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Autore: icered jellyfish    31/08/2014    4 recensioni
[ DragoBludvist!centric | How to train your dragon 2 ]
E tutti avrebbero continuato a figurarlo come il pericoloso Drago Bludvist; un esiliato dalla comunità e dal mondo – costretto a vivere di quella condizione di reietto nella quale sembrava sguazzare come la più felice e spregevole delle creature acquatiche –, e mai nessuno si sarebbe spinto in una storia tanto critica e insabbiata come quella nascosta su ogni solco del suo corpo – in ogni cicatrice del suo volto –, perché sarebbe stato sempre troppo complesso, sempre troppo rischioso, comprendere, fino in fondo, connessioni articolate come quelle che gli allacciavano la mente.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Drago Bludvist
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alpha







C A P I T O L O   U n i c o

Alpha







Ne accarezzò ogni minima rifinitura, ogni ruga di quella porosa pelle nera di cui era fatto il suo mantello – il suo abito della morte, il suo involucro secondario dentro il quale si lasciava evolvere.
Sotto i polpastrelli ruvidi e callosi, ne riusciva ancora a percepire la sensazione dura e squamosa, e non avrebbe mai smesso di accarezzarselo o lisciarselo, perché ogni contatto con quello strato a lui estraneo – ma così complementare – gli ricordava che quello era un incarto di scelte e trascorsi che era proprio sulle spalle che voleva portarsi in eterno – di cui voleva costantemente sentirne il peso per non dimenticarsi che avrebbe sempre potuto fare di meglio.
Ogni piccola increspatura rappresentava vicoli invisibili agli occhi degli altri, ma ai suoi apparivano come chiare strade tracciate su una mappa di ricordi che nella sua mente – e solo nella sua mente – sarebbero state visibili – in quella giostra di immoralità e confusione dentro la quale nessuno aveva mai osato addentrarsi, preferendo, piuttosto, limitarsi all'apparenza di una pazzia che aveva molto più da raccontare, che semplice pazzia.
E tutti avrebbero continuato a figurarlo come il pericoloso Drago Bludvist; un esiliato dalla comunità e dal mondo – costretto a vivere di quella condizione di reietto nella quale sembrava sguazzare come la più felice e spregevole delle creature acquatiche –, e mai nessuno si sarebbe spinto in una storia tanto critica e insabbiata come quella nascosta su ogni solco del suo corpo – in ogni cicatrice del suo volto –, perché sarebbe stato sempre troppo complesso, sempre troppo rischioso, comprendere, fino in fondo, connessioni articolate come quelle che gli allacciavano la mente.
Nessuno avrebbe conosciuto il bambino che a tavola guardava la sua famiglia con gli occhi di un estraneo – mentre lasciava le posate nel piatto ancora pieno.
Nessuno avrebbe conosciuto il ragazzo che, davanti al fuoco di un attacco nemico, non vedeva distruzione e spargimenti di squilibri e cremisi colorazioni, ma gloriose ambizioni e il potere di avere tutto tra le mani – col terrore e la forza che quelle sole e viscide bestie che nessuno riusciva a combattere o vincere, sapevano possedere.
Sarebbe stato questo lui; il più grande delle acque e dei cieli. Il più grande delle terre e delle gabbie nelle quali avrebbe rinchiuso tutti – senza esclusione di colpi, perché per lui, per ogni bersaglio c'era una freccia. Per ogni movimento, c'era una catena.
E di catene ne aveva abusato, poi, per infierire con tutto il suo spietato dominio e la sua ingiuriosa violenza. Tutta quella che riuscì a esercitare, davanti e su quella mastodontica divinità nivea come se fosse fatta delle stesse nuvole che si riflettevano nel freddo dell'oceano – e a nulla sarebbe servita la ribellione di quel dio che li aveva strappato via un braccio, nella disperata fuga che non era mai riuscito a compiere, perché Drago Bludvist non era fatto di carne e di materia. Drago Bludvist, era dentro di sé – fino al punto d'aver distrutto ogni radice che lo teneva imprigionato a qualcosa cui sentiva di non appartenere da mai e cui sentiva non avesse per lui importanza. Fino al punto d'essere emerso mangiando ciò che si credeva esser di lui.
Perché lui era di più; lui non era il semplice figlio che rise davanti all'assassinio da lui complottato per i suoi genitori, lui non era solo il fratello che scatenò, allo stesso modo, la furia ibernante della sua nuova conquista, su quella piccola e bianca voce che gli tirava i vestiti e lo implorava con terrore e speranza di smetterla – senza rendersi nemmeno conto dell'assenza di sensibilità in quelle iridi che lo guardavano col buio della notte impressa in ogni pagliuzza che le adornavano, e nelle pupille che sembravano aver risucchiato l'universo che non gli era mai stato concesso e che ora cercava di prendersi.
Drago Bludvist non aveva rami e non aveva nulla da spartire col mondo – perché il mondo gli apparteneva, e lo avrebbe dimostrato col suo dominio e con l'impossibilità di opporsi a lui e al suo volere.
Nessuno, gli sarebbe mai andato contro. Nessun vivo avrebbe mai osato resistere alle imposizioni che avrebbe esercitato su ogni singolo senno – facendolo suo e rendendolo un'ennesima arma del suo arsenale di possedimenti.
Nessuno, nemmeno i draghi, perché lui stesso era un drago e aveva saputo inchinare ai suoi piedi il re di tutti loro.
Non ci sarebbe stato limite alla sua forza di soggiogamento, nessun confine alle sua grandezza – ed era tutto scritto lì, tra uno sfregio e l'altro della sua pelle, tra una squama e l'altra del suo mantello, e nel sangue nero che gli scorreva nelle vene.
Ed era un bene, forse, che nessuno sapesse leggere Drago Bludvist, perché in fondo era più facile pensare che fosse un pazzo scatenato – segnato dalla rabbia contro i draghi per avergli strappato via la famiglia, e con l'odio innestato in quel cuore che non si era certi avesse.
Era più conveniente, pensare che avesse paura e che volesse semplicemente distruggere ogni cosa – ma Drago Bludvist era di più; Drago Bludvist era un drago, era l'Alpha. E prima o poi, tutti lo avrebbero capito.






F I N E




    » N O T E    A U T R I C E ;

Io devo essere impazzita per aver scritto una seconda storia tramite cellulare, ma un'introspezione su Drago Bludvist la volevo fare, la volevo fareassolutamente.
Nel film hanno 'giustificato' la crudeltà di questo personaggio dicendo che ha subito il trauma della perdita dei genitori... Ma è davvero accettabile come scusante? x°
Andiamo, Drago è veramente cattivo, e ci sono rimasta malissimo che abbiano usato questa pessima scusante per caratterizzare la sua vena spietata – così come sono rimasta malissimo per come hanno parcheggiato il trascorso di Valka con quella storiella che ci hanno propinato. Cioè,no. Scriverò anche su di lei qualcosa di molto più approfondito, che spero potrà piacervi. x°
Ad ogni modo, una cosa che mi sono chiesta fin da subito, durante la visione di How to train your dragon 2, è stata: ma come ha fatto Drago a governare una creatura mastodontica e imponente come l'Alpha?
Voglio dire, le potenzialità di quel drago sono infinite e, razionalmente, appare improbabile – almeno a me – che Drago possa averlo domato, e la prima risposta che ho trovato a tutto questo è stata che, probabilmente, lo ha catturato, incatenato e torturato per imporre la sua cattiveria e la sua autorità – violentandolo psicologicamente al punto da renderlo fedele per paura.
In merito a questo trovo idealmente perfetto che sia stato proprio l'Alpha a strappargli via il braccio che gli manca – durante una delle ovvie e ipotetiche ribellioni della bestia –, e mi piace anche pensare che sia stato proprio Drago ad aver ucciso i suoi genitori – e il fratellino minore che qui ho inserito –, perché questo contribuirebbe a caratterizzarlo meglio e a sottolineare la sua spietatezza – giustificata dalla sete di potere, e non dal 'perché sì' che ci hanno spacciato nel film. E il fatto che lui dica in giro che i draghi gli hanno sterminato la famiglia, mi piace pensare sia a titolo ironico – anche perché le sue espressioni sono sempre un mix di sadismo e sarcasmo, quindi lo trovo perfetto.
Ho sinceramente amato il modo in cui Drago urlava per impartire ordini, mi metteva i brividi e dietro ci ho visto tantissimo – ed è per tale motivo che ho voluto scrivere questa storia, per cercare di delineare quello che io penso possa essere un degno e reale passato per questo antagonista.
Vabbeh, non mi dilungo oltre. x° Tornerò a breve con una introspezione su Valka – e commentando alcune delle storie che avete postato di recente, perché alcune sono proprio belle!
Grazie a chi mi ha commentato la scorsa fic – risponderò a tutti voi appena possibile! – e grazie agli innumerevoli che mi hanno aggiunto agli autori preferiti – sono a quota trentadue, vi amo tutti!
Come per la scorsa volta, anche qui, ripeto, ho scritto tutto da iPhone, quindi – sebbene ci abbia prestato la massima attenzione – spero di non aver tralasciato nulla sia riguardo l'html che riguardo la grammatica.
Grazie ancora a tutti, alla prossima!


© Semiblonde Jellyfish
   
 
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