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Autore: floflo    01/09/2014    1 recensioni
[Plunkett & Macleane]
[Plunkett & Macleane]Will Plunkett ha vissuto diverse esistenze.
Nell’ultima vita stava da solo, stava per strada e si manteneva in equilibrio sull’orlo di un precipizio.
Il Capitano James Macleane, invece, dentro l’abisso sembra proprio volerci finire senza nessuna scusa.
“Non succede quasi mai a due come noi
di credere che sia possibile
trovare un complice in questo disordine
tracciare un’orbita nell’atmosfera”
Possibili tracce di slash allo stato embrionale.
* * *
Terza classificata al "Robert Carlyle's Characters Contest II Edizione" di B e l l e
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La verità, vi prego, sull'amore'
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All you need is love, mind games and I love...

 


 



Will Plunkett ha vissuto diverse esistenze.
Nell’ultima vita stava da solo, stava per strada e si manteneva in equilibrio sull’orlo di un precipizio.
Ha accumulato abbastanza esperienza per sapere quando, dove e come è il caso non sfidare quella che, taluni, chiamano la sorte e altri, destino.
La fortuna – come lui la definisce – è una dea capricciosa: ora ti sorride e ora ti volta le spalle senza che tu abbia fatto nulla per meritarti i suoi favori o voltafaccia.
I rovesci del fato lo hanno gettato ai margini della società, dove il mondo diventa buio e freddo e se ne tocca con mano la disumana falsità, dietro la facciata di quelle che – comunemente – vengono definite “buone maniere”.
Ha vissuto delusioni profonde e abbandoni Will Plunkett, ha sperimentato sulla propria pelle la durezza e il cinismo che dominano ovunque, e ha voltato le spalle, per sempre, a un mondo simile.
“ Logico sì, è logico, è tutto quello che so.”
Potrebbe essere il suo motto.
Ha imparato a fidarsi esclusivamente del suo istinto, Will Plunkett, ma è tutt’altro che un uomo irrazionale: i suoi occhi sono acuti, i suoi pensieri spregiudicati, la sua lingua tagliente, il suo coltello e il grilletto della sua pistola ben più di una minaccia…
La sua intelligenza, però, è la sua arma più formidabile, una perfetta commistione di istinto, astuzia e rigore.
Will Plunkett è un uomo del settecento, conosce i segreti dell’alchimia, a modo suo è una specie di scienziato, un illuminista, eppure si fida solamente di sé stesso – e dei suoi pensieri adamantini – l’unica cosa che, è sicuro, non lo trarrà mai in inganno.
Will Plunkett è un bandito. Uno che ruba ai ricchi – ovviamente – perché quelli come lui hanno ben poco di cui farsi alleggerire.
Non ha amici, soltanto compari di scorribande: gente che come lui vive ai margini, di espedienti più o meno legali. Gente che sul proprio catalogo può annoverare gioco d’azzardo, whishey, puttane…
Ma, da questo punto di vista, Will Plunkett è puro.
Lui non sprecherebbe energie in cose del genere.
Lui ha un obiettivo che non ammette futili distrazioni.
Le sue dita odorano di polvere da sparo e di denaro rubato, corrono veloci da un bottino all’altro, senza diversivi di sorta.
Distrarsi è pericoloso.
La vita è breve, un passaggio da attraversare col minor danno possibile, sospesi nel vuoto sopra un filo.
Will Plunkett ha perso lungo la strada parecchi compari, non ha avuto il tempo di seppellirli: il loro sangue scorreva via dai loro corpi troppo in fretta – assieme alla loro vita – per poterlo fermare, oppure li ha salutati per l’ultima volta quando già penzolavano da una forca.
Ogni croce, una perdita, un dolore soffocato.
Will Plunkett, lo sa: meglio non perdere tempo con quel giovane rammollito che ha incontrato sopra la fossa del suo ultimo compare ammazzato.
È un debosciato, uno di quei personaggi da cui prendere le distanze e lasciare al proprio destino senza rimpianti.
Probabilmente è anche un vigliacco: quando gli ha puntato la pistola alla testa, lo ha supplicato di non sparargli in faccia, come uno stupido damerino vanitoso.
È stata tutta colpa di quel rammollito se sono finiti in quell’orrida prigione, eppure proprio quel buono a nulla del Capitano James Macleane può essere una risorsa inaspettata per uscire da lì…
Uno come Will Plunkett, non ha nessuna intenzione di restare a grufolare nella melma di Newgate a lungo.
A lui basta uno sguardo per capire la natura delle persone: il suo compagno di sventura è un giovane stolto, vigliacco e pure vanitoso ma, proprio per questo, ha delle potenzialità inespresse. Il diretto interessato, ovviamente, le ignora, ma a una mente acuta come la sua, invece, non sono sfuggite.
Per Will Plunkett non è difficile convincere il fatuo Capitano James Macleane: per renderlo partecipe dei propri piani sono sufficienti poche moine, alcune ghinee e l’illusione di entrare a far parte del bel mondo.
Si lascia corrompere facilmente l’affascinante Capitano…
Tanto uno è desideroso di mettersi in mostra nei salotti buoni, quanto l’altro è schivo e riservato.
È proprio questo che fa funzionare la loro società criminale: il bel Capitano ci mette la faccia e le conoscenze giuste, lui la tecnica e l’astuzia.
Non sarebbe mai riuscito da solo il riluttante Plunkett nell’impresa di derubare e svaligiare le tenute dei ricchi, ma con la collaborazione di James è facile come rubare una caramella a un bambino.
“Non succede quasi mai a due come noi di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine tracciare un’orbita nell’atmosfera”.
Nel cuore della notte il bandito Plunkett si sorprende a fare questi pensieri e, in un immaginario dialogo con il suo socio, forse si compiace anche del loro fortunoso incontro…

In capo a poche settimane sono già diventati i banditi più famosi, e temuti, di Londra.
James conduce la vita che ha sempre sognato, ma Will Plunkett non può permettersi nessuna distrazione: il suo complice deve essere tenuto d’occhio, è un ragazzo volubile, a cui piace il lusso, il gioco, il buon vino, le belle donne…
Un po’ lo lascia fare, si diverte anche il serioso Will in compagnia di James: ha un temperamento smagliante il suo socio, anche se è senza cervello – come dice scherzosamente quando lo descrive – e, in poco tempo, potrebbero essere diventati quasi amici oltre che compari di scorribande se lo spietato bandito Will Plunkett avesse il coraggio di ammetterlo.
L’amicizia è una cosa strana per lui che si è sempre considerato un cane sciolto: certo conosce il valore cameratesco del sodalizio tra complici, ma l’amicizia è qualcosa di diverso, che lo intimorisce e lo attrae al contempo.
In fondo, che cosa conosce lui dell’amicizia, del legame affettuoso che nasce dalla consuetudine e dall’affinità di due persone, tenuto saldo dalla reciproca stima e considerazione? Che affinità potrà mai avere con quel bell’imbusto di Jamie?
Lui che sogna una nuova vita lontano da tutto e tutti – ma soprattutto dai fantasmi del suo passato – nelle lande sperdute dell’America, con Jamie che sogna la bella vita e i salotti buoni? Lui, un disadattato sociale, lui dai modi bruschi e privi di qualsiasi eleganza che insegue solamente il bottino senza curarsi di null’altro?
Per il bandito Plunkett non esistono scuse, la sua filosofia è spiccia, il fine giustifica i mezzi:
“Logico, sì è logico non chiedersi come e perché.”
Non ha tempo per fare da balia asciutta a Jamie, il suo socio è giovane e pieno di vita, a volte assomiglia a un puledro che corre a perdifiato senza una meta precisa, senza badare a dove mette gli zoccoli, incurante del rischio di farsi del male.
Quella giovane nobildonna – per esempio – quella Rebecca di cui James si è invaghito, potrebbe costituire un problema…

“All you need is love, mind games and I love her.”
Tutti hanno bisogno dell’amore. Non c’è altro motivo per vivere. Gli uomini non sono diversi dai topi, sono nati per svolgere la stessa funzione: per procreare.
Per Will Plunkett, però, è diverso: lui non ha mai amato nessuno, o almeno così vuole far credere.
Considera l’amore, al pari dell’amicizia, un sentimento estremo.
Per amare bisogna avere cieca fiducia nell’altro, darsi completamente e, uno come lui, non si fida mai abbastanza di qualcun altro.
Eppure quell’ingenuo di James Macleane si fida di uno come lui… e di Rebecca.
Si getterebbe nel fuoco senza pensarci due volte, se lei glielo chiedesse. Forse sarebbe disposto a fare qualche sciocchezza anche per lui, se ne avesse l’occasione.
È questo ciò che Will Plunkett teme di più: commettere delle sciocchezze.
L’impulso è dannoso, il sentimento è pericoloso, soprattutto quando si tratta di affari.

Ma gli avvenimenti, a volte, prendono una piega inaspettata, e Will Plunkett non riesce a pianificare sempre tutto.
Perché la fortuna è una dea capricciosa – ammesso che si tratti solamente di quello –…
Indubbiamente, per lui, è stata una fortuna incontrare James, la sua avvenenza, la sua faccia tosta, la sua incoscienza, perché quelli come Will si sentono sempre fuori posto, ma quelli come James, no.
E quella cosa che ha strisciato lentamente attorno a lui, senza che se ne rendesse conto, aggrovigliandolo a Jamie, come si chiama?
Will Plunkett non riesce ad assegnargli un nome.
Non ha mai avuto niente, a parte sé stesso, ma ora si sorprende di scoprire che il suo socio è l’unica cosa che possiede.
È stanco di perdere le persone cui, in qualche modo, è legato…
Quelli come lui, sanno manipolare con sicurezza l’esplosivo e la polvere da sparo, ma avere a che fare con i sentimenti – fragili come porcellana – è un rischio che non vogliono correre.
Quelli come lui mettono gli affari al primo posto, eppure perché non ha avuto il coraggio di abbandonare al suo destino il suo complice ferito?
Non è stato solo per il timore che potesse svelare i loro intrighi…
È giovane, ingenuo e vanesio, ma non merita di morire in quel modo, solo come un cane, nelle mani di quel sadico di Chance.
Avrebbe bisogno di qualche scappellotto Jamie, non di una pallottola nella pancia.
Ferito e disteso su quel letto, debole e bianco come un lenzuolo, Jamie dipende completamente da lui e dalle sue cure, e il suo “grazie” per avergli salvato la vita, è bello come qualche volta lo sono i miracoli.
“Non succede quasi mai a due come noi di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine.”
Chissà se lo ha capito anche Jamie…
Intanto decide di portarlo con sé in America, quel ragazzo ha bisogno di lui, questo è chiaro.

Gli eventi incalzano e ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa, lo sa bene Will Plunkett, ma non è sicuro che lo sappia anche Jamie.
Teme per il suo socio e per la sua incolumità Will, non vuole che corra inutili rischi per quella Rebecca.
A Plunkett si chiude lo stomaco nel vederlo tra le braccia di quella ragazza.
Perché è così stupido Jamie? Perché non capisce il rischio che sta correndo? L’amore rende tutti ciechi. Di passione, di rabbia.
“Amore mio la logica non è sincera”. Grida una voce in fondo al cuore.
Will Plunkett non ha mai ceduto all’irrazionale, eppure proprio adesso la sua solida convinzione pare vacillare per qualcosa che lui non riesce a spiegare.
Perché non riesce proprio a dire di no a Macleane?
Perché non può fare a meno di assecondarlo, di seguirlo, se lui lo supplica con quella sua sincerità disarmante?
Si stupisce quando ritrova in sé stesso gli atteggiamenti del suo socio quando Rebecca lo implora di aiutarla...
Che si sia affezionato a Macleane al punto di rinnegare i suoi sacri principi?
Il suo infallibile istinto gli suggerisce di rinunciare, eppure decide di non abbandonare il suo compare proprio ora, lui ha bisogno del suo aiuto, non lascerà che si cacci in qualche altro guaio, la sua ferita non è ancora guarita del tutto.
“Stasera la logica non è sincera.”
Non fa altro che ripetere per convincersi di avere preso la decisione giusta.
Con Macleane ha diviso il bottino, il rischio, la gloria, ma anche altro: la parte che teneva nascosta a tutti.
Improvvisamente ci crede il bandito Plunkett, crede che sia possibile, che possa durare, che non finirà come le altre volte, che non si sveglierà una mattina con la sensazione di essere stato ingannato, perché altrimenti cosa resterebbe?
Il disincanto, il vuoto, l’universo che ruota senza scopo né speranza.
“Chissà se amare è una cosa vera…”
Si domanda il bandito Will Plunkett, forse per la prima volta in vita sua, perplesso.




Credit: I versi riportati in corsivo appartengono alla canzone “Logico” di Cesare Cremonini.
   
 
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