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Autore: Clacli The Dreamer    01/09/2014    3 recensioni
Questa che sto per raccontarvi è la storia di una ragazza,una ragazza dall'atteggiamento sicuro e deciso,una ragazza che è pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di difendere il suo onore e la sua famiglia....ma soprattutto questa è la storia di una ragazza che ha perso la capacità di sognare ad occhi aperti e fantasticare.Una cosa terribile a parer mio!.Come mai le è successo ciò,vi starete chiedendo voi.Beh,per scoprirlo perché non aprite la pagina e leggete?
Una storia ricca di amore,passione,fantasia e amicizia attende solo voi!
Allora?Cosa aspettate?
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Salve a tutti!Io sono Clacli Frost,frequento la seconda media,ho 11 anni e mezzo (visto che 12 li compio a febbraio) e questa è la mia prima storia in questo fandom,quindi siate buonini...per favore!
Vabbè,dai sto dando fastidio e quindi io vi lascio col dirvi che aspetto delle vostre recensioni,buone o cattive che siano,mi raccomando!
Ci vediamo dentro!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                      Capitolo Sei

                              PRIMO GIORNO A YORKEN 

Il dolce cinguettio degli uccelli e l'inebriante profumo di fiori, fecero alzare piano le palpebre di Avril Forester che sbadigliò e si mise a sedere sul letto.
" Cavolo! Ho dormito come un sasso! " pensò tra sé e sé stiracchiandosi ed in seguito alzandosi dal letto con un sospiro.
Dopodiché, andò in bagno a lavarsi e poi decise di dare un'occhiata ai vestiti dentro il grosso armadio della sua camera : entrò in quest'ultima ed aprì le ante del mobile, spalancando gli occhi in seguito ed indietreggiando leggermente : davanti a lei c'erano più di trenta abiti! Tutti meravigliosi!
Con la bocca a forma di 'o', la ragazza raggiunse una stampella con sopra un abito a caso e la tirò fuori dall' armadio : il vestito era formato da una lunga gonna che arrivava presumibilmente appena sopra le caviglie ed aveva degli splendidi ricami floreali come decorazioni.
" Beh, è carino... " si disse Avril corrugando le sopracciglia " ...Ma è troppo 'versione hippy'. Non fa per me. Troviamo qualcosa di più sportivo. "
Pensato questo, la ragazza ripose il vestito nell' armadio con delicatezza e ne tirò fuori un altro. Questa volta però sorrise soddisfatta : l'abito era formato da una felpa blu con tanto di cappuccio e da un pantalone di jeans lungo fino alle ginocchia. Ecco quello che cercava : qualcosa di semplice e non troppo appariscente.
Ronzando in approvazione, Avril aprì un cassetto dell'armadio e lì ci trovò calze di ogni colore immaginabile.
Sospirando un piccolo 'wow' tirò fuori dal cassetto un paio di calze nere.
Sorridendo si vestì ed in seguito si guardò allo specchio : non era niente male.
Socchiudendo gli occhi, la giovane raggiunse la sua spazzola rosa sul comodino e si pettinò i capelli, mettendo in risalto alcune ciocche rosso fuoco e biondo platino.
Dopodiché prese un frontino con sopra un fiore blu e se lo infilò nei capelli. Poi si mise le mani sui fianchi.
" Beh... Non male. Prima di partire da New York stavo peggio " pensò scrollando le spalle e uscendo dalla stanza : stava iniziando il primo giorno della sua nuova vita!
Chiudendosi la porta alle spalle, Avril scese le scale e raggiunse la cucina dove vi erano, già seduti a tavola, Jonatan, Miriam e sua zia Lucy.
- Buongiorno! - la salutarono calorosamente.
- Salve - rispose lei cordialmente, per poi accomodarsi su una sedia di fianco alla zia.
- Dormito bene, cara? -  le chiese quest'ultima sorridendo.
- Si... - rispose - ...Non ho avuto incubi -
Gli occhi di Lucy si illuminarono ed il suo sorriso si allargò.
- Ma è una splendida notizia! - esultò.
- Già - concordò Avril.
All'improvviso Miriam tossì e fece girare entrambe le interlocutrici nella sua direzione.
- Ragazze... - incominciò - ...Vi ho preparato delle frittelle. Spero vi piacciano -
Detto questo prese una padella che era posizionata su uno dei fornelli e con un abile movimento del polso fece cadere le frittelle negli appositi piatti di Avril e Lucy Forester.
Queste ultime si fissarono sorridendo e leccandosi le labbra, impugnando con entrambe le mani coltello e forchetta.
- Gnam, gnam... Che bontà! - mugugnò la sedicenne prendendo in bocca un pezzo di quella squisitezza e facendo roteare le palpebre nel piacere.
- Cavolo, Miriam! Queste frittelle sono una cosa sbalorditiva! - commentò Lucy dopo aver deglutito un altro boccone.
- Sono felicissima di sapere che vi piacciono. D'ora in poi cercherò di farle più spesso - rispose Miriam arrossendo leggermente e posizionando, nel suo piatto ed in quello del marito, altre frittelle.
Quindi i quattro si misero a mangiare in silenzio. Senonchè...
- Salve a tutti! -
Nella camera entrò Alexander con fare baldanzoso e giocoso. Sembrava di ottimo umore ed Avril roteò gli occhi al cielo : era finita la pace.
- Ciao mammina! Dormito bene? - chiese il giovane alla madre, stampandole un bacio amorevole sulla guancia.
- Più che bene tesoro e tu? - domandò di rimando la donna al figlio, mentre questo prendeva il suo piatto e si andava a prendere la sua meritata porzione di frittelle.
- Meravigliosamente! - rispose. Quindi prese una sedia lasciata in diparte e si accomodò senza tanti complimenti di fianco ad Avril che continuava a mangiare indisturbata.
- Sembri di ottimo umore oggi, come mai? - chiese quest'ultima con scetticismo finendo di mangiare e pulendosi il viso con un fazzoletto.
- Non so... Magari perché ho due splendide ragazze in casa? -
Dopo la battuta fatta da Alex, tutti non poterono fare a meno di ridere... Tutti eccetto Avril che aveva già intuito le intenzioni del giovane a prima mattina.
" Va bene... Va bene. Devo ignorarlo. È l'unico modo per rimanere tranquilla... Devo ignorare completamente ed assolutamente Alexander Burton! "
Ma nonostante la sua testarda determinazione, Avril Forester faceva una fatica tremenda a non prestare ascolto alle frasi adulatorie del diciassettenne.
- Lei, comunque, ha una splendida figlia, signorina Lucy - disse quest'ultimo ed Avril sbarrò gli occhi.
- Oh, Alex! Grazie mille. È vero, la nostra Avril ha preso proprio dalla madre - rispose zia Lucy sorridendo calorosamente in direzione del giovane - Ed inoltre, neanche tu sei poi così male sai. Tu e lei sareste un ottima coppia, se vuoi il parere di una donna matura -
Avril voleva trattenere un urlo e quindi si morse la lingua.
" Calma, calma, calma, calma... " si diceva ininterrottamente.
Alexander sembrava per un istante sconvolto; ma poi sorrise e socchiuse gli occhi.
La povera Avril incrociava le dita sotto il tavolo.
" Non rispondere, non rispondere, ti prego non rispondere... "
- Beh, lo penso anch'io signorina Lucy e... Grazie per il complimento -
" Ecco, lo sapevo... Ha risposto. Basta, io non ne posso più! "
La ragazza si pulì per un ultima volta la bocca e poi si alzò in piedi, sotto lo sguardo confuso dei presenti.
- Dove vai, Avril? - le chiese zia Lucy.
La sedicenne socchiuse gli occhi e si avviò verso la porta della cucina.
- Via - rispose in tono disinteressato - Vedo che qui non si parla di nient'altro se non di me, quindi... Vi darò altro a cui pensare, andandomene -
Avril non aspettò la risposta o i rimproveri dei familiari ed uscì di corsa dalla camera, sbattendo forte la porta alle spalle.
Subito si precipitò su per le scale e, arrivata nella sua stanza, vi entrò e tirò la porta dietro di sé, per poi scivolare sul pavimento.
" Non so per quanto potrò resistere... " pensò amareggiata " ...Io non sono abituata a tanta gente. Come si può biasimarmi infondo? Ho passato metà della mia vita nascondendomi da quasi tutto il mondo!Cosa faccio?!. "
La ragazza era disperata : non sapeva cosa fare in quella casa, in quella città e con QUELLA gente.
Era tutto così nuovo per lei ed all'improvviso il mondo le sembrò gigantesco. Era rimasta chiusa nella sua camera e lontana da qualsiasi rapporto per tanto tempo che... Non ricordava più nemmeno come parlare a persone diverse da lei.
Era uno spirito drammatico e triste; nessuno voleva starle vicino... Eppure... Che dire di Harry Smith? Quel ragazzo timido e dolce che le era seduto affianco in classe a New York? Solo in quel momento il senso di colpa le invase l'animo : non avrebbe dovuto respingerlo in quel modo, avrebbe dovuto almeno dargli una chance, e invece? Gli aveva voltato le spalle e si era recata frettolosamente verso la classe di Arte.
" Sono una frana " si disse alzandosi dal pavimento ed andandosi a stendere sul suo letto. " L'unica cosa che so fare è disperarmi e non provare mai a fare qualcosa per migliorare "
Eh, si. Era questo quel che pensava di se stessa Avril Forester; Si odiava per come era e niente avrebbe potuto cambiare la situazione.
Ogni giorno per lei era un secolo ed ogni anno era un'eternità sprecata.
Si era resa conto da un po' di  tempo ormai che tutte le persone che avevano perso un parente caro o un fratello, avevano un periodo di lutto, certo, ma poi andavano avanti.
Perché allora lei non ci riusciva?.
Persa in quei ragionamenti e con gli occhi chiusi, quasi non si accorse che avevano bussato alla sua porta.
- Hm... Ma... Ma... Che...? - balbettò confusa alzandosi e fissando quest'ultima.
Sospirando, Avril capì immediatamente chi era che bussava con tanta insistenza : sicuramente sua zia. Si preoccupava sempre per lei; a volte pensava anche che potesse suicidarsi.
Quel pensiero la fece ridacchiare senza umorismo. Ah, le zie!
- Avanti - rispose sedendosi composta e congiungendo le mani in grembo : doveva essere in ottima forma per subire la partaccia oppure far parte ad una conversazione strappalacrime.
Intanto, la porta si spalancò ed Avril guardò la figura sulla soglia, sicura al cento uno per cento che ci fosse colei che si aspettava.
E invece....
- Ciao Avril - 
La nominata sbarrò gli occhi e si alzò di scatto dal letto, fissando la figura che le stava davanti : era Alexander Burton.
La ragazza era senza parole.
- Che... Che ci fai qui? - domandò confusa e agitata, ma anche un po'infastidita.
Il ragazzo si mise le mani nelle tasche del pantalone di jeans e si chiuse la porta alle spalle, facendo un giro disinteressato intorno alla camera.
- È proprio bella questa stanza... Mia mamma ha scelto bene eh? - chiese con una risatina.
Avril gli lanciò contro un'occhiata dubbiosa ed incrociò le braccia al petto.
- Non cambiare discorso. Cosa ci fai qui? -
Alex sembrò cadere dalle nuvole e poi un leggero rossore gli occupò le gote.
Sembrava adorabile.
.Avril cacciò quel pensiero dalla testa e riconquistò la sua espressione indagatrice.
- Beh... Ecco io... - balbettò il ragazzo - ...Vedi... Io volevo chiederti scusa -
Avril alzò un sopracciglio.
- Scusa? - domandò - E Perché ti stai scusando? -
Il giovane si morse il labbro inferiore e poi emise un ringhio infastidito, dando le spalle alla ragazza che intanto lo fissava con sguardo curioso e la bocca socchiusa.
- Sono un disastro, sono un disastro... - continuava a ripetersi lui senza sosta.
Avril era confusa.
- Scusi, gentile signore, posso sapere perché diavolo si sta scusando e si sta dando del disastro? - domandò con sarcasmo.
Alex si girò verso di lei con un'espressione risoluta in volto ( il che provocò alcuni dubbi in Avril, a proposito della sanità mentale del giovane )
- Senti... - iniziò quest'ultimo - ...Io mi sto scusando per tutto. Sei qui solo da un giorno ed io ho già provato ad infastidirti. Ora chiamami Stalker, pedofilo e tutto quello che vuoi tu... Ma accetta le mie scuse: per ciò che è successo in corridoio, in cucina ecc. Il fatto è questo... -
Prese un respiro profondo - ...Nella mia vita non ho mai trovato una persona che sapesse tenermi testa e poi appari tu : coraggiosa e ribelle. Per me sembravi un angelo e lo sei tutt'ora. Quello che ho detto non è una bugia : per me sei strabiliante, Avril -
Per tutto il racconto del giovane, Avril aveva la bocca spalancata e gli occhi sbarrati : non ci poteva credere.
- Quindi... Se ho capito bene... - incominciò lentamente - Tu ti stai scusando per quel che hai fatto e... Mi stai dicendo che nessuna ragazza o persona in generale... Abbia mai saputo resisterti? -
- In un certo senso è così -
Avril ridacchiò sarcasticamente e diede le spalle al ragazzo scuotendo la testa.
- Oh, Cielo - sospirò - Tu sei strano forte, eh? -
Sentì una risatina alle sue spalle.
- Si, esatto - 
- Be' lo avevo dedotto da un po' di tempo -
- Davvero? -
- Già -
- Allora...? - 
- Allora cosa? -
- Mi perdoni? -
La ragazza si girò verso il giovane ed incrociò le braccia al petto.
- Non sono mai stata una che perdona facilmente... - disse e cercò di reprimere un sorriso che voleva disperatamente incoronarle il volto, vedendo la faccia delusa del ragazzo - ...Ma in questo caso credo di poter fare un'eccezione -
Alex sorrise raggiante e fece un inchino alla giovane che ridacchiò.
- Grazie mi lady, per aver permesso a questo ignobile individuo di starle ancora vicino -
La ragazza rise alla battuta e si avviò verso l'uscita, dando una spallata al compagno.
- Si, si ma mi raccomando... - disse - ...Non troppo vicino -
Senza attendere una risposta, uscì dalla camera con aria trionfante. Poi si ricordò del comportamento avuto con la sua nuova famiglia, e sospirò : doveva scusarsi, assolutamente.
Quindi, respirando profondamente, la ragazza scese le scale e si recò in cucina, dove sua zia e Miriam lavavano i piatti, mentre Jonatan leggeva il giornale.
- Hm... Ciao - balbettò, facendo un paio si passi avanti.
I tre si girarono verso di lei con fare interrogativo e stupito, e, prima che potesse fare alcunchè, sua zia si alzò da tavola, venendole incontro con aria seria e pericolosa.
Avril deglutì quando Lucy la prese per il polso destro con una morsa di ferro.
- Avril Forester! -
Ahi! Quando la zia la chiamava per nome e cognome erano guai seri! - Cosa diavolo ti è preso?! - 
Avril deglutì ancora una volta, fissando il pavimento con aria colpevole.
- Ecco... Io... Beh... Vedi... Mi... Mi dispiace - balbettò. - Io ero... Ero imbarazzata e... E... Non c'è la facevo più a... - 
- Oh, cara, non preoccuparti! - Miriam aveva finito appena di lavare i piatti, e si era avvicinata alle due Forester a grandi falcate, guardano Avril con apprensione. - Ne abbiamo già discusso con Alex, e gli abbiamo fatto promettere che non ti disturberà più! - 
La sedicenne fece per rispondere, ma Lucy la interruppe con aria arrabbiata.
- Si, ma questo non toglie il fatto che la sua reazione è stata alquanto eccessiva - disse infuriata.
Avril a quel punto riuscì a liberarsi dalla presa ferrea della zia. Dopodiché la guardò con aria colpevole.
- Mi dispiace, va bene? - disse - Sono stata una stupida e mi sono pentita di quello che ho fatto. Ho parlato con Alexander ed insieme abbiamo risolto. Ma ti prego... - i suoi occhi si fecero lucidi - ...Non essere arrabbiata con me -
Lo sguardo di Lucy si addolcì immediatamente e si poggiò una mano sul petto.
- Oh, tesoro... - disse, sorridendo alla nipote - Certo che ti perdono. Mi dispiace, anche io ho avuto una reazione un tantino eccessiva - 
Avril a quelle parole sospirò : Meno male... Era andata bene!
Il rumore di qualcuno che tossicchiava interruppe il contatto visivo tra la ragazza e la zia.
Era Jonatan.
- Allora, visto che abbiamo chiarito... - disse, alzandosi da tavola e dirigendosi verso le - ...Direi che possiamo andare - 
Avril a quelle parole sbarrò gli occhi.
- Andare? Andare dove? - chiese smarrita.
Lucy a quel punto sussultò, come se si fosse dimenticata di qualcosa.
- Ah, giusto, giusto, non te ne ho ancora parlato! - disse con una risatina, rivolgendosi alla nipote - Oggi avevamo in programma di andare a visitare Yorken. Tu sei d'accordo, tesoro? - 
Avril ci pensò un attimo su : uscire? In mezzo alla gente? Non le sembrava un'idea tanto brillante. Ma vedendo lo sguardo speranzoso negli occhi della zia, non le veniva proprio di dire di no.
- Certo, per me va bene - mentì quindi con un leggero sorriso.
- Oh, perfetto! - esultò Lucy. Quindi si rivolse a Jonatan e Miriam, che la fissavano sorridendo.
- Chiamiamo Alex e andiamo a Yorken! - 
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- E così è questo il famoso paesino? -  
Avril scese con cautela dalla jeep rossa con la quale erano arrivati a Yorken, fissando la cittadina aldilà di un ponte. 
- Si, esattamente. Bello vero? - Alex scese a sua volta dalla macchina, avvicinandosi piano alla giovane, la quale aveva chiuso gli occhi, lasciandosi cullare dalla dolce carezza del vento. 
Però si sentì osservata, quindi riaprì gli occhi, trovando il diciassettenne che la fissava, per poi distogliere lo sguardo ed arrossire impercettibilmente.
Era così carino quando era imbarazzato!
Decidendo di scacciare via quei pensieri invadenti, Avril scosse violentemente la testa, schiarendosi la gola e rivolgendosi a Miriam, John e sua zia, che intanto guardavano la scena divertiti.
- E smettetela di fissarci! - gridò infastidita la ragazza, arrossendo - Non siete per niente spiritosi! -  
Il trio ridacchiò, per poi avviarsi indisturbato verso il ponte. Ma Avril rimase immobile, con le braccia incrociate e un broncio in volto.
Alex, che era di fianco a lei, rise di gusto.
- E dai, principessa, non ti sarai mica offesa per così poco? - domandò divertito, arruffando i capelli della giovane.
- E piantala! - disse infastidita lei, schiaffando lontano la mano del ragazzo. - Piuttosto, raggiungiamo gli altri -
- Ai suoi ordini... Principessa -
Con lo sguardo che gli lanciò contro la ragazza in quel momento, Alexander Burton non poté fare a meno di ridere 
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Il paesino all'interno era molto grazioso : era pieno di negozi e bancarelle. C'era un piacevole viavai e un buonissimo odore di pane. 
Avril lo inalò tutto, quel profumo; Infondo doveva ammetterlo, non era poi così male.
- Ragazzi? - la voce di Miriam la riportò alla realtà, facendola girare di scatto - Io, John e Lucy andiamo a fare delle commissioni in un negozio vicino. Voi esplorate un po' le bancarelle ma non allontanatevi troppo! - 
Avril sbarrò gli occhi : Come? Di nuovo sola con Alexander? No, non se ne parlava proprio! 
Fece per ribattere, quando lo stesso Alex avvolse un braccio intorno alle sue spalle e sorrise raggiante verso sua madre 
- Si, fidati mamma, ce la caveremo! - disse, per poi voltarle le spalle e trascinare la ragazza con se. Lei, dal canto suo, si divincolò dalla presa non molto forte del giovane e lo guardò con aria più che infastidita.
- Ma che fai?! - gli chiese arrabbiata - Chi ti ha detto che volevo venire con te?! - 
Alex sbatté le palpebre, poi sorrise e le prese la mano. Avril avvampò e cercò di ritirarla ma la presa del ragazzo era forte.
- Calmati - le disse dolcemente - Voglio farti vedere una cosa - 
La ragazza inarcò un sopracciglio, ma poi sospirò e si lasciò trascinare dal ragazzo verso una bancarella.
- Guarda un po' qui - la incitò.
Avril decise di assecondarlo e guardò sul bancone. Dopodiché sbarrò gli occhi.
Su quel bancone c'erano tantissime collane e bracciali bellissimi! Alcuni con ricami floreali, altri un po' più invernali. Era talmente presa ad osservare quelle piccole meraviglie, che non si accorse che Alex aveva pagato il negoziante ed ora si stava dirigendo silenziosamente verso di lei.
Sempre con passo felpato, si posizionò dietro la schiena della ragazza e, con delicatezza, le mise al collo una collana, che al centro aveva una bellissima rosa rossa di cristallo, ricoperta da piccole schegge di ghiaccio. 
Le agganciò la catenella dietro al collo e le sussurrò all'orecchio.
- Ti piace, principessa? - 
La giovane sbarrò gli occhi ed abbassò lo sguardo verso la rosa, prendendola in mano per osservarla meglio.
Era semplicemente... Perfetta.
- È... È bellissima - mormorò, carezzando con delicatezza i petali di cristallo, quasi avesse paura di danneggiarli - Io... Io non so cosa dire -
Si girò per affrontare il ragazzo, e quasi sussultò vedendo il viso di lui a pochi centimetri dal suo.
- Semplice, non dire nulla - le sussurrò, avvicinandosi piano alle sue labbra.
La giovane era come se in trance : si avvicinò anch'ella ad Alex e stava quasi per colmare la distanza tra loro quando...
- Avril? - 
La giovane sbarrò gli occhi azzurri e si allontanò immediatamente dal diciassettenne. Quella voce... No, non era possibile!
- Harry? -
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ANGOLO AUTRICE RITARDATARIA :

Ta daaaaaaaa!!!! Ok, non so minimamente come scusarmi per questo ritardo davvero. Posso solo dirvi che avevo un altra marea di storie da completare ( e che tra l'altro non ho ancora completato ) e quindi ho trascurato un po' questa. Comunque ora sono qui e spero che questo chappy vi sia piaciuto.
Forte eh il colpo finale?
Nel prossimo capitolo si parlerà proprio di questo ^_^ 
Ok, detto questo mi levi dalle scatole e vi assicuro che il prossimo upgrate arriverà al più presto!
Tanti baci,
Vostra Clacli

  
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