Film > L'attimo fuggente
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Autore: lapoetastra    30/08/2014    3 recensioni
Era passato un anno dalla morte di Neil.
Era di nuovo il compleanno di Todd.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neil Perry, Nuovo personaggio, Todd Anderson
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a Marty060201, che è unica :)


La sera del suo diciassettesimo compleanno, Todd si trovava sul tetto della Welton, con in mano un servizio da scrittoio, lo stesso regalo che riceveva ogni anno da parte dei genitori.

Era lì che aveva conosciuto il suo migliore amico, Neil Perry.

E’ aerodinamico”, aveva detto Neil, facendo volare il servizio nel giardino sottostante.

Todd, osservando le penne, le matite e le gomme sparse sul terreno, aveva riso, divertito e felice.

Pochi giorni dopo, Neil era morto.

Si era ucciso perché il padre non gli aveva permesso di continuare a inseguire il suo più grande sogno: diventare attore.



Era passato un anno da quel triste momento.

Era la sera del diciottesimo compleanno di Todd.



Todd sedeva sul tetto della sua scuola, la Welton Accademy.

Vicino a lui, aperto, c’era un nuovo servizio da scrittoio.

Aveva sempre odiato quel regalo, sempre lo stesso che i genitori gli facevano da quando aveva 10 anni.

Ma quest’anno aveva una ragione in più per detestarlo.

Gli ricordava in modo terribilmente doloroso il suo migliore amico, Neil Perry.

Riusciva quasi a sentire la sua risata, la sua voce dolce ma decisa, i suoi capelli spettinati…

Ma Neil non c’era più.

L’unica persona che, per la prima volta della sua vita, gli aveva fatto amare il giorno del suo compleanno, era ora persa per sempre.

Tutto per colpa di quello stupido del padre, talmente caparbio e testardo che non aveva lasciato al figlio nessuna scelta se non quella di smettere di inseguire il suo più grande ed intimo sogno, costringendolo a compiere l’unica cosa che lo avrebbe reso libero per sempre.

Da allora Todd non aveva mai smesso di pensare all'amico.

Gli mancava tutto di lui: la sua intelligenza, la sua sottile ironia, il suo modo di battibeccare con Charlie Dalton, il suo modo di recitare le poesie…

La setta dei poeti estinti si era sciolta dopo la sua morte.

Neil era un capo per loro, un capitano, e si sa che senza capitano la barca affonda…

Eppure c’erano dei momenti in cui a Todd sembrava davvero di avere di nuovo il suo migliore amico davanti, come un tempo.

Neil aveva infatti un fratello minore.

Nessuno di loro lo sapeva, neppure Steven Miks, di solito sempre così informato su tutti e tutto.

Un giorno, circa un mese dopo l’inizio del nuovo anno scolastico, Todd aveva visto un ragazzo studiare sotto un albero, nel grande giardino della scuola.

All’inizio non era riuscito a credere ai suoi occhi. Aveva pensato che il dolore e la tristezza gli avessero giocato un brutto scherzo. Quel giovane era infatti uguale in tutto e per tutto a Neil. Stesso fisico atletico ma molto magro, stessi occhi castani da cerbiatto, stessi riccioli scuri. Persino il modo di tenere il libro era identico. Todd si era avvicinato e quando l’altro aveva visto l’insistenza con cui lo guardava, si era tirato improvvisamente su a sedere e si era presentato: John Perry, era questo il suo nome.

Assomigliava così tanto a Neil perché era suo fratello minore, entrato a Welton quello stesso anno.

Todd era rimasto spiazzato: aveva sempre creduto che il suo migliore amico fosse figlio unico.

Da quel giorno, a causa degli impegni scolastici costanti e faticosi, i due giovani non avevano più trovato occasione di chiacchierare. Todd però cercava spesso John con gli occhi. E quando lo vedeva, non riusciva a fare altro che paragonarlo a Neil nella camminata, nel modo di tenere le posate, di gesticolare. Avrebbe voluto tanto conoscerlo, per sapere se aveva anche il suo stesso carattere, simpatico ed intelligente.

Ma non ne aveva mai avuto l’occasione.



Ora, seduto sul tetto, Todd contemplava il vasto panorama che gli si presentava da quella altezza, godendosi l’aria autunnale tra i capelli.

Aveva gli occhi chiusi, serrati, perché sapeva che se avesse guardato il servizio da scrittoio si sarebbe messo a piangere, a singhiozzare come faceva quasi ogni notte nel buio della propria stanza, sotto le coperte.

Ad un certo punto udì dei passi dietro di sé.

Si sentì infastidito, avrebbe voluto rimanere da solo, almeno quella sera, con i suoi ricordi ed il suo dolore.

< Ehi… sei Todd Anderson vero? Che ci fai qui tutto solo e a quest’ora? E con un servizio di scrittoio aperto vicino a te? >

Todd aveva già capito chi aveva parlato, senza neanche bisogno di girarsi.

John Perry venne a sedersi di fianco a lui, aspettando una risposta.

< Io… è il mio compleanno, e quello è il regalo dei miei genitori >, disse Todd, provando una fitta al cuore. Erano le stesse parole che aveva detto a Neil esattamente un anno prima.

< Il tuo compleanno? Oh, tanti auguri! >, rispose John con voce allegra. < Caspita, è proprio un bel regalo, posso vederlo? >, chiese e, senza aspettare, prese in mano il servizio da scrittoio.

Il giovane si alzò in piedi per valutarlo meglio.

Todd fece finta di niente, cercando di non guardarlo.

La somiglianza era troppo dolorosa, e i ricordi sempre pronti a riaffiorare.

Ad un certo punto, John scivolò.

Il tetto era vecchio e le tegole lisce.

Todd si alzò immediatamente per cercare di afferrarlo e gli tese un braccio.

John, per afferrarlo ed evitare di sfracellarsi al suolo, lasciò andare il servizio da scrittoio, che prese il volo e, tra carte sparse ovunque nell’aria notturna, finì nel giardino sottostante.

Per alcuni momenti nessuno dei due parlò.

Poi, John, ancora con il fiatone per lo spavento, guardò Todd con occhi colpevoli ed un’espressione di scusa sul giovane volto.

< Però… è aerodinamico! >, disse, sperando che l’altro non si arrabbiasse.

Todd lo guardò fisso per un momento, un momento che a John sembrò non finire mai.

Poi, osservando le matite, le penne e le gomme sparse al suolo, iniziò a ridere, una risata felice e liberatoria.

John per un attimo rimase sbigottito da questa sua strana reazione, poi si unì a lui, e risero insieme, ad una sola voce, come avevano fatto tante volte, tanto tempo prima, Todd e Neil.





Nota dell'autrice: Dedico questa mia storia a Marty060201, dato che so che Neil è il suo personaggio preferito de "L'attimo fuggente" e lei è sempre la prima a recensire le mie fic.

Grazie Marty, davvero, non so come farei senza di te. Sei fantastica sia come scrittrice/autrice sia come persona. <3
   
 
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