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Autore: _Lis    26/08/2014    2 recensioni
Non so mai cosa scrivere nelle introduzioni, ho sempre paura di svelare troppo oppure troppo poco!
Dopo un grave incidente d'auto, Oliver si troverà ad affrontare numerosi ostacoli che gli impediranno di tornare a vivere la sua vita come prima.
La situazione non è più facile per Jen, la sua ragazza, che cercherà in tutti i modi di ricomporre l'esistenza di Oliver e di rispondere alle domande che tutti si pongono da quella notte, ma l'unica persona che possiede tutte le risposte non è più in grado di darle.
-Da questa presentazione non la leggerei nemmeno io, ma giuro che è meglio di così!-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Domani esco!” Esclama Oliver appena varco la soglia della porta.
“Davvero?”
Non credevo lo facessero uscire così presto.
“Si, non vedo l'ora!”
Il suo sorriso rende la stanza più luminosa.
“Che bella notizia!” Lo abbraccio stretto.
Sento le sue braccia stringersi attorno alla mia schiena e la sua testa appoggiarsi alla mia spalla.
Per un attimo dimentico di trovarmi in un ospedale, dimentico ciò che è successo ad Oliver e mi sembra di tornare alla normalità, alle giornate passate insieme, alle risate, ai piccoli litigi che si concludevano sempre con un bacio per fare la pace.
“Ma riesci a camminare?” Chiedo tornando al presente e sciolgo l'abbraccio.
“Un po'.” Alza le spalle. “Comunque posso sempre usare le stampelle e, se proprio sono stanco, hanno anche detto che mi lasceranno una sedia a rotelle quindi...”
Annuisco e mi siedo sull'orlo del letto.
“E poi, siamo nel ventunesimo secolo, esistono le macchine!” Ride.
Che bello vederlo così.
“Almeno credo, non sono stato incosciente per così tanto, no?” Chiede scherzando.
Anche io scoppio a ridere “Si, si. Siamo ancora nel 2002.”
“Meno male!” Dice prendendomi una mano. “Posso chiederti una cosa?”
“Certo, dimmi”
“Ricordi quando ti ho detto che a volte mi sembra di ricordare qualcosa solo che è tutto molto confuso e..?”
“Si, mi ricordo” Lo interrompo.
“Ecco, sta notte ho sognato qualcosa, ma non sono sicuro che sia qualcosa di vero. Forse era solo... Solo un sogno.” Mi spiega facendosi più cupo.
“Vuoi raccontarmelo?” Chiedo scrutando il suo viso, ora rivolto verso le lenzuola.
“Non lo ricordo bene.” Sbuffa, sprofondando nel cuscino. “Posso provarci però.”
“Ok, ti ascolto.” Mi siedo un po' più comoda, senza lasciare la sua mano.
“Ero a scuola, in corridoio, c'era tanta gente che camminava in fretta, c'era confusione...” Chiude gli occhi. “Io ti stavo cercando, credo, ma non riuscivo a trovarti. Poi sentii la tua voce, “Non sono affari tuoi” dicesti, così mi voltai ed eccoti. Eri mezza nascosta da un ragazzo alto e biondo, non so chi sia...”
“Eric.” Lo informo. “Eravamo amici... Prima...”
Oliver mi fissa e rimugina sull'informazione, poi riprende.
“Ok” Annuisce. “Beh lui, Eric, sembrava arrabbiato e continuava a chiederti qualcosa...” Mentre parla sembra molto confuso, eppure molto concentrato. “Continuava a farti una domanda, alla quale tu non volevi rispondere. Provasti ad andare via ma lui non voleva lasciarti andare, ti teneva per una mano.”
Entrambi posiamo gli occhi sulle nostre mani, strette l'una all'altra.
“Io non potevo lasciare che ti trattasse in quel modo, così vi raggiunsi e vi chiesi se fosse tutto ok ma il ragazzo mi ruggì contro di farmi gli affari miei. Ricordo di aver detto che erano affari miei se si trattava di te e cercai di prenderti la mano che lui ti teneva.”
Lo ascolto attentamente, anche se so benissimo cosa successe: Eric era infastidito dal fatto che uscissi spesso con Oliver, era geloso, per questo era furioso sia con me che con lui.
“... ma lui mi diede una spinta dicendomi che non dovevo toccarti, io gli restituii il colpo dicendo che doveva lasciarti in pace e...” Si scurì in volto “E poi non ricordo più niente...”
Vedo la confusione comparire sul suo viso quando mi vede sorridere.
“Che c'è?” Chiede. “Perchè ridi?”
“Beh, non puoi ricordare altro perchè non eri più presente.” Spiego, aumentando ancora di più il caos nella sua testa. “A quel punto Eric ti diede un pugno e tu persi i sensi così ti portarono in infermeria.”
“Oh...” Sussurrò soddisfatto, come se l'ultimo pezzo di un puzzle fosse andato a posto. “E poi cosa è successo?”
“Niente di che, quando ti ripresi vi chiamarono entrambi dal preside che vi fece una ramanzina...”
“No...” Scuote la testa. “Intendevo tra noi due”
“Per un paio di giorni evitai sia te che Eric, poi una mattina prima delle lezioni ti trovai in cortile, da solo, e pensai di doverti ringraziare per aver preso le mie parti.”
Oliver continua a guardarmi, vuole sapere di più.
“Non sapevo bene cosa dirti ma ti raggiunsi lo stesso. Ti stavi girando una sigaretta, eri concentrato e non ti accorgesti di me...” Distolsi lo sguardo da Oliver per un secondo. “Mi è sempre piaciuto il modo il cui lavoravi le cartine con le dita, eri così assorto, così... Bello.” Sto arrossendo lo so, non mi importa.
Lo sento ridere, poi la sua mano mi solleva il mento e io incontro di nuovo i suoi occhi.
Noto che oggi hanno una tonalità tendente al verde, dev'essere merito del sole che filtra dalla finestra.
“Anche tu sei bella.” Dice serio.
“Grazie” Sorrido.
Sento che sto iniziando a perdermi tra i dettagli del suo volto, il suo naso sottile, il suo sguardo che nasconde sempre una nota malinconica... Io lo amo ancora così tanto...
Mi schiarisco la gola per tornare alla mia storia “Dove eravamo rimasti?”
La sua mano lascia il mio viso e mi sorride. “Stavi per ringraziarmi.”
“Si, giusto...” Sistemai i capelli dietro le orecchie e continuo il mio racconto.


Non si era ancora accorto di me quando dissi la prima parola che mi venne in mente: grazie.
Finalmente alzò lo sguardo, mostrando un'espressione interrogativa e un bel livido sullo zigomo.
“Grazie” Ripetei con un sorriso timido. "Per quello che hai fatto l'altro giorno"
Lui scosse le spalle con noncuranza. “Non fa niente”
“No, davvero” Feci un passo verso di lui. “Non eri obbligato a farlo.”
Fissai i miei occhi nei suoi per pochi istanti prima che lui distogliesse lo sguardo e si voltasse di spalle.
“Oliver?”
Lì per lì pensai che non volesse avere più a che fare con me, infondo ero solo una ragazzina che aveva una fissa per lui e lui era abbastanza gentile da lasciare che ogni tanto uscissi con lui e i suoi amici senza sbuffare.
L'idea di essere di troppo mi colpì come un ceffone e per poco non mi fece piangere.
“Scusa, io... Io non ti darò più fastidio da oggi.” Sussurrai.
Mi voltai e feci qualche passo convinta che quelle fossero le ultime parole che gli avrei mai rivolto, ma poi lui mi afferrò una mano e mi fermò.
“Aspetta, perchè credi di darmi fastidio?”
Mi girai per guardarlo.
“Io...” Scossi la testa. Non sapevo il motivo esatto, però ne ero certa.
“Come ti è venuto in mente? Io tengo tanto a te, credevo lo sapessi è... è per questo che ho preso un pugno in faccia l'altro giorno, perchè ci tengo troppo.”
“Non lo sapevo" Abbassai lo sguardo imbarazzata. "Io credevo non volessi più parlarmi perchè...”
Non potei mai finire quella frase perchè lui mi tirò a se e, finalmente, mi baciò sulle labbra.



“Questa sarebbe la... Storia del nostro primo bacio?”
Stringo le spalle e sorrido. “Direi di si.”
“Wow, pensavo che una ragzza come te mi avrebbe baciato solo da ubriaca.” Rise.
“Non essere stupido!” Risi anche io. “Sei un ragazzo stupendo” Gli do un piccolo colpo sulla spalla.
“Davvero?” Mi chiede in conferma.
“Si” Annuisco. “Davvero”


 
Continua...

Scusate se ho aggiornato dopo tantissimo tempo e se il capitolo non è molto lungo :(



 
   
 
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