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Autore: Duncneyforever    01/09/2014    4 recensioni
Sappiamo tutto di Duncan, no? O dietro quegli occhi limpidi si nasconde qualcosa di molto più grande?
Il nostro punk ha sempre affermato di essere canadese, ma sarà veramente così?
Scopriamolo...
Dedicata a qualunque fan Duncney *-*
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Salve a tutti!!! Sono tornata con una storia tutta Duncney, stavolta.

Scriverò tutto in prima persona, sotto il punto di vista della nostra Courtney per l'esattezza... Spero vi piaccia ^-^

Scusate tanto se non sono presenti stili e colori diversi; ma potendo scrivere solo da un'Ipad, purtroppo, non potrò abbellire il testo... Scusate ancora :'( .









Sono anni ormai che lo conosco e di lui non so nulla. Siamo come due sconosciuti che convivono nella stessa casa eppur

non sapendo assolutamente niente del passato dell'altro/a, o perlomeno, questo vale per me.

Fin dal primo momento sono stata sincera con lui; gli ho raccontato tutto di me, del mio passato, della mia famiglia ma di lui so a malapena il nome...

Si è sempre rifiutato di parlarmi della sua famiglia e, per me, non è mai stato un vero problema; io amo lui e lui ama me, è solo questo che conta ma, ultimamente, mi sembra nervoso e si comporta in modo strano. Ho ho provato a chiedergli cosa avesse ma, in risposta, ho ottenuto un banalissimo " niente, è tutto ok ", anche se presto capii

che il problema c'era ed era anche bello grosso.

Ultimamente se ne sta isolato, sul divano, a fissare il vuoto; i suoi occhi non lasciano trasparire alcuna emozione...

I suoi occhi... spesso passavo ore a guardare quei due iceberg, così freddi ma allo stesso tempo così caldi, quei due diamanti che tanto mi avevano fatta innamorare... Sono così impassibili! Mi sono sempre chiesta cosa ci fosse oltre quei laghi: nella mia vita ne ho visti di occhi azzurri, ma come quelli mai. Tra tutti gli occhi che mi sfilano davanti gli unici che desidero vedere sono i suoi.

Poi guardavo il suo modo di essere, il suo carattere, i suoi modi da ragazzaccio, più lo guardavo e più mi convincevo che non potesse essere canadese; sembrava in tutto e per tutto... No, non poteva essere vero.



- Donna, dovresti pulire casa ogni tanto, sai? - Sbottò annoiato il " mio amore", con la sua solita delicatezza, distraendomi dai miei pensieri.



- Perché non lo fai tu una volta tanto!! - Protestai, scocciata.



- Perché io mi devo tenere in forma per te - disse, maliziosamente, ed io che già avevo capito a cosa alludesse... 



- Starsene lì spaparanzato davanti alla TV, dal mattino alla sera, non può essere considerato un'attività, sai?! - Dissi, più irritata che mai.



- Beh, se mi stanco non è un problema mio... E poi un'attività ci sarebbe, principessa. - Proferì in modo suadente, guardandomi dall'alto al basso, soffermandosi sullo scollo della camicia, il che, mi fece diventare di un rosso bordeaux. Il suo ghigno insopportabile non se lo toglieva mai.



- Vado a far le pulizie che è meglio - lo liquidai velocemente, nascondendo il mio imbarazzo, ma dalle scale potei sentire chiaramente la sua risata... Lo odiai con tutto il cuore.



Arrivai in camera da letto... Mio Dio quant'era disordinata!! La seconda opzione non mi sembrò più tanto male! Riordinavo i cassetti, quando un fascicolo mi sfilò davanti: " è di Duncan, apro o non apro? " Alla fine vinse la curiosità...

Lo presi tra le mani e lo aprii:



Dalla ricerca effettuata abbiamo trovato ciò che cercava, ovvero notizie su di lei e sul suo passato. Ecco la sua scheda...



Soggetto: Duncan Felix Himmler
Anni:19
Origine: Germania
Città Natale: Berlino
Famiglia: lei risulta l'unico erede della famiglia Himmler, poiché i suoi genitori 
perirono in un attentato il 4 luglio 1991. All'età di 1 anno fu trasferito in Canada e, poche settimane dopo, adottato dalla famiglia Nelson.


Non appena terminai di leggere, non potei credere a ciò che avevo appena saputo; ma quel 
cognome... Mi suonava inquietantemente famigliare, decisamente troppo famigliare.
Mi buttai a capofitto su libri, enciclopedie, computer e tutte le ricerche mi davano lo  stesso orribile risultato: Duncan era in qualche modo parente di Heinrich Himmler, un mostro.
Stavo per piangere quando una voce mi interruppe...

- Principessa, lo sai che non si fruga tra le cose degli altri? -
Pronunciò, come se
niente fosse. Tentava di avvicinarsi a me, ma non volevo neanche vederlo in quel momento.

- Stai lontano da me!! - Urlai, con quanta forza avevo in corpo, intanto che una una lacrima iniziava a 
solcarmi una guancia.
 
- Ti posso spiegare, io... - Sentii una mano sfiorarmi il viso e la staccai subito, anche se lui, con uno scatto, riuscì a prendermi per un braccio e immobilizzarmi al muro.

- Lasciami in pace!! Lasciami! - Iniziai a singhiozzare, cercando di allontanarlo.

- Shhh, tranquilla - sussurrò, provando a rassicurarmi.

 - Perché... Perché non me lo hai detto... Perché. - Mi abbandonai fra le sue braccia...
Ormai, la mia voce era ridotta ad un sussurro spezzato.

- Cosa avresti pensato di me, se te lo avessi detto... - Disse serio, per la prima volta.

- Avrei preferito mille volte saperlo prima, signor Himmler! - Non c'era traccia di
ironia nella mia voce.

- Non ricominciare, Courtney. Sono sempre io maledizione! - Rispose, irritato, mentre la presa sul mio braccio aumentava sempre più.

- Come posso fidarmi di te!! Come hai potuto nascondermi una cosa del genere, sei solo un bugiardo!! Un degno erede del nome della tua famiglia! - Sputai, velenosa. Sapevo che avevo 
passato il limite. Ricevetti uno schiaffo in pieno viso.

- Non provare a toccar... - Non riuscii a finire la frase, poichè labbra di Duncan premevano con violenza sulle mie e il suo ventre schiacciava sulla mia vita. Poco dopo, sentii qualcosa insinuarsi dentro di me e non parlo solo della sua lingua. Le sue mani 
raggiunsero l'interno della mia maglia... Iniziai a dimenarmi senza sosta, ma la sua
presa non accennava a diminuire.

 - Ti prego, Duncan lasciami!! - Gemetti, staccandomi da lui.

- Mai - rispose, secco, prima di spingermi sul letto. Incontrai i suoi occhi e lì non seppi più trattenermi; mi lasciai trasportare da quella dolce tortura...
Sarà magnetismo tedesco il suo?





 
  
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