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Autore: LeoValdez00    03/09/2014    10 recensioni
NIENTE SPOILER THOH E TBOO.
Guerra contro Gea sul monte Olimpo.
I sette della profezia, Nico e il satiro Hedge, combattono contro i mostri inviati dalla Madre Terra.
Uno soccomberà per volere del destino.
Chi morirà?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I sette della Profezia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Percy

Sono schiena contro schiena con Annabeth, come durante la battaglia che abbiamo intrapreso per salvare l' Olimpo da Crono.
Qui però è molto peggio.
Le creature più terrificanti si avvicinano a noi nove, e per ora ci difendiamo abbastanza bene.
Ma non so quanto dureremo.
Sono tanti, troppi per noi.
Vedo con la coda dell' occhio Annabeth, che spedisce al Tartaro una dracena, con un colpo perfetto di pugnale.
Poco più in là c' è Leo, che colpisce a martellate una gorgone, mentre Hazel usa il suo gladius per infilzare un mostro enorme che non ho mai visto.
Frank intanto scaglia frecce esplosive su quelli che si stanno avvicinando, mettendoci in difficoltà.
Jason e Piper sono vicini e usano fulmini e lingua ammaliatrice per uccidere più mostri possibili.
Nico sta evocando guerrieri fantasma e coach Hedge colpisce a mazzate chiunque si trovi sul suo cammino.
Siamo una bella squadra dopotutto.
Un po' eterogenea forse, ma unita.
Un dolore improvviso al fianco mi costringe a piegarmi in due.
Una dracena mi ha colpito con una spada avvelenata, perché vedo la ferita di una rivoltante sfumatura verdastra.
Annabeth deve aver sentito che mi sono mosso perché si gira immediatamente.
Mi vede per terra e uccide il mostro in pochi secondi.
Si accascia vicino a me, che già inizio a vedere tutto un po' appannato.
Sento che mi scuote violentemente e che grida forte il mio nome, ma non riesco a muovermi, non riesco a parlare.
Una lacrima solca il suo viso.
"Non piangere" vorrei dirle, ma sono paralizzato.
Mi chiama ancora, però io non riesco a fare nulla se non guardare quei tempestosi occhi grigi.
Sta chiamando Leo ed Hazel, che sono i più vicini.
Sento i loro passi avvicinarsi, e rimbombarmi fastidiosamente nella testa.
"O dei..." dice Hazel, le mani davanti alla bocca.
Devo essere messo davvero male.
Leo intanto fruga nel suo marsupio, trovando quelle che mi sembrano bende e disinfettante, Annabeth invece tira fuori dallo zainetto un pezzo di ambrosia.
Hazel inizia a medicarmi, Annabeth mi da dei minuscoli pezzetti di ambrosia mentre Leo cerca di proteggerci.
Anche gli altri ci hanno visti e si stanno avvicinando.
Pian piano inizia a formarsi un cerchio intorno a me.
Non voglio che continuino a medicarmi.
Voglio che riprendano a combattere.
Poi li guardo negli occhi.
Evidentemente non sono l' unico che ha il difetto della lealtà.
Chi è concentrato sui mostri, si gira spesso a controllare se ci sono miglioramenti, chi mi è affianco, mi guarda un po' spaesato e depresso, ma determinato.
Non sento più il fianco e so di avere delle gambe solo perché formicolano in modo fastidiosissimo.
Ho paura di non farcela.
Annabeth deve non aver notato alcun miglioramento, perché mi dà un pezzo di ambrosia enorme, e appena lo ingoio sento il corpo in fiamme.
Stringo gli occhi dal dolore, forse il mio primo movimento, finché non sento come una forza benefica scorrermi nelle vene e sanare le ferite.
Ma so che non è abbastanza.
Mi sento leggermente meglio da riuscire a mormorare "Basta" ad Annabeth.
Lei mi guarda, sembra quasi non capire, quando un lampo di comprensione le attraversa il viso.
Mi stringe il braccio così forte da impedire la circolazione e mi dice in un sibilo quasi crudele "Non ci pensare nemmeno Testa d' Alghe. Giuro sullo Stige che se muori non ti perdonerò mai".
Non vedo tristezza sul suo volto, solo determinazione.
Per la prima volta da quando sono stato colpito, so che potrei farcela.
Se non altro per Annabeth, che mi sta ancora stritolando il braccio.
"Va bene" rispondo in un sussurro.
Mi dà altra ambrosia.
Sento del fuoco vivo farsi strada nel mio corpo, ma resisto e dopo poco tempo inizio a sentirmi meglio.
Ora a vegliare su di me è rimasta solo lei, gli altri ci stanno proteggendo.
Cerco di chiederle altra ambrosia, quando sento il cuore pulsare dolorosamente.
Ogni contrazione è una nuova e più forte ondata di dolore.
Il veleno è arrivato al cuore.
Lo sento scorrere più a fondo nelle mie vene ad ogni battito.
Lo sento distruggere il mio corpo ogni secondo di più.
Urlo.
Annabeth mi guarda preoccupatissima.
Indico il mio cuore e lei capisce al volo, perché inizia a piangere.
Anche gli altri si voltano e la vedono in lacrime.
Se lei piange, non è mai un buon segno.
Mi stringe la mano e lo faccio anche io.
Guardo il gruppo, mi soffermo su ognuno di loro, pensando a che persone fantastiche siano.
Alzo lo sguardo al cielo, sicuro che sarà l' ultima volta.


Annabeth

È morto.
Lo so prima che Hazel gli senta il polso e inizi a singhiozzare.
Ho sentito qualcosa spezzarsi dentro di me, e poi l' ho guardato negli occhi.
Quegli occhi un tempo vispi e luminosi, sono ora immobili e senza vita.
Sto piangendo e niente riuscirebbe a fermarmi.
È morto davvero.
È da quando abbiamo dodici anni che combattiamo insieme ogni giorno, convivendo con la possibilità della morte.
Ma ora è diverso.
Sinceramente non pensavo potesse morire.
Ai miei occhi era sempre parso immortale.
Percy, il mio migliore amico, morto.
Lo abbraccio, nella speranza vana che mi dica "Ti voglio bene Sapientona".
Nulla.
Per me è solo silenzio.
Non sento la battaglia che infuria alle mie spalle e nemmeno le grida dei miei compagni.
Sento solo il mio respiro regolare, quasi ingiusto di fronte a quello assente di Percy.
Sento il mio cuore battere, mentre il suo è immobile.
È sbagliato.
È tutto sbagliato.
Una mano si posa sulla mia spalla.
"Annabeth, mi dispiace" mi dice Hazel, gli occhi lucidi.
Non riesco nemmeno a risponderle, sono come paralizzata.
Lo abbraccio ancora più forte, nella speranza di fargli male.
Di avere almeno una reazione.
Niente.
I suoi occhi sono ancora spenti.
"Testa d' Alghe" sussurro, ancora sperando che si alzi e mi dica che va tutto bene.
Mi manca la sua voce.
Non so cosa fare.
So che anche i miei compagni sono distrutti dalla sua morte, ma loro stanno combattendo con ancora più foga.
Loro usano la disperazione come arma contro il nemico, e non contro se stessi, come faccio io.
So di dovermi alzare e rendere onore a Percy.
So che lui vorrebbe che vincessimo questa guerra, e io voglio che il suo ultimo desiderio sia esaudito.
Mi stacco a fatica da lui, mi alzo e vado vicina ad Hazel.
Mi stringe forte la mano e questo mi dà la carica.
Ho ancora le lacrime agli occhi quando un ciclope cerca di attaccarmi, ma la mia disperazione acuisce i miei sensi invece che inibirli, aumenta la mia forza invece di annientarla e, soprattutto, ho talmente tanta rabbia dentro di me, che uccido il mostro istantaneamente.
Al sedicesimo cadavere che si dissolve in polvere dorata, inizio a perdere il conto.
Getto occhiate anche ai miei amici e vedo che combattono tutti al meglio, per onorare Percy.
Se prima le nostre speranze di vittoria erano prossime allo zero, ora, pur con un valoroso combattente in meno, sono aumentate a dismisura.
Le uniche cose a cui penso durante la battaglia, sono i momenti con il mio migliore amico.
Mi ricordo quando Chirone mi ha detto di andare in infermeria a prendermi cura del nuovo arrivato, quando gli ho rivolto la parola per la prima volta, commentando in modo poco carino con un "Lo sai che sbavi quando dormi?".
Quando gli ho parlato veramente per la prima volta, sul quel fatiscente camion dello zoo e quando mi ha salvato dal peso del cielo.
Quando mi è stato accanto nel labirinto e quando abbiamo combattuto davanti all' Empire State Building.
Quando è sparito e la felicità quando l' ho ritrovato.
Prima di perdermi definitivamente nella battaglia, il mio ultimo pensiero al mio migliore amico è "Mi mancherai davvero Testa d' Alghe".
Adesso gli renderò onore, perché era un eroe.

 

   
 
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