Dunque, al momento vi lascio qui e spero che possa piacervi!
Binari Paralleli
Esiste un posto, qui nel mondo, dove tutto scorre e allo stesso tempo sembra non passare mai.
Il momento oscilla appena su se stesso, indugia nella concezione che l’uomo gli ha affibbiato, dopodiché si ferma.
Siamo qui a fissare il nulla, con la brezza di fine estate che ci solletica la nuca, e allo stesso tempo pare inverno – sì, quel periodo in cui non fai che scaldarti le mani con il fiato, strofinandole fra loro e frizionandole contro la sciarpa di lana. Il sudore che t’imperla la fronte sembra fatto di stelle cadenti, polvere leggera o cristalli, semplice rugiada del mattino; allora so che non è passato neppure un minuto d’allora, che noi siamo sempre gli stessi e sempre qui.
Mentre l’altalena oscilla appena, vedo gli anni che passano e penso che non potranno andare avanti: è tutto così perfetto che vorrei restasse immutato – una fotografia, un frame, un piccolo pezzo d’eternità solo per noi, per te, per tutto quello che ti porti dietro.
Aggrotti appena le sopracciglia e ti senti osservato, così distolgo lo sguardo e lo spingo lontano, verso la volta celeste che, la notte, appare tanto piena e candida anche nel centro della città – perché non ci sono luci e il lampione è troppo distante. Sono poche, ma ci sono, e come loro ce ne saranno tante altre: non riesci a vederle, Tetsu?
«Grazie di tutto», mormora la tua voce con fare assorto, mentre ti crucci ancora sull’ennesimo fallimento – quella palla non vuole proprio saperne di entrate dieci volte su dieci, vero? «Ormai è diventata un’abitudine quella di chiederti aiuto per imparare a tirare.»
E se fosse un’abitudine, allora andrebbe anche bene, perché non c’è più luce nella notte e quei puntini sono distanti; allora so che nessuno ti troverebbe nell’ombra – sai nasconderti bene – perciò solo io saprò dove trovarti.
«Devi migliorare», soffio piano, soppesando le parole. «L’allenamento è importante.»
Parlo di cose ovvie e non rispondi, sorridi appena per farmi tornare indietro, per riavvolgere questo nastro e farmi ricordare dei giorni lontani, quelli in cui mi guardavi ancora come adesso guardi lui; eppure, adesso, il tempo non esiste.
«Detto da te, Aomine-kun, suona strano.»
Mai quanto suonerebbero strani i miei pensieri, forse.
«Lascia che suoni strano.»
E non capisci, ma è meglio così: almeno per oggi, almeno adesso, questa è la scia che dovrebbe essere seguita per farti andare avanti senza tornare indietro.