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Autore: keli    23/09/2008    2 recensioni
Sakura Haruno è un ex giocatrice della famosa squadra giovanile di calcio, i "Konoha's".Ma dopo un infortunio a seguito di una partita, si ritira, trasferendosi in una nuova città, per dimenticare il suo passato, e non solo il calcio.Ma il destino è sempre in aguato.Nella nuova scuola incontrerà delle giovani promesse del calcio.Da allenatrice dovrà portare i giovani "Jinjokui" al sogno più grande:La Coppa del campionato.
Genere: Romantico, Triste, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

[”Sei brava..”aveva occhi grandi suo fratello,dolci eppure freddi,anche ora,li sulla fermata di quell’autobus
“Perché?”e lei,ingenua ragazzina,lo sta a guardare,con i suoi di occhi,così diversi dall’altro
“Tornerò..”una falsa speranza,perché donarla a una ragazzina?
“Nii-san..!”un sorriso,così falso,mentre la sua voce sparisce,così come la sua figura
“Te lo prometto..Hime..”e nulla valgono le urla di quella bambina,che corre dietro all’autobus,e all’unica cosa che gli rimane, senza essere ascoltata..]


Quello che abbiamo non è sempre quello che avremmo desiderato Imouto-chan..


Che la “Sadame High School” fosse la scuola più anonima di tutta il Giappone, non era poi una convinzione così fondata.
Mentre la guardavo, ferma li, come se mi fossi congelata sul posto, con gli occhi sgranati, credo di aver avuto l’aria più stupida di questo mondo.Il che è pateticamente normale, a dirla tutta.
La mia intera persona ha un che di stupido, o forse sono solo le misere convinzioni che mi hanno inculcato le vipere che si sono prese cura di me per tutti questi anni.
Forse è anche semplicemente stupida l’idea di vestirmi così, come..come un ragazzo, ecco!
Indossavo la divisa maschile, della Sadame.Camicia bianca,con una “S” rossa, stampata sul taschino sopra al petto, cravattino del medesimo colore, slacciato, pantaloni, inutile dirlo, rossi, forse troppo larghi, ma soprattutto un cappellino nero calcato sul viso a nascondermi i capelli.
Sia ben inteso, non ho certi gusti!Ma non voglio farmi riconoscere, per questo ho dato un nome leggermente diverso alla segretaria, al momento dell’iscrizione.Sarebbe come tornare in dietro, e questa è l’unica cosa che non voglio.
L’edificio della Scuola Superiore Sandame Hokage, di Tokyo, comunque, era di un rosso mattone gradevole alla vista, circondato da un enorme giardino che non avrei mai sognato di vedere in una scuola pubblica, e un cancello di ferro battuto, splancato, come ad accogliere i vari studenti che, fra il chiacchiericcio generale, si trascinavano dentro.
Sorrisi rasserenata che la mia comparsa non avesse destato alcun scalpore, dopo tutto, una nuova alunna non era poi la cosa più interessante di questo mondo.La cosa che mi stupì di più, fu, che a dispetto del fatto che fosse una scuola PUBBLICA, gli studenti dall’aria snob e palesemente altolocata abbondavano più delle formiche a un picnic.
Considerai le mie perplessità come buona scusa per scappare, quando, ualcosa, o meglio qualcuno, mi spintonò senza troppi complimenti.Vidi una coda bionda oscillarmi davanti al naso, e poi, l’intera figura di una ragazza dagli occhi azzurri, contornati da troppa matita, le labbra rosse, vestita con la divisa femminile anche se alquanto volgarmente.
La camicetta bianca, era sbottonata sul seno abbondante da un fiocco verde, facendone scorgere un bordo di un regiseno di pizzo nero, la gonna verde pure, assai più corta del normale, lasciava la visuale a delle lunghe gambe marmoree.
”Vedi di stare attent..!”mi urlò contro quella, poi, come se si fosse appena, realmente, accorta di me, mutò espressione, sfoderando un sorrisino malizioso, una mano dalle lunghe unghie laccate di rosso sul fianco destro”Oh..scusami.Sei nuovo di qui?”Ammetto che rimasi leggermente scossa da questo cambiamento, poi all’improvviso mi ricordai di interpretare la parte di “ragazzo”.
Un sorriso divertito si dipinse sul mio volto.Quella ragazza stava EVIDENTEMENTE provandoci con me.”Si..in effetti si..e ora..dovrei proprio andare..”lessi la delusione nei suoi occhi, ma questo durò soltanto un istante, si morse le labbra con fare seducente, riuscendo soltanto ad aumentare il mio divertimento e provocarmi un leggero senso di nausea”Ok..ci vediamo in giro carino..ciao ciao!”
Senza neanche salutarla la dribblai, divertita, dirigendomi con passo svogliato, le mani nelle tasche dei pantaloni dentro l’istituto.Questa era bella!Allora il mio trucco stava funzionando alla perfezione!Non l’avrei mai immaginato.O forse non l’avrei mai sperato.Però di una cosa ero certa, quella ragazza non avrei voluto averla in classe, per nulla al mondo.
I corridoi di quella scuola erano un vero e proprio labirinto, che mi perdessi era una cosa quasi scontata.Il fatto che io non abbia mai avuto un buon senso dell’orientamento non ha mai influito troppo, o certo, fin ora ho sempre abitato in una cittadina dove ogni cosa è a misura di uomo, persino le scuole!Sospirai, iniziando a mordicchiarmi nervosamente il labbro.Il fatto che ogni corridoio fosse letteralmente intasato dagli studenti, poi, non faceva altro che darmi sui nervi.”Nuovo di qui?”chiese una voce alla mia destra.Mi voltai sorpresa di trovarmi davanti due occhi verdi, segnati da profonde occhiaie nere, che mi scrutavano con velato interesse, ma con una freddezza che non avrei mai potuto credere possibile.
“In effetti..”ammisi un po’ impacciata, trasecolando per un attimo all’idea che quel ragazzo potesse aver intuito dal tono della mia voce cosa fossi realmente.Ma quello si limitò soltanto ad annuire, passandosi una mano fra i fulvi capelli, per poi lasciare ricadere ciocche color fiamma sulla fronte, nascondendo uno strano tatuaggio rosso che aveva tutta l’aria di essere un ideogramma.Provai a riconoscerlo ma il ragazzo dai capelli rossi scrollò le spalle, facendomi cenno di seguirlo lontano dall’affluenza di ragazzi che si era creata dopo che noi c’eravamo fermati bloccando la fila.
“Che classe sei?”chiese con il tono che aveva usato poco prima, gelido, quasi anonimo.
“IV°C credo..”risposi insicura.Dopo tutto non avevo ancora avuto il tempo di leggere la lettera che la preside della scuola, una certa Tsunade Gondaime, credo, mi aveva mandato al momento dell’iscrizione.Il rosso annui un ennesima volta, volgendo lo sguardo alla sua sinistra, lungo un corridoio dove l’affluenza di studenti sembrava diminuita.Mi indicò una porta in fondo al corridoio con un cenno del capo.
“Quella in fondo..comunque, suppongo saremo in classe in sieme..”fece vago, riprendendo a camminare senza che mi dicesse niente.Fissai la sua schiena per qualche minuto, ricordandomi che non sapevo nemmeno il suo nome”Grazie…” quello scosse il capo, le mani nelle tasche, voltando leggermente il viso verso di me, un sopracciglio chiaro innarcato”..Sabaku..Sabaku No Gaara..e ora che ne diresti di entrare?”chiese accennandomi alla porta aperta.
“Ah si vero!”esclamai, completamente dimentica di essere rimasta bloccata davanti alla porta.
“Mpf..”potrei giurare di averlo visto sorridere, ma forse mi ero semplicemente sbagliata.Mi spinse poco gentilmente dentro la classe, venendomi dietro.
Credo di essere arrossita poi, quando, una volta dentro, cinquanta paia di occhi si puntarono su di me, chi attenti, chi curiosi.Sentì indistintamente il ragazzo, Gaara, che fino a quel momento era rimasto dietro di me, spostarsi e dirigersi verso un banco della seconda fila, dove un biondino dall’aria esagitata, si sbracciava, salutandolo.
“Emm emm..tu devi essere il ragazzo nuovo, vero?Il mio nome è Iruka Umino, sono il professore di Lettere..”si presentò un uomo dall’aria simpatica, leggermente abbronzato, dai capelli castani così come i grandi occhi, raccolti in un codino, un cerotto sul naso, e sorriso amichevole.
Sobbalzai, stringendo la mano sul bordo della cartella, che fino a quel momento avevo tenuto fra le due mani.Il professor Umino mi fece cenno di avvicinarmi alla cattedra, mantenendo il sorriso.
“Se vuoi presentarti alla classe..”di nuovo la sgradevole sensazione di avere i riflettori tutti puntati su di me, mi assalì.Ok, forse la sceneggiata era durata abbastanza
“Vengo da Osaka, ho diciotto anni, e sono ripetente..ho seguito i miei genitori qui per lavoro..il mio nome è Haru No..”vidi che anche Gaara si era volto a guardarmi, se pur non con la stessa curiosità dipinta sul viso dei suoi compagni”..Sakura..”


Zona Della Somma Autrice:

Ma saaaaalve, mie ragazzuoli!Lo so lo so, ho altre, centinaia, di ficcy in corso, ma non potevo fare a meno di creare.So che per adesso non c’èntra un fico secco con la trama, ma vedrete che a poco a poco tutto si chiarirà.Eh eh..seguitemi in tanti!Un bacio grosso grosso!Al prossimo cappy!
  
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