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Autore: Lilith9312    24/08/2014    2 recensioni
"Ti sei preso quella che ero, le mie speranze, i miei amici, i miei incubi, la mia vita. Ti sei nutrito di me, fino a distruggere tutto quello che avevo. E all’improvviso non avevo più nulla, se non te.
E poi mi hai tolto anche quello."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo veramente toccato il fondo. Non credo si possa dire altro.

Mi ricordo di quel pomeriggio che ho passato a piangere chiusa in bagno, seduta sul bordo della vasca, con la sola compagnia del mio riflesso allo specchio. Sembrava quasi sbeffeggiarsi di me.

Le lacrime scorrevano, il dolore sembrava essere impossibile da gestire. Era quello il male di un cuore in frantumi? Avrei giurato di aver sentito il momento esatto in cui le sue schegge si sono frantumate sul pavimento freddo. Non più freddo di come poteva essere il mio cuore in quel momento, dopotutto.

Gli ultimi tre mesi erano stati l’Inferno. Mi avevano distrutto. In tutti i sensi.

Oh, ma tu lo sapevi. Mi hai visto stare male senza mai allungare una mano verso di me. Quando cadevo a terra, davanti i tuoi occhi, ti voltavi dall’altra parte e continuavi a camminare. Ho urlato in silenzio per te tutte le notti, sperando che qualcosa cambiasse, perché non era possibile.
Dove eravamo finiti Noi? Dove erano finiti i nostri sogni?

Ancora ricordo il momento in cui li hai infranti, uno dopo l’altro. Non c’hai nemmeno messo troppo.
Li hai semplicemente presi in mano e stretti in un pugno che non lasciava vie di scampo. Li hai sbriciolati davanti ai miei occhi mentre imploravo pietà. Dell’acqua che ti ho donato non hai saputo creare altro che sabbia. Non sono servite a niente le lacrime. Non sono bastate.

Ti ricordi? Una volta eravamo Noi due contro tutto, perché non era importante quanto il mondo distruggesse le nostre vite se eravamo assieme. Noi abitavamo su un altro pianeta, noi eravamo di un altro posto, un luogo che conoscevamo solo noi, lontano, dove nessuno ci avrebbe mai trovato.
Vedevamo le cose con gli stessi occhi, io nei tuoi e tu nei miei. E tutto era meraviglioso, perché in due ci si vede meglio che da soli. In due si cammina meglio che da soli, soprattutto la notte, quando tutto è più crudele e oscuro.

Le notti…e il parlare fino all’alba. E non era importante se il giorno dopo dovevamo andare al lavoro o a scuola, non ci importava niente. Come quando guardavamo il cielo stellato, sdraiati sul prato dietro casa tua, a progettare sogni. A progettare un futuro. Insieme.
Non c’hai mai provato a realizzare qualcosa di quello che avevamo pensato, vero? Ti sei arreso fin da subito, hai preferito chiuderti nel tuo guscio lasciando fuori tutti, anche me. Soprattutto me.

Sei diventato assente, lontano, pur essendomi vicino. Avevi giurato che io ero diversa da tutte, che ero quella giusta, che ti avrei aiutato, perché ti avrei fatto solo del bene.

E il bene che avevo da darti te lo sei preso, senza chiedere il permesso, senza lasciarmi nulla in cambio. Hai rubato tutta la luce fino ad uccidermi.
Ti sei preso quella che ero, le mie speranze, i miei amici, i miei incubi, la mia vita. Ti sei nutrito di me, fino a distruggere tutto quello che avevo. E all’improvviso non avevo più niente, se non te.
E poi mi hai tolto anche quello.

Non hai nemmeno avuto il coraggio di vedermi un’ultima volta prima che me ne andassi, non hai nemmeno voluto dirmi ‘Addio’ di persona. Hai preferito il silenzio consenziente della chat. Hai preferito parlarmi attraverso lo schermo di un computer.

E io avevo passato un pomeriggio a piangere per te, stando attenta a non fare troppo rumore per non attirare l’attenzione di nessuno. Erano urli soffocati.
Avevo veramente pensato di farla finita.

Mi avevi cambiato, in peggio. Ero diventata intrattabile, fredda, perché se non ricevi mai carezze arrivi a credere di non averne bisogno. Hai fatto in modo che costruissi un mondo intorno a te per tenere lontani tutti. Mi hai fatto credere che fosse giusto tutto questo: essere ignorata erano normale. Gridare e non essere ascoltati era la quotidianità. Rimanere soli era giusto. Chi poteva amarmi se non te?

Piangevo senza tregua.
Volevo morire. Stringevo forte le labbra per non urlare.

Poi uno squillo. Il mio cellulare stava suonando. Chissà perché nella mia mente mi si era accesa la speranza di vedere il tuo nome comparire nel display. Ricordo che avevo osservato per un po’ il telefono vibrare sopra il lavandino prima di decidermi a prenderlo in mano.
No, non era il tuo nome. Ero stata una stupida a pensarlo. Ma risposi lo stesso, e quella chiamata, quel nome, beh…mi cambiò la vita.
Perché è per merito suo se sono qui a scrivere questa lettera: perché se avesse aspettato un momento di più probabilmente io non avrei più potuto farlo.

I primi giorni lontano da te, te lo garantisco, sono stati duri. Sono arrivata a chiedere a tutti i tuoi spostamenti, novità, qualsiasi cosa.
Ho passato le giornata seduta a letto a cruciarmi sul perché te ne fossi andato.
Ho passato le notti a fissare il cellulare con la tentazione di chiamarti.
Ho resistito contro la voglia di prendere il primo treno e di venire da te. Volevo vederti.

Non sei mai stato presente nella mia vita, ma anche la tua assenza mi mancava. Era come cercare di respirare sott’acqua.

Poi le cose sono cambiate. Piano piano ho cominciato a dimenticarti. Di colpo non eri così importante, e la convinzione di provare amore verso di te è sparita. Perché non era amore il nostro, non lo era mai stato. Era autodistruzione, la mia e la tua messe assieme. Il nostro rapporto non era un rapporto normale.
Sembravamo due psicopatici, assieme. Forse lo eravamo.

E quando me ne sono resa conto, beh, in quel momento non eri più al centro dei miei pensieri. Il mio mondo che per mesi si era mosso intorno a te, si è aperto, ha visto nuove prospettive, ha rivisto amici che avevo ormai perso da tempo, colori che da tanto erano spariti dalla mia vita.

Non fraintendermi, hai preso un pezzo di me, del mio cuore, che non posso riprendermi. Ma adesso fa meno male, e piano piano verrà sostituito. Con cosa? Nuove tinte, nuove trame.
Non sono nessuno per cancellarti dalla mia mente, non credo nemmeno sia possibile. Solo che adesso c’è un aereo che mi aspetta. E’ tempo per me di volare via, verso nuovi orizzonti, da sola o no, ma comunque senza di te.

La luce che dicevo di avere perso, l’ho ritrovata, perché non se ne era mai andata. Era solo stata coperta con strati di oscurità per nascondere il suo splendore. Tu l’avevi coperta.
Adesso sono tornata a vivere.

Il mondo visto dai miei occhi non è mai stato sbagliato. Anzi. E adesso è bellissimo, più di prima, splende di ogni colore immaginabile.

Io sono la ragazzina allegra, solare, che ama la vita. Quella che non puoi tenere ferma perché scalpita per vedere, per toccare ogni cosa con le proprie mani, perché è curiosa. Io sono l’eterna bambina, che non può essere rimproverata per vedere le cose con quella magia che solo i bambini come me possono vedere.
Io sono così. Io sono questa persona. Lo sono sempre stata.

La sognatrice che adora i finali felici, che è alla scoperta costante del mondo, perché non c’è nulla che non vale la pena di aver visto. Sono io. E mi sento così leggera, così libera.
Non puoi più tagliarmi le ali adesso, perché ho imparato a volare. Lontano da te.

E ti devo ringraziare alla fine, perché regalandomi il peggio ho scoperto il meglio. Sono caduta, e avevo paura, ma non sapevo che qualcuno era già pronto a prendermi al volo. Dovevo morire per sapere come rinascere.

E adesso ho solo voglia di continuare a crescere, perché so chi sono.
E so con chi voglio essere.

Quel pomeriggio passato a piangere è stato l’inizio di qualcosa di importante. Quel nome apparso sul display del cellulare è diventato qualcosa di importante.
Ha saputo darmi l’amore che tu non hai mai saputo darmi. Ha saputo aiutarmi ad uscire dal baratro dentro il quale mi avevi gettato. Ha voluto accompagnarmi nella mia strada.

La mia strada…ne ignoro ancora la meta, sai? Ma in fondo va bene così.
Adesso è solo tempo di partire.
Voglio scoprire nuovi spazi, provare sensazioni uniche e volare. Dove?
Non lo so, ma i limiti questa volta li decido io.

Tu non esisti più.
   
 
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