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Autore: Devileyes    29/08/2014    5 recensioni
[Seguito de "La Baia degli Schiavi"]
"Notte fonda.
Urla, grida, gente che corre per le strade.
Un esercito di torce e forconi, di mani alzate e armi pronte e uccidere. Sangue dappertutto, una caccia spietata verso sagome indistinte.
Paura, confusione, disperazione.
Nessuna via d'uscita per i Dragon Slayer, solo trappole e vicoli ciechi. Nel cuore e nella mente, solo il desiderio di scappare.
Correre, correre, correre, fino a lasciarsi il mondo alle spalle."
Le immagini e le urla pervadevano la mente di Wendy, dandole una fortissima emicrania.
“C-Charle... che cos'era? Cos'è successo?!” domandò con voce tremula e rotta.
L'Exceed le rivolse uno sguardo terrorizzato.
“Quella era una visione, Wendy. Quello era il futuro”
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil Redfox, Luxus Dreher, Natsu, Un po' tutti, Wendy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ave, gente!

Questa settimana mi sento particolarmente ispirata, perciò fanfic a raffica! XD
Ho finalmente finito di scrivere il seguito della mia precedente long-fic “La Baia degli Schiavi”, ed ecco qui a voi l'attesissimo (???) primo capitolo! :D
E' stata dura, ma ce l'ho fatta! Cavoli sono più di cento pagine di storia! Uff...

Come al solito il primo e l'ultimo capitolo sono i più brevi perché fungono da prologo ed epilogo, mentre gli altri saranno più corposi. Se poi avrete voglia di sprecare l'1% del vostro tempo per lasciarmi una recensione (farmi sapere cosa ne pensate, insultarmi, tirarmi pietre, blablabla...) mi farete molto felice. Sennò pazienza, la fic comunque la pubblico tutta, che vi piaccia o no. u.u

Cominciamo adesso la lunghiiiiiiiissima presentazione della storia: è incentrata sui Dragon Slayer. Fine.
Bene, senza tediarvi oltre direi che posso lasciarvi al primo capitolo.

A presto! ;)



I GIORNI DELLA CACCIA


CAPITOLO UNO – FIAMME, FULMINI, DRAGHI E SPIE


Le montagne tremavano.

Decine di poderose onde d'urto si espandevano nel raggio di chilometri e chilometri, finendo inevitabilmente per far vibrare ogni cosa incontrassero sul loro cammino, persino quelle gigantesche montagne di pietra che si pensava fossero nate con il mondo e sarebbero finite con esso. Non erano solo quelle a tremare, però.
Tremavano gli alberi, tremava l'acqua dei laghi, tremava persino la terra stessa sotto la potenza dei colpi di due draghi in forma umana che come una coppia di aquile guerriere si scontravano tra vento e nuvole.
Benché fosse appena metà mattina e il cielo fosse terso e sereno, violenti lampi lo attraversavano da parte a parte insieme a boati spaventosi, a cui si aggiungevano i bagliori di fiamme più azzurre del firmamento.

Il Drago del Fulmine e quello degli Inferi combattevano da almeno tre ore, e sembrava che la conclusione dello scontro fosse ancora lontana.
Laxus si muoveva a scatti irregolari per evitare tutti i proiettili di fuoco che il nemico gli lanciava addosso col chiaro intento di ammazzarlo. Scartò più volte a destra e sinistra, a momenti dovette difendersi con l'elettricità per evitare di venir preso da quelle fiamme che, lo sapeva bene, avevano il potere di bruciare carne, magia e anima. Evidentemente Lucifer non sapeva cosa fosse un duello leale, lui che combatteva con l'unico scopo di sterminare l'avversario.
Il mago di Fairy Tail si vide costretto a farsi scudo dietro uno sperone di roccia, ma quando questo esplose a seguito di un'ennesima vampata di fiamme, dovette uscire allo scoperto sul lato opposto e contrattaccare.

Rairyū no... Hōtengeki!” ruggì nel scagliare una delle sue tecniche magiche più letali, la temibile saetta a forma di alabarda. L'arma prese consistenza nelle sue mani e schizzò via fendendo l'aria, dritta verso il suo obiettivo.

Una cinquantina di metri più in là, Lucifer dovette arcuare la schiena all'indietro per evitarla all'ultimo secondo, ma così facendo rimase scoperto dando la possibilità a Laxus di centrarlo in pieno volto con un gancio ben assestato.
Fece un bel volo, ma come sempre atterrò in piedi, pulendosi il labbro sporco di sangue con indifferenza.
Laxus dovette ammettere per l'ennesima volta che quel tipo era uno tosto, forse l'avversario più forte che avesse mai affrontato.

Lucifer tornò alla carica senza dargli il tempo di riprendere fiato, e stavolta fu lui a sferrargli un duro calcio a lato del collo, rischiando quasi di rompergli le vertebre e fargli volare via la testa.

Dannazione, quel bastardo picchiava sempre più duro!

Era da parecchio che combattevano, eppure il Drago degli Inferi continuava a mantenere quel sorrisetto divertito stampato in faccia, apparentemente senza risentire dei danni subiti, tutto perché – come aveva ammesso lui stesso – si era privato dei recettori del dolore.
Si scambiarono una nuova raffica di pugni violenti caricati con fulmini e fiamme di indicibile potenza, finché non stabilirono che era giunto il momento di chiudere la partita.

Rairyū no...

Jigokuryū no...

... HŌKŌ!!!!

Si erano già confrontati nella potenza dei rispettivi ruggiti appena una settimana prima, e il risultato continuava ad essere lo stesso: come alla fortezza di Hellhound, nella Baia degli Schiavi, così anche in mezzo a quella zona desolata i loro attacchi più potenti si eguagliavano.
Nessuno vinceva, nessuno cedeva. I ruggiti si esaurirono nello stesso momento portando al medesimo risultato, ma rispetto all'ultima volta ora Laxus rimase in piedi, non cadde in ginocchio.
Era stanco, questo sì, ma a prima vista il suo avversario lo era di più.

Si lanciò verso di lui per l'ultima volta, conscio di avere un'unica occasione per abbatterlo.
Un attimo dopo, Lucifer sollevò il braccio e parò il suo colpo, così che si ritrovarono vicinissimi e in uno stato di perfetta stasi, avambraccio contro avambraccio. Sotto la pelle, le ossa di entrambi scricchiolavano sonoramente.

Hmpf. Sei migliorato rispetto all'ultima volta, fratellino” esordì il Drago degli Inferi con tono rilassato, come se non stesse faticando affatto a mantenere il contatto.

Laxus sorrise, sudato fradicio per lo sforzo.
Non così tanto. Sei tu a non essere nel pieno delle forze. Sbaglio?”

Gli occhi cerulei di Lucifer brillarono di una luce violenta, ma il suo sorriso sembrò farsi incerto.

Dall'assenza di risposta, Laxus intuì di aver colto nel segno.
Finiamola qui” propose, risoluto. “Non abbiamo motivo di ucciderci a vicenda, e francamente mi sono stancato di avere a che fare con te”

Lucifer lo guardò negli occhi a lungo, come se cercasse qualcosa nella sua anima. Continuò a mantenere il contatto, imperterrito, fino al momento in cui sbuffò leggermente e staccò il braccio dal suo.
Si allontanarono di un paio di passi l'uno dall'altro, provati dalla dura sfida, feriti e pieni di lividi.
Laxus si concesse di osservare meglio l'avversario per qualche secondo. Si era accorto fin dall'inizio che Lucifer non era in forma smagliante, perché pur non avendo la percezione del dolore, il suo fisico era ancora provato dagli scontri alla Baia degli Schiavi. Ad occhio e croce doveva essersi medicato da solo le ferite, e con la sua scarsissima sensibilità probabilmente aveva fatto un pessimo lavoro. Tuttavia era sicuro che quel pazzo sarebbe stato capace di combattere fino alla morte, pur col corpo che andava in pezzi.

D'accordo” acconsentì Lucifer dopo qualche minuto, miracolosamente collaborativo. “Per stavolta finiamola qui. Sei un passatempo divertente, Laxus, mi dispiacerebbe distruggerti in un solo colpo”

Pff” sbuffò il diretto interessato, chinandosi a raccogliere la pelliccia da terra. “Di passatempi potresti trovarne quanti ne vuoi, se solo allargassi un po' i tuoi orizzonti. Per esempio potresti entrare in una vera gilda e provare a migliorare quel carattere di merda che ti ritrovi”

Lucifer non diede segno di aver sentito l'insulto e continuò a fissarlo in silenzio, pallido e inquietante come uno spettro.

Laxus decise che ne aveva abbastanza di lui. Era un mostro fortissimo e pericoloso, una mina vagante costantemente in procinto di esplodere. Per quanto lo riguardava, si sarebbe sentito tranquillo solo dopo aver messo mezzo mondo tra lui e il Drago degli Inferi.
Si voltò e cominciò a tornare sui propri passi, stando ben attento che l'altro non gli tirasse qualche brutto scherzo alle spalle, ma con sua somma sorpresa, il massimo che Lucifer fece fu rivolgergli un'unica domanda.

Ci si diverte, nelle gilde di cui parli?”

Il Dio del Tuono si fermò e lo guardò con la coda dell'occhio.
Non ne hai idea”

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Lucy uscì dalla gilda stiracchiandosi come un gatto e mostrando il suo sorriso più solare, mentre Natsu, subito dietro di lei, piantava il muso e incassava la testa nelle spalle.

Uff... avanti, Natsu, non fare il bambino! Piantala con questa storia!” lo rimproverò la ragazza, guardandolo storto. Natsu, se possibile, ricambiò con ancora più astio.

Non è giusto, maledizione! Anch'io avevo un conto in sospeso con Lucifer! Volevo essere io a prenderlo a calci! Perché deve essere sempre Laxus a prendersi tutta la gloria?!”

Lucy roteò gli occhi e lasciò perdere il discorso, ma per quanto lo riguardava, il Drago di Fuoco non ne voleva sapere di abbandonare la questione.
Erano tornati dalla missione alla Baia degli Schiavi da appena un paio di giorni quando Laxus aveva ricevuto una richiesta ufficiale da parte del temibile Drago degli Inferi, lo stesso che avevano dovuto affrontare durante la missione e che li aveva quasi uccisi tutti: Lucifer. Il solo ricordo del suo nome gli metteva addosso i brividi.
In ogni caso, quel pallone gonfiato con qualche rotella fuori posto aveva sfidato Laxus a un duello probabilmente mortale, e il mago di classe S aveva accettato. Erano passati più di tre giorni dalla sua partenza, e ancora non avevano sue notizie.
Quant'era frustrante!

Dai, smettila con quel broncio! Che ne dici se andiamo a mangiare?” propose Lucy, sventolandogli sotto il naso una banconota da diecimila jewel.

Offro io!”

Ti conviene accettare, Natsu!” suggerì Happy a voce alta. “Tornerà Acnologia la prossima volta che Lucy offrirà il pranzo!”

Ehi! Non sono mica così tirchia!”

No, di più....”

Guarda che ti sento!”

Natsu ascoltò senza troppo interesse il battibecco tra l'Exceed e la maga degli Spiriti Stellari, poi lasciò andare un sospiro rassegnato e annuì distrattamente.

E va bene, se offre Lucy allora andiamo a mangiare...”

Imboccarono la strada principale di Magnolia e si incamminarono verso un ristorante non troppo affollato in centro.
Era una tiepida giornata di primavera, caratterizzata da un bel sole caldo, un cielo azzurro intenso e una fresca brezza che portava profumo di fiori freschi mescolato a quello del pane appena sfornato.
Una giornata talmente perfetta che alla gilda nessuno aveva avuto nemmeno voglia di iniziare una rissa, un motivo in più per abbattere l'entusiasmo del Dragon Slayer del Fuoco.
Persino Gray aveva preferito uscire a prendere un gelato con Juvia piuttosto che rispondere alle sue provocazioni, per non parlare di Gajeel, che aveva dato più importanza al proprio piatto di ferraglie che non a lui.

Non erano per niente divertenti!

Tra un pensiero e l'altro, Salamander si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo per fissarne la sconfinata immensità. Lassù tutti i pensieri si perdevano, tutte le preoccupazioni svanivano. O meglio, sarebbero svanite se quel colore ceruleo non gli avesse ricordato fin troppo la tinta fredda dei fuochi fatui di Lucifer.
Chissà quanto si stavano pestando lui e Laxus...

Aaaaaah!!!! Quanto vorrei essere lì anch'io!!! imprecò mentalmente, piantando il muso per l'ennesima volta.

Stava per riportare lo sguardo sulla strada, quando un movimento appena accennato ai confini del suo campo visivo attirò la sua attenzione. Spostò istintivamente gli occhi sul tetto di un edificio alla sua sinistra, seguendo quello spostamento... e vide un'ombra ritrarsi di scatto, scivolando abilmente tra gli stretti spazi tra i camini.
Si bloccò a metà strada, incuriosito e leggermente allarmato.
Non l'aveva visto bene, ma era abbastanza sicuro che fosse un uomo. O comunque un essere umano.

Qualcuno che li stava spiando.

Lucy e Happy si accorsero della sua brusca fermata e si voltarono a guardarlo, incuriositi.

Natsu?”

Che succede?”

Gli occhi del Drago di Fuoco si restrinsero pericolosamente, focalizzando meglio possibile la sagoma che ancora si celava lassù, tra le ombre dei tetti. Nel momento in cui la individuò, i suoi muscoli scattarono d'istinto.

Restate qui” ordinò prima di balzare sulla parete esterna dell'edificio più vicino e arrampicarsi velocemente in verticale, fino al cornicione. Quando però arrivò in cima, la sagoma era già sparita.

Dilatò le narici e fiutò l'aria, riconoscendo un odore maschile che gli era estraneo. Se lo impresse bene nella memoria, poi cominciò a cercare furiosamente, simile a un segugio a caccia.
Aveva istinto per quelle cose, si era accorto subito che quel tipo, chiunque fosse, li stava spiando.

Cosa voleva da loro?
Era un nemico?

Individuò una traccia e si lanciò all'inseguimento, schizzando di tetto in tetto e frantumando tegole al suo passaggio. La sua preda stava scappando, non poteva permettersi di perderla finché non avesse scoperto cosa voleva da loro. Vide la spia a intermittenza, un'ombra che si muoveva secondo una traiettoria irregolare e che indubbiamente sapeva come depistare un inseguitore.

È inutile che scappi, codardo!” ringhiò. “Tanto ti prendo lo stesso!”

Pompò più sangue nei muscoli, si caricò di energia e schizzò dietro a quel potenziale nemico col chiaro intento di raggiungerlo. Era comunque un uomo troppo abile per poter essere una persona comune. Sembrava quasi un ladro o un assassino specializzato in operazioni furtive, a giudicare da come si muoveva.
L'inseguimento lo portò sempre più verso il centro della città, su tetti scivolosi e in vicoli contorti, fino a una strada troppo affollata in cui la spia si confuse facilmente tra la gente.
A quel punto, perse la traccia olfattiva. Tra tutti quei suoni, odori e colori non poteva sperare di individuare una singola persona. Forse avrebbe potuto farlo se la preda fosse stata un animale o un Dragon Slayer come lui, capace di emettere un odore simile al suo, ma in quelle condizioni era impossibile.

Arrivato nella grande piazza in cui sorgeva la Cattedrale di Cardia, si arrese.
Dannazione!” ringhiò rivolto a sé stesso mentre si lasciava cadere sui gradini della chiesa.

Non capitava spesso che una preda gli sfuggisse in quel modo... doveva trattarsi di un tipo in gamba. Alzò stancamente lo sguardo sulla gente che passava, sui bambini che giocavano, sui commercianti che vendevano la loro merce nelle bancarelle del mercato, sugli addetti ai lavori impegnati a installare nuovi cristalli di Lacrima per incanalare meglio l'energia magica della città.
Il tipo non si vedeva da nessuna parte, in quel momento doveva essere già lontano.

Alla fine lasciò perdere e decise di tornare sui suoi passi.
Se non si affrettava, si sarebbe scordato il pranzo gratis.

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Rientrarono alla gilda solo un paio d'ore più tardi, a pancia piena. L'umore di Natsu era leggermente migliorato grazie al cibo, ma ancora si sentiva l'amaro in bocca per essersi lasciato scappare quella dannata spia. Oltre ovviamente al fatto di non aver potuto affiancare Laxus nel suo duello con Lucifer.
Aveva appena finito di immaginare cosa stesse facendo in quel momento il Dio del Tuono, quando si sentì chiamare da Gray.

Oi, testa calda!” esclamò il mago del ghiaccio, quando i tre entrarono nel salone della gilda. “È appena tornato Laxus”

Natsu sgranò gli occhi e guardò verso il bancone, trovando il Drago del Fulmine proprio lì, tutto bendato e incerottato, intento a parlare col Master.

Laxuuuus!!!” urlò subito, correndo verso di lui come un treno. “Battiti con meeee!!!”

Il Dio del Tuono si voltò a malapena, e gli bastò alzare una mano per afferrargli la testa e tenerselo a debita distanza, lasciando che si agitasse e scalciasse come un moccioso.

Sta' a cuccia, Natsu. Non ho voglia di giocare con te” sbuffò il biondo.

Salamander smise di agitarsi e lo guardò stranito.
E Lucifer? Stavolta l'hai battuto, vero?”

Laxus fece spallucce. “Parità. Anche se c'è da dire che quel maledetto non era nel pieno delle forze”

Natsu non si sorprese più di tanto. Doveva immaginare un risultato del genere.
Del resto era ovvio che anche Laxus ne avesse prese a volontà, come testimoniavano le bende che gli fasciavano la testa, il collo e le braccia. Probabilmente aveva molte altre ferite ben nascoste sotto la pelliccia. Però era vivo, e già questa poteva essere considerata una vittoria.

Quindi è ancora vivo?” domandò dopo qualche minuto.

Un paio di sedia più in là, anche Gajeel smise di sgranocchiare le sue ferraglie e restò in ascolto della risposta.

Laxus emise un sospiro sconfitto e giocherellò con il ghiaccio dentro il suo bicchiere, prima di mandare giù un paio di sorsate.
È vivo” confermò. “Non so dove sia adesso, ma francamente spero di non rivederlo mai più”

Uh-hu, il grande Laxus ammette le proprie paure” lo canzonò Cana, avvicinatasi al bancone con una botte di vino in spalla.

Il diretto interessato le gettò un'occhiataccia. “Se lo vedessi, capiresti anche tu che è un mostro

Natsu aprì la bocca per confermare, ma improvvisamente accadde qualcosa che gli fece morire le parole in gola.
Ci fu una vibrazione, una specie di tremolio che sembrava generato da un terremoto. Non all'esterno, ma dentro di lui, in profondità, nelle sue ossa. Un senso di oppressione così forte da fargli male al cuore, la morsa ferrea e schiacciante di un'aura che ebbe il potere di farlo rabbrividire.
Vide Laxus sgranare gli occhi e restare impietrito, mentre a Gajeel, poco più in là, tremarono le mani. Per quanto riguardava gli altri presenti... beh, nessuno capì cosa fosse quell'aura malefica che stava pervadendo la gilda, quell'inquietudine dilagante, ma tutti se ne accorsero fin troppo facilmente.
Dei passi alla porta del salone attirarono l'attenzione collettiva, così che tutti si voltassero in quella direzione per scoprire chi diavolo era la fonte di quell'aura spaventosa.

Una figura alta e longilinea era apparsa sull'uscio, simile a un fantasma sorto dalla tomba.
La sua voce glaciale raggiunse le orecchie di tutti i presenti.

Ciao, fratellini

  
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