Serie TV > The Originals
Ricorda la storia  |      
Autore: _Arya    01/09/2014    1 recensioni
La lontananza è capace di frantumare il nostro cuore in tante piccole schegge. Ognuna di essa apporta alla nostra anima un graffio con il quale farci i conti, giorno dopo giorno. Separarsi dalle persone che si ama è sempre stato difficile, e quando capiamo che ci sta influenzando, che ci sta cambiando, capiamo che quei graffi, l’uno insieme all’altro, hanno dato forma ad una ferita. Con il tempo, capiamo che quella stessa ferita non si può rimarginare, perché in essa rimane un vuoto profondo, e questo lo può riempire solo quella persona alla quale abbiamo detto addio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elijah, Hayley, Klaus, Marcel, Rebekah Mikaelson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa one-shot che vuole cercare di raccontare le scene finali dell’ultimo episodio di The Originals mediante i suoi personaggi principali, collegando ad ognuno di loro uno dei cinque sensi.
L’ordine è il seguente: Marcel, il gusto (vedere che sia stato proprio lui a portare in salvo Hope, lui che salvò a suo tempo Hayley, l’ho travata più che una coincidenza); Elijah, l’olfatto (nella stanzetta di Hope, quando Hayley è costretta a dirle addio); Hayley, l’udito (da sola senza la sua Hope, dopo che Klaus l’ha portata via); Klaus, il tatto (l’attimo successivo a quando affida Hope a Rebekah); Rebekah, la vista (con lei non solo si racchiudono tutti i sensi, ma vi è quello che gli altri, soprattutto Klaus ed Hayley, vorrebbero avere: vedere la loro Hope osservarli curiosi, tendere le proprie manine, vederla dormire o sorridere).

Spero l’apprezziate.
Buona lettura.


 





  
                                                             





 
 
                                                                                                        
 
La storia si ripete, oggi come ieri.
Mi sorprendo a compiere quegli stessi gesti di anni fa.
Avvolgo la vita tra le mie braccia.
La proteggo dalla morte che la circonda, ancora una volta.
Alzo lo sguardo.
Non vi è più niente davanti a me.
Il respiro frenetico si riduce ad un alito caldo.
La scena di un passato dimenticato riemerge a tormentare i miei pensieri.
Una bambina.
È piccola. Mi guarda curiosa.
Sono castani i suoi capelli, verdi i suoi occhi
 Nella mia gola avverto quel sapore che bramo.
Distolgo lo sguardo colpevole.
Non sono riuscito a salvare quelle due vite.
Chiudo gli occhi, trovando rifugio da quei ricordi prepotenti.
Il respiro accelera.
Una figura.
Un’immagine nel buio.
Una bambina.
Mi sorride.
Sono castani i suoi capelli, blu i suoi occhi.
Quel sapore che infesta i miei pensieri, che intacca la mia gola, scompare.
Apro gli occhi.
Due iridi blu mi fissano.
Li chiudo. Sospiro.
Due iridi verdi si illuminano.
Li riapro.
I ricordi svaniscono.
Sorrido.
Sono riuscito a salvare questa vita.

 
 
 

 
 

 
Il sapore della goccia di sangue, per quei due occhi verdi, è di dolore.
Lei deve separarsi da noi, da loro. Per il suo bene.
È l’unico modo.
Me lo continuo a ripetere.
Mi è difficile poterlo accettare.
Chiudo gli occhi. Un sospiro sfugge al mio controllo.
I miei pensieri sono investiti da un’immagine.
Dura un attimo.
Un’immagine nel buio di una piccola figura.
È sfocata.
Si allontana.
Il mio equilibrio vacilla a quel vuoto improvviso che avverto.
La piccola figura la vedo correre via.
I miei pensieri sussultano.
È scomparsa.
Nell’aria permane fluttuante il profumo di una giovane bambina.
Apro gli occhi.
Nascondo la rabbia. Accolgo quel dolore.
Tornerai da noi, te lo prometto.

 
 
 
 
                                                                  
 

 
Odoro l’aria.
Ascolto le ore che proseguono ignare della mia ferita.
Mi siedo. Chiudo gli occhi.
Un sospiro rotto dal dolore di un legame spezzato.
Linee confuse iniziano a popolare la mia mente. Si accalcando, si unisono.
Una figura. 
Un’immagine nel buio. 
Una bambina.
Sono castani i suoi capelli, blu i suoi occhi, gli occhi di suo padre.
Una bambina. La mia bambina.
L'eco di una vocina nel silenzio.
Il respiro si ferma.
Apro gli occhi. Inizio a cercarti.
 Non ci sei.
 La rabbia sostituisce il dolore.
Il respiro aumenta.
Stringo i pugni sulle mie ginocchia.
 Una lacrima.
Tornerai da noi, te lo prometto.

 
   
 
                              
                                
 
 
 
Il dolore fa rumore.
Mi ritrovo immobile ed inerme.
Sopra di me, la fredda oscurità si mischia ad una luce innocente.
Ad est, osservo la notte farsi più chiara.
Colori caldi si mescolano ai loro opposti, coniando nuove gradazioni.
 Il silenzio accompagna il vento fresco dell'alba. Mi sfiora. Chiudo gli occhi.
Mi perdo nel buio che mi domina, lasciando che i miei demoni logorino il mio dolore.
Il mio respiro si calma.
Immagino quei colori che dipingono il cielo.
Un alito di vento cambia rotta ai miei pensieri.
Quelle gradazioni che legano oscurità e luce colorano una figura.
Piccole linee sempre più chiare si formano imperterrite.
Un immagine nel buio.
Una bambina.
È vicina.
Troppo vicina.
Blu sono i suoi occhi, castani  i suoi capelli, i capelli di sua madre.
Una bambina. La mia bambina.
Il mio respiro aumenta.
Guardo una manina alzarsi.
Sento una carezza sul mio volto.
Apro gli occhi.
Mi ritrovo a sussultare.
È solo il vento.
Una lacrima.
Abbasso lo sguardo da quei colori.
Serro i pugni.
Cerco di rimanere in equilibrio su quella linea sottile del mio autocontrollo.

Tornerai da noi, te lo prometto.

 
 
 
 

 


Ti accarezzo.
Un’ immagine di una bambina alla luce soffusa.
Occhi che conosco, mi scrutano curiosi.
Ti osservo allungare le tue manine verso di me.
Muoverti, scalciando in uno spazio troppo grande.
Ribelle come tuo padre.
Senti la mia voce parlarti.
Mi sorridi.
Dolce come tua madre.
Starai con noi, te lo prometto.
Noi che ti amiamo come accade solo nelle favole.

Per sempre.



    








Note Autrice


Salve!
Mi scuso per le doppie note, ma quelle all'inizio sono state necessarie per spiegare la storia.
Prima volta che pubblico una storia in The Originals, ma non la prima che scrivo su alcuni suoi personaggi.
Nata quando sarei dovuta andare a nanna, diversa per contenuto e forma da tutte le mie precedenti storie, Un’immagine nel Buio è la mia seconda one-shot, benché tale non si possa chiamare, che ricostruisce su “carta” una scena dello show (la prima è Il Tempo di un Minuto, con Klaus e Caroline dalla puntata 4x13).
Ad unire i brevi momenti sono le prime frasi di ogni parte, che riprendono il senso precedente, oltre che all’elemento principale, ovvero l’immagine di Hope e l’illusione di riuscire a sentirla.

Spero vi sia piaciuta questa mia idea.
Sono curiosa di avere i vostri pareri,

Lilydh
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: _Arya