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Autore: wordsaredeadlythings    01/09/2014    3 recensioni
Hermione deve fare i conti con le mancanze, e per farlo scrive un diario. Un diario per Fred. Tante piccole lettere.
Perché deve andare avanti, in qualche modo.
Dalla storia:
Se fossi qui ti distruggerei a suon di pugni, alla Babbana. Mi spaccherei le mani contro la tua faccia stupida e il tuo stupido sorriso e la tua stupida risata e il tuo stupido tutto.
Ti odio perché io per te ero qualcosa. E tu per me eri qualcosa, ma non so nemmeno io cosa e non lo saprò mai.

(..)
Mi ha detto: “Mi manca così tanto che penso potrei impazzire” e mi ha raccontato di quando le hai insegnato a volare e lei si è schiantata contro la Tana; tua madre si è arrabbiata da morire, quella volta. Io le ho raccontato di quando al quarto anno mi hai fatto ridere dopo che la Pomfrey mi aveva risistemato i denti, e mi hai detto che con i capelli legati stavo molto meglio – e non ho più smesso di farmi code.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fandom: Harry Potter
Autore: _Cris
Titolo: I think I'll miss you forever
Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Famiglia Weasley, brevi apparizioni di Ron Weasley e Harry Potter.
Genere: Angst, Romantico, Drammatico.
Rating: Giallo
Avvertimenti: One-shot, What if..?, Missing Moment (ipotetico)
Contoparole: 1786
Note: Di ritorno con la mia Fremione, di nuovo post guerra. Ce la vedo troppo Hermione a scrivere su un diario tutto quello che non tira mai fuori per superare il lutto – ovviamente prendendo tutte le informazioni da uno dei suoi libri. Quando riuscirò a scrivere decentemente riguardo questi due senza tutto quest'angst, sarò una persona molto felice – e forse un giorno ce la farò. Alcune delle espressioni di Hermione potrebbero essere considerate OOC, ma è una cosa giustificata: prima cosa, lei scrive a Fred. Seconda cosa, sa che nessuno leggerà mai quelle parole e allora scrive tutto ciò che le passa per la testa senza paura.
Ulteriori note in fondo!

 

 


 

 

I think I'll miss you forever

 

 

21 maggio 1997

 

Dicono che scrivere aiuta. L'ho letto su uno dei miei libri, giorni fa – mi conosci: la prima cosa che ho fatto è stata gettarmi sui libri, come se davvero quei pezzi di carta potessero aiutare con... con tutto questo. Non so se sia vero, ma credo che tentare non faccia male.
Tanto, tutto quello che c'era da distruggere è già distrutto.
Sei riuscito a distruggere anche le ipotetiche, e spero che tu sia fiero di te per questo, ovunque tu sia. So solo che non sei qui, e che scrivere mi sta facendo solo venire voglia di urlare – più del solito, almeno. 

 

25 maggio 1997

 

Te la ricordi, quella volta al terzo anno, quando mi hai svegliato perché ero crollata sui libri in Sala Comune e mi hai chiesto come potessi ignorare una giornata così bella? Quando mi hai detto che potevi insegnarmi a divertirmi?
Scommetto che ti ricordi come ti ho guardato: ho sgranato gli occhi e ho boccheggiato, poi ti ho urlato un “no” così forte che per un momento ho temuto che la Signora Grassa corresse in Sala Comune per accertarsi che non ti avessi ucciso. Tu hai alzato le spalle e sei scappato via chissà dove.

Avrei dovuto dire di sì, Fred. Ma non l'ho fatto.
Non c'è scritto su nessun libro come divertirsi; e ora non lo imparerò mai.

 

 

30 maggio 1997

 

Ron è finalmente esploso, oggi.
Non so nemmeno perché te lo sto scrivendo, ma forse lo vorresti sapere. Tanto non leggerai mai tutto questo, e forse lo sai già, ma non mi importa. Comunque, Ron è esploso: ha distrutto mezza cucina e ha urlato per ore e ore, e poi ha pianto per altrettanto tempo. George è rimasto lì a.. a fissarlo, in silenzio. Ha sempre gli occhi sgranati, Fred, ho paura che non li chiuda mai e ogni tanto lo sento svegliarsi e urlare contro il cuscino, di notte.
Ho letto su un libro che ci sono cinque fasi di un lutto. Rifiuto, Rabbia, Negoziazione, Depressione e Accettazione. Ron è appena arrivato alla rabbia, George al rifiuto, Ginny alla depressione così come tua madre. Gli altri non lo so: Charlie è sempre in camera sua, Bill con Fleur. Percy è scomparso giorni fa e manda lettere per far sapere che sta bene – Merlino solo sa che bene non sta nessuno, qui.
E io? Io a che fase sono, Freddie? A che fase posso essere? Mi sento come se avessi un buco nero al posto del cuore, e devo aiutare tutti, devo stare accanto a tutti.
George non è l'unico che urla, di notte. 

 

10 giugno 1997 

Non sei tu.
L'ho capito oggi e non riesco a togliermelo dalla testa. Passeggiavamo fuori dalla Tana, poi mi ha preso e mi ha baciato e non eri tu. Non eri tu e ho avuto paura, volevo piangere e singhiozzare e morire.
Non sto piangendo, Freddie. Ho pianto troppo, in questi giorni, e sto provando a non pensare che non eri tu. Ron non eri tu. Ron non sarà mai te, e a me va bene così.
Vorrei solo sapere cos'ero io per te, anche se io non so cos'eri per me.


 

15 giugno 1997

Ti odio, Fred Weasley.
Ti odio perché sei scomparso, perché sei scivolato via senza lasciarmi niente più che qualche sorriso strano e un bacio che mi sta distruggendo pezzo per pezzo. Te ne sei andato e non ho neanche una foto con te, o un tuo regalo, non ho niente. Ho solo questa manciata di ricordi e fanno male, Fred.
Se fossi qui ti distruggerei a suon di pugni, alla Babbana. Mi spaccherei le mani contro la tua faccia stupida e il tuo stupido sorriso e la tua stupida risata e il tuo stupido tutto.
Ti odio perché io per te ero qualcosa. E tu per me eri qualcosa, ma non so nemmeno io cosa e non lo saprò mai.
Congratulazioni, Freddie. Mi hai impedito di sapere una cosa.

 

 

18 giugno 1997

 

E' stato il turno di George. E' impazzito.
Eravamo a cena, tua madre ha cucinato il polpettone. Poi ha detto “Devi mangiare, Fred”. Sono trasaliti tutti, perché nessuno ti nomina più da più di un mese; e George è esploso. Ha urlato che è stanco di noi, che non ce la fa più a vivere in un posto dove deve fingere che suo fratello non è mai esistito. Dice che non riesce più a camminare e che gli manca il borbottio nella vostra stanza, quello degli esperimenti che non fa più da quando ti ha visto nella Sala Grande. Dice che gli manca sentire la risata di tutti, che gli manca la tua. Ci ha detto che siamo degli stronzi, e poi è andato via.
Ron lo ha trovato nel suo appartamento a Diagon Alley. Dice che rimarrà là a prendersi cura di suo fratello per... per un po'. Penso che io andrò da Harry: gli Weasley avranno bisogno di loro stessi, e non di me. Io ero qui perché volevo prendermi cura di Ron.
E nessuno si è preso cura di me.

 

 

20 giugno 1997

 

Mi manchi, stronzo.
Sento che sto impazzire, perché siamo solo un'ipotetica, siamo sempre stati un'ipotetica. Quel bacio di cui non abbiamo più parlato non significava niente, noi non eravamo niente: solo fumo, nient'altro che fumo.
La sai una cosa, Fred? Avrei voluto essere qualcosa. Con te. Qualsiasi cosa. Mi sarebbe andato bene tutto, ma poi tu hai deciso di morire e io non-

Torna indietro, Fred.

 

 

 

30 giugno 1997

 

Vado da uno psicologo. Mi hai spedito dallo psicologo, alla fine: ti devo dieci galeoni e due falci; vorrei portarteli sulla tua tomba, ma non ci torno dal funerale e ho paura che mi ucciderebbe andare lì.
Sai cosa mi ha chiesto, il terapista? Di dire le cose che mi ero tenuta dentro, di dirle in quel momento. Che cosa stupida: perché devo dirle, se tu non mi senti? Tu non sentirai mai più nessuno e io voglio solo chiuderti in una scatola e aspettare che faccia meno male.
Farà mai meno male, Freddie?

 

 

31 giugno 1997

 

Vuoi sapere cosa avrei detto, se avessi trovato il coraggio – se facesse meno male?
Avrei detto che mi dispiace di essere solo una ragazzina polverosa con l'inchiostro sulle dita e sul naso. Avrei detto che siamo stati un niente, ma era un niente fantastico, e mi hai fatto ridere un sacco di volte – solo che te lo nascondevo sempre.
Ti avrei detto che mi dispiace di non essere stata perfetta, perché abbiamo litigato così tante volte e tu mi dicevi che alla fine avrei sposato i miei libri; forse se la vita fosse stata un po' più giusta, avrei sposato te e saremmo stati qualcosa.
Già, forse. Ormai tutto questo rimarrà un grosso forse, un punto interrogativo, un niente. Solo che questo niente fa male.

 

 

05 luglio 1997

 

Sono esplosa io, oggi. Ho dato fuoco alla cravatta del mio terapista, e il suo pesce rosso è esploso; c'era acqua dappertutto – forse tu avresti riso.
Sono esplosa e gli ho urlato che non ha capito nulla, che non serve a niente dirti che mi piaceva il tuo modo di infastidirmi e che mi sento mutilata da quando sei morto. Non serve a niente dirti che ho trovato una tua sciarpa e ora la tengo nascosta nella tasca del mantello perché ho bisogno di qualcosa che appartenga a te per sapere che sei stato reale.
Noi non eravamo reali – non eravamo niente, Fred. Io ero reale, e tu lo eri, ma non siamo mai stati qualcosa più che un tu ed io. Ben distinti. Separati, eppure vicini.
Ho bisogno di andare avanti, Fred. Ma ho una sciarpa nella tasca del mantello, un buco nel petto e l'eco di una risata che mi fa venire voglia di urlare.

 

 

15 luglio 1997

 

Oggi Ginny è venuta a casa mia – alla fine ho comprato un appartamentino con i soldi del mio Ordine di Merlino, Prima Classe; un Ordine di Merlino per crollare nella depressione non l'avevano dato a nessuno.
Abbiamo visto un film divertente e io ho pianto sulla sua spalla per tutta la visione. Lei mi accarezzava i capelli e piangeva con me: singhiozzava piano. Singhiozzavamo piano entrambe. Non so se sia un miglioramento – forse sì, forse no, non importa.
Mi ha detto: “Mi manca così tanto che penso potrei impazzire” e mi ha raccontato di quando le hai insegnato a volare e lei si è schiantata contro la Tana; tua madre si è arrabbiata da morire, quella volta. Io le ho raccontato di quando al quarto anno mi hai fatto ridere dopo che la Pomfrey mi aveva risistemato i denti, e mi hai detto che con i capelli legati stavo molto meglio – e non ho più smesso di farmi code.
Poi Ginny mi ha detto “Ci mancherà per sempre, vero?”
E io non ho risposto.

 

 

30 luglio 1997

 

Ron è preoccupato per me, quindi si è trasferito da me con la forza.
Ha uno sguardo così vuoto che viene voglia di abbracciarlo e tenerlo così per sempre, come se questo potesse fare la differenza. Sono passati quasi quattro mesi; è migliorato molto da maggio, ma c'è sempre quella scintilla di dolore nei suoi occhi che si fa più cupa ogni volta che ti nomina. Sento la sua voce che si incrina, ma almeno non si spezza definitivamente.
Forse io sono messa peggio di lui, ora come ora. Lui sta andando avanti, e io.. io ancora no. Tengo sempre la sciarpa legata attorno al collo mentre dormo – se dormo – e vorrei solo che mi facessi ridere.
Fammi ridere, Fred. Perché ci riuscivi benissimo, anche se non te lo facevo mai vedere.

 

 

05 settembre 1997

 

Oggi sono stata sulla tua tomba. Ci sono un sacco di fiori, davanti alla tua tomba: io ho trasfigurato una pietra in una Cioccorana e ce l'ho messa sopra, tra tutte le altre cose. Non so se ci sono Cioccorane, là dove sei ora, e mi ricordo ancora quanto le adoravi. E' più originale di un fiore, e forse lo avresti trovato abbastanza bizzarro da riderci su.
Non piango da tanto, Fred. La sciarpa ora non viaggia più nella tasca del mio mantello, e sto cercando un lavoro, perché voglio andare avanti, Freddie. Lo voglio davvero.
Voglio superare il nostro niente, le ipotetiche, i punti interrogativi, i forse e tutte quelle mezze verità su cui si basava il nostro rapporto. Quel noi che non c'è mai stato, e che mai ci sarà: io lo voglio superare.
Ma non preoccuparti, ti porterò le Cioccorane ogni volta che potrò.
Guarisco, Fred, ma mi mancherai sempre. E penso tu lo sappia.

 

 

The End.

 

 


NdA: volevo solo dirvi che sto progettando di scrivere un casino di cose su questo fandom perché, lo ammetto, l'universo di Harry Potter mi è mancato. Quindi, aspettatevi altre mie incursioni – probabilmente non con la Fremione, ma con numerose altre one-shot più lunghe di questa; sì, sto cercando di diventare prolissa.
Ah, una Cioccorana a tutti quelli che recensiranno!

 

   
 
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