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Autore: ItsGiuliayall    24/08/2014    3 recensioni
«Non c’è una singola parola nell’intero mondo che possa descrivere il dolore, Tay…» continuò Hayley intenta a trovare le parole migliori. «Nemmeno il più lieve coltello che fende avanti e indietro e che lacera la pelle più delicata che ci sia mai stata, potrebbe fare più male. Ma fa parte della vita e, purtroppo, non abbiamo la possibilità di… evitarlo.»
Song-fic che ho scritto ispirandomi al bellissimo testo di Hate To See Your Heart Break dei Paramore.
Buona lettura.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayley Williams, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Song-fic che ho scritto ispirandomi al bellissimo testo di Hate to see your heart break dei Paramore.
E’ la prima cosa in assoluto che scrivo sui Paramore, quindi siate gentili. Cioè, se volete, esprimete pure le vostre opinioni – anche se negative – ma in armonia e gentilezza. Thanks.
Ovviamente, tutto è frutto della mia mente (malata). Sin dalla prima volta che ho (ri)ascoltato questa canzone – dopo aver scoperto che Hayles l’aveva dedicata a Taylor – ho immaginato cosa fosse potuto succedere per farle scrivere un testo tanto toccante. E chi è in grado di spezzare il cuore alla gente, se non l’amore?
E poi, l’amicizia tra quei tre è talmente profonda e meravigliosa, che proprio non posso non dedicare almeno una song-fic al loro legame. #Soon scriverò qualcosa includendo anche Jeremy.
Le parti in corsivo che troverete durante la lettura, fanno parte del testo originale della canzone HTSYHB.
Spero vi piaccia.
Buona lettura.
-Giulia.
 
Hate to see your heart break
 
Dopo un pomeriggio all’insegna di shopping tra i negozi tipici francesi, Hayley rientrò nel tour bus con qualche sporta in mano. Aveva lasciato Kat e Jeremy in centro, permettendogli di godersi qualche ora insieme, prima di doversi lasciare. La sera stessa sarebbero partiti per la tappa successiva che si sarebbe tenuta in Germania il giorno seguente. Appoggiò i sacchetti sul tavolino del bus, dove di solito mangiavano, e chiamò ad alta voce Taylor che, com’era sua abitudine, dopo pranzo si coricava nel letto per almeno un’ora.
«Taylor?» chiamò ancora Hayley, ma non rispose.
«Ti ho comprato una fascia per i capelli! Ha un colore fantastico. Ti donerà. L’ho pensato non appena l’ho vista» continuò, ignorando il silenzio.
Lanciò un’occhiata verso il brevissimo corridoio al centro del bus. La stanza adibita per il bagno non le permetteva, però, di guardare più in là. Per un attimo pensò che Taylor fosse uscito a prendere una boccata d’aria, ma quando si diresse verso i letti a castello posizionati in fondo al bus, le si formò un groppo in gola.
Il chitarrista era seduto a terra, contro la parete, con le gambe piegate e con il volto appoggiato sulle ginocchia. Anche senza guardarlo in faccia, Hayley capì che stava piangendo a causa dei singhiozzi tumultuosi che il suo amico non riusciva a trattenere.
«Taylor!» esclamò Hayley preoccupata. Si accucciò accanto a lui e cercò di attirare la sua attenzione. Lo abbracciò di slancio e appoggiata sui talloni, tentò di convincerlo a rivolgergli la parola.
«Cos’hai? E’ successo qualcosa a casa?» domandò in preda al panico. Il tono di voce si era alzato vertiginosamente al pensiero che fosse accaduto qualcosa di brutto alla sua famiglia. La cantate trattenne il respiro per qualche secondo quando Taylor alzò lo sguardo su di lei e scosse la testa.
«E allora cos’hai Taylor? Ti prego parlami» sussurrò Hayley spaventata, accarezzandogli una guancia e togliendo qualche lacrima che rigava il dolce viso del suo migliore amico.
Taylor fece un profondo respiro, ancora spezzato dai singulti di pianto che lo sconquassavano da testa a piedi. Hayley lo abbracciò di nuovo, poi si alzò per una frazione di secondo e afferrò la coperta stesa su uno dei letti. Avvolse Taylor e tornò ad abbracciarlo, desiderosa che gli parlasse.
«Ti prego, Tay. Non tagliarmi fuori. Parlami» mormorò, speranzosa che la ascoltasse.
«Mi ha lasciato…» bisbigliò Taylor abbassando lo sguardo a terra. Hayley sentì, sotto i palmi delle sue mani, che si era irrigidito nel momento stesso in cui aveva iniziato a parlare.
Hayley sentì la rabbia montarle dentro.
«Oh Taylor» disse staccandosi da lui per poterlo vedere meglio in volto e cercare il suo sguardo.
Taylor, invece, sviò, imbarazzato.
«Sono un coglione. Piango come una femminuccia!» esclamò con un sorriso amaro sulle labbra, mentre altre lacrime rigavano le sue guance soffici.
«Non sei un coglione» dichiarò Hayley contrariata, «Sei solo ferito» lo corresse accarezzandogli una mano.
Taylor scosse di nuovo la testa e tornò a respirare in modo affannoso.
«Perché?» domandò la piccola cantante.
Taylor fece spallucce e le rivolse ancora quel sorriso amaro di prima: «Mi ha tradito» mormorò come se fosse la cosa più ovvia del mondo, come se c’era da aspettarselo.
Gli occhi di Hayley cominciarono a bruciare e a farsi lucidi; deglutì per allontanare le lacrime e trattenersi: Taylor non aveva bisogno che lei piangesse per lui. Aveva bisogno di qualcuno che lo sorreggesse e gli stesse accanto, un amico forte e sicuro.
«Lo so cosa vuol dire. So cosa stai passando» disse guardandolo dritto nelle sue iridi color nocciola, cercando di tranquillizzarlo.
«Credo sia una parte della vita con cui ognuno di noi, prima o poi, sia costretto a fare i conti» aggiunse la ragazza.
«Ma perché fa così…» iniziò Taylor, alla ricerca delle parole giuste.
«Male?» lo interruppe Hayles.
Lui annuì, sconfortato.
«Non c’è una singola parola nell’intero mondo che possa descrivere il dolore, Tay…» continuò Hayley intenta a trovare le parole migliori. «Nemmeno il più lieve coltello che fende avanti e indietro e che lacera la pelle più delicata che ci sia mai stata, potrebbe fare più male. Ma fa parte della vita e, purtroppo, non abbiamo la possibilità di… evitarlo.»
Guardò Taylor e gli sorrise leggermente. Lui annuì, ma non si diede pace.
«Se solo avessi potuto saperlo prima, però. Avrei potuto evitarlo…» dichiarò con voce tremante.
«Come potevi sapere?» esclamò Hayley, dispiaciuta nel vedere Taylor sgretolarsi davanti a lei con così tanta facilità.
«Oh, no Taylor. Non farti questo. Come potevi sapere?» ripeté Hayley afferrando il suo viso tra le sue mani e guardandolo dritto negli occhi: si stavano facendo più scuri, mentre Taylor combatteva contro le lacrime e i sentimenti che si facevano guerra tra di loro, dentro di lui. E Hayley poté quasi vedere la disperazione del suo amico combattere contro la rabbia.
«Ed io» riprese Hayles, senza mollare la presa su di lui. Sospirò e continuò a parlare: «io odio vedere il tuo cuore spezzarsi; odio vedere i tuoi occhi diventare più scuri mentre si chiudono, mentre cerchi di chiuderti dentro te stesso. Ci sono passata anche io, Taylor. E nonostante tu lo sappia già, sono qui per te. Come sempre. Affronteremo tutto insieme.»
Taylor l’abbraccio e la strinse forte a sé, e Hayley si sentì bene. Se avesse potuto avrebbe evitato sempre che Taylor soffrire, ma sapeva quando fosse impossibile. Per cui ringraziò il fatto di potergli stare vicino e di poterlo risollevare, anche se con i dovuti ostacoli.
 
«Come ci si fa ad innamorare di nuovo?» chiese in un sussurrò Taylor, qualche minuto dopo.
Hayley pensò tra sé e sé che quella domanda se l’era posta anche lei, quando il suo cuore era stato spezzato.
«L’amore capita continuamente. A persone che non sono gentili» disse con rabbia, alludendo alla ragazza che lo stava facendo soffrire, «e ad eroi che sono ciechi… e che, a volte, si aspettano scene di film perfettamente scritte» concluse appoggiando una mano su quella di Taylor.
«Perché, effettivamente, chi vuole un imbarazzante silenzioso mistero, quando potrebbe sapere già cosa succede? Se tutto fosse già scritto, si sfuggirebbe a momenti come questi…» ragionò Taylor con tono triste.
«Ci perderemmo ogni sorpresa della vita, così» ribatté Hayley.
«Ma eviteremmo i dispiaceri» rispose Taylor.
Hayley scosse la testa: «Nessuno di noi può sapere quello che succederà. Tanto meno tu, Taylor. Come potevi sapere? Semplicemente non potevi, come non ho potuto io e tutte le altre persone che si sono trovati in una situazione del genere.»
Taylor cercò di ribattere, ma Hayley tornò in posizione di attaccò, appoggiata sui suoi talloni: «E te lo ripeto: odio vedere il tuo cuore spezzarsi, ma ci sono passata anche io. Non sei il solo e non sei da solo. Sai cosa mi ripeto, continuamente? Ogni volta che qualcosa di triste o particolarmente brutto accade, mi continuo a ripetere che… Vuoi saperlo?»
Taylor sorrise affettuoso e annuì, così Hayles continuò: «“Hayley” – in questo caso, però, è Taylor – “Per tutta l’aria che c’è nei tuoi polmoni, per tutta la gioia che deve ancora venire, per tutte le cose da sperimentare, lascia che tutto questo – il dolore compreso – ti ricordi che i cuori possono guarire” » disse sorridendo.
«Si guarisce sempre, Taylor. L’amore è l’unica medicina che può guarire un cuore spezzato e l’unica malattia che può romperlo, ma non per questo dobbiamo vietarci di innamorarci.»
Taylor annuì e Hayley sussurrò, per consolarlo, tre semplici parole: «Guarirai anche tu.»
Lui le sorrise dolcemente e si alzò in piedi. Offrì una mano alla sua migliore amica e, una volta in piedi anche lei, la strinse forte tra le sue braccia.
«Grazie Hayls» disse sottovoce. Hayley sorrise e appoggiò la guancia sul suo petto, godendosi il calore di quel tenero abbraccio.
 
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Eccoci qui.
Ammettetelo, quando avete letto “sussurrò, per consolarlo, tre semplici parole”, qualche Tayley shipper stava facendo i salti di gioia, eh? Purtroppo per voi, sono Chadley convinta. Lol.
Comunque sia, spero vi sia piaciuta. Ci ho messo tutto il cuore a scriverla. Ci tenevo tanto.
Grazie a chi ha letto e a chi recensirà.
A presto.
-Giulia.
  
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