Ave, gente!
Questa settimana mi sento
particolarmente ispirata,
perciò fanfic a raffica! XD
Ho finalmente finito di scrivere il seguito della mia
precedente long-fic “La Baia degli Schiavi”,
ed
ecco qui a voi l'attesissimo (???) primo capitolo! :D
E' stata dura, ma ce l'ho fatta! Cavoli sono più di
cento pagine di storia! Uff...
Come al solito il primo e l'ultimo capitolo sono i più brevi perché fungono da prologo ed epilogo, mentre gli altri saranno più corposi. Se poi avrete voglia di sprecare l'1% del vostro tempo per lasciarmi una recensione (farmi sapere cosa ne pensate, insultarmi, tirarmi pietre, blablabla...) mi farete molto felice. Sennò pazienza, la fic comunque la pubblico tutta, che vi piaccia o no. u.u
Cominciamo adesso la
lunghiiiiiiiissima presentazione
della storia: è incentrata sui Dragon Slayer. Fine.
Bene, senza tediarvi oltre direi che posso lasciarvi al
primo capitolo.
A presto! ;)
I GIORNI DELLA CACCIA
CAPITOLO UNO – FIAMME, FULMINI, DRAGHI E SPIE
Le montagne tremavano.
Decine di poderose onde d'urto
si espandevano nel raggio
di chilometri e chilometri, finendo inevitabilmente per far vibrare
ogni cosa incontrassero sul loro cammino, persino quelle gigantesche
montagne di pietra che si pensava fossero nate con il mondo e
sarebbero finite con esso. Non erano solo quelle a tremare,
però.
Tremavano gli alberi, tremava l'acqua dei laghi, tremava
persino la terra stessa sotto la potenza dei colpi di due draghi in
forma umana che come una coppia di aquile guerriere si scontravano
tra vento e nuvole.
Benché fosse appena metà mattina e il cielo fosse
terso e sereno, violenti lampi lo attraversavano da parte a parte
insieme a boati spaventosi, a cui si aggiungevano i bagliori di
fiamme più azzurre del firmamento.
Il Drago del Fulmine e quello
degli Inferi combattevano
da almeno tre ore, e sembrava che la conclusione dello scontro fosse
ancora lontana.
Laxus si muoveva a scatti irregolari per evitare tutti i
proiettili di fuoco che il nemico gli lanciava addosso col chiaro
intento di ammazzarlo. Scartò più volte a destra
e sinistra, a
momenti dovette difendersi con l'elettricità per evitare di
venir
preso da quelle fiamme che, lo sapeva bene, avevano il potere di
bruciare carne, magia e anima. Evidentemente
Lucifer non
sapeva cosa fosse un duello leale, lui che combatteva con l'unico
scopo di sterminare l'avversario.
Il mago di Fairy Tail si vide costretto a farsi scudo
dietro uno sperone di roccia, ma quando questo esplose a seguito di
un'ennesima vampata di fiamme, dovette uscire allo scoperto sul lato
opposto e contrattaccare.
“Rairyū no... Hōtengeki!” ruggì nel scagliare una delle sue tecniche magiche più letali, la temibile saetta a forma di alabarda. L'arma prese consistenza nelle sue mani e schizzò via fendendo l'aria, dritta verso il suo obiettivo.
Una cinquantina di
metri più in là, Lucifer dovette arcuare la
schiena all'indietro
per evitarla all'ultimo secondo, ma così facendo rimase
scoperto
dando la possibilità a Laxus di centrarlo in pieno volto con
un
gancio ben assestato.
Fece un bel volo, ma
come sempre atterrò in piedi, pulendosi il labbro sporco di
sangue
con indifferenza.
Laxus dovette
ammettere per l'ennesima volta che quel tipo era uno tosto, forse
l'avversario più forte che avesse mai affrontato.
Lucifer tornò alla carica senza dargli il tempo di riprendere fiato, e stavolta fu lui a sferrargli un duro calcio a lato del collo, rischiando quasi di rompergli le vertebre e fargli volare via la testa.
Dannazione, quel bastardo picchiava sempre più duro!
Era da parecchio che
combattevano, eppure il Drago degli Inferi continuava a mantenere
quel sorrisetto divertito stampato in faccia, apparentemente senza
risentire dei danni subiti, tutto perché – come
aveva ammesso lui
stesso – si era privato dei recettori del dolore.
Si scambiarono una
nuova raffica di pugni violenti caricati con fulmini e fiamme di
indicibile potenza, finché non stabilirono che era giunto il
momento
di chiudere la partita.
“Rairyū no...”
“Jigokuryū no...”
“... HŌKŌ!!!!”
Si
erano già confrontati nella potenza dei rispettivi ruggiti
appena
una settimana prima, e il risultato continuava ad essere lo stesso:
come alla fortezza di Hellhound, nella Baia degli Schiavi,
così
anche in mezzo a quella zona desolata i loro attacchi più
potenti si
eguagliavano.
Nessuno
vinceva, nessuno cedeva. I ruggiti si esaurirono nello stesso momento
portando al medesimo risultato, ma rispetto all'ultima volta ora
Laxus rimase in piedi, non cadde in ginocchio.
Era
stanco, questo sì, ma a prima vista il suo avversario lo era
di
più.
Si
lanciò verso di lui per l'ultima volta, conscio di avere
un'unica
occasione per abbatterlo.
Un
attimo dopo, Lucifer sollevò il braccio e parò il
suo colpo, così
che si ritrovarono vicinissimi e in uno stato di perfetta stasi,
avambraccio contro avambraccio. Sotto la pelle, le ossa di entrambi
scricchiolavano sonoramente.
“Hmpf. Sei migliorato rispetto all'ultima volta, fratellino” esordì il Drago degli Inferi con tono rilassato, come se non stesse faticando affatto a mantenere il contatto.
Laxus
sorrise, sudato fradicio per lo sforzo.
“Non
così tanto. Sei tu
a
non essere nel pieno delle forze. Sbaglio?”
Gli occhi cerulei di Lucifer brillarono di una luce violenta, ma il suo sorriso sembrò farsi incerto.
Dall'assenza
di risposta, Laxus intuì di aver colto nel segno.
“Finiamola
qui” propose, risoluto. “Non abbiamo motivo di
ucciderci a
vicenda, e francamente mi sono stancato di avere a che fare con
te”
Lucifer
lo guardò negli occhi a lungo, come se cercasse qualcosa
nella sua
anima. Continuò a mantenere il contatto, imperterrito, fino
al
momento in cui sbuffò leggermente e staccò il
braccio dal suo.
Si
allontanarono di un paio di passi l'uno dall'altro, provati dalla
dura sfida, feriti e pieni di lividi.
Laxus
si concesse di osservare meglio l'avversario per qualche secondo. Si
era accorto fin dall'inizio che Lucifer non era in forma smagliante,
perché pur non avendo la percezione del dolore, il suo
fisico era
ancora provato dagli scontri alla Baia degli Schiavi. Ad occhio e
croce doveva essersi medicato da solo le ferite, e con la sua
scarsissima sensibilità probabilmente aveva fatto un pessimo
lavoro.
Tuttavia era sicuro che quel pazzo sarebbe stato capace di combattere
fino alla morte, pur col corpo che andava in pezzi.
“D'accordo” acconsentì Lucifer dopo qualche minuto, miracolosamente collaborativo. “Per stavolta finiamola qui. Sei un passatempo divertente, Laxus, mi dispiacerebbe distruggerti in un solo colpo”
“Pff” sbuffò il diretto interessato, chinandosi a raccogliere la pelliccia da terra. “Di passatempi potresti trovarne quanti ne vuoi, se solo allargassi un po' i tuoi orizzonti. Per esempio potresti entrare in una vera gilda e provare a migliorare quel carattere di merda che ti ritrovi”
Lucifer non diede segno di aver sentito l'insulto e continuò a fissarlo in silenzio, pallido e inquietante come uno spettro.
Laxus
decise che ne aveva abbastanza di lui. Era un mostro fortissimo e
pericoloso, una mina vagante costantemente in procinto di esplodere.
Per quanto lo riguardava, si sarebbe sentito tranquillo solo dopo
aver messo mezzo mondo tra lui e il Drago degli Inferi.
Si
voltò e cominciò a tornare sui propri passi,
stando ben attento che
l'altro non gli tirasse qualche brutto scherzo alle spalle, ma con
sua somma sorpresa, il massimo che Lucifer fece fu rivolgergli
un'unica domanda.
“Ci si diverte, nelle gilde di cui parli?”
Il
Dio del Tuono si fermò e lo guardò con la coda
dell'occhio.
“Non
ne hai idea”
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Lucy uscì dalla gilda stiracchiandosi come un gatto e mostrando il suo sorriso più solare, mentre Natsu, subito dietro di lei, piantava il muso e incassava la testa nelle spalle.
“Uff... avanti, Natsu, non fare il bambino! Piantala con questa storia!” lo rimproverò la ragazza, guardandolo storto. Natsu, se possibile, ricambiò con ancora più astio.
“Non è giusto, maledizione! Anch'io avevo un conto in sospeso con Lucifer! Volevo essere io a prenderlo a calci! Perché deve essere sempre Laxus a prendersi tutta la gloria?!”
Lucy
roteò gli occhi e lasciò perdere il discorso, ma
per quanto lo
riguardava, il Drago di Fuoco non ne voleva sapere di abbandonare la
questione.
Erano
tornati dalla missione alla Baia degli Schiavi da appena un paio di
giorni quando Laxus aveva ricevuto una richiesta ufficiale da parte
del temibile Drago degli Inferi, lo stesso che avevano dovuto
affrontare durante la missione e che li aveva quasi uccisi tutti:
Lucifer. Il solo ricordo del suo nome gli metteva addosso i brividi.
In
ogni caso, quel pallone gonfiato con qualche rotella fuori posto
aveva sfidato Laxus a un duello probabilmente mortale,
e il
mago di classe S aveva accettato. Erano passati più di tre
giorni
dalla sua partenza, e ancora non avevano sue notizie.
Quant'era
frustrante!
“Dai, smettila con quel broncio! Che ne dici se andiamo a mangiare?” propose Lucy, sventolandogli sotto il naso una banconota da diecimila jewel.
“Offro io!”
“Ti conviene accettare, Natsu!” suggerì Happy a voce alta. “Tornerà Acnologia la prossima volta che Lucy offrirà il pranzo!”
“Ehi! Non sono mica così tirchia!”
“No, di più....”
“Guarda che ti sento!”
Natsu ascoltò senza troppo interesse il battibecco tra l'Exceed e la maga degli Spiriti Stellari, poi lasciò andare un sospiro rassegnato e annuì distrattamente.
“E va bene, se offre Lucy allora andiamo a mangiare...”
Imboccarono
la strada principale di Magnolia e si incamminarono verso un
ristorante non troppo affollato in centro.
Era
una tiepida giornata di primavera, caratterizzata da un bel sole
caldo, un cielo azzurro intenso e una fresca brezza che portava
profumo di fiori freschi mescolato a quello del pane appena sfornato.
Una
giornata talmente perfetta che alla gilda nessuno aveva avuto nemmeno
voglia di iniziare una rissa, un motivo in più per abbattere
l'entusiasmo del Dragon Slayer del Fuoco.
Persino
Gray aveva preferito uscire a prendere un gelato con Juvia piuttosto
che rispondere alle sue provocazioni, per non parlare di Gajeel, che
aveva dato più importanza al proprio piatto di ferraglie che
non a
lui.
Non erano per niente divertenti!
Tra
un pensiero e l'altro, Salamander si ritrovò ad alzare gli
occhi al
cielo per fissarne la sconfinata immensità. Lassù
tutti i pensieri
si perdevano, tutte le preoccupazioni svanivano. O meglio, sarebbero
svanite se quel colore ceruleo non gli avesse ricordato fin troppo la
tinta fredda dei fuochi fatui di Lucifer.
Chissà
quanto si stavano pestando lui e Laxus...
Aaaaaah!!!! Quanto vorrei essere lì anch'io!!! imprecò mentalmente, piantando il muso per l'ennesima volta.
Stava
per riportare lo sguardo sulla strada, quando un movimento appena
accennato ai confini del suo campo visivo attirò la sua
attenzione. Spostò
istintivamente gli occhi sul tetto di un edificio alla sua sinistra,
seguendo quello spostamento... e vide un'ombra ritrarsi di scatto,
scivolando abilmente tra gli stretti spazi tra i camini.
Si
bloccò a metà strada, incuriosito e leggermente
allarmato.
Non
l'aveva visto bene, ma era abbastanza sicuro che fosse un uomo. O
comunque un essere umano.
Qualcuno che li stava spiando.
Lucy e Happy si accorsero della sua brusca fermata e si voltarono a guardarlo, incuriositi.
“Natsu?”
“Che succede?”
Gli occhi del Drago di Fuoco si restrinsero pericolosamente, focalizzando meglio possibile la sagoma che ancora si celava lassù, tra le ombre dei tetti. Nel momento in cui la individuò, i suoi muscoli scattarono d'istinto.
“Restate qui” ordinò prima di balzare sulla parete esterna dell'edificio più vicino e arrampicarsi velocemente in verticale, fino al cornicione. Quando però arrivò in cima, la sagoma era già sparita.
Dilatò
le narici e fiutò l'aria, riconoscendo un odore maschile che
gli era
estraneo. Se lo impresse bene nella memoria, poi cominciò a
cercare
furiosamente, simile a un segugio a caccia.
Aveva
istinto per quelle cose, si era accorto subito che quel tipo,
chiunque fosse, li stava spiando.
Cosa
voleva da loro?
Era
un nemico?
Individuò una traccia e si lanciò all'inseguimento, schizzando di tetto in tetto e frantumando tegole al suo passaggio. La sua preda stava scappando, non poteva permettersi di perderla finché non avesse scoperto cosa voleva da loro. Vide la spia a intermittenza, un'ombra che si muoveva secondo una traiettoria irregolare e che indubbiamente sapeva come depistare un inseguitore.
“È inutile che scappi, codardo!” ringhiò. “Tanto ti prendo lo stesso!”
Pompò
più sangue nei muscoli, si caricò di energia e
schizzò dietro a
quel potenziale nemico col chiaro intento di raggiungerlo. Era
comunque un uomo troppo abile per poter essere una persona comune.
Sembrava quasi un ladro o un assassino specializzato in operazioni
furtive, a giudicare da come si muoveva.
L'inseguimento
lo portò sempre più verso il centro della
città, su tetti
scivolosi e in vicoli contorti, fino a una strada troppo affollata in
cui la spia si confuse facilmente tra la gente.
A
quel punto, perse la traccia olfattiva. Tra tutti quei suoni, odori e
colori non poteva sperare di individuare una singola persona. Forse
avrebbe potuto farlo se la preda fosse stata un animale o un Dragon
Slayer come lui, capace di emettere un odore simile al suo, ma in
quelle condizioni era impossibile.
Arrivato
nella grande piazza in cui sorgeva la Cattedrale di Cardia, si
arrese.
“Dannazione!”
ringhiò rivolto a sé stesso mentre si lasciava
cadere sui gradini
della chiesa.
Non
capitava spesso che una preda gli sfuggisse in quel modo... doveva
trattarsi di un tipo in gamba. Alzò stancamente lo sguardo
sulla
gente che passava, sui bambini che giocavano, sui commercianti che
vendevano la loro merce nelle bancarelle del mercato, sugli addetti
ai lavori impegnati a installare nuovi cristalli di Lacrima per
incanalare meglio l'energia magica della città.
Il
tipo non si vedeva da nessuna parte, in quel momento doveva essere
già lontano.
Alla
fine lasciò perdere e decise di tornare sui suoi passi.
Se
non si affrettava, si sarebbe scordato il pranzo gratis.
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Rientrarono
alla gilda solo un paio d'ore più tardi, a pancia piena.
L'umore di
Natsu era leggermente migliorato grazie al cibo, ma ancora si sentiva
l'amaro in bocca per essersi lasciato scappare quella dannata spia.
Oltre ovviamente al fatto di non aver potuto affiancare Laxus nel suo
duello con Lucifer.
Aveva
appena finito di immaginare cosa stesse facendo in quel momento il
Dio del Tuono, quando si sentì chiamare da Gray.
“Oi, testa calda!” esclamò il mago del ghiaccio, quando i tre entrarono nel salone della gilda. “È appena tornato Laxus”
Natsu sgranò gli occhi e guardò verso il bancone, trovando il Drago del Fulmine proprio lì, tutto bendato e incerottato, intento a parlare col Master.
“Laxuuuus!!!” urlò subito, correndo verso di lui come un treno. “Battiti con meeee!!!”
Il Dio del Tuono si voltò a malapena, e gli bastò alzare una mano per afferrargli la testa e tenerselo a debita distanza, lasciando che si agitasse e scalciasse come un moccioso.
“Sta' a cuccia, Natsu. Non ho voglia di giocare con te” sbuffò il biondo.
Salamander
smise di agitarsi e lo guardò stranito.
“E
Lucifer? Stavolta l'hai battuto, vero?”
Laxus fece spallucce. “Parità. Anche se c'è da dire che quel maledetto non era nel pieno delle forze”
Natsu
non si sorprese più di tanto. Doveva immaginare un risultato
del
genere.
Del
resto era ovvio che anche Laxus ne avesse prese a volontà,
come
testimoniavano le bende che gli fasciavano la testa, il collo e le
braccia. Probabilmente aveva molte altre ferite ben nascoste sotto la
pelliccia. Però era vivo, e già questa poteva
essere considerata
una vittoria.
“Quindi è ancora vivo?” domandò dopo qualche minuto.
Un paio di sedia più in là, anche Gajeel smise di sgranocchiare le sue ferraglie e restò in ascolto della risposta.
Laxus
emise un sospiro sconfitto e giocherellò con il ghiaccio
dentro il
suo bicchiere, prima di mandare giù un paio di sorsate.
“È
vivo” confermò. “Non so dove sia adesso,
ma francamente spero di
non rivederlo mai più”
“Uh-hu, il grande Laxus ammette le proprie paure” lo canzonò Cana, avvicinatasi al bancone con una botte di vino in spalla.
Il diretto interessato le gettò un'occhiataccia. “Se lo vedessi, capiresti anche tu che è un mostro”
Natsu
aprì la bocca per confermare, ma improvvisamente accadde
qualcosa
che gli fece morire le parole in gola.
Ci
fu una vibrazione, una specie di tremolio che sembrava generato da un
terremoto. Non all'esterno, ma dentro di lui, in
profondità,
nelle sue ossa. Un senso di oppressione così forte da fargli
male al
cuore, la morsa ferrea e schiacciante di un'aura che ebbe il potere
di farlo rabbrividire.
Vide
Laxus sgranare gli occhi e restare impietrito, mentre a Gajeel, poco
più in là, tremarono le mani. Per quanto
riguardava gli altri
presenti... beh, nessuno capì cosa fosse quell'aura malefica
che
stava pervadendo la gilda, quell'inquietudine dilagante, ma tutti se
ne accorsero fin troppo facilmente.
Dei
passi alla porta del salone attirarono l'attenzione collettiva,
così
che tutti si voltassero in quella direzione per scoprire chi diavolo
era la fonte di quell'aura spaventosa.
Una
figura alta e longilinea era apparsa sull'uscio, simile a un fantasma
sorto dalla tomba.
La
sua voce glaciale raggiunse le orecchie di tutti i presenti.
“Ciao, fratellini”