Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: M_Cullen    29/08/2014    1 recensioni
[Gotzeus]
Un omaggio dedicato a due eccezionali giocatori della Nazionale di Calcio Tedesca: Marco Reus e Mario Götze.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell’autrice: Premetto che i personaggi di questa storia non mi appartengono, perché sono reali. (Marco Reus e Mario Götze, entrambi giocatori della Nazionale di Calcio Tedesca)
 

-



1110


 
 
"Attenzione... ecco che arriva il fischio... il tiro... PALLONE DENTRO!!! Mario Götze!!! 3 a 0 per il Dortmund!!!"

La voce acuta dello speaker venne improvvisamente interrotta dal pulsante di REWIND sul telecomando.
Mario conosceva ormai quella partita a memoria ed in particolare la scena che seguiva subito dopo il suo gol. L'aveva rivista un centinaio di volte e non era mai stanco di farlo. Non avrebbe mai dimenticato quel momento, il calore del corpo del suo compagno di squadra sul suo. Marco Reus lo aveva toccato una miriade di volte, ma mai come in quella occasione. Il suo eccessivo gesto di affetto lo aveva davvero mandato in crisi. Ricordava perfettamente l'odore dell'erba fresca contro il suo viso, in contrasto con quel respiro caldo sulla nuca che era riuscito a provocargli degli strani brividi alla schiena.
Aveva battuto quel calcio di punizione con una tale concentrazione, che se solo avesse saputo cosa gli sarebbe capitato dopo, non avrebbe di certo segnato.
Posò la birra sul tavolino accanto al sofà ed emettendo un sonoro sospiro premette il tasto rosso di spegnimento.
Affondò maggiormente nel divano in pelle, passandosi stancamente una mano tra i capelli. Erano trascorse ormai settimane da quel giorno, ma non aveva passato una singola notte senza pensare al suo compagno di squadra.
Non aveva mai provato un emozione simile prima d'allora, e non si era mai sentito così confuso ed invaghito allo stesso tempo. Era una sensazione del tutto nuova ma incredibilmente piacevole. Ogni qual volta che gli tornava in mente il viso di Marco, il suo sorriso, il suo sguardo, si sentiva esplodere dentro.
Si nascose il viso tra le mani, sicuro che fosse diventato paonazzo. Non avrebbe mai immaginato di poter provare qualcosa di così forte nei suoi confronti, oltre la solida amicizia che li legava ormai da tempo.
Probabilmente il gesto di Reus non significava nulla e le sue erano solo fantasie. Si sentiva uno sciocco a poter pensare di piacergli, eppure adesso si ritrovava completamente innamorato di lui e si sentiva uno sciocco anche per averlo capito così tardi.
La mente di Mario era un caos totale. Con le dita della mano destra tamburellava, sovrappensiero, con lo sguardo perso in un punto non ben definito di fronte a lui.
Si diede un’altra occhiata intorno, quando inaspettatamente, colto da un pensiero improvviso, si alzò di scatto e corse verso la giacca poggiata disordinatamente sul divano. Si diresse rapidamente verso l’ingresso ed uscì di fretta, come non aveva mai fatto in vita sua.
L’auto sembrava attenderlo lì, davanti all’entrata e lui mise in moto senza nemmeno allacciare la cintura di sicurezza.
Sembrava determinato, deciso come non mai, eppure tremava e poteva vederlo dalle sue mani, che non riuscivano a stare ferme nemmeno per un secondo.
Non gli era mai capitato di sentirsi così emozionato. Lui e Marco si vedevano quasi sempre, si allenavano insieme… in pratica, li divideva solo la notte, e a volte nemmeno quella.
Si morse il labbro fino a farlo sanguinare, travolto da un’ondata di nervosismo. Aveva il timore di rovinare tutto quello che vi era stato fra loro, ma non poteva non ascoltare il suo cuore.
Strinse saldamente lo sterzo ed innestò la marcia successiva.
In pochi minuti arrivò a destinazione. Mario fece un profondo respiro e provò con tutte le sue forze a mantenere la calma, con scarsi risultati. Aveva il cuore in gola e le mani tremavano ancor più di prima.
Non trascorsero più di cinque secondi tra il suono del campanello e l’apertura della porta, che mostrò una figura che Mario non avrebbe mai dimenticato per il resto della sua vita.
Marco Reus si arrestò sorpreso sull’uscio, una mano tra i capelli e l’altra a reggere il portone. Aveva indosso solamente un asciugamano legato in vita, che gli ricopriva a malapena i fianchi.

“Ehi Mario!”

La voce del suo compagno lo distrasse, riportandolo alla realtà. Aveva discostato lo sguardo da quello che era il suo fisico perfetto, ancora leggermente bagnato, e adesso lo guardava dritto negli occhi, in pieno imbarazzo. Ma il sorriso di Marco lo mise immediatamente a proprio agio.

“Che ci fai ancora lì? Entra…”

Mario non sapeva cosa dire, né addirittura se parlare o meno. Si limitò a sorridere e, come era solito fare ogni volta che andava a trovarlo, si sedette sul divano del salone d’ingresso. Ma al contrario della altre volte, non riusciva a rilassarsi… sentiva il sangue ribollire dentro, il battito rimbombare sotto ogni centimetro della sua pelle.
Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, dal quel corpo divino, da quei capelli che gocciolavano lungo il suo petto, fino a scomparire nell’orlo della tovaglia. Non poteva credere di avere davanti il suo migliore amico, coperto solo da quella benedetta asciugamano, sotto la quale era praticamente nudo. Sarebbe rimasto lì per sempre, a contemplarlo nella sua bellezza, centimetro per centimetro.
Lo osservava mentre beveva un sorso dalla lattina di birra, la sua gola deglutire con lentezza, il pomo d’Adamo muoversi in un gesto sinuoso e naturale.

“Vado a prendertene una…” disse completamente a suo agio, non appena smise di bere.

“Aspetta.”

Mario si alzò di colpo dal divano e grandi passi lo raggiunse. Non sapeva nemmeno perché lo aveva fatto, né tanto meno dove aveva trovato il coraggio di compiere una simile azione.
Il più grande sembrava sorpreso, ma non si mosse di un millimetro. Attendeva pazientemente che l’amico completasse il suo gesto.
Il moro alzò un braccio tremante all’altezza del viso di Marco. Si sentiva a disagio, aveva paura di una reazione negativa da parte sua, ma contrariamente a quanto aveva pensato, ciò che ne seguì fu per lui alquanto piacevole. Marco gli aveva afferrato la mano, guidandola adagio verso la sua guancia.
Mario non poteva credere a ciò che era appena accaduto e se non fosse stato per il battito del suo cuore, che sembrava uscirgli fuori dal petto, sarebbe stato certo che stesse sognando.
Emise un sospiro di sollievo nel vedere il sorriso sulle labbra di lui. Poteva sentire il calore della sua pelle sotto il palmo della mano, poteva inspirare il suo profumo, sentire il suo respiro, proprio come quella volta sull’erba. Adesso li dividevano solamente pochi centimetri.
Lentamente, fece scorrere le dita verso la gola, sulla clavicola, fino a scendere lungo il torace, come a gustarne ogni misura.
Marco socchiuse le labbra, senza mai staccare gli occhi dai suoi. Attraverso il tatto, il più giovane poteva sentirne i brividi che rapidi scorrevano lungo ogni fibra del suo corpo, fino a farlo tremare. La sua pelle nuda fremeva sotto le dita dell’altro, il petto si alzava ed abbassava ad un ritmo irregolare.
Mario poggiò le labbra sul suo collo, leccando le piccole gocce che colavano dai capelli. Assaporava il suo fresco profumo, il dolce sapore della sua pelle. Avvertiva il calore del suo corpo contro il proprio. Marco ansimò, infilando le dita fra i morbidi capelli del più giovane, attirandolo a sé per far combaciare le labbra alle proprie in un incastro così perfetto che gli fece perdere un battito. Il suo sapore stordiva Mario, lo mandava in un altro mondo, ma soprattutto, gli dava una chiara conferma di quanto fosse innamorato di colui che per molto tempo aveva considerato solamente un amico. E adesso ne era pentito. Pentito di non averlo capito prima.
Ora era tutto chiaro… gli sguardi, gli abbracci, i sorrisi, le chiamate alle tre di notte. Marco provava lo stesso nei suoi confronti e non vi era sensazione più bella dell’essere ricambiato. Avrebbe voluto chiedergli perdono per essere stato cieco, per non aver visto l’evidenza, ma era troppo impegnato a baciarlo e non aveva nessuna intenzione di interrompere quel momento.
Il biondo insinuò delicatamente le mani sotto la sua maglietta, sfiorandogli la schiena con le dita, sentendo ogni singolo fremito sotto i polpastrelli. Ogni suo lembo di pelle gridava di essere toccata, lasciata libera da qualsiasi genere di tessuto, e Marco esaudì la sua richiesta, godendo della visione che gli offriva il suo corpo nudo.
Gemette nella sua bocca, quando l’indice del moro continuò a scendergli sul ventre, tracciando una linea sottile appena sotto l’ombelico. Poi le sue mani gli carezzarono la vita, scesero verso l’orlo dell’asciugamano che gli scivolò lungo i fianchi.
Le labbra di Marco si distesero in un sorriso seducente, molto, molto peccaminoso e Mario non poté fare altro che baciarle ancora una volta, con una tale passione da mancare il fiato e a quel punto, mantenere la calma fu praticamente impossibile. Il cuore martellava impaziente, le mani tremavano, ogni voglia sembrava esplodere.
Un bacio come quello era il preludio di una lunga notte d’amore.
 
-
 
La mattina seguente Mario si risvegliò tra le braccia del suo amante. Si sentiva l’uomo più felice dell’universo e stentava a credere che tutto ciò potesse essere vero.  Eppure era lì, nella sua camera da letto, ancora impregnata dall’odore dell’amore.
Marco lo teneva stretto, come se temesse che potesse scomparire da un momento all’altro, cosa che per Mario era talmente assurda da non poter trattenere un risolino.

Ti amo da sempre…” gli sussurrò all’orecchio, con le palpebre ancora chiuse ed il sorriso sulle labbra.

A quelle magiche parole, Mario ebbe un sussulto. “Ti amo anch’io…” rispose, ripassando con la punta delle dita il contorno del tatuaggio lungo il suo braccio. Poi alzò lo sguardo, notando qualcosa che non aveva mai notato in precedenza, ed in quel momento si sentì esplodere dentro. Appesa alla parete, accanto alla maglia gialla della sua divisa, ve ne era un’altra identica che, letta consecutivamente, formava il numero: 1110.

 


 
 
                                                   Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: M_Cullen