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Autore: SinisterKid    31/08/2014    1 recensioni
Clint, la gioia non l’ha mai rifiutata, mai, per nessuna ragione al mondo l’avrebbe fatto. Ma avendo paura, il più innocente e buono dei bambini aveva dato carta bianca al dolore che, da instancabile servitore del genere umano qual è, non perse tempo a fargli perdere la mente e a riportarlo alla sua mediocre e grigia esistenza.
E fu così che Phil – la felicità, la gioia, la speranza, l’amore che esigeva di essere sentito, vissuto, amato – venne portato via.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pain demands to be felt

“Il dolore esige di essere sentito”.
Che affermazione banale, come se nella vita questo non fosse già piuttosto esplicito, come se nella vita altre cose esigessero mai di essere sentite all’infuori del dolore, pensa Clint. In quale occasione la felicità ha mai preteso di essere sentita, vissuta nella carne e nello spirito? Quando, quando tale miracolo sarebbe mai accaduto? Quando, in quale preciso istante, momento, minuto, secondo, la felicità ha preteso di scacciare via il dolore e prenderne prepotentemente il posto, quando? Quando il Vecchio picchiava ripetutamente la sua rosea e delicata pelle e vi spargeva lividi, dove era quella celeberrima felicità, speranza, pace, come diavolo volete chiamarla, che avrebbe dovuto succedere al trono detenuto dalla disperazione e della violenza? C’era solo dolore in quei frangenti, un dolore così vivido e impossibile da dimenticare, un dolore che non faceva sconti. Ed eccome se esigeva di essere sentito, Dio. Strillava, strepitava: un tiranno che non lasciava scampo e saturava di rabbia e vendetta anche il più innocente e buono dei bambini. E Clint, così esile, così candido, ma anche tanto così coraggioso, eccome se lo era, il più innocente e buono dei bambini. Con o senza quella gioia, malgrado tutto.
“Il dolore esige di essere sentito”.
Quando il Vecchio e la mamma furono portati via, come non poteva essere sentito il dolore? Quando nel cuore si apre una voragine e l’anima viene definitivamente avvelenata da quella vecchia e perpetua saturazione di insoddisfazione e rancore nei confronti della vita, il dolore addirittura si moltiplica e assume diverse forme, come se una non fosse abbastanza. E così anche quando si pensa di non sentirlo, lui è sempre lì, dietro l’angolo, in agguato. Un abile cecchino addestrato da millenni e con una carriera esemplare: quando mai fallisce, il dolore? Dannatamente abile, è infallibile. E quante volte pensa che sia divertente prendersi beffa del malato, il dolore. A volte sparisce, è vero, taglia i ponti per un po’, perché ammettere il contrario? Ma quando torna è anche peggio ed è come se non se ne fosse mai andato. Il dolore, in sintesi, è una costanza con la quale Clint ha imparato a sopravvivere a modo suo e della quale non gli piace parlare molto. Il dolore è la peggiore delle primedonne, adora avere il palcoscenico tutto per sé.
“Il dolore esige di essere sentito”.
Il dolore potrà anche essere una fottuta primadonna piena di capricci e vanità, ma gli esseri umani gli rendono il lavoro anche troppo semplice. Più avanti negli anni, a volte, non è il dolore che esige di essere sentito, ma piuttosto è l’uomo che, da completo idiota e masochista qual è, richiede la sua presenza. Quando le situazioni vanno troppo bene, quando tutto sembra troppo bello per essere vero, l’uomo non esita a desiderare la sua iniezione di dolore, un modo specifico, a suo parere, per restare con i piedi per terra e alleviare le sofferenze future. Gli esseri umani sono così sciocchi, per l’amor del cielo! Non abbandonarsi fino in fondo alla gioia per evitare di soffrire … e poi hanno il coraggio di lamentarsi, di dire che la felicità non esige di essere sentita quando loro stessi la respingono. Clint, la gioia non l’ha mai rifiutata, mai, per nessuna ragione al mondo l’avrebbe fatto. Ma avendo paura, il più innocente e buono dei bambini aveva dato carta bianca al dolore che, da instancabile servitore del genere umano qual è, non perse tempo a fargli perdere la mente e a riportarlo alla sua mediocre e grigia esistenza.
E fu così che Phil – la felicità, la gioia, la speranza, l’amore che esigeva di essere sentito, vissuto, amato – venne portato via.
“Il dolore esige di essere sentito”.
Quando l’unica cosa che conta nella propria vita, l’unico motivo per alzarsi dal letto, l’unico amore che si possa avere, è andata perduta, non c’è neanche bisogno di quell’affermazione. Cos’altro puoi provare al di fuori del dolore, di cos’altro possono essere composte le proprie ossa, di cos’altro può trasudare la carne? Lo spirito fatto a pezzi, il sangue che scorga come un fiume in piena, la felicità prima rifiutata adesso rimpianta.
Il dolore non perdona chi nel benessere continua a comportarsi da ingrato né lascia debitori: lascia solo un’infinita scia di relitti e lacrime acide dietro di sé, uno scenario bellico da riportare in vita, una terra arida da coltivare e uomini distrutti senza speranza. Da lontano, la felicità attende che il primo coraggioso uomo si faccia avanti e la raggiunga. Lei è sempre lì, non può muoversi, ma solo infondere speranza a modo suo.
E fu così che il più coraggioso dei bambini, a modo suo, pian piano e con tanta fatica, tentò di ricostruire il suo piccolo mondo fianco a fianco di tanti altri piccoli grandi amici.
E fu per questo enorme sforzo che Phil venne riportato indietro e il dolore abbattuto non una volta per tutte, ma almeno per questa occasione.
Mai farsi imbrogliare: la felicità non esige di essere sentita, no. Lei esige di essere meritata e aspettata, come un’imbarazzata ed eccitata signorinella al primo appuntamento. Esige di essere vissuta appieno con tutte le cellule e i neuroni del proprio corpo e soprattutto esige di essere amata perché, malgrado possa suonare banale, è la cosa più preziosa di tutte.
Adesso Clint lo sa e non ha più paura. Adesso Clint lo sa e non è più un bambino.
Adesso Clint lo sa ed è ancora più coraggioso.
Adesso Clint lo sa ed è pronto a passare il resto della propria esistenza con l’unica gioia, incanto e meraviglia della sua vita che valga la pena di essere meritata, aspettata, vissuta e amata senza freno: Phil Coulson.





Note: E'davvero divertente pensare a quando avevo il terrore di scrivere su Clint, sapete? Ero davvero e seriamente e terribilmente terrorizzata solo al pensiero di scrivere qualcosa che lo riguardasse! E invece adesso non perdo occasione per parlare di questo meraviglioso uomo. Non è la prima volta che racconto la storia di Clint e Phil in modo così particolare (faccio schifo, sono così banale e ripetitiva), ma in questa occasione mi sono focalizzata più su Clint, usando ciò che ho scoperto sul suo passato tramite i fumetti che ho letto quest’estate. Nel fumetto “Hawkeye” (che consiglio a tutti di leggere anche se non esiste la versione italiana), il Vecchio (ovvero il padre di Clint; nel fumetto Barney e Clint si riferiscono a lui come “old man”) è un uomo violento che non esita a picchiare il suo secondogenito e questo è un qualcosa che segnerà Clint a vita e perciò mi è sembrato doveroso citarlo qui, un’altra cosa che ho preso dai fumetti è la morte dei genitori di Clint. Il resto è tratto dalla pura immaginazione del nostro bellissimo fandom che shippa Clint Barton e Phil Coulson come se non ci fosse un domani e da ciò che accade in The Avengers e – è doveroso dirlo – anche in Agents of S.H.I.E.L.D, secondo la personalissima teoria che abbiamo io e la mia amatissima Gabriella (Clint Barton fa parte del cast, non credete chi vi dice il contrario! OCCHIO DI FALCO è SEMPRE PRESENTE IN OGNI PUNTATA PER STARE A FIANCO DI PHIL, FINE!). A quest’ultima persona devo un ringraziamento enorme, perché anche se lo scoprirà solo adesso, questa storia è nata anche grazie al nostro fangherlamento isterico sulla nuova scrivania da direttore di Phil e su cosa vorrebbe farci Clint su quella scrivania .. a buon intenditor, poche parole! ;) Ultima doverosa precisazione: per chi non lo sapesse, “Il dolore esige di essere sentito” è una citazione tratta dal libro “Colpa delle Stelle” di John Green, romanzo che, a modo suo, mi ha salvato la vita e a cui sono molto affezionata. Se non vi siete rotti le scatole a leggere tutta la mia piccola storia e queste note, vi ringrazio moltissimo e vi prometto che la prossima volta sarò più breve, ahahahahah!
   
 
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