Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    02/09/2014    0 recensioni
una nuova storia scritta dalla bravissima disegnatrice Monicasuke, con editing di Fujikofran. L'autrice ha autorizzato la pubblicazione.
Lupin e co. devono effettuare un colpo e cercare di raggirare Roger Mayer, che ha messo gli occhi su un cospicuo numero di diamanti. Nel frattempo Jigen rivede una sua amica, Mary, di cui scopre una verità amara, e conosce Claudia, poco più che adolescente e temeraria, in cerca di suo padre. Ma non solo, il pistolero avrà un incontro-scontro con Fujiko e dovrà vedersela con la gelosia di Goemon nei confronti della donna. E il piano di Lupin...funzionerà?
Genere: Erotico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con
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Si accese un'altra sigaretta, dopo essersi sistemato la barba, ammirò il suo volto allo specchio, notando qualche piccola ruga che rendeva il suo sguardo ancora più intenso e tagliente, e sulle tempie qualche capello bianco, che gli ricordò che il tempo stava passando anche per lui. Spense la sigaretta, fece una doccia rilassante, si asciugò con un accappatoio e completò l'opera della rasatura passandosi le mani sul volto e sul collo bagnate dal suo dopobarba. Poi andò a vestirsi.
Si diresse in salotto dove il suo socio e amico Lupin III era intento ad accendere il fuoco nel caminetto. Si distese pigramente sul divano e accese un'altra delle sue Pall-Mall, prendendo un quotidiano e iniziando a leggere nel più assoluto silenzio. 
- Jigen! Ehi, Jigen, che fai, dormi? -     
-Uh?! No no... perchè?-    
- Ti va, amico? - chiese il ladro prendendo una bottiglia di scotch.     
- Perchè no? In fondo con questo freddo non dispiace mica un goccetto di whiskey! -  
Lupin prese anche due bicchieri in cui versò il contenuto della bottiglia, porgendone uno all'amico.  
- Chissà cosa diavolo starà combinando Goemon! E' partito da un pezzo e ancora non s'è fatto vivo, quel diavolo d'un samurai! - disse il pistolero buttando giù d'un fiato il whiskey. 
- Sai com'è fatto.. la pace interiore, la meditazione, ecc -      
- E Fujiko? Hai più visto quella donna? -      
- Fujiko? No! -            
- Quella maledetta! Se s'azzarda a ritornare, giuro che gliela faccio pagare cara stavolta! -      
- E su, Jigen, sai com'è fatta Fujiko, a lei piace giocare... tutto qui! -     
- Le piace giocare, eh? Tu stai sempre a perdonargliele tutte! -     
- E' cosi dolce e bella… Come si fa a non perdonarla? Quella donna è straordinaria! -     
- E' tanto bella quanto dannosa, Lupin! Ma è mai possibile che ti rincoglionisci sempre quando si parla di lei? É solo buona a portar guai! Le donne portano guai! -     
- Sei il solito brontolone, Jigen! Lo vedi? Non avrai mai successo con le donne se continui a pensarla così, mon ami! -      
- Ma va’ al diavolo, Lupin! -   
Uscì, lo faceva quasi tutte la sere. Entrò in un bar non curante della gente ubriaca che frequentava quel posto e gli venne in mente Sonny, di quando andava da lui a farsi qualche whiskey e di quando lo riprendeva come fosse un bambino quando alzava un po’ il gomito. Non lo aveva più rivisto, non ne aveva avuto più il tempo, visto che il suo tempo lo aveva trascorso a scappare in continuazione e questo lo amareggiò molto. Ordinò un doppio whiskey bourbon e si perse con lo sguardo in quel contenuto limpido dentro il bicchiere, che rigirava in mano per poi sorseggiarne un po’.                
- Ciao, bello! Vuoi compagnia? -  
Quella voce femminile all'improvviso, certo, non lo distolse, anzi, si sentì molto infastidito.     
– NO! Grazie - rispose secco senza neanche voltarsi, frugando nella tasca interna della giacca estraendone poi uno zippo e una sigaretta. Non gli erano mai piaciute le donne sfacciate, tantomeno le donne insistenti, e ciò gli capitava spesso visto che lui, più degli altri due, era quello che suscitava un certo interesse nel mondo femminile.   
- Sicuro che vuoi star lì solo soletto? Non vuoi proprio che ti consoli? –
Sospirò rumorosamente calandosi il cappello ancora più sugli occhi.    
- Ho detto di no… Grazie! E adesso, se non le dispiace, vorrei starmene da solo, signora! Non me ne voglia! -      
- Beh, come vuoi, Jigen caro! Speravo tanto che tu mi offrissi un drink, ma se non vuoi, non fa nulla! -    
Sollevò di colpo la testa, non appena si sentì chiamare per nome, rimanendo sorpreso e non poco imbarazzato nel vedere in volto quella donna che conosceva benissimo.      
- Mary? Oh… ehm.. scusami! Che cafone che sono! Perdonami, ti prego! -     
- Sei il solito "antidonna", Jigen! Le tue numerose corteggiatrici rimangono molto deluse, immagino -     
- No... è che… non sapevo che fossi tu! Ma cosa ti posso offrire per farmi perdonare? -       
- Prendo un po’ del tuo whiskey, se non ti dispiace! -  
Jigen sorrise, sollevandosi leggermente il cappello.   
- Fa’ pure, cara! -  
La donna prese il bicchiere e bevve un sorso, lasciando sul bordo una traccia di rossetto; poi glielo restituì.   
- Hai sempre avuto del buon gusto, Jigen…adoro il bourbon!- 
Jigen bevve il whiskey rimanente, sorseggiandolo con calma.   
- Attento al rossetto, mio caro! Qualcuno o meglio, qualcuna, potrebbe pensare che tu ti sia sbaciucchiato con qualche bella signora! -   
Jigen sbottò a ridere, posando il bicchiere vuoto sul bancone.                  
- Non preoccuparti Mary, non ho nessuna da far ingelosire! -     
- Non dirmi che un uomo interessante come te non ha una compagna! No, non ci credo! -        
- Perchè no? Chi dovrebbe pigliarsi un uomo scorbutico come me? -     
- Beh, dietro quell'aria da burbero, si nasconde un uomo galante! Tra l'altro, sei affascinante, sensuale... hai classe da vendere! Io lo farei! Sai quante donne si roderebbero il fegato se mi vedessero qui a parlare con te? -     - Non prendermi in giro, non ho mai creduto di essere così bello! -  disse lui ridendo.               
-Non ti prendo in giro... Conosco donne che farebbero vere pazzie per passare anche una sola cocente notte con te, mio caro! -                
- Addirittura!-    
- Si! Sei così tenebroso e accattivante! Sei il sogno proibito di tante donne, solo che non è affatto facile conquistarti! -       
- Non dirmi che sono una specie di play-boy! -     
- Si, dico! - rispose la donna sorridendo nel vederlo leggermente imbarazzato.  
Spense il mozzicone consumato della sua sigaretta e pagò la sua consumazione. Uscirono da quel locale e fecero due passi, chiacchierando del più e del meno. 
Mary era una sua cara amica, conosciuta qualche anno addietro in circostanze non proprio piacevoli. Una volta se la vide piombare in macchina sconvolta dopo l'ennesima lite col marito pregandolo di portarla via, poiché le aveva messo la mani addosso. Avrebbe voluto dare una bella lezione a quel tipo, non tollerava cose del genere nonostante in passato le avesse commesse lui stesso, per esasperazione e disperazione, atti di cui non andò mai fiero e che non si perdonò mai. Bionda, solare ed affascinante, di origine canadese, Mary era una donna allegra e vivace, con una strana aria malinconica negli occhi e, nonostante tutto, un carattere forte.    
Improvvisamente si fece serio, soffermandosi sui suoi occhiali scuri, pensando che, essendo tardo pomeriggio, non doveva averne più bisogno.    
- Lo ha fatto di nuovo, vero? -       
- Cosa? - chiese stupita la donna per l'improvvisa domanda di lui.  
Jigen non rispose e lentamente le tolse gli occhiali scoprendo un livido sul suo volto.                                   
- Dannazione! Ma quando ti deciderai a mandare al diavolo quel bastardo? Non ti meriti di essere trattata in questo modo! - 
Una lacrima scivolò sul volto della donna.    
- Mary, ma perchè? -                             
- Perchè lo amo, capisci? -     
- E lui? Ti ama, lui? Se ti amasse non ti farebbe questo! -  
La donna non rispose. Jigen sospirò dispiaciuto, asciugandole le lacrime con delicatezza sollevandole il volto, guardandola negli occhi.              
- Solo un vigliacco può fare una cosa del genere! Quello non è un uomo... non lo merita il tuo amore! -       
- Ce ne fossero di più uomini come te, Jigen... -  disse Mary con gli occhi colmi di lacrime, corrispondendo lo sguardo di lui.  
- Uomini come me, dici? No, non credo proprio! Io ho sempre odiato le donne e poi sono scorbutico, antipatico e... -     
- No, Jigen, tu non le odi le donne! Hai paura che possano ferirti! Sei l'uomo più dolce che io abbia mai conosciuto. Sei comprensivo, sei buono e altruista. Ogni donna vorrebbe un uomo come te al suo fianco, perchè tu le rispetti le donne. Le ami e le rispetti! -. 
Rimase in silenzio a fissarla, sorpreso da quelle parole.  
Mary si riprese gli occhiali e li indossò, poi timidamente sorrise e lo salutò con un bacio sulla guancia     
- Adesso devo andare, Jigen. E' stato un piacere vederti, come sempre, del resto! -     
- Anche per me lo è stato! -  
Si salutarono con un semplice gesto della mano accompagnato da un sorriso appena accennato che si scambiarono entrambi. Si aggiustò il cappello dopo essersi acceso un'altra sigaretta tirandone una profonda boccata con gli occhi socchiusi rilassandosi o tantomeno cercava di farlo. Si ficcò le mani in tasca incamminandosi lentamente verso casa.
Aprì la porta trovando Lupin ancora alzato, nonostante fosse notte fonda: il tempo sembrava essere volato in compagnia di Mary.    
- Che diavolo hai fatto tutto questo tempo, volevi vedere l'alba, mon ami? -       
- Niente! Sono stato un po’ in giro, tutto qui! -      
- Non me la racconti giusta, pistolero! Sbaglio o questo è un profumo da donna? Mi sa tanto che te la sei spassata, Jigen! Potresti raccontarmi qualcosuccia...-      
- Senti, Lupin... sono un tantino stanco, ho mal di testa e ho sonno! Se non ti dispiace andrei a letto... -      
- Sei stanco, eh? -  disse Lupin con un bagliore malizioso negli occhi sorridendo.
Jigen sospirò lasciandosi andare sul divano allentandosi la cravatta, prese una sigaretta che mise tra le labbra e stava per accenderla se Lupin non gliel’avesse tolta dalle labbra per accendersela lui, gesto che lo faceva innervosire parecchio. Si passò una mano sul volto; sapeva quello che gli aspettava: un interrogatorio nei minimi dettagli, perchè ogni volta che Lupin sospettava che si vedesse con qualcuna, diventava curioso, ossessivo e snervante. Si prese un'altra sigaretta e l'accese, lasciandosi andare buttando la testa all'indietro, tirando una lunga boccata di fumo. Mentre cercava con tutto se stesso di mantenere l'autocontrollo per via delle continue domande allusive di Lupin, spuntò improvvisamente Goemon.     
- Era ora che ti facessi vivo, samurai! Cominciavo a pensare che ti fossi scordato dei tuoi amici! -    
- Io non mi scordo degli amici! Per me, l'amicizia è sacra come la mia Zantetsu-Ken! -. 
Jigen sorrise guardandolo da sotto la tesa del suo cappello, soffiando via il fumo.     
- Salve, amici! -   
Quella voce gli fece improvvisamente cambiare umore ed espressione, e guardò freddamente quella figura femminile appoggiata alla porta il cui sorriso era un misto tra malizia e ironia: Fujiko Mine.   
Innervosito dalla sua presenza, si alzò di scatto e fece per andarsene, ma Lupin lo bloccò.           
- Ehi, Jigen! Aspetta un secondo, Fujiko ha da proporci qualcosa-    
- Non mi interessa-    
- Dai, non fare così… si tratta di un colpo che ci frutterà parecchio, amico mio! -     
- E tu, ti fidi ancora di lei? Dopo l'ultima che ha combinato? No, amico, stavolta arrangiati! -     
- Andiamo, Jigen, non fare il solito guastafeste… quella è stata solo sfortuna… e poi siamo una squadra! -              
- Sfortuna, eh? Sfortuna me la chiami? Svegliati, amico, quella non fa altro che rimbambirti il cervello sventolandoti il suo bel prosperoso decoletè sul muso, per poi fregarci come sempre, come l'ultima volta che per poco non ci lasciavamo le penne! Io non voglio avere più niente a che fare con quella disgraziata! -         - Calmati, mon amie.. siamo ancora vivi, no? -    
- Niente da fare! Io me ne vado! -    
- Cosa c'è, Jigen, ti da così fastidio la mia presenza? Dovresti ringraziarmi, invece! - intervenne Fujiko avvicinandosi al pistolero, guardandolo con aria di sfida.    
–Ringraziarti dici? Beh, l'unica cosa di cui devo ringraziarti è che quando sei qui, non fai altro che girare per casa vestita come una sgualdrinella deliziandoci con la tua presenza, mia cara! - rispose maliziosamente Jigen.      - Ehi, non ti sembra di esagerare, Jigen? - si intromise Lupin mettendosi in mezzo ai due.  
- Per cosa? Per aver detto quello che penso di lei? No, non sto affatto esagerando, per me rimane una ruffiana, doppiogiochista e una squallida sgualdrina! -  
Lupin, di tutta risposta, diede un violento pugno sul viso di Jigen scaraventandolo sul pavimento. Il pistolero si rialzò a fatica, tastandosi il labbro rotto e sanguinante, avventandosi furioso verso il ladro.   
- Non t'azzardare mai più, capito? Io ti spacco la faccia!-                      
- Avanti, provaci, spaccami la faccia, pistolero del mio c…! -  
Goemon si mise in mezzo per tenerli a bada, sebbene a fatica-   
- Calmatevi ora! Calmatevi tutt'e due... -   
Lupin puntò un dito contro il pistolero.    
- Vattene! Sei fuori, amico! Non voglio avere niente a che fare con un bastardo come te!-     
- Sai che perdita! Tsk! Sei solo uno stupido idiota, capace di correre sempre dietro alle donne come lei! Tu non vali nulla! Non sei niente senza di noi! Sei capace solo di andarti a ficcare nei guai. Dovresti ricordartelo visto tutte le volte che siamo venuti in tuo soccorso a salvarti il culo! Tienitela stretta la tua sgualdrina!-
Lupin estrasse la pistola, puntandola sul viso di Jigen.    
- Brutto figlio di puttana, io t'ammazzo... giuro che ti sparo! Io non ho bisogno di nessuno, tanto meno di te! -  Goemon iniziò a preoccuparsi sul serio, non era la prima volta che li vedeva litigare, ma stavolta temette veramente che la situazione potesse sfuggirgli di mano.  
- Siete matti, per caso? Lupin, metti subito via quella pistola prima che qualcuno si faccia male e tu, Jigen, smettila di provocarlo... finitela di fare gli idioti! -  
Jigen si scostò, raccolse il suo cappello indossandolo, passandosi il dorso della mano sul labbro rotto, guardando furioso Lupin, che lo ricambiò con lo stesso identico sguardo e se ne andò. Lupin ripose la sua Walther P38 nella fondina rimanendo in silenzio.
 - Jigen-  lo richiamò il samurai avvicinandosi - Tieni, metti questo unguento sulla ferita -  
Il pistolero rimase in silenzio intento a tamponarsi il labbro che continuava a sanguinare.    
- Jigen, perchè hai offeso Fujiko in quel modo? -     
- Sei venuto a farmi la predica, Goemon? -     
- Non voglio farti la predica.... -      
- Che c'è, samurai, ti dà fastidio che abbia offeso la "tua" ragazza? Non me ne volere, amico, ma come tu sai, non ho mai avuto una grande considerazione per quella maledetta donna! - concluse con disprezzo allontanandosi.
Uscì a fare due passi per far sbollire la rabbia, pensando al litigio avuto col suo amico e socio. Non avrebbe mai pensato che dopo tanti anni di società il loro rapporto fosse finito in malora e tutto per colpa di quella donna. Molte volte aveva minacciato di lasciare la banda per causa sua, ma non aveva mai creduto che potesse succedere sul serio. Entrò nel solito bar che frequentava ordinando il suo solito whiskey bourbon.  Prese una sigaretta che mise tra le labbra, pronto ad accendersela, fino a che non se la vide soffiare da sotto il naso nel vero senso della parola. Conosceva benissimo quel gesto: solo uno era cosi "scroccone" da fregargli la sigaretta dalla bocca. Alzò lo sguardo incredulo nel trovarsi di fronte Lupin che, mentre si accendeva la sua sigaretta, gli sorrideva sornione facendogli l'occhiolino. Sorrise anche lui scuotendo il capo. Non se lo sarebbe mai aspettato; almeno non dopo quel furioso litigio durante il quale, lo stesso Lupin, stava quasi per sparargli in piena faccia, ma in fondo, da uno come Lupin III, c'era da aspettarsi di tutto.  
- Mi offri un cognac, mon ami? - Jigen sbuffò in una risata guardando l'amico e ordinò il cognac.   
- Ehi, Jigen, non credo che mi divertirei senza di te, sei la mia "guardia del corpo". Sai, amico, anche uno formidabile come me ne ha bisogno! - disse il ladro ridendo. 
Jigen lo guardò negli occhi sorridendo a sua volta 
- Ero sicuro che saresti venuto a cercarmi, francese. Non ci sai stare senza il tuo caro buon vecchio Jigen, vero?–
- Non ti facevo così presuntuoso! Credevo che fosse una "qualità" che apparteneva solo a me, mon ami, però hai ragione. Non potrei mai farti fuori, fratello! -.
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