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Autore: BlackPaperMoon    30/08/2014    3 recensioni
-Collegata a esperimento K6-12. Leggerissimo accenno SoMa.-
In seguito alla sconfitta del Kishin, Maka Albarn pensa finalmente di poter tirare un sospiro di sollievo e godersi il meritato periodo di pace e prosperità che attende Death City. La ragazza non sa che non ha nemmeno il tempo di socchiudere gli occhi e prendere sonno, che quella stessa notte qualcosa già ricomincia a muoversi.
Perché la follia, è ovunque.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maka Albarn
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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❝I’m Falling Down Into My Shadow❞
 

Sto cadendo nella mia ombra. 

Precipito, inerme, senza il minimo freno. Quasi come se qualcosa mi avesse afferrato per le caviglie e mi tenesse saldamente, tirandomi verso il basso.

E' una discesa senza fine.

Un viaggio senza una meta che non ho scelto di intraprendere.

Una costrizione dovuta ai meandri più nascosti del subconscio.

E' la mia mente a giocare con me o sono io a giocare con la mia mente?

E' la mia immaginazione a volare, o sono io che le permetto di farlo?

Non vi è uno spiraglio di luce, vuoto nero pesto e cupo.

Precipito. Solo questo. Precipito.

Non vi è tatto, non vi è udito, non vi è olfatto, non vi è vista, non vi è gusto.

Solo il vuoto più totale e puro. 

L'oscurità mi avvolge. Mi sbrana. E' come essere rinchiusa fra quattro mura, in una stanza completamente spoglia.

Anche peggio, poiché avverto la terra mancarmi sotto i piedi.

Laddove un posto per tenere i piedi ben saldi a terra mai ha iniziato ad esistere.

Mi sento quasi persa, in tutto questo niente. 

Realtà o fantasia?

Verità o finzione?

Dove sono, tutto ciò sta accadendo veramente?

Perché mi trovo immersa nel buio più totale?

 

❝See you in your dreams Yeah Baby❞

-Anche se saranno incubi.-

 

L'oscurità mi avvolge. Mi sbrana, mi divora. Mi spoglia delle mie mura impregnate di diffidenza. Sono nuda dinnanzi alle tenebre. 

Per loro, io non ho segreti.

Una luce cremisi si accende improvvisamente, e i miei occhi tornano a vedere.

Buffa coincidenza, che colei che rischiara l'oscurità e la mente abbia il medesimo colore degli occhi di chi mi affianca?

D'improvviso, avverto un rumore.

Sgorgare di acqua cristallina, costringe il mio capo a chinarsi.

Sotto di me, una pozza d'acqua.

Non mi circonda nient'altro che il nulla, o poco più.

E mentre petali violacei profumano l'aria, sfiorandomi la pelle col loro tocco delicato, mi domando se tutto questo sia stato creato per arrecarmi timore o turbamento.

Io impassibile, fisso la scena.

Lascio che le cose avvengano.

Mi lascio cadere. 

Non cambia niente.

Volente o nolente, succederebbe comunque. 

Non ho potere sul mio stesso subconscio, sempre che tutto questo sia opera sua. 

Sempre che tutto questo non sia un sogno.

Ma vi è un'entità superiore dietro queste stranezze.

E io la sento, vibra nell'aria.

Questo niente non è il semplice niente. Non è qualcosa di sconosciuto che incute timore agli ignoranti. Non è il non comprendere cosa avviene intorno a te. Non sono le tenebre, il buio, la perdita dei cinque sensi o della ragione. Non è non provare più emozioni. Non è l'inconsapevolezza.

Non è quel niente che sazia, perché non è un niente totale.

Non è quel niente totale, perché qui vi è qualcosa che striscia.

Qualcosa si muove.

Mi trascina giù, negli abissi profondi. 

Mi costringe a precipitare nella pozza d'acqua cristallina.

Avverto la stoffa dei vestiti stringersi intorno al mio esile corpo. 

Espiro la poca aria reduce nei miei polmoni.

Permetto al mio corpo di precipitare più in fretta.

Se devo morire, voglio sia per mano mia. Voglio sia una cosa voluta prima di tutto da me stessa. 

E magari questo è l'unico modo per cessare questo incubo.

Sempre che lo sia. Sempre che non si tratti della cruda realtà. 

Se morissi, mancherei a qualcuno?

Se ne accorgerebbe qualcuno?

Se io morissi, le mie colpe sarebbero espiate?

Se io cessassi di vivere, i miei complessi inferiori verrebbero messi a tacere?

Tutto ciò mi porta a pensare che se il mio cuore si fermasse sarebbe meglio per tutti. 

 

❝Non volevo credere in nessuno, c'è stato un tempo in cui ero misero.
Anche così però, le tue parole risuonavano sempre nel mio cuore.❞

 

Il mio cinismo, la mia irruenza, la sfacciataggine, l'irascibilità, l'impulsività.

Saranno tutte punite, stanotte. 
Perdonami, Soul. Non sono stata abbastanza forte per proteggerti. La verità è che non lo sarei diventata nemmeno se mi ci fossi impegnata anima e corpo per lungo tempo.

Sono debole, /troppo/. 

Al punto che mi rifiuto di oppormi al destino or ché ha deciso di punirmi.

Non sono mai stata all'altezza del mio compito. La partner giusta per affiancarti, non è in me che dovevi cercare.

Perdonami, Crona. Avrei voluto esserti accanto quanto bastava per ridarti quel briciolo di felicità che ti è stata ingiustamente negata. Volevo essere la luce nelle tue tenebre, e ora sono io ad essere ingoiata dall'oscurità.

Papà, ti perdono. Ti ho perdonata già da tantissimo tempo. Ti voglio ancora bene, mi manchi. Mi manca il nostro rapporto, mi mancano quelli che eravamo. Ma sono troppo orgogliosa e rancorosa per ammettertelo.

Lo spirito è pronto, ma la carne è debole.

Io sono debole.

E così, è questo il potere delle acque maledette? 
Quando ti ci immergi, le frustrazioni vengono a galla.

E' un macabro mare di pensieri funesti, malinconici, introspettivi. 
E' un mare di rimorsi e sensi di colpa. 

Mai all'altezza. Mai una volta. Mai una mera soddisfazione.

Sempre quel sapore amaro di inconclusione che scende per la gola.

Che mi succede? Perché le note di questo pianoforte stanno suonando?

Dissonanti, stonate. Sembra che sia io stessa a pigiare i tasti.

Confuse, effimere. E' una melodia folle.

D'improvviso, comprendo. Come rinata, comincio a tentare di risalire in superficie.

 

❝La dolce marmellata rossa che è caduta sulla carta ha attivato l'incantesimo.
Il tuo destino, se lo desideri, non importa cosa accada, potrai afferrarlo con queste mani.❞

 

Cieca, stupida. Come ho potuto non comprenderlo immediatamente.

Ogni angolo di questo posto, sgorga di follia. 

E' un vano tentativo di provare a contaminarmi. E io lo stavo permettendo.

Più cerco di risalire, più la superficie pare sempre più lontana.

Affondo, inerme, ormai è tardi per tornare a galla.

Ormai è tardi per salvare le mie membra.

Maka Albarn giacerà su questo fondale.

Il suo corpo si decomporrà qua sotto.

Ma la follia, no, non le torcerà un capello.

Semplicemente perché non può farlo, non è in suo potere. Qualcosa, dentro di me, glielo vieta, impedisce.

L'onda anti-demone fa il suo dovere, nonostante, impellente, continui a tentare. 

Le pareti che ho costruito per conservare la mia integrità, non sarà in questo modo che verranno spazzate via. 
Ho ritrovato me stessa. La mia caparbietà, la mia testardaggine. Genuine, cominciano a inondare le cellule del mio corpo.

E' giunto il momento di afferrare il destino con le mie mani,

E' giunto il momento di porre la parola "fine".

E' giunto il momento di impedire ai sensi di colpa di cibarsi di me, 

E cominciare a sfamarmi io, dei miei sensi di colpa.

Distruggendoli.

 

❝Non essere confuso,
non lasciare che nessuno lo distrugga.❞

 

Come remi, i miei arti remano contro la corrente,

Contro queste ondate di follia.

Sono più forte io.

Impedirò a me stessa di errare nuovamente e di permettere alle mie frustrazioni di decidere per me.

Mi spingono verso il basso, ma io non mi arrendo.

La mia anima vibra, perché questo pianoforte suona.

E' l'unica cosa capace di farmi tremare.

Ti sento, sei con me anche quando non ci sei.

Sei un pezzo di me, ormai.

Per quanto l'abbia impedito, siamo una cosa sola.

Tu e solo tu puoi distruggere i miei muri

Ed è solo a te che lo permetto.

Ti sento, sento la tua voce rimbombarmi in testa

Nonostante questo urlo agghiacciante carico di repressione stia tentando di zittirti.

Ti sento talmente forte che se ti immaginassi qui, potrei toccarti.

Forse è vero che l'unico in grado di smuovere il mio animo

Sei proprio tu. 

La superficie ora non mi sembra così lontana.

Lamenti funesti, gridi disperati, anime tormentate vorrebbero impedirmi di raggiungerti.

Ma se lotto, io lo faccio per te.

Io vivo solo per questo.

Perché di me, infondo, non importa poi granché.

 

❝Se mi chiamerai io ti troverò, mia cara.
Non importa dove tu sia
Io ti libererò dalla tua maledizione.

Non sei sola,
Quando ti perdi io sono qui
Nella tua anima
Perché finalmente credi in me!❞

 

Mi ciberei, della tua voce così profonda e cristallina.

Mi ciberei delle tue parole, capaci di provocare imminenti tempeste dentro di me, ma capaci anche di bloccarle.

Mi ciberei di quei momenti in cui le nostre mani si sfiorano, volente o nolente.

Perché mi rendo conto che se sono viva oggi, è solo per questo.

La tua voce mi chiama, chiama il mio nome.

In mezzo a tutta questa follia, tu sei il mio spiraglio di luce.

Tu e solo tu hai il permesso di salvarmi.

Tu e solo tu hai il permesso di tenermi in vita.

Tu e solo tu riesci a uccidermi con una semplice parola, e poi a farmi rinascere.

La vedo oltre lo specchio dell'acqua, la tua mano si tende verso di me. Mi recupera.

L'afferro decisa, vengo inondata dal suo tepore.

E senza che nemmeno me ne renda conto, il calore del tuo copro mi avvolge.

E' come se le mie membra non fossero mai state profanate dal liquido cristallino.

 

❝Quando perdi di vista i tuoi sogni e ti senti confusa,
Ti prego, innalza il tuo cuore.❞

 

Le mie palpebre si dischiudono e il mio busto s'innalza involontariamente verso l'alto.

E' come se fossi sempre stata nel mio letto. 

Ansimo, tremo, sono in un mare di sudore.

Eppure tu sei al mio fianco, e la tua vista mi rincuora.

Mi tieni le mani e continui a chiamare il mio nome.

Mi inciti a calmarmi, ma come puoi domare la tempesta che è in me se mi stai così vicino e peggiori le cose?

Un fulmine solca il cielo, e il simbolo della follia compare improvvisamente sul tuo volto.

Sussulto, caccio un urlo secco, lascio andare le tue mani, spaventata da quella visuale.

Ma era solo frutto del mio turbamento, perché tu ora ridi e mi prendi in giro.

E' un clichè continuo.

Eppure io... Ho visto qualcosa. Qualcosa stanotte si è mosso davvero. 

Non era tutto frutto di un effimero incubo, non era affatto solo un mondo onirico.

Non era frutto del mio subconscio malato, no.

Qualcuno, stanotte, ha tentato di contaminarmi.

Qualcuno, stanotte, ha usato la mia mente per intrappolarmi.

Qualcuno, stanotte, voleva portarsi via la mia sanità mentale.

E cosa più imperdonabile, io lo stavo permettendo. 

Sbatto un pugno con forza e vigore sulle lenzuola.

La follia si muove ancora, nonostante i miei sforzi.

Si muoverà per sempre, e mi cercherà ancora.

Ma ora che mi stringi a te, per cercare di calmarmi, 

Ogni pensamento si affievolisce e abbandona le mie membra.

  
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