Fanfic su artisti musicali > Union J
Ricorda la storia  |      
Autore: jamesguitar    28/08/2014    3 recensioni
"Il tempo era passato. Ai tempi Lavinia era una ragazzina, ora era cresciuta. Non solo esteriormente, anche interiormente Aveva avuto tempo per pensare a chi sarebbe voluta diventare, e vivere in Inghilterra non rientrava nelle sue volontà. Questo almeno era quello che pensava quando lo aveva detto a lui.
George? Lui aveva sempre messo in chiaro che non sarebbe venuto in Italia. Aveva mantenuto la promessa.
Solo che sembrava aver dimenticato tutte le altre. I ‘ti amerò per sempre’ pronunciati sotto le stelle, i ‘non ti lascerò mai sola’ sussurrati dopo aver fatto l’amore. Cos’aveva quel ragazzo di sbagliato?
Con lui Lavinia aveva imparato che le apparenze ingannano. Che anche la persona che può sembrare perfetta ha difetti. Che tutti ne hanno."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Tomlinsonvans.


P A R C O   G I O C H I
 
Lavinia piange.
Lavinia è sola.
Lavinia ha il cuore diviso a metà.

 
Lui non c’era. C’era sempre stato, ma adesso no. Adesso era in Inghilterra, la aveva lasciata in Italia.
Lo aveva sempre saputo, tra di loro non poteva succedere niente di serio. La famiglia sarebbe sempre stata un ostacolo per entrambi, così come tutte le altre complicazioni. La lingua. Le abitudini. Era tutto completamente diverso.
Lavinia aveva voluto vivere a Londra sin da bambina, ed era per questo che era andata lì in college. Ma poi era cresciuta, i suoi sogni si erano concretizzati e aveva dovuto capire cos’era che voleva davvero. Chi era lei. E la paura l’aveva bloccata.
 
Respirò l’aria piena di smog di Roma resa migliore dal verde circostante, facendo penzolare le converse che indossava dalla panchina su cui era seduta. Era in un’area pe i bambini, con delle giostre in un angolo. Le mancava la sua infanzia.
Lavinia da piccola aveva deciso di trasferirsi, ma si sa che i sogni dei bambini prima o poi cambiano. A quell’età non sapeva che la passione per la scrittura l’avrebbe divorata, che sarebbe diventata una parte di lei. Era quello il suo nuovo sogno, quello reale e realizzabile, e non poteva rinunciarci. Sapeva che avrebbe potuto scrivere anche in Inghilterra, ma… sarebbe stato diverso.
Aveva conosciuto George al primo anno di college, dopo un paio di mesi dall’arrivo. In realtà lo aveva notato subito, con i suoi capelli ricci e quel sorriso, ma non aveva avuto il coraggio di parlarci finché non gli aveva versato del latte addosso a mensa.
Si era scusata balbettando, con ancora qualche incertezza nella lingua inglese, ma tutto ciò che aveva fatto lui era stato sorridere, avvicinarsi, toglierle una goccia di latte dal viso ed allontanarsi con le mani in tasca.
La aveva lasciata senza parole, capite? Imbambolata in mezzo alla mensa, con le ragazze che la uccidevano con lo sguardo e i ragazzi sbalorditi.
Era subito andata a confidarsi con un suo amico italiano, iniziando a raccontare di quanto fossero belli i suoi occhi, il suo carattere, tutto. Lui era rimasto un po’ scocciato, sia perché non faceva che dire che era bellissimo dal loro arrivo, sia perché aveva una cotta per lei, anche se non gliel’avrebbe mai confessato.
 
Lavinia non avrebbe mai immaginato che il giorno dopo George sarebbe andata a parlarle, che ci avrebbe provato con lei. Non ci sperava. Eppure lo aveva fatto.
Quel giorno stava camminando nel campus da sola, per andare da Costa a prendersi una cioccolata calda, quando lui era sbucato da dietro un albero, come se la stesse aspettando.
La aveva salutato con un ‘Non mi hai ancora detto come ti chiami’, ed era andato avanti con la conversazione, facendole palare di lei. Lavinia non si era mai aperta con qualcuno così velocemente.
E quando la ragazza se n’era uscita con un ‘Non ci stai provando con me, vero? Nessuno lo fa mai’ lui le aveva sorriso e messo in mostra le sue fossette, elencando i motivi per cui la trovava estremamente carina.
Lavinia era arrossita e si era sentita tra le nuvole, con le farfalle che non si decidevano a lasciare in pace il suo stomaco. E aveva ricominciato a sorridere senza motivo. Era da tempo che non lo faceva.
 
Il tempo era passato. Ai tempi Lavinia era una ragazzina, ora era cresciuta. Non solo esteriormente, anche interiormente Aveva avuto tempo per pensare a chi sarebbe voluta diventare, e vivere in Inghilterra non rientrava nelle sue volontà. Questo almeno era quello che pensava quando lo aveva detto a lui.
George? Lui aveva sempre messo in chiaro che non sarebbe venuto in Italia. Aveva mantenuto la promessa.
Solo che sembrava aver dimenticato tutte le altre. I ‘ti amerò per sempre’ pronunciati sotto le stelle, i ‘non ti lascerò mai sola’ sussurrati dopo aver fatto l’amore. Cos’aveva quel ragazzo di sbagliato?
Con lui Lavinia aveva imparato che le apparenze ingannano. Che anche la persona che può sembrare perfetta ha difetti. Che tutti ne hanno.
Ma soprattutto, aveva imparato che il lieto fine esiste solo nelle favole, e che lei non era una principessa che sarebbe vissuta felice e contenta.
 
Ora le lacrime scorrevano sul suo viso, perché si sentiva tradita. Colpita in faccia dalla verità come se fosse uno schiaffo. Era stato… orribile. Non riusciva nemmeno a descriverlo.
Da ragazzina leggeva tantissimo, e le aveva fatto male. I libri non facevano altro che illudere le ragazze piene di speranze sul futuro. Speranze che non si avverano mai.
Sentì un fruscio tra le foglie a terra, e girandosi notò suo fratello.
-Vuoi parlarmene?- le chiese. Senza aspettare una risposta si sedette accanto a lei.
-No.-
-Andiamo, sfogati. Non ho più diciassette anni, puoi farlo.-
Lei lo guardò, e sospirò. Non aveva nulla da perdere.
-Okay, Carlo. Che dire? Mi manca.-
-Ti manca. Buon inizio.-
-Mi mancano i suoi abbracci, mi manca lui che mi diceva che sarebbe andato tutto bene. E non faccio che pensare che sia stata tutta colpa mia.-
-Che intendi?-
-Intendo dire che avrei potuto fare la scrittrice anche vivendo in Inghilterra. Ma ne ho fatto una questione di principio, come al solito, e il mio orgoglio ha rovinato tutto.-
Per un po’ si sentì solo il rumore del vento e i singhiozzi di Lavinia, finché il fratello non la strinse a sé.
-Non piangere. Perché non provi a chiamarlo?-
 
-Una chiamata non basta ad aggiustare le cose. Ormai è troppo tardi. Gli ho chiesto di rinunciare al suo sogno, chiedendogli di venire qui. È ovvio che avrebbe detto di no, ma io sono stata un’egoista. Infondo, chi mi amerebbe mai?-
Lui la zittì. –Non dirlo. Lui ti ama, e lo sai.-
-Non so più cosa pensare, dopo tutti questi casini.-
 
-Non sei arrabbiata con lui?-
Lei abbassò lo sguardo sulle sue mani, e si allontanò un po’ dal fratello.
-Un po’, ma nel profondo so che è colpa mia.-
-Sai cosa? Io credo che sia colpa di entrambi. Dovreste parlare, dico sul serio.-
Lavinia tirò su col naso, e prese il telefono. Entrò su twitter, scorrendo la home senza saper bene cosa dire.
-Ti ho aiutato?- la voce del fratello faceva un po’ tenerezza, da quanto era speranzosa.
-Si, ma adesso voglio stare sola.-
-Afferrato, sorellina.-
Carlo si alzò e se ne andò, facendo quello che gli aveva chiesto.
Suo fratello aveva ragione? Avrebbe dovuto chiamarlo? Non ci capiva più nulla, era tutto così confuso.
Ricordava quando leggeva fan fiction sul suo cellulare e sognava di poter essere le protagoniste. Beh, aveva cambiato idea.
 
Il suo cellulare vibrò, e dalla home di twitter poté leggere il mittente del messaggio whatsapp. Il suo cuore fece letteralmente un balzo. Se avesse pensato bene alla situazione avrebbe deciso di aprire il messaggio più tardi per lasciarlo sulle spine, ma era così nervosa che non lo fece.
Lo aprì d’istinto, e lesse due parole di George. Quindici lettere. Il cuore le batteva a mille.
 
Dobbiamo parlare.
 
Non sapeva bene cosa fare. Gli scrisse un ‘Okay’ senza pensarci, ed ecco che in pochi secondi lui la stava chiamando.
Prese un bel respiro, e rispose.
 
-Ehm, Ehi.-
Le tremavano le mani.
-Non ci parliamo da cinque mesi, ed è tutto ciò che riesci a dire?-
Lavinia cercò di sciugare le lacrime che ancora scorrevano sulle sue guance. Non voleva mostrarsi debole a George, odiava quando lo permetteva.
-Sei tu che vuoi parlare a me, non il contrario.-
-Io… non so cosa dire.-
-Allora che cazzo mi hai scritto a fare?-
Si morse il labbro. Aveva imparato bene l’inglese in quei due anni. Abbastanza da riuscire a ferirlo.
-Volevo sentire la tua voce, Lavinia.- si fermò. –Perché ho bisogno di te, e tu non ci sei.-
Lei stava cercando in tutti i modi di non piangere ancora, ma il groppo in gola stava diventando insopportabile.
-Tu… non hai bisogno di me. Stai benissimo senza la mia compagnia, altrimenti saresti qui.-
-Lavinia, mi manchi come l’aria.-
La ragazza sentiva un eco nella telefonata, perciò chiese a George dove si trovasse. Lui evitò la domanda.
-Io ti manco?-
-Certo che mi manchi. Quando mi sveglio ogni giorno e non ci sei, è come se mi accoltellassero.-
-E se ti dicessi che sono qui?-
-Non è divertente, George.-
-Girati.-
 
Lavinia si voltò di scatto, e si alzò dal dondolo. Per poco non ebbe un infarto vedendo George che si incamminava verso di lei dopo essere spuntato da un albero.
Il ricordo del loro primo incontro balenò in testa a Lavinia, che cacciò indietro le lacrime.
-Tu… George, cosa cazzo ci fai qui? E da quanto mi stai spiando?-
Lui fece un sorriso sbilenco, ed infilò le mani in tasca.
-Quando sono arrivato, tuo fratello stava andando via. Non mi ha visto. Questa è la famosa ‘Villa Borghese’, giusto? –
Un altro giorno, Lavinia avrebbe riso per la sua pessima pronuncia. Non lo fece.
-E comunque, è la prima cosa che mi dici?- continuò il ragazzo, guardandola negli occhi.
-Sono davvero troppo scioccata per dire altro.-
Lui sospirò e provò ad avvicinarsi, ma Lavinia si scansò di scatto.
-Cosa vuoi da me? ci siamo lasciati. Tu vivrai in Inghilterra, io vivrò a Roma. Abbiamo rovinato tutto, ed è troppo tardi per tornare indietro.-
 
Il sorriso idiota di George svanì nel nulla, ma il ragazzo non abbassò lo sguardo. Continuò a fissarla, come a sfidarla, perforandola con quegli occhi che la avevano colpita dal primo giorno.
-Troppo tardi? Lavinia, credevo che avessi capito che io non mi arrendo mai. Nemmeno questa volta.-
-Invece è il momento di farcene una ragione. Il mio orgoglio è utile quanto un lettore di cassette in una casa moderna, la tua determinazione mi fa stare male. Abbiamo sbagliato tutti e due, ma ormai è tutto deciso. Mi sono trasferita. Non posso tornare indietro.-
-Ho sempre amato le tue metafore.-
In una giornata normale, Lavinia avrebbe sorriso. Ma non era una giornata normale.
-George, vuoi ascoltarmi? Qui non si tratta solo delle tue battutine e delle mie metafore, si tratta del nostro futuro. I nostri sogni non coincidono, sono irrealizzabili se stiamo insieme.-
Il ragazzo divenne davvero serio, e si avvicinò bruscamente.
-Lavinia, il mio sogno sei tu! Non posso vivere senza di te, lo capisci? Ti amo così tanto che fa male al cuore quando ci penso. Sono perso senza di te. Ho provato a recuperare la mia storia in questi mesi, ma non ci riesco. Io voglio te.-
Gli occhi di lei si riempirono di lacrime. Non riuscì a fermarle.
-Tu potresti diventare famoso. Sei bravissimo a cantare, e io non posso impedirti di inseguire il tuo sogno.-
-Lavinia, non ho ancora capito perché non vuoi venire in Inghilterra con me. Pensavo che lo volessi anche tu.-
-Io…- la ragazza si passò una mano fra i capelli. –Non lo so. Non è casa mia.-
-Casa mia è dove sei tu.- replicò lui. –Perché per te non può essere lo stesso?-
 
Il cuore di Lavinia si fermò. Era tutto così fottutamente confuso, non sapeva cosa fare. Aveva paura di pentirsi della decisione che avrebbe preso.
-Voglio fare la scrittrice.-
-Lo so, ma puoi vivere lì comunque.-
Lei abbassò lo sguardo.
Quando George si avvicinò, non lo cacciò. –Qual è il vero problema?- sussurrò il riccio, afferrandole la mano.
-Ho paura. Se ci dovessimo lasciare non saprei dove andare, e…-
-Lavinia.- la voce del ragazzo era ferma. –Credevo avessi capito che voglio stare con te per il resto della mia vita.-
Le afferrò il mento, obbligandola a guardarlo.
-Verrai?- sussurrò.
Lei guardò i suoi occhi. Pensò a tutto ciò che avevano passato, al suo sogno, alla possibilità di realizzare il proprio anche dove lui voleva portarla. E cedette, capite? Non riuscì a lasciare andare la persona che amava di nuovo.
-Certo che verrò.-
 
Il riccio sorrise, e si inginocchiò a terra. Tirò fuori una scatoletta dalla tasca interna del giubbotto, e la guardò.
La aprì scoprendo un anello d’argento con un diamante incastonato sotto, e -Lavinia, mi vuoi sposare?- sussurrò.
Lei scoppiò a piangere, ma stavolta il suo cuore non era vuoto. Straboccava di felicità.
Annuì, e dopo che George le ebbe infilato l’anello al dito, lo fece alzare.
Lo baciò con la passione che avevano dovuto reprimere in tutti quei mesi. Nessuno avrebbe potuto portargli via l’amore per lui che provava in quel momento.

 
Lavinia sorride.
Lui è con lei.
Il suo cuore è finalmente completo.

 
#ANGOLOAUTRICE
Madonna santa, prima o poi spaccherò il computer. Non solo qui la connessione fa schifo, l'editor di efp fa cagare.
Cooomunque, avrete di sicuro capito che la storia è ispirata a Tomlinsonvans.
Non trovate alquanto strano che mi ritrovi a scrivere tremila cose sulle mie amiche e celebrità di cui non sono fan, andando ad invadere le sezioni che non sono le mie? Mh.
In ogni caso, a me piace, lol
Dicevo, questa storia è ispirata a  Tomlinsonvans, una delle mie migliori amiche. Era da un po' che volevo scrivere di lei e George, ma non trovavo mai ispirazione. Ho anche scritto una os su George e una mia amica (Uh, ciao Rain), ma non ho avuto idee per lei fino ad oggi.
Spero vi piaccia! Ho cercato in tutti i modi di rendere il contesto simile a quello della sua vita.
Pur vivendo a roma non ricordo se a villa borghese esiste uno spazio per un parco giochi, ma queste due parole sono un po' parte della nostra storia, perciò mi piace immaginare.
Che dire... Ti voglio bene, Lala <3
Il banner mi era venuto decentemente, ma tinypic fa i capricci quindi provo a metterlo domani.

-jamesguitar
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Union J / Vai alla pagina dell'autore: jamesguitar