Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    26/08/2014    9 recensioni
I desideri del cuore sono quelli che maggiormente influiscono sulle nostre decisioni, spesso portandoci in direzione completamente opposta proprio per non veder sparire quel sogno.
Seguite Maya e Masumi in questo 'finale' immaginario del manga ancora incompiuto!
Ultima REVISIONE Luglio 2016.
Una nuova Dea Scarlatta sarebbe sorta dalle ceneri di quella di Chigusa Tsukikage come una fenice, che avrebbe ereditato i diritti di quell'opera meravigliosa e imparato da lei tutte quelle nozioni per portarla in scena nella prima del due gennaio.
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16



Maya comprendeva perfettamente quanto fosse delicata la situazione anche se questo la faceva soffrire, così lei rientrò dal lato degli attori lasciando il cappotto mentre Masumi dal lato delle sedute. C’era un gran fermento per l’entrata di Ayumi Himekawa e del suo gruppo. Notò immediatamente lo sguardo che si scambiarono Kuronuma e Onodera e non presagiva niente di buono. Vide Sakurakoji e lo raggiunse.

- Maya, dov’eri finita? - lei arrossì e il suo sguardo corse immediatamente etereoa Masumi Hayami che stava entrando dall’altra parte del padiglione.

Yu seguì la traiettoria e assottigliò lo sguardo.

Io proprio non riesco a capire come sia possibile… Maya…

- Sono andata a prendere un po’ d’aria… - borbottò senza troppa convinzione e Yu scosse la testa.

Ayumi era circondata dai giornalisti e alle sue spalle c’era il fotografo Peter Hamil. Ogni tanto si guardavano e le fu immediatamente chiaro cosa provassero l’uno per l’altra. Non cercavano neanche di nasconderlo e se lei aveva qualche problema con la vista sinceramente non lo dava a vedere.

Ayumi… sono contenta che tu abbia trovato il tuo Isshin! Sei solare e bellissima, ma la sfida non è ancora finita! Mercoledì avremo il verdetto e si concluderà tutto!

Peter Hamil si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio, lei arrossì e rise felice come Maya non l’aveva mai vista. Involontariamente il suo sguardo corse a Masumi Hayami che stava parlando con la signorina Mizuki mentre la sua mano nella tasca stringeva la rosa.

Non cambierà mai niente per noi… Lui sarà sempre il figlio di Eisuke Hayami e il presidente della Daito Art Production… e io voglio fare l’attrice! Sono due cose inconciliabili…

Sospirò e distolse lo sguardo.

- Qualche giornalista prima o poi se ne accorgerà e ti stroncherà la carriera… - sussurrò Sakurakoji avvicinandosi. Lei sobbalzò e arrossì.

- N-No… che dici… - balbettò incassando la testa nelle spalle.

Il suo imbarazzo venne interrotto dal gruppo di giudici che entrò scostando un lembo della copertura del padiglione e si sedette dietro al lungo tavolo. L’indomani avrebbero deciso il loro destino. Il chiacchiericcio allegro e insistente divenne un brusio sottile e infine cessò quando entrò la signora Tsukikage.

- Sono lieto di vedervi tutti riuniti in questo giorno davvero straordinario - esordì il signor Yamagishi, Presidente dell’Associazione Nazionale, lasciando vagare lo sguardo sui presenti.

- Ci sono molte personalità interessanti del mondo della stampa e dello spettacolo e spero vivamente che abbiate gradito il nostro invito. Con questo evento oggi si conclude la sfida lanciata dalla signora Tsukikage due anni fa alle due attrici che aveva scelto come candidate per interpretare il ruolo della Dea Scarlatta - e si voltò verso la signora che si alzò imponendo la sua presenza magnetica.

- Ayumi, Maya - le chiamò e loro due si fecero avanti - Tutto ciò che posso dirvi questa sera è che avete riempito il mio cuore di grande felicità allontanando un po’ di quel vuoto che per tanti anni mi ha pervaso. Adesso so che è possibile mettere di nuovo in scena la Dea Scarlatta come la voleva Ichiren Ozaki - le fissò entrambe restando qualche secondo in più su Ayumi.

- Come già annunciato assegneremo i ruoli agli attori e sceglieremo il regista mercoledì sera durante il gala che si terrà presso l’Imperial Hotel di Tokyo - concluse il Presidente dell’Associazione Nazionale alzandosi. Uscirono senza fermarsi alle domande dei giornalisti insistenti che si lamentarono di non essere riusciti ad ottenere nessuna informazione aggiuntiva.

Maya si girò verso Ayumi per poterla salutare, ma quando lo fece lei si era già allontanata. Pochi istanti dopo Peter Hamil le aveva già dato il braccio e lei lo aveva afferrato con dolcezza regalandogli un sorriso radioso.

Ayumi… cosa c’è che non va?

- Tutto si sistemerà, qualunque sia il suo problema, non affliggerti per lei - la voce profonda e rassicurante giunse dalle sue spalle e Maya sussultò.

Come riesce sempre ad arrivare dove meno me lo aspetto??? Anche in passato… me lo ritrovavo davanti o… ci finivo addosso… ma come fa?

- Sei sempre assorta, per questo ti spaventi, dovresti prestare più attenzione a ciò che ti circonda - la schernì Masumi mantenendo il suo solito aspetto algido e compassato.

- Io rifletto, signor Hayami, non sono assorta e basta! - alzò la voce serrando i pugni senza riuscire a mantenere quella calma che si era imposta per dimostrare a se stessa che stava crescendo e che reazioni del genere non erano necessarie soprattutto ora… ora che…

Lui la fissò perplesso qualche secondo poi le sorrise.

- Vuoi dare spettacolo di nuovo? Ti mancano le copertine dei giornali? Ormai dovresti saperlo che un battibecco pubblico con me genera interesse… -

Maya avvampò e strinse i pugni.

- Lei è sempre il solito, signor Hayami! Non perde occasione per farmi irritare! Ma oggi… oggi ho vinto la mia sfida, ho interpretato la Dea Scarlatta! - gli rispose seccata incapace di fermarsi. Era nervosa, stanca, impaurita e confusa.

- La tua Dea Scarlatta è stata intensa, ma la signora Tsukikage non ha ancora espresso la sua preferenza, ed è quella l’unica vittoria che dovrebbe interessarti - le rispose lui pacato facendola innervosire ancora di più. Maya strinse i denti e si accorse che qualcuno intorno a loro si era voltato. Non voleva davvero attirare l’attenzione, ma lui riusciva sempre a farle perdere le staffe.

Mi vede preoccupata… per questo viene a provocarmi… come faceva in passato...

Voltò la testa di scatto e smise di guardarlo - Mercoledì affronterò qualsiasi decisione prenderà la signora e non per questo smetterò di recitare, anche se fosse negativa! - e se ne andò nel padiglione degli attori sotto lo sguardo preoccupato della signorina Mizuki che aveva seguito la scena con apprensione. Non la segua subito, signor Masumi, pensi alle conseguenze...

Masumi rimase immobile, le mani in tasca, lo sguardo pensieroso.

- Una ragazza che sprizza energia da tutti i pori… - la voce conosciuta lo distrasse costringendolo a voltarsi.

- Presidente Takamiya - lo salutò con un cenno del capo - Sì, indubbiamente… - aggiunse come se riflettesse - Come sta Shiori? - chiese subito dopo guardando il suo interlocutore.

- Bene, grazie, sei gentile a informarti - Takamiya lo fissò intensamente.

- Presidente… nonostante ciò che è accaduto, sua figlia resta una donna gentile, premurosa e dolce, merita qualcuno migliore di me… non trova? - gli fece notare Masumi con un mezzo sorriso pieno d’amarezza.

- Giovanotto… tu eri la sua scelta migliore, ma tuo padre sembra aver cambiato idea - rimarcò l’anziano imprenditore mettendo le mani dietro la schiena. Takamiya cercò Eisuke nella folla, ma non lo trovò e aggrottò la fronte.

- Mio padre? - chiese Masumi mantenendo tutto l’autocontrollo che aveva imparato negli anni e avvertendo una scossa gelida lungo la schiena.

- Quando è venuto da me sabato mattina credevo volesse concludere la questione del matrimonio, in realtà l’ha voluto annullare e ha addotto alcune motivazioni convincenti e un’offerta che non ho potuto rifiutare - lo fissò serio Takamiya e Masumi spalancò gli occhi perdendo quella maschera di indifferenza che indossava sempre in pubblico.

Non è stata Shiori! Non ha parlato lei con lui!

- Dalla tua espressione deduco che non ne sapessi niente… Mi domando perché Eisuke abbia fatto una cosa simile… - Takamiya lo osservò corrugando la fronte, Masumi si riprese subito e non aveva alcuna scappatoia questa volta.

- In effetti mio padre mi ha messo al corrente solo dei nuovi piani di investimento e che il matrimonio era annullato… - fu costretto a dire la verità, con il cuore che martellava in petto.

Quando mi ha chiamato a Izu… ho pensato subito che fosse una conseguenza delle parole di Shiori con suo nonno… invece no! Padre, perché? Cosa hai detto a Takamiya per convincerlo? Maya… forse avevi ragione… ma non riesco a crederci!

- Le chiedo scusa, Presidente Takamiya, devo parlare con una persona - fece un lieve inchino e si congedò. Attraversò il padiglione a grandi passi e uscì nelle tenebre della notte nella zona laterale delle sedute esterne. Costeggiò la struttura e trovò l’entrata che avevano usato gli attori. Dentro c’erano decine di persone che andavano avanti e indietro, riempivano scatoloni e valige con abiti e attrezzature e non si accorsero della sua presenza tanto erano occupati. Cercò i camerini, ma erano tutti vuoti. Si addentrò ancor più nel padiglione pieno di gente indaffarata e raggiunse l’area dove avevano istallato tre grandi armadi metallici, pieni di contatori e cavi elettrici. Non c’era nessuno lì e calmandosi sentì qualcuno che piangeva sommessamente.

Maya...

Aggirò l’armadio e la vide. Gli si strinse il cuore come ogni volta che la vedeva triste. Era seduta su una cassa nera dai bordi metallici e teneva le mani sul volto. Posò un ginocchio davanti a lei e le sfiorò una mano. Lei sussultò e spalancò gli occhi arrossendo.

- Maya, perché piangi? - le chiese sussurrando, incapace di tirare fuori quelle provocazioni che in passato l’avevano sempre costretta a reagire. Lei abbassò lo sguardo imbarazzata mentre un calore intenso si diffondeva dappertutto.

- È la tensione dello spettacolo… la fatica di tutti questi mesi… le prove assurde della signora… io… sono stanca… - mormorò singhiozzando.

- Maya... - insisté lui che voleva la verità.

Lei lo fissò dapprima adirata poi il suo sguardo si addolcì. Che occhi meravigliosi… mi disorientano ogni volta… e le sue mani sono sempre calde e gentili...

- Io… cioè tu… - iniziò balbettando. Non so neanche come esprimere ciò che sento!

Masumi sorrise e decise categoricamente che non poteva sopportare di vederla abbattuta.

- Con calma Maya, avanti cosa c’è che ti fa soffrire? - le chiese dolcemente ricacciando quell’angoscia che gli serrava lo stomaco.

- Noi… - fu solo capace di dire abbassando lo sguardo.

Noi? Masumi sussultò nel sentire quella parola.

- Tu sarai sempre il Presidente della Daito e io voglio essere un’attrice! Il teatro è tutto per me e sarei pronta a rinunciarci, ma non cambierebbe niente! Siamo diversi… noi... - sibilò con voce strozzata, le lacrime che scendevano incessanti, la disperazione che riempiva la sua voce.

- Maya… - Masumi spalancò gli occhi stupito, con il cuore che batteva incessante. Ha pensato a noi nel futuro… rinuncerebbe al teatro per me?!

- Questo non deve preoccuparti Maya, perché stai pensando a queste cose adesso? - le chiese con voce dolce cercando di rasserenarla - Hai appena recitato la Dea Scarlatta, non sei felice? - Maya scattò in piedi e lui si alzò lentamente.

- È proprio per la Dea Scarlatta, non capisci?! Noi non potremo mai… - lo aggirò abbassando lo sguardo per scappare via, ma lui fu più svelto e l’afferrò per un polso.

- Maya, non fuggire... - lei iniziò a divincolarsi, piangeva senza sosta, così l’afferrò per l’altro polso e la spinse contro il retro dell’armadio fissandola con occhi ardenti.

- Ho detto… - iniziò col fiato corto, ma fu incapace di continuare e la baciò tenendola ferma finché non la sentì rilassarsi - …non fuggire da me - finì la frase staccando le labbra dalle sue. Quanto volevo baciarla ancora!

Maya sentiva la sua stretta ferrea e il cuore le batteva furiosamente. Avevano entrambi il fiato corto, ma nessuno dei due fece niente per cambiare quella posizione.

Che sguardo… brucia come un fuoco…

- Maya… sono venuto a cercarti per un motivo… è stato mio padre a convincere Takamiya ad annullare il matrimonio - continuò a tenerla contro l’armadio, non voleva che scappasse di nuovo, poi si rese conto che in realtà gli piaceva stringerla in quel modo.

Maya spalancò gli occhi meravigliata.

- Tuo padre? - si mosse per uscire da quella strana posizione, ma non riuscì e tutto ciò che ottenne fu di essergli più vicino.

- Forse avevi ragione… adesso dovrò scoprire se temere questa sua mossa oppure… oppure ringraziarlo - ridacchiò e anche il suo sguardo si addolcì.

- È tuo padre, dovresti trovare la forza di perdonarlo… è bello avere un genitore - gli sussurrò cercando ancora di liberare i polsi serrati nelle sue mani.

- Perdonare? - erano venticinque anni che lo vessava… lui più che al perdono aveva sempre meditato vendetta. Abbassò lo sguardo e lei mosse di nuovo le braccia.

- Dimmi, perché dovrei lasciarti andare? - quando rialzò gli occhi erano socchiusi e indagatori. Non voleva affatto lasciarla andare… in realtà avrebbe voluto cancellare ogni cosa intorno a sé e lasciare spazio solo per lei.

- Lasciami, ti prego, se… se arriva qualcuno… - mormorò lei imbarazzata, lui la lasciò lentamente e lei abbassò le braccia.

- Temi davvero quello che potrebbe accadere? O che possano vedere questo? - sibilò irritato, l’avvolse fra le sue braccia e la baciò intensamente, incapace di mantenere il controllo. Però ha ragione… anche io voglio un “noi” nel futuro… e sono davvero… davvero stanco di fingere sempre...

Maya rispose al bacio con altrettanta passione, rimuovendo ogni cosa intorno a sé. Sentiva la pelle ardere, gli passò le braccia sotto la giacca aggrappandosi a lui e tremò quando lo sentì stringere.



Il salone dell’Imperial Hotel era stato allestito magnificamente e sembrava la sala da ballo di un castello. C’erano probabilmente trecento persone, tutte splendidamente abbigliate. Una musica leggera accompagnava gli ospiti e sul lato destro era stato allestito un sontuoso buffet.

Maya era arrivata insieme a Rei, Saiaka, Sakurakoji e gli altri attori del gruppo di Kuronuma. Quando entrarono il suo nome venne mormorato sommessamente e in molti si avvicinarono parlandole e chiedendo un autografo. Maya, imbarazzata, ma incoraggiata da Rei, rispose gentilmente a tutti e firmò poster, quaderni, fazzoletti, agende.

Il regista varcò la soglia della sala con la moglie al braccio, una donna minuta e composta che li fece sorridere al pensiero che doveva sopportare un uomo così burbero. Il gruppo si riunì e Kuronuma si rivelò completamente inadatto a situazioni in cui servisse classe e contegno.

Mi sento le mani gelide, mi tremano le gambe e ho il cuore che mi scoppia per la tensione!

Sentì una stretta sulla spalla e voltandosi vide Rei che le sorrideva con calore.

- Rei… non ce la farò mai ad arrivare al momento della nomina… morirò prima! - si lamentò sommessamente.

- Fai dei bei respiri, Maya, come quando reciti, e pensa a lui - le suggerì a voce bassa l’amica strizzandole l’occhio. Maya avvampò e Rei scoppiò a ridere.

- No, ho cambiato idea, è meglio che non pensi a lui… - sospirò Rei abbassando le spalle. Maya era ancora trasparente e ingenua nonostante quell’uomo al fianco...

- A proposito, dov’è il nostro bel presidente? - sussurrò mettendosi una mano tesa sulla fronte e cercandolo in mezzo alla folla.

- Rei! - mormorò con voce strozzata Maya arrossendo completamente. L’amica ridacchiò poi la squadrò da capo a piedi.

- Abbiamo fatto proprio un bel lavoro! Questo vestito ti sta benissimo! - era un abito etereo, lungo e morbido, di un tenue turchese, ripreso sotto il seno con un corpetto delicato e ricamato e una parte di tessuto volante che formava le spalline e ricadeva sulla schiena. I capelli erano appuntati, ma alcune ciocche ribelli erano scese dandole un aspetto sbarazzino, in perfetto stile Maya Kitajima. Rei sorrise annuendo. Sei proprio cambiata, Maya… la prima volta che ti ho visto eri uno scricciolo, una ragazzina magra e timida… Adesso hai recitato la Dea Scarlatta e incatenato il cuore di un uomo… posso solo immaginare quanto tu sia agitata questa sera ma, nel bene o nel male, la signora Tsukikage metterà fine ad ogni dubbio!

- Eccolo… mammina mia… - mormorò Rei spalancando gli occhi. Maya seguì lo sguardo di Rei e fu costretta ad appoggiarsi al suo braccio, il cuore che le usciva dal petto per l’emozione.

Com’è possibile non mi fossi mai accorta di com’era…

Masumi Hayami era perfetto in un completo nero e camicia bianca, sorrideva ad una signora che gli stava presentando la figlia che lo guardava estasiata. Maya sentì una stretta allo stomaco e quando lui sorrise alla ragazza la stretta aumentò.

Stupida… perché mi sento così?

Masumi si congedò dalla signora con figlia e fu circondato da altre persone, tutti uomini, stavano sicuramente parlando di affari, e in quel momento Maya vide Eisuke Hayami venirle incontro sulla sedia a rotelle spinta da un distinto collaboratore. Rei le toccò lievemente il gomito, ma Maya era già congelata.

- Buonasera signorina Kitajima, questa sera è un vero splendore - la salutò cordialmente come aveva fatto quando si era spacciato per un anonimo vecchietto interessato al teatro.

- Buonasera signor Hayami - Maya fece un lieve inchino - Anche lei è molto elegante - ed era vero. Indossava un abito blu e camicia chiara con cravattino, ai polsi brillavano due gemelli eleganti e raffinati.

- Lei è sempre molto gentile - acconsentì Hayami con un cenno del capo - È emozionata? -

- Emozionata non è la parola che sceglierei per descrivere Maya in questo momento, signore - ridacchiò Rei facendo un passo avanti.

- Oh, che maleducata… - mormorò Maya arrossendo - Lei è la mia amica Rei Aoki - la presentò con un sorriso.

- Molto lieta, signor Hayami - Rei fece un lieve inchino e lui ricambiò il saluto.

- Io tifo per lei, signorina Kitajima - le sorrise Eisuke, le occhiaie che ricordava erano scomparse e il suo aspetto generale ne aveva sicuramente guadagnato.

- Grazie, signor Hayami - rispose Maya sinceramente meravigliata facendola sentire in colpa per come lo aveva trattato quando era stata alla villa. Per un motivo sconosciuto aveva convinto il signor Takamiya ad annullare le nozze che le avrebbero impedito di… no… non ci devo pensare...

- Ma si ricordi che io non ho cambiato idea - aggiunse fissandolo. Eisuke la stupì sorridendole dolcemente.

- Ma io sì… - rispose lui in modo enigmatico - Portami da Takamiya - disse rivolto al collaboratore - Le farò le mie congratulazioni dopo l’annuncio della signora Tsukikage - aggiunse come se conoscesse già il verdetto.

- Buona serata signor Hayami - lo salutarono Maya e Rei con un lieve inchino.

Devo bere qualcosa… assolutamente… tutti e due gli Hayami insieme non ce la faccio proprio… è troppo per me…

Rei sembrò leggerle nella mente perché le porse il braccio e la condusse verso un cameriere che portava un vassoio di flute. Indossava un abito maschile scuro, ma era bellissima. Prese un bicchiere, glielo porse e ne prese uno per sé.

- Non bere troppo - la voce apprensiva la costrinse a girarsi e incontrò lo sguardo di Sakurakoji.

- Non preoccuparti… la controllo io - ridacchiò Rei facendola arrossire.

- C’è Ayumi e tutto il gruppo di Onodera - le informò Yu prendendo un flute e bevendo -  C’è anche Akame… - aggiunse in un sussurro.

- Sakurakoji, non devi preoccuparti! - Maya gli strinse un braccio - La parte di Isshin sarà tua! - i suoi occhi brillavano - Il tuo Isshin era più convincente! Non devi dubitarne! -

- Maya… - sei sempre così positiva… ma Akame ha dato vita ad un Isshin solido e perfettamente calato nell’opera…

Un giornalista scattò una fotografia e chiese alla coppia di voltarsi e sorridere per scattarne un’altra. Maya e Sakurakoji acconsentirono e lui scattò. Il fotografo era eccentrico, con lucidi capelli neri dalle punte rosse.

- Signorina Kitajima, mi concede qualche domanda? - Maya annuì lentamente e lui proseguì allontanandosi un po’, portandola con sé - Se otterrà i diritti, cosa ne farà? -

Bella domanda, signor giornalista… non lo so sinceramente…

- Io sono un’attrice e voglio recitare! - esordì con qualcosa che conosceva bene - La Dea Scarlatta è un dramma complesso e anche tutto quello che è legato ad esso lo è, penso che potrei… - e la voce ormai familiare, fredda e controllata, la interruppe gentilmente, ma con fermezza.

- Si avvarrà sicuramente di uno studio legale - concluse per lei Masumi Hayami entrando nel loro campo visivo.

- Scommetto che sarà lo studio della Daito Art Production - insinuò maligno il giornalista. Masumi aveva già la risposta pronta ma Maya lo precedette.

- Non ho alcuna intenzione di firmare un contratto con la Daito - replicò freddamente lei, il vecchio astio che tornava fuori, e il giornalista tornò a guardarla.

- Sarà difficile per lei gestire quei diritti senza qualcuno che abbia esperienza - valutò il giornalista sorridendo - I vostri… screzi pubblici sono noti, ma lei dovrebbe pensarci, signorina Kitajima. La Daito è una delle più grandi compagnie del Giappone, è prestigiosa e ben amministrata… -

- Le ho detto che non mi interessa! - ribadì Maya stringendo i pugni sui fianchi - Ha altre domande o vuole continuare con questo disco rotto? - aggiunse subito dopo guardandolo con astio. Masumi ridacchiò e sospirò.

- Sembra che non abbia necessità del mio intervento - fece notare lui alzando un sopracciglio.

- Direi di no… - acconsentì il giornalista - E cosa vorrà fare allora da oggi in avanti? - chiese scattando un’altra foto.

- Recitare! - gli rispose illuminandosi e unendo le mani.

Ci fu un trambusto nella sala.

- Oh! Arrivano! - esclamò il giornalista schizzando via con un rapido inchino verso la giuria che faceva il suo ingresso.

Maya si voltò lentamente, spaventata a morte. C’erano Sakurakoji e Rei e la presenza rassicurante di Masumi alle sue spalle.

- Andiamo - le sussurrò lui chinandosi.

- N-No - balbettò lei immobile.

- Non costringermi a farti una scenata, sai che non ci metterei due secondi - la minacciò lui con voce fredda - Stanno guardando tutti -

Maya lo fissò irritata, deglutì nervosamente e si incamminò seguendo la gente che si spostava e che sussurrava il suo nome quando passava. Raggiunse Kuronuma e gli altri mentre Masumi andò da suo padre. Li vide parlare e si augurò che Masumi cambiasse idea e trovasse la forza di iniziare a perdonarlo.

- Buonasera a tutti signori! - esordì il Presidente dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo. Il brusio nella sala cessò, ma non i flash dei fotografi. Maya individuò Ayumi, vicino a lei Peter Hamil, sua madre e suo padre. Onodera sorrideva e Akame aveva il solito atteggiamento compassato.

- Sappiamo quanto questa sera alcuni di voi siano particolarmente coinvolti e in attesa del risultato quindi non vi tedierò ulteriormente. Non posso esimermi però dal condividere con voi quanto sia stato difficile per noi giungere a questa decisione. Entrambi gli spettacoli hanno superato le aspettative, tutti gli attori raggiunto vette interpretative davvero notevoli, ma dovevamo effettuare una scelta - l’anziano presidente espirò - Lascio la parola alla signora Tsukikage -

Maya si prese le mani stringendole con forza.

Ora! Si decide tutto ora… tutti i miei sforzi, i sacrifici, l’impegno convergono in questo istante. Intorno a me ci sono tutte le persone a cui tengo, che mi hanno sostenuto e aiutato… c’è l’altra metà della mia anima...

Passò lo sguardo su ognuno di loro, lentamente, come a imprimersi nella mente i loro lineamenti per sempre. Per ultimo fissò Masumi, con il cuore che batteva forte, ancora incredula per ciò che era accaduto e spaventata per l’ignoto che l’attendeva.

Mamma, guardalo, è lui l’uomo che amo, mi rende felice, mi completa, solo con lui riesco ad esprimere completamente ogni parte di me. Vorrei che tu fossi qui, ma spero che guardi con orgoglio a tua figlia!

- Buonasera a tutti - la voce perentoria della signora Tsukikage la riscosse dai suoi pensieri.

- Sono davvero onorata questa sera di essere qui con voi. Se devo essere sincera non ero certa che sarei riuscita a vedere questo giorno - puntualizzò ironicamente e alcune risatine si levarono dalla folla - Sono rimasta davvero colpita da entrambi gli spettacoli. I registi hanno saputo cogliere davvero lo spirito della Dea Scarlatta pur in un ambiente metropolitano così distante dalla valle dei susini dove fu concepita - spiegò brevemente - I due Isshin sono stati davvero notevoli anche se vorrò parlare con entrambi gli attori in privato più tardi - e incredibilmente sia Sakurakoji che Akame sussultarono: la signora metteva ancora spavento.

Mi tremano così tanto le gambe che cadrò ne sono sicura, riesco a stento a respirare…

- E naturalmente - proseguì la signora spostando lo sguardo da Ayumi a Maya - le due attrici che hanno interpretato Akoya sono state all’altezza delle mie aspettative. Ci sono delle imperfezioni, ma entrambe hanno colto i molteplici aspetti della Dea. Una in particolare maniera è riuscita a mostrare il cuore di Akoya - terminò lentamente.

Signora la prego… faccia alla svelta!

La signora Tsukikage inspirò il fiato chiudendo gli occhi. Ichiren, lei saprà sostituirmi, ne sarai orgoglioso, anzi… mi supererà, porterà la tua Dea Scarlatta su un altro livello!

Il silenzio teso si protrasse solo per qualche secondo.

- Maya Kitajima - comunicò con voce chiara.

Non è possibile! Sono io! Sono io Maya Kitajima!

Dopo un attimo di attonito stupore, gli invitati esplosero in un applauso fragoroso. Maya si sentì circondata da tutti i suoi amici che si congratulavano, una cacofonia di voci allegre e commosse che le fecero sciogliere il cuore. Ma cercò un solo sguardo e quando lo incrociò il suo cuore volò alto come mai le era accaduto prima. Mio ammiratore! Ce l’ho fatta anche e soprattutto grazie a te!

- Maya - la voce della signora riportò la calma - La tua Dea Scarlatta è stata buona, ma dovremo lavorare ancora - la avvertì seria - Ayumi, la tua Dea Scarlatta è stata sublime e esteticamente perfetta, ma… la tecnica, i movimenti, si possono imparare, mentre a te è mancato un approfondimento interiore che Maya ha dimostrato di aver colto. Desidero parlare con te e il regista Onodera più tardi, adesso lascio la parola al Presidente dell’Associazione Nazionale per la nomina dei registi e degli altri attori - la signora si sedette e sembrava stanca e provata.

Maya ascoltò ogni parola stupita e notò l’espressione di Ayumi, affranta e sconfitta. Lasciò il gruppo scusandosi e si diresse verso di lei.

- Complimenti vivissimi, signorina Kitajima - si complimentò con lei Peter Hamil in un giapponese dal simpatico accento.

- La ringrazio, signor Hamil - Maya si inchinò e quando sollevò lo sguardo Ayumi la stava fissando, distante e composta.

- Alla fine l’hai spuntata, Maya - esordì la sua rivale di sempre - Sapevo che il tuo talento innato, anche se grezzo, sarebbe stato la mia sconfitta - ammise lei addolcendo la voce e lo sguardo. Ora che le era proprio davanti si rese conto che qualcosa non andava nei suoi occhi.

Ayumi, cosa è accaduto? Non posso credere che tu  abbia recitato in queste condizioni! E com’è possibile che la signora abbia scelto me???

- Ayumi… ho raccolto la tua sfida e lottato strenuamente per raggiungerti. Nonostante tutto quello che pensi e la scelta della signora, io mi sento inadeguata anche se non vedo l’ora di vestire di nuovo i panni di Akoya! - rispose felice, la lacrime che le inumidivano gli occhi.

Allungò entrambe le mani, intuendo la sua difficoltà se gliel’avesse tesa e basta, e prese dolcemente la sua, stringendola con affetto. Ayumi si meravigliò e poi ricambiò. I fotografi scattarono decine di fotografie chiedendo di voltarsi e sorridere e le due attrici collaborarono.

Il Presidente dell’Associazione Nazionale richiamò l’attenzione e elencò i nomi di tutti gli attori designati per le varie parti alcuni dal gruppo di Onodera, altri da quello di Kuronuma. Grida di giubilo e mormorii di delusione si alternarono finché non venne pronunciato il nome per Isshin.

- Yu Sakurakoji - e il giovane attore strinse un pugno esultando in silenzio, attorniato immediatamente da tutti gli amici. Lanciò rapido uno sguardo verso Maya che annuì con un sorriso dolce e comprensivo.

- E infine il regista, Ryuzo Kuronuma - disse il presidente, e la sala scoppiò in un applauso sentito mentre Onodera gettò a terra la sua inseparabile pipa. Maya si congratulò con lui e il regista la strinse in un abbraccio rude, ma pieno di affetto.

- Kitajima! Ce l’abbiamo fatta! I nostri giochi d’interpretazione hanno trasmesso le emozioni giuste! - lei annuì sorridente e felice mentre il regista afferrava la moglie stampandole un bacio sulle labbra che li fece arrossire entrambi.

- Congratulazioni, signorina Kitajima - quando Maya si girò incontrò lo sguardo sorridente di Eisuke Hayami. Quella volpe aveva un’espressione compiaciuta che stava dicendo: cosa le avevo detto? Arrogante e presuntuoso proprio come suo figlio!

- La ringrazio, signor Hayami, ancora non riesco a crederci neppure io… - e arrossì facendo un lieve inchino.

- Mi concederebbe qualche minuto? - le domandò quasi timoroso.

Signor Hayami… perché quello sguardo malinconico?

- Sì - annuì lei.

- Le dispiacerebbe spingere la mia sedia fino sul terrazzo? Qui fa caldo - Maya afferrò i manici sostituendosi al collaboratore che le sorrise in modo strano e lo guidò fin sulla grande terrazza attraverso un’ampia doppia porta finestra.



Masumi osservò la scena aggrottando la fronte.

- Sembra che abbia un ascendente sul padre oltre che sul figlio - sussurrò Mizuki alle sue spalle.

- Sembrerebbe - acconsentì lui senza smettere di fissarli.

- Davvero una ragazza interessante... - sussurrò Mizuki e gli porse un flute che lui prese senza spostare lo sguardo dalla schiena di Maya, l’abito che ondeggiava lieve, finché non sparirono sulla terrazza.



- Finalmente si respira - espirò l’uomo appoggiandosi allo schienale.

Maya non voleva essere scortese, ma con quell’abito leggero in realtà aveva freddo anche se sentiva ancora le guance avvampare. Spinse la sedia fino alla balaustra di metallo. Il cielo era terso e si vedevano le stelle. Chissà se potremo guardare ancora le stelle insieme o se la Dea Scarlatta mi separerà per sempre da lui...

- Perché quello sguardo triste, Maya? - le chiese con tono confidenziale.

- Oh… non è niente - si asciugò le lacrime che avevano iniziato a scendere - È la tensione - aggiunse sorridendogli.

- Capisco… Ancora non riesco a comprendere come in un corpo così minuto si nasconda tanta energia! - e scoppiò a ridere.

Maya arrossì e abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio.

- Perché è venuto, signor Hayami, non mi aspettavo di vederla stasera - gli chiese in modo genuino dando vita ai suoi pensieri.

- Masumi mi aveva detto che lei non aveva peli sulla lingua… - e rise di nuovo.

Hanno parlato di me??? Che vergogna… chissà che hanno detto…

- Allora sarò schietto anche io. Sono qui perché mi andava e perché volevo vedere i tuoi occhi quando la signora Tsukikage avesse detto il tuo nome. Ero sicuro che avresti vinto, Maya! - le confessò sorridente passando ad un tono meno formale. Lei arrossì tanto che il freddo che sentiva sparì all’istante.

- Signor Hayami… - abbassò lo sguardo e unì le mani in grembo.

- Dovresti smetterla di fare la timida e riconoscere il tuo talento… - borbottò parlandole francamente.

Irritante. Come suo figlio…

Eisuke Hayami fece un cenno e il suo collaboratore li raggiunse prendendo la sedia a rotelle.

- Spero di vederla recitare presto e ancora congratulazioni - la salutò con un cenno del capo e lei lo fissò interdetta.

- Ah… un’ultima cosa - aggiunse, e il collaboratore fece girare la sedia - Questa sera il cielo stellato è particolarmente bello, le consiglio di restare ad ammirarlo -

Maya sollevò lo sguardo al cielo e quando tornò su di lui stava già rientrando.

Ma cosa significa? Che uomo enigmatico…

Nonostante le perplessità si voltò e guardò in alto prendendosi le braccia con le mani.



Masumi vide suo padre rientrare da solo e non fu l’unico a notare la cosa. Il giornalista che aveva intervistato Maya aveva seguito tutto e quando vide Masumi Hayami dirigersi sul terrazzo lo seguì in silenzio muovendosi rapido e preparando la macchina.

Stava per uscire quando qualcuno lo afferrò per un braccio. Il giornalista si divincolò, ma chi lo aveva fermato non lasciò la presa.

- Mi dispiace - gli disse con voce grave Kuronuma - Quella è una… - sembrò cercare le parole adatte - ...è una trattativa privata - e gli sorrise minaccioso.

- Ma veramente… - si lamentò il giornalista, ma il regista lo spinse in avanti.

- Se vuole io sono disponibilissimo! - e lo trascinò via.

Quando Masumi uscì sul terrazzo la vide di spalle. Era appoggiata coi gomiti alla balaustra e fissava il cielo con il naso all’insù. Sorrise con il cuore che accelerò i battiti.

Mentre la raggiungeva si tolse la giacca e la posò delicatamente sulle spalle come aveva fatto altre volte in altre circostanze e per i motivi più disparati.

Maya si voltò di scatto e gli sorrise immediatamente.

- Perché sei rimasta fuori? Mio padre ti ha… - iniziò lui con voce grave appoggiandosi su un fianco alla balaustra.

- No - si affrettò a dire lei tornando a guardare il cielo. Ecco… ho davvero ereditato la Dea Scarlatta… il desiderio più grande del mio cuore si è avverato perché allora sono così triste e svuotata? Forse perché so che questo traguardo mi allontanerà da lui? Perché dovrò rinunciare a ogni cosa come ha fatto Akoya?

- Maya, stai bene? - le chiese realmente preoccupato. Avrebbe voluto abbracciarla stretta, dirle quanto era orgoglioso di lei, quanto bramava vederla ridere felice, in trepidante attesa del prossimo personaggio che avrebbe interpretato, ma lei sembrava distante e malinconica.

- Sì - si voltò e sorrideva - Sto bene. Ho ereditato la Dea Scarlatta! Quante attrici vorrebbero essere al mio posto? Ma ho vinto io! - gli disse poi tutto d’un fiato stringendo i pugni davanti a sé.

- Riesci sempre a stupirmi, Maya - le sorrise lui di rimando - La tua vita cambierà completamente ora - aggiunse appoggiando i gomiti sulla balaustra e fissando il cielo stellato.

- Immagino di sì - concordò lei mestamente imitandolo e portando gli occhi al cielo.

- Se ti lascerai aiutare ad amministrare i diritti della Dea Scarlatta, diventerai molto ricca e potrai scegliere qualsiasi cosa tu voglia recitare - la sua voce aveva ripreso il tono formale che usava in pubblico.

- Vuoi che ti ceda quei maledetti diritti?! - urlò lei all’improvviso lasciandolo di stucco.

- Maya… - sussurrò appena con gli occhi spalancati - Io non… - ma lei lo interruppe.

- Non mi interessano i soldi! Voglio solo recitare! RECITARE! - gridò - Possibile che nessuno comprenda questa semplice cosa? - lo fissò con occhi ardenti, ansimando.

- Maya, non voglio i diritti della Dea Scarlatta… - iniziò lui prendendole le mani gentilmente - Voglio solo aiutarti ad evitare insidie e trappole. C’è un avvocato che… - ma Maya tolse di scatto le mani voltando la testa.

- Ho capito! Ho capito! - gridò di nuovo - Avvocati, soldi, pubblicità, interviste! Sono pronta, signor Hayami! Ma non collaborerò MAI con la Daito! - urlò girandosi - Prenderò un manager e farò da sola! Non voglio niente da te! Niente! - si strinse la giacca intorno al corpo.

Masumi la fissò sbalordito. Cosa c’è, Maya…? Perché questa reazione?

- Maya, non sono qui per farti… - ma lei lo interruppe di nuovo.

- Allora perché sei qui?! Perché non mi lasci andare rinunciando a tutto ciò che siamo! Lasciami in pace! - gridò piangendo, un ciuffo di capelli si adagiò sulla spalla sfuggendo all’acconciatura.

È questo allora che temi? Che io ti lasci andare…?

L’afferrò per un polso attirandola verso di sé e abbracciandola stretta. Tremava e piangeva e proprio non poteva sopportarlo.

- Maya, non posso! Non posso lasciarti andare! Non l’hai ancora capito? Sono disposto a sacrificare qualsiasi cosa per te… per noi! La mia casa, il mio nome, la mia posizione! Sono cose che non mi interessano! - serrò le braccia e sentì che lei si aggrappava alla sua camicia. Maya… Maya… non posso concepire che tu mi stia lontano...

- Come puoi pensare che io… dopo quello che… - travolto da un’emozione troppo forte non riuscì neanche a concludere un pensiero coerente.

Mio ammiratore! Non ho il coraggio di dire niente! Spezzerei l’incanto con la mia goffaggine e la mia paura mi spinge a dire cose insensate! Come posso pensare ad un futuro senza te? Sono disposta ad abbandonare il teatro, tutto!

- Maya… - la scostò da sé per guardarla negli occhi, non piangeva più, ma erano pieni di tristezza - Non importa ciò che accadrà, affronteremo ogni difficoltà, ma io non posso lasciarti a nessuno… - Maya si sollevò verso di lui e Masumi la baciò stringendola a sé.

Come posso rinunciare a tutto questo, mio ammiratore? Non posso… non posso...

Masumi la scostò leggermente tenendola sempre stretta, sentiva il cuore scoppiargli per l’emozione di ciò che stava per fare.

- Maya, accetta di vivere questa vita con me - aprì la mano stretta a pugno che aveva portato in mezzo a loro e lei spalancò gli occhi. Un anello brillava come una stella appoggiato sul suo palmo.

Maya sollevò lo sguardo e fissò i suoi occhi pieni di aspettativa. Cosa accadrà se dico sì? Il suo lavoro, la mia carriera, la signora Tsukikage… suo padre! Ma lui è l’altra metà della mia anima! Non posso lasciarlo andare! Affronteremo… sì, come dice lui… la signora aveva detto di non lasciarsela sfuggire se l’avessi incontrata l’anima gemella e non lo farò!

- Sì - espirò imbarazzata e sorridente con il cuore che scoppiava. Masumi sorrise a sua volta nascondendo la tensione che l’aveva colto, se avesse rifiutato… Lo sto facendo davvero… scatenerò un pandemonio e… non vedo l’ora che accada!

Quando le infilò l’anello anche le sue dita tremavano leggermente e Maya sorrise. Quanto poco c’era in quel momento del Masumi Hayami che aveva incontrato sette anni prima. Sollevò la mano, le guance che bruciavano, e ammirò l’anello.

- Non ci posso credere… sembra una stella... - sussurrò - Lo vedranno tutti… - mormorò aggrottando la fronte. Masumi rise.

- Ti importa? - le domandò avvicinando il volto al suo. Lei scosse la testa, completamente perduta nei suoi occhi e lui la baciò sospirando e rilasciando tutta la tensione.

Finalmente potrò essere me stesso sempre! Ti proteggerò, Maya, è una cosa che so fare molto bene…


Rientrarono nella grande sala e Maya gli restituì la giacca mantenendo un rossore diffuso e camminando ad un metro da terra. Non credo di riuscire a comportarmi normalmente… devo trovare Rei!

Ma l’amica le facilitò il compito andandole incontro con uno strano sguardo. Fece un lieve inchino a Masumi poi la prese sotto braccio.

- Maya, che combini? - le sussurrò mentre molti sguardi avevano seguito il loro rientro nella sala. Lei per tutta risposta sollevò la mano tremante e arrossì in silenzio.

- Maya! - Rei la strinse forte - Non ci posso credere! -

- Neanche io… - mormorò lei senza guardarla, con lo sguardo perso.

- Sono felice per te! - e rise attirando l’attenzione anche di Saiaka e delle altre che si assieparono intorno a lei. Quando Rei le aggiornò la strinsero tutte in un caloroso abbraccio.

La musica aveva cambiato ritmo dando inizio ai balli e molte coppie invasero il centro della grande sala.

- Signore, mi concedete un ballo con la mia fidanzata? - la voce di Masumi le congelò tutte, Maya compresa. Sentirsi chiamare così l’aveva mandata in confusione totale.

- Ma certo! - acconsentì entusiasta Rei spingendola avanti.

Maya avvampò e le lanciò un’occhiataccia, ma Masumi la prese dolcemente per mano raggiungendo il centro della sala.

- N-non sono un’esperta di pubbliche relazioni, ma… forse non è il caso che noi evitiamo… - balbettò Maya, ma lui la cinse con delicatezza e la fissò.

- Ricordati, segui il mio respiro, lasciati andare a me e tutto andrà bene - le sorrise in quel modo così dolce che la faceva sciogliere e lei riuscì solo ad annuire. Un mormorio generale si levò dagli invitati, ma nessuno dei due ci fece caso.

- Dunque sono finiti i tempi in cui battibeccavamo - le disse lui sempre tenendo gli occhi in quelli di lei - Mi mancherà… - sospirò malinconico.

- Non credo che sarai così clemente da lasciarmi in pace… - borbottò Maya corrugando la fronte. Masumi rise attirando ancor più l’attenzione.

- Ti prego… cerca di… - Maya arrossì e non fu più in grado di proseguire.

- Perché dovrei? Ho trascorso gli ultimi venticinque anni con una maschera e ora finalmente posso essere me stesso! - e la strinse a sé facendola volteggiare.

Maya rabbrividì con il cuore leggero e pieno di felicità, anche per lui.

- Scattano delle foto… - spostò lo sguardo intorno e si rese conto che tutti guardavano.

- Cosa ti aspettavi? Io sono Masumi Hayami e tu sei Maya Kitajima, erede della Dea Scarlatta e di Chigusa Tsukikage -  e le strizzò l’occhio. Lei arrossì e gli strinse la mano in modo apprensivo.

- Sembra che a breve i giornalisti avranno qualcosa di cui parlare - mormorò lui a voce bassa avvicinandosi.

- Cosa significa? - sussurrò lei inspirando il suo profumo che le faceva perdere la connessione con la realtà.

- Ho voglia di baciarti, Maya, ora - la sua voce profonda la fece rabbrividire quando glielo sussurrò nell’orecchio.

- Io non credo che sia… - protestò Maya avvampando, ma lui si fermò e la fissò, lo sguardo intenso che non lasciava alternative.

- Ora - ripeté e la baciò abbracciandola stretta. Tutt’intorno il brusio crebbe contornato dai click dei fotografi e dai flash.

Maya si irrigidì poi si lasciò andare, calde lacrime iniziarono a scendere per la troppa emozione.

Il desiderio del suo cuore si era realizzato e niente altro aveva importanza.


   
 
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