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Autore: fireslight    29/08/2014    2 recensioni
In Tennessee c’è solo neve, neve a perdita d’occhio.
Avrete bisogno di un viaggio a Venezia, in Europa, lontano da casa, quando tutto questo sarà finito.
[..]
«Avevo dimenticato come fosse il tramonto a Venezia.»
«È meraviglioso, in effetti. Avevo ragiono o no, a decidere di portarti qui?»
«Tony!»
{Tony/Pepper♥}
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A nice sunset in Venice.
 
 
 
 
 
Un uomo famoso una volta disse: «Noi creiamo i nostri demoni.»
Chi l'ha detto? Che cosa voglia dire?
Non importa, io lo dico perché l'ha detto lui, perciò lui era famoso, e avendolo menzionato due uomini molto conosciuti, io non... ricominciamo.
 
 
 
 
 
In Tennessee c’è solo neve, neve a perdita d’occhio.
Cammini nella neve, avanzi nella neve, trascinando con te l’involucro di ciò che ti rende più forte, forse, ma non migliore.
L’aria che respiri è altrettanto gelida, fiocchi argentati si posano sul viso e si sciolgono velocemente, non dandoti neanche il tempo di ammirarli. Come potresti ammirarli, quando la sei lontano chilometri, così tanti, troppi chilometri dalla ragione per cui vivi?
C’è una cabina telefonica vecchia sul ciglio di un bar sperduto nel nulla.
Riesci a farla partire muovendo qualche filo qui e li, come fosse una piccola magia, in mezzo alla solitudine, in mezzo a così tanto bianco, troppa neve.
 
Pepper, sono io. Devo farmi perdonare molte cose e non ho tempo.
Perciò, innanzitutto, perdonami per averti messo in pericolo, sono stato un egoista e uno stupido e non accadrà più. Inoltre è Natale e il coniglietto è troppo grosso. Capito, scusa.
E devi anche perdonarmi perché non posso tornare a casa, devo trovare questo tipo.
Tu devi stare al sicuro, so solo questo. Ho appena rubato un poncho da un indiano di legno.
 
Certo, Tony, quante cose devi farti perdonare, ancora?, ti chiedi, fermo ad osservare la notte, coprendoti con quel poncho appena rubato ad un innocuo indiano di legno.
Ti manca come l’aria che respiri adesso, gelida, sperduto fra quella neve che non sopporti più, ripromettendoti che dannazione, dovesse cadere il mondo, avrete bisogno di un viaggio a Venezia, in Europa, lontano da casa, quando tutto questo sarà finito.
 
 
 
 
 
10880 Malibù Point, 90265,
 
Sei mesi dopo.
 
«Tony!»
La porta del laboratorio si apre con il solito scatto, ti volti, alzando gli occhi al cielo aspettando il momento in cui Pepper staccherà la musica, e infatti, i tuoi timori sono confermati.
«Perché devi sempre, necessariamente staccare la musica?»
Ti guarda seria, gli occhi vagamente accusatori. «Hai dimenticato di presenziare alla convention a Washington per gli accordi sui nuovi impianti in Sudafrica,» dice, il tono professionale e distaccato,
ma conosci bene cosa si nasconde dietro quel rimprovero, conosci davvero tutto di lei.
«Sono stato impegnato.» annuisci vagamente, concentrato nell’analizzare le funzioni di nuovi propulsori per Mark 42.
Se solo sapesse, pensi, non riuscendo a reprimere un sorriso.
«Sei impossibile, come pensi che possa mandare avanti la tua azienda, se non ho il minimo riscontro nella tua partecipazione ad eventi cui non puoi mancare! Tony, per favore, mi stai ascoltando?»
Certo che la stai ascoltando, anche se la tua mente è lontana anni luce dalle sue preoccupazioni.
«Ti ascolto, Pepper, davvero.» stacchi lo sguardo dagli schermi dei computer, voltandoti verso di lei, osservandone ogni dettaglio, come sempre.
I capelli biondi legati in uno chignon di fortuna, i lineamenti vagamente contratti, − troppo stressata, il viaggio sarà una buona idea − splendida in un tailleur color crema.
Le prendi la cartellina dalle mani, gettandola su una delle scrivanie, noncurante; le sue mani sono calde, sottili, − così piccole, delicate in confronto alle tue −.
«Devi rilassarti, okay?»
«Io sono rilassata.»
«No. Non lo sei. Hai la mascella contratta.»
«Io non.. Come fai a dire che ho la mascella contratta? Smettila, immediatamente.»
«Ascoltami, solo per un istante. Poi potrai tranquillamente tornare a sgridarmi perché il tubetto del dentifricio è rovinato al centro, d’accordo?»
Pepper sembra rilassarsi, sorride appena, poggiando il capo sul tuo petto, dove sai che trova − bugiardo, sei tu quello a provare.. − conforto.
Circondandola con le braccia, il mento sui capelli che profumano di miele, non puoi non pensare al fatto che sia minuscola, in confronto a te. Pensi al fatto che è e sarà sempre migliore di te, che è l’unica a capirti davvero, e va bene così, è tutto ciò che desideri, − tutto ciò che sei in dovere di proteggere −.
«So che avrei dovuto essere a Washington, ma..»
«.. la convention è cominciata quattro ore fa, Tony.»
«.. sono stato davvero impegnato, capiscimi.»
Lei alza lo sguardo, i suoi occhi azzurri capaci di sondarti l’anima.
«Cosa stai progettando?» Pepper inclina il capo, come quando ti chiede qualcosa di cui sei orgoglioso di parlare ma non vuoi farlo, perché vuoi prima finirlo, così da sorprenderla di più.
«Niente di che, per adesso.» distogli lo sguardo, sorridendo, e mostrandole la mappa illuminata di un globo terrestre sulla parete destra dell’enorme laboratorio.
«Però, progetto un viaggio di cinque settimane in giro per il mondo, non è fantastico?»
Pepper alza gli occhi al cielo, reprimendo un sorriso. «Tra cinque giorni c’è la riunione del Consiglio di Amministrazione, la prossima settimana il Senato attende due relazioni sul tuo operato a New York e..»
«Jarvis?»
«Si, signore?»
«Cancella gli appuntamenti della signorina Potts per le prossime cinque settimane.»
«Antony Edward Stark, non stai dicendo sul serio.»
«Oh, certo che dico sul serio. Europa, si, Venezia, Firenze, Roma.»
«Tony, non posso prendermi cinque, dico cinque settimane adesso
«Perché no, hai bisogno di una vacanza, abbiamo bisogno di una vacanza.»
Tony la osserva, cercando di farle comprendere quanto abbia bisogno di staccare la spina, di stare con lei giorno e notte, di passeggiare in gondola per il Canal Grande.
«Per favore, Pepper. Ne abbiamo bisogno, davvero.»
Lei ti fissa a lungo, prima di sospirare, sorride, infine.
«Ed Europa sia.» mormora, abbracciandolo, mentre Tony nasconde il viso nell’incavo del collo di lei, ispirandone il profumo.
 
 
Il jet è fermo sulla pista d’atterraggio, in ritardo sulla tabella di marcia di mezz’ora.
Pepper spera di non dover aspettare due ore, − come l’ultima volta − mentre Tony fa la sua entrata in scena si un’Audi candida come neve.
«Ti ho aspettato per mezz’ora, cominciavo a credere che te ne fossi dimenticato.» dice, il tono di rimprovero da utilizzare con un bambino piccolo alle prese con troppi compiti da svolgere.
«Bene, e adesso io aspetto te.» risponde, un sorriso a trentadue denti dopo aver salito la scaletta di corsa.
 
 
«Avevo dimenticato come fosse il tramonto a Venezia.»
«Si, è.. » fatica a trovare le parole, dopo molto tempo «Meraviglioso. Avevo ragione o non avevo ragione?»
 Tony la guarda al di sopra degli occhiali da sole, un sorrisetto insolente sul viso.
«Non convincermi di avere ragione.»
«Ma io ho ragione, Pepper. Dimentichi questo.»
Pepper sorride, poggiandosi al suo petto, le braccia di Tony che le stringono dolcemente la vita, una carezza che per troppo tempo era stata rimandata.
«Quanti giorni mancano?»
Tony osserva per qualche istante l’orologio militare, poi scuote il capo. «Trenta giorni, abbiamo tempo.»
Lei sorride, lasciandosi cullare dalle onde del Canal Grande al tramonto,  felice di essersi lasciata ogni cosa − incubi, notti insonni, New York stessa − alle spalle.
Il presente è ciò che conta, ciò che vive, il presente è la persona, − miliardario, genio, playboy, filantropo − con cui passare cinque settimane in giro per l’Europa, e tanto basta.
 
 

 
 
 
 
 
 Note dell'autrice.
Saaalve, ecco il mio debutto il ques'altro fandom, (che dico, ci sono già dentro fino al collo) e niente, che dire, Pepper e Tony ispirano come poche cose. Il primo pezzo, ambientato durante Iron Man 3, non so fino e che punto potrebbe andare ma okay, volevo far capire quanto a lui mancasse lei e quindi, si, il viaggio a Venezia l'avrei voluto anche in Iron Man 2, ma non c'è stato e quindi, o deciso di scriverci un po' sù. La scenetta in laboratorio, mh, *musichetta inquietante di sottofondo* è stata divertente da scrivere, ecco tutto.
Bene, ringrazio chi è arrivato sin qui sotto, (veri intrepidi, argh) e spero di ricevere qualche recensione.
That's all, passo e chiudo, alla prossima,
fireslight.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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