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Autore: _Yozora_    25/08/2014    1 recensioni
Come era potuto succedere?
La mora se lo chiedeva da quando erano stati tutti insieme alle terme.
La partita a ping-pong contro Kyouhei era cominciata perchè lei voleva tornarsene a casa, dato che era stata letteralmente rapita per andare con loro, e poi perchè Noi le aveva chiesto di fare in modo che il biondo non si intromettesse tra lei e Takenaga. In cambio Sunako avrebbe potuto passare il resto della sua vita nell'oscurità della sua stanza insieme ai manichini che amava tanto a guardare i suoi adorati film horror.
Nello svolgimento del piano perfetto, però, c'era stata una piccola falla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyohei Takano, Morii Ranmaru, Sunako Nakahara, Takenaga Oda, Yukinojo Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kyouhei sarebbe esploso presto.

I suoi amici potevano vederlo chiaramente.

Si stava ingozzando di cibo più velocemente del solito e, di certo, gli schiamazzi delle ragazzine eccitate che li circondavano a mensa non aiutava ad alleggerire la tensione.

Se non fosse stato per le occhiate fulminanti che lanciava Noi ogni volta che una ragazza osava allungare anche solo un dito verso il gruppo, e quindi verso Takenaga, i ragazzi sarebbero già stati travolti.

- Kyouhei, stai bene? - chiese Ranmaru sollevando un sopracciglio.

Iniziava a preoccuparsi per il suo comportamento.

Quello alzò lo sguardo su di lui ed ingoiò un boccone enorme di cibo.

- Benissimo. Perchè me lo chiedi? -

- Perchè sembra l'esatto contrario – affermò il ragazzo.

Takenaga osservava i due in silenzio, in effetti il comportamento del biondo iniziava ad impensierire anche lui.

Insomma un conto era che Sunako cercasse di negare con tutte le forze i suoi sentimenti, in fondo con lei il lavoro da fare per farglieli accettare sarebbe dovuto essere di tutt'altro livello dato che non riusciva ad accettare neanche sé stessa, ma Kyouhei era tutt'altra storia.

Lui non esternava i suoi sentimenti perchè era un idiota.

Era vero che aveva i suoi complessi, ma era pur sempre un idiota.

Il moro si fece sfuggire un sospiro

- è meglio se ne riparliamo a casa – disse poggiando una mano sulla spalla del rosso.

- Torniamo in classe -

 

 

I 5 ragazzi si ritrovarono davanti alla porta di classe, Sunako si era avvicinata strusciando i piedi dietro ad un allegro Yuki.

Il biondo aveva approfittato dell'assenza degli altri tre per chiacchierare un po' con la mora nell'aula di scienze ed era riuscito a spingere la conversazione dove voleva che andasse ottenendo le risposte che si aspettava, o meglio, i silenzi imbarazzati che si aspettava.

Per il momento quello era più che sufficiente.

Solo il fatto di essere riuscito a tirar fuori l'argomento “ Kyouhei “ con lei era una specie di vittoria.

Ovviamente era stato necessario qualche trucchetto, ma alla fine ci era riuscito.

- Dove ti eri cacciato, Yukinojo? - chiese Kyouhei mettendogli un braccio intorno alle spalle e trascinandolo con sé in classe.

Arrivato quasi al posto a sedere si voltò verso la porta dove Sunako stava esitando con lo sguardo basso.

- Vuoi darti una mossa ad entrare? - ringhiò al solito

La mora alzò lo sguardo su di lui pronta a scattare, ma accantonò l'idea all'istante e sospirò, poi entrò e si mise a sedere.

 

 

Quella notte, in una stanza silenziosa di quell'enorme dimora, un ragazzo se ne stava sdraiato sul letto.

I capelli biondi disordinati sul cuscino e un braccio a coprire gli occhi castani che probabilmente, in quel momento, nascondevano un tormento che il ragazzo non aveva mai provato prima.

L'angoscia che gli opprimeva il petto era diversa da qualsiasi altra sensazione avesse mai provato nella sua vita.

Sapeva di dover fare qualcosa perchè quel disagio passasse, perchè le cose potessero tornare come prima, il problema era che non sapeva cosa.

Non si era mai ritrovato a dover affrontare quello che provava.

E poi, cos'era quello che provava in realtà?

Nakahara era una ragazza che incuteva terrore solo al guardarla, o almeno era quella l'impressione che aveva dato al loro primo incontro.

Poi aveva iniziato a conoscerla, l'aveva vista per com'era davvero.

Nient'altro che una ragazza di 16 anni che aveva subito un rifiuto che l'aveva ferita e segnata profondamente.

Sotto la corazza che lei stessa si era creata per proteggersi Kyouhei poteva vedere la persona sensibile che era stata un tempo e che ancora era.

Non importava cosa lei continuasse a dire si vedeva che ormai si era affezionata a loro e a quella casa, era stato in evitabile per lei come per tutti loro.

Ormai ogni comportamento ambiguo, ogni perdita di sangue dal naso, ogni pazzia, ogni fissa per tutto ciò che era oscuro era diventata un' abitudine, così come per lei lo era diventato stare in mezzo a loro.

Il biondo sospirò rumorosamente e fece scivolare il braccio dagli occhi al letto.

Era l'ora di chiarire le cose.

Per sé stesso e per lei.

Doveva smettere di camminare sul filo del rasoio come se temesse di cadere.

Doveva saltare giù e sperare che ad accoglierlo ci fosse un materasso e non il duro e freddo asfalto.

  
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