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Autore: _antigone    01/09/2014    3 recensioni
[Allison/Lydia; 3x13]
Non si accorge di stare respirando profondamente, in modo talmente irregolare da farle abbassare ed alzare il petto come un mare in tempesta, finché la mano di Lydia non scivola nella sua.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'When you're gone.'
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The right choice.
 



 
Il tamburellare lento e costante causato dalle dita di Allison sul volante diventa una leggera musica per le orecchie di Lydia, che, dal canto suo, tenta di sopraffare non solo le voci bisbiglianti che si accavallano nella sua mente, ma anche il recente e scioccante ricordo di qualche ora prima: la freccia scoccata dalla stessa Allison, destinata proprio a lei, e la mano di Isaac che l'afferra saldamente un attimo ed un centimetro prima che la uccida.
Il tamburellare si fa più veloce e, per quella che a Lydia sembra la milionesima volta, Allison farfuglia: «Lydia, scusami, davvero, io...»
«Ti sei già scusata almeno venti volte negli ultimi dieci minuti, Allison» risponde Lydia accompagnando la frase con un lieve sorriso. «Va tutto bene. Sul serio.»
«Stavo per ucciderti» ribatte con fermezza la cacciatrice. «Io. Quella che dovrebbe proteggerti.»
A quel punto, Lydia ride. É una risata forzata, nervosa, di chi non sa esattamente cosa fare. «Sei per caso il mio angelo custode o la mia bodyguard
Allison distoglie per un attimo lo sguardo dalla strada e si volta verso di lei. Il suo viso è serissimo, ma la banshee non batte ciglio davanti a quell'espressione.
«Sono la tua migliore amica.» afferma Allison, e Lydia avverte una strana ed incredibilmente piacevole morsa allo stomaco quando la sente pronunciare quelle parole.
«Lo so, una cacciatrice di lupi mannari che sa come ucciderti in quindici modi diversi.» conviene aggrottando le sopracciglia e arricciando le labbra. «Direi che posso stare tranquilla, non credi?»
L’altra sorride. «Forse» confessa, «se non diventa pazza prima.»
«Lo ammetti, allora!» Lydia la guarda come a rimproverarla, alludendo a lei, Scott e Stiles quando, qualche ora prima, avevano asserito che no, nonostante visioni, incubi e carenze di controllo, non stavano affatto diventando pazzi. Allison allarga il sorriso e scuote la testa. «Sì, lo ammetto.»
Si crea un silenzio imbarazzante, che tra loro due non c'è mai stato.
«Vuoi… vuoi ancora rimanere a dormire da me, oggi?»
È la stessa Allison a romperlo. Tiene gli occhi fissi sulla strada, non solo perché sta guidando, ma anche perché non crede che riuscirebbe a vedere la faccia di Lydia contrarsi in un’espressione impaurita e dire che no, non se la sente di andare da lei, dalla sua quasi assassina.
 Non dalla sua migliore amica. Dalla sua quasi assassina.
Lydia, dal canto suo, vorrebbe risponderle qualcosa di sarcastico e spiritoso, qualcosa come "sicura che non mi ucciderai?" o "okay, ma niente arco e frecce, va bene?".
Vorrebbe fare qualcosa per proteggersi, indossare la sua corazza, la sua corteccia, come le ha detto una volta Stiles, e non mostrarsi, non mostrare i suoi sentimenti per poi rimanere ferita e delusa. Ma non può, Lydia, non può farlo, non con Allison. Perché Allison, quella corazza, l'ha scovata e vi ha fatto una breccia; l'ha distrutta e poi ha aiutato Lydia a liberarsene.
Perciò sceglie l’opzione più pericolosa, quella che per tanti anni aveva tentato di reprimere: quella di esporsi, mostrarsi, essere se stessa.
«Certo che voglio» dice afferrandole il polso attanagliato al volante, sorridendo davvero, stavolta, «e basta scusarsi. Non avrò sensi superiori alla norma, artigli e non sarò un asso con le armi, ma ti assicuro che una borsata in testa può fare davvero male.»
E quando Allison ride, Lydia capisce di aver fatto la scelta giusta.
 
*
 
Lydia sente il materasso muoversi sotto di lei. Da quando Peter l’ha morsa e le voci hanno iniziato a ronzarle fastidiosamente in testa ha il sonno più leggero di quanto si aspettasse, e quindi le ci vuole poco per destarsi dal sonno.
Apre lentamente gli occhi, schiudendo le palpebre con stanchezza.
Allison è sveglia, ed ha in mano qualcosa.
Allison è sveglia ed ha paura. Lydia lo capisce dai respiri così profondi che riesce a sentirli normalmente, non le servono i sensi da lupo mannaro.
«Allison? Che… che hai?» mormora mettendosi su un fianco.
Quando però mette a fuoco, per poco non sobbalza. Nelle mani della sua migliore amica scorge un pugnale. Uno di quei pugnali che si può trovare sulla scena di un crimine. Uno di quei pugnali con cui si uccide la gente.
«All – Allison?»
La cacciatrice sposta gli occhi su di lei, ansimando. «Lydia» sussurra in preda all’ansia, «ti giuro che non stavo per fare niente. Mi sono svegliata e...»
«Hai avuto un incubo?» la interrompe la banshee.
La mora annuisce. «Nel sogno avevo un pugnale… questo pugnale.» Lo osserva per qualche attimo, la fronte aggrottata e le mani tremanti. Deglutisce. «E’ stato un errore farti rimanere qui.» bisbiglia facendo inarcare a Lydia un sopracciglio. «Credo che sia meglio che tu vada nella camera degli ospiti, almeno per stanotte.»
La guarda negli occhi, come a dirle che non deve controbattere, che le dispiace cacciarla, ma che lo sta facendo per lei.
«Stai scherzando?» dice Lydia mettendosi a sedere, improvvisamente sveglia. «L’ultima volta che sono stata troppo lontana da te la mia testa è stata quasi infilzata da una freccia» prosegue rispondendo al suo sguardo.
Allison abbassa d’impulso la testa, ancora mortificata.
«Io non ti lascio.» conclude Lydia con durezza, forse più di quanta volesse mettere in quella frase.
Ma Allison deve capire che non sta pensando solo a se stessa, alla sua salvezza… vuole restare perché sente e sa che la sua migliore amica ha bisogno di lei.
Quel io non ti lascio non significava io non mi allontano perché potresti uccidermi, significava che no, non l’avrebbe abbandonata, perché Allison non è solo la sua migliore amica, è la sua unica amica.
Quando aveva baciato Scott, Allison era rimasta.
Quando aveva avuto quelle strane allucinazioni nel Motel, Allison le aveva creduto, non l’aveva presa per pazza.
Quando la sua auto era stata distrutta, Allison si era presa l’impegno di accompagnarla a scuola  ogni giorno.
Ora era il suo turno di restare.
E Allison lo ha iniziato a capire.
«Come… come vuoi» mormora buttando via dal letto tutti i fogli che avevano lasciato sopra prima di addormentarsi. «Ti avverto che… potrei avere qualche altro attacco.»
Lydia a quel punto si concede una lieve risata divertita. «Ma hai presente con chi stai parlando?» dice indicandosi con un dito, «La banshee psicopatica urlante con le visioni, ricordi? Quella che sente costantemente delle voci nella sua testa.» si auto-schernisce. «Penso che tu non sarai un problema.»
Allison abbozza un sorriso e si stende senza nemmeno coprirsi con la coperta. Chiude gli occhi, i respiri tornati regolari, quando sente un leggero tonfo accanto a lei. Quando li riapre, Lydia le è praticamente a cinque centimetri più a sinistra.
Si scambiano uno sguardo complice ed Allison chiude di nuovo gli occhi.
Ed eccola.
Ecco di nuovo Kate, sua zia, sua zia morta ma che continua a tormentarla.
Ecco di nuovo quella sensazione asfissiante, quel senso di terrore, di smarrimento.
Non si accorge di stare respirando profondamente, in modo talmente irregolare da farle abbassare ed alzare il petto come un mare in tempesta, finché la mano di Lydia non scivola nella sua.
Per un attimo tutto rallenta, ed ha il tempo di calmarsi.
Kate non è reale. Kate è morta. Kate non è reale. Kate è morta.
È con questo mantra che inizia a cedere alla stanchezza e al sonno.
Ma, e forse potrebbe essere un’altra allucinazione, ciò che sente non è forse Lydia a sussurrarle ripetutamente con un tono dolce, che non le aveva mai sentito fuoriuscire dalla labbra, le stesse rassicuranti parole?
«Va tutto bene, Allison. Sono qui.»
Così Allison, stringendole a sua volta la mano, decide ancora una volta di crederle, come nel Motel.
E chiudendo gli occhi senza più finalmente vedere il viso di sua zia, capisce di aver fatto la scelta giusta.








Note:

Buonasera! O buongiorno. O buon pomeriggio. O qualunque buon-momento in cui state forse leggendo queste note.
Be', che dire? Amo l'amicizia tra Allison e Lydia e avrei tanto voluto un abbraccio, una frase dolciosa, un "ti voglio bene" detto da Allison, un "sei la mia migliore amica" confessato da Lydia... qualunque cosa, qualunque.
E invece mi devo accontentare di questi accenni nella quarta stagione che, per inciso, mi stanno spezzando il cuore.
L'idea per scrivere questa cosa mi è venuta ripensando alla 3x13, episodio che ho amato. Dico, ma avete visto quella gif?
E niente, spero che la storia vi sia piaciuta e che mi farete sapere cosa ne pensate!

 
   
 
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