incubo di sempre; vedevo Sasuke morire davanti ai miei occhi dietro ad una roccia a cui si era appoggiato, sfinito e sanguinante.Lo cercavo dappertutto urlando il suo nome con tutto il fiato che avevo senza emettere realmente alcu suono, finché non sentivo quei colpi di tosse provenire da dietro quella roccia e lì lo trovavo sempre. Morto. Facevo lo stesso incubo dalla notte in cui era finita la guerra, ma stavolta c'era qualcosa di diverso.  Stavolta riuscii ad urlare il suo nome disperatamente alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarmi a salvarlo, ma sembrava che nessuno riuscisse a vederci. 
"Sasuke!" urlai in lacrime a notte fonda. 
Cercai di riprendere fiato mentre le lacrime usciva ancora ininterrottamente e sentii qualcosa di diverso, ma non gli prestai attenzione. 
Mi riaddormentai per poi rifare lo steso incubo, e mentre urlavo, sembrava che non riuscissi a svegliarmi più da tutto quello. 
 
"Sakura, svegliati."
Qualcuno mi svegliò da quell'incubo dimostrandomi che non ero morta come mi aspettavo.
Mi voltai verso la fonte da cui proveniva la voce che sentii, ma nonostante il buio pesto avrei potuto riconoscere quella voce anche senza bisogno di vederlo in faccia. 
Era li davanti a me, ed io ero nel letto in cui avevo appena finito di urlare il suo nome. 
"Sasuke..." fu l'unica cosa che riuscii a balbettare. 
"Cosa ci fai qui?" chiese
"Era l'unico modo in questi anni per poter rimanere viva aspettando un tuo ritorno"
Per la prima volta in vita mia riuscii a dirlo a qualcuno, e quel qualcuno era lui. 
Nessuno sapeva cosa facevo la sera subito dopo il lavoro o anche subito dopo essere uscita con gli amici quando ero una ragazzina, neanche Naruto. 
Lui come al solito non proferì parola. Il suo solito comportamento e la sua solita capacità di intrattenere un discorso con qualcuno erano rimasti gli stessi; di certo non mi aspettavo un cambiamento visto come se n'era andato.
Nel buio non riuscii a capire cosa stava facendo, avevo bisogno di una luce e volevo e dovevo guardarlo in faccia, ma la cosa più tecnologica ancora viva in quella casa era forse il citofono, le lampadine erano morte molti anni prima. 
"Dove sei stato?"
Non sapevo se davvero volevo sapere la risposta, ma fu l'unica cosa che riuscii a domandargli. 
Era una domanda che sapeva tanto di famiglia, di preoccupazione e abitudine: era decisamente una domanda inappropriata da fare a lui. Ma non ottenni risposte, solamente un tonfo pauroso sul pavimento della camera. 
"Sakura, non voglio andare all'ospedale" chiese con un filo di voce spezzata da un colpo di tosse.
Il mio incubo si stava avverando,ma stavolta sarei riuscita a salvarlo e farlo restare nel mondo dei vivi.
Farlo restare da me.
   
 
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