Uguali, ma anche diversi.



Ho una foto come immagine del desktop.
Siamo io e lui.
Ritratti in un momento di allegria collettiva, sotto un manto di stelle luminose in una calda sera d’estate, tre le zanzare e le farfalle notturne che gironzolavano intorno ad un lampione ormai stanco di fare luce.
Eravamo felici, entrambi.
Adesso, a distanza di un anno ormai, riguardo quella foto e noto solo una cosa: siamo cambiati.
Ma siamo ancora troppo uguali.


Uguali nel modo di pensare.
Diversi nel modo di agire.
Uguali nel modo di capirci.
Diversi nel modo di affrontare i problemi.
Uguali nel modo di sorridere.
Diversi nel modo di piangere il dolore.
Uguali nel modo di amare.
Diversi nel modo di odiare.
Uguali nel modo di scherzare.
Diversi nel modo di ferire.
Uguali nel modo di preoccuparci.
Diversi nel modo di consolare.
Uguali nel modo di interessarci alla cultura.
Diversi nel modo di studiare.
Uguali nel modo di guidare.
Diversi nel modo di sognare.
Uguali nel modo di dormire.
Diversi nel modo d’innamorarci.

Siamo la mente e il cuore.
Io, troppo riflessiva, troppo meticolosa, troppo tecnica.
Lui, troppo irascibile, troppo repentino, troppo impulsivo.
Grandi e astuti osservatori.
Grandi e astuti amatori.
Nel complesso: due idioti che continuano a commettere errori.
Due insetti minuscoli in una ragnatela gigante.
Due pesciolini in una rete gettata da bruti pescatori.
Due deficienti:
Una lo è un po’ di più.
Sta ancora aspettando che lui tolga dagli occhi il suo velo di Maya.
Lui, invece, continua a cercare tutt’altro.