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Autore: feeltheromance    03/09/2014    1 recensioni
“Michael e James si conoscono da abbastanza tempo per essersi dimenticati come sono entrati l’uno a far parte della vita dell’altro. Se James ci dovesse riflettere, probabilmente direbbe che Michael c'è sempre stato.
Ovviamente non è così, ma non ha senso ricordare la sua assenza.
Nulla c'è stato, prima di Michael e nulla ci sarà dopo di lui.” 
↳ Tre volte in cui Michael e James hanno condiviso qualcosa e una in cui non l’hanno fatto.
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[ fassavoy - Hogwarts!verse con Ravenclaw!James e Slytherin!Michael  ]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James McAvoy, Michael Fassbender
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: X-Men RPF
Pairing: Fassavoy (o Mcfassy, Mcbender, uno dei duemila nomi che James si è divertito a trovare.)
Rating: Giallo.
Beta: Il mio cervello.
Genere: One-shot, slice of life, (spero tanto) fluff, romantico, introspettivo.
Warning: Slash, OOC, missing moments, otherverse, Hogwarts!AU, Ravenclaw!James, Slytherin!Michael, lime.
Words: 7.504
Summary: “Michael e James si conoscono da abbastanza tempo per essersi dimenticati come sono entrati l’uno a far parte della vita dell’altro. Se James ci dovesse riflettere, probabilmente direbbe che Michael c'è sempre stato.
Ovviamente non è così, ma non ha senso ricordare la sua assenza.
Nulla c'è stato, prima di Michael e nulla ci sarà dopo di lui.
– Tre volte in cui Michael e James hanno condiviso qualcosa e una in cui non l’hanno fatto.
Note: Hola amici! Oggi torno in questo fandom in cui sono più o meno sconosciuta. Ansia non linciatemi, vengo con buone intenzioni e tanto fluff, giuro çwç sono felice di aver finalmente trovato il tempo per finire e mettere a posto questa storia. Fun fact: era nata come destiel. Ed è finita ad essere una fassavoy, non so nemmeno io come XD non ho mai scritto su questa coppia a parte la song challenge (qui) che comunque era cosa da poco, quindi sono un po’ agitata riguardo questa storia. Personalmente non sono proprio soddisfatta, sento che devo ancora prendere la mano a scrivere su di loro, ma spero che possa piacere a qualcuno in ogni caso. Ah, tenete conto che i personaggi sono OOC, mi raccomando. Come sempre non mi vengono IC, ma ormai ci ho rinunciato XD
Buona lettura e grazie davvero per aver anche solo aperto questa fan fiction *regala CatAvoy a tutte* bless you <333 ~ S.
P.s.: nel bannerino che ho fatto sarebbero Erik e Charles e non Michael e James, ma sorvoliamo, si adattava bene alla storia çvç
Dedica: A tutti voi che mi leggete (◡‿◡✿)












 
- Sharing is caring.

( Tre volte in cui Michael e James hanno condiviso qualcosa e una in cui non l’hanno fatto. )

 

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So have you got the guts?
Been wondering if your heart’s still open and if so I wanna know what time it shuts
Simmer down and pucker up
I’m sorry to interrupt it’s just I’m constantly on the cusp of trying to kiss you
I don’t know if you feel the same as I do
But we could be together if you wanted to


( Do I wanna know? - Arctic Monkeys )





Michael e James sono soliti dividersi tutto quello che comprano o possiedono, è diventata una loro abitudine da tempo.
Era cominciata agli albori della loro amicizia, più che altro come una necessità, con James che non aveva mai abbastanza galeoni per comprare quello di cui aveva bisogno e Michael che ne aveva sempre troppi in tasca e non sapeva bene cosa farsene.
I Fassbender sono una delle famiglie di maghi più ricche e di buon nome da generazioni; sangue puro, senza una sola traccia di sangue Babbano (non che a Michael interessi, in ogni caso) nelle vene e il loro nome è conosciuto tra tutti i maghi e le streghe, non soltanto all’interno dei confini di Hogwarts.
Il padre di Michael è un collaboratore del Ministero, mentre sua madre è praticamente cresciuta al fianco del preside di Hogwarts, e da allora è rimasta sempre disponibile ad offrire una mano e -soprattutto- ingenti contributi alla scuola.
Michael dal canto suo non si sente per niente speciale, ma il suo futuro è già stato pianificato dai genitori per filo e per segno. Per il momento al loro pupillo è imposto di terminare gli studi con una votazione eccellente e a lui va più che bene. Qualunque cosa, a patto di non doversi separarsi da quello che i suoi genitori credono essere uno dei suoi tanti amici.
James, un Corvonero di un anno più giovane, è davvero il suo migliore amico ma è anche e soprattutto il suo sogno proibito, la sua cotta storica- la sua unica cotta, a dirla tutta. Non solo in ambito maschile, ma in generale. Michael non ha mai voluto così bene ad un’altra persona prima di lui, non in questo senso. Non ha mai amato nessuno prima di James e dubita vivamente che possa esserci qualcun altro dopo di lui.
L’amore che Michael prova per James è un evento raro se non addirittura unico, come il passaggio di una cometa nel cielo o la rinascita di una Fenice.
James, dolce e bellissimo James, che è tutto il suo contrario.
Mezzosangue, che non ha ricevuto la sua Lettera per Hogwarts fino all’ultimo momento. Una famiglia disastrata e lacerata alle spalle e a malapena i soldi necessari per poter pagare la retta scolastica.
A Michael non pesa una cosa del genere, non gliene potrebbe importare di meno del sangue di James o del fatto che il suo nome non è altisonante e conosciuto come il proprio.
James gli piacerebbe anche se fosse un Babbano a tutti gli effetti e senza un soldo. Se rimanesse la persona che conosce gli piacerebbe in ogni caso, non potrebbe impedirselo.
Comunque, nonostante la profonda differenza di stato sociale e situazione economica delle loro famiglie, anche James si trova bene in compagnia di Michael.
Il Serpeverde non gli ha mai fatto pesare il fatto che le sue tasche sono sempre troppo leggere o che i suoi maglioni sono tutti infeltriti per i troppi lavaggi (sua nonna li compra in uno di quei mercati Babbani che vendono indumenti usati da altri) o che i suoi guanti hanno un paio di buchi proprio sul palmo che li rendono quasi inutili.
E James è intelligente abbastanza per riuscire ad infischiarsene degli sguardi di scherno che lo inseguono nei corridoi, ma a volte si chiede se Michael non si vergogni a camminargli accanto. Non è uno stupido, sa bene cosa pensano molti studenti di lui e del suo sangue, e spesso teme che anche Michael possa rimanere influenzato da certe opinioni.
Si fida del suo giudizio, ma la paura è sempre presente. Dopotutto Michael è troppo perfetto per essere reale, sarebbe solo legittimo da parte sua volersi levare di torno uno scarto della società come James.
Solo che Michael non lo fa, e non ha nemmeno mai accennato segni di insofferenza quando si trova in sua compagnia e loro due sono praticamente sempre assieme.
Jennifer sostiene che sono peggio di una coppia sposata, perchè per lo meno due coniugi non si sopportano più e fanno di tutto pur di stare alla larga l’uno dall’altro, mentre "voi due siete sempre cucci-cucci, picci-picci." La prima volta che l’aveva detto, Michael aveva temuto fosse la formula per un incantesimo proibito. Poi si era ricordato che si trattava della sua amica che non perdeva mai occasione di prenderli in giro e si era schiaffeggiato mentalmente.
Jennifer gli fa sempre prendere un colpo quando dice cose del genere, ma dopotutto non ha torto, è soltanto una buona osservatrice.




~ 1.

Una delle prime occasioni in cui Michael gli aveva prestato qualcosa di suo, era stata quella volta del libro.
È tra i ricordi preferiti di James e lo tiene al sicuro nascosto in uno dei tanti cassetti della propria memoria contrassegnati dalla targhetta ‘Michael’. Probabilmente se esistesse materialmente un compartimento del genere, ci sarebbero un mucchio di cuori disegnati tutt’attorno al nome, ma questi sono dettagli irrilevanti. E poi è la memoria di James, può farci quello che più gli pare e piace.
Era successo quando ancora non si conoscevano bene, quando non erano ancora così legati come lo sono oggi ed erano ancora semplici compagni di scuola. Parlavano spesso a lezione e quando si incrociavano fuori dai bagni o lungo lo scalone centrale si salutavano con un sorriso gentile, ma nulla di più. Non erano ancora inseparabili, quindi James era rimasto piacevolmente spiazzato dall’offerta di Michael.
“James?”
Aveva alzato lo sguardo dal libro che stava studiando e si era trovato il compagno in piedi dall’altro lato del tavolo. James era andato in biblioteca per studiare, non si era certo preparato ad avere una conversazione con Fassbender.
Aveva già una mezza cotta per lui, a quei tempi. Niente di serio, era ancora solo un germoglio, un piccolo accenno alla tempesta emozionale che lo avrebbe investito di lì a poche settimane, ma aveva comunque perso un battito quando se l’era trovato di fronte, lui e i suoi bellissimi occhi verdazzurri.
“Hey, Michael,” L’aveva salutato, ringraziando Merlino perché la sua voce non tremava, “Ciao, sei venuto a farmi compagnia?” l’aveva detto scherzando, ma Michael aveva sgranato gli occhi, scuotendo subito la testa.
“Veramente no,” Aveva detto, “Ecco io… So che frequenti Incantesimi quest’anno e so che ti manca ancora il libro per il corso, così…”
James non si era preoccupato neanche di nascondere il sorriso che gli si era disegnato sulle labbra quando l’altro aveva allungato il suo vecchio tomo di Incantesimi di fronte a lui.
“Questo l'ho usato l'anno scorso e non mi serve più ora. Prendilo tu,” Aveva detto facendo un cenno al libro rilegato in pelle marrone, “Eviterai di cercarne un altro.”
“Grazie, Michael. Sei proprio sicuro che posso prenderlo?”
Gli era sembrata un’offerta strana, quantomeno inusuale. Nemmeno i suoi amici più stretti si erano mai proposti di regalargli (“Non è davvero un regalo, James. Non è niente di che, è solo uno stupido libro, non ti illudere.”) uno dei loro tomi scolastici e lui ha sempre dovuto fare i salti mortali per riuscire a trovarli già usati e non a prezzo pieno. Poco importava che avessero gli angoli delle pagine smangiucchiate dai ratti o fossero protetti da qualche stupido incantesimo che l’avrebbe fatto cadere addormentato per un’ora buona, aveva dovuto farseli andare bene. Non si era mai lamentato comunque: avere la possibilità di frequentare le lezioni era un sogno e poteva benissimo sopportare qualche piccolo lato negativo.
In ogni caso, era rimasto piacevolmente sorpreso da quell’attacco di generosità da parte del Serpeverde. Inoltre, in un angolo della sua testa una vocina aveva preso a strillare rendendosi conto che Michael Fassbender sapeva che lui frequentava quel corso e sapeva anche che James non era ancora riuscito a procurarsi il libro. Come diavolo l’aveva scoperto?
Il corso era solo per quelli del suo anno, Michael l’aveva già seguito, per cui non l’aveva mai visto a lezione e James non ricordava di avergliene parlato. Questo significava che Michael aveva chiesto a qualcuno per scoprirlo? Oppure che l’aveva osservato per capirlo? In ogni caso doveva aver speso tempo e attenzione per giungere a quella conclusione.
James si era sentito lo stomaco sottosopra, stretto in un nodo di agitazione e piacevole lusinga.
Il Serpeverde intanto aveva ancora il braccio proteso verso di lui e teneva il libro come se scottasse. Il suo sguardo insolitamente nervoso era rimasto fisso sul libro, senza incontrare quello di James.
Stava vedendo bene o era un sogno? Fassbender era imbarazzato? Incredibile a dirsi, sembrava proprio così. Le sue guance leggermente spruzzate di rosso confermavano l’ipotesi.
“Sicuro.” Annuì, “Io non me ne faccio niente, ma se dovesse servirmi di nuovo te lo richiederò.”
“E cosa ti fa credere che te lo ridarò indietro?” L’aveva stuzzicato lui, per liberarlo dall’imbarazzo. Aveva ovviamente accettato il libro e le loro dita si erano incontrate per un breve momento.
James aveva avuto un brivido, notando, per la prima volta, come gli occhi di Michael fossero verdi, ma anche azzurri e allo stesso tempo blu, in alcuni punti. Ricorda di aver pensato che avrebbe voluto guardarli meglio, da più vicino. Si era poi morso la lingua, sorpreso dai suoi stessi pensieri.
“So come convincerti ad esaudire i miei desideri, McAvoy.” Aveva sorriso di rimando, decisamente più a suo agio usando un tono leggero.
Questa volta erano state le guance di James ad arrossarsi e scottare come fuoco, tradendolo.
I due ragazzi erano rimasti a parlare per qualche minuto ancora, poi Michael si era scusato perché doveva andare e James era rimasto nella grande biblioteca semi deserta con il collo che bruciava e il cuore in tumulto. Aveva affondato il naso nel libro e aveva cominciato a studiare Incantesimi, nonostante non avesse nessun test fissato nell’immediato futuro.
Il ricordo di per sé non è nulla di speciale, ma era stata una delle prime volte in cui James aveva avuto la possibilità di sbirciare oltre la cortina di perfezione e sicurezza che aleggiava perennemente attorno a Michael, riuscendo ad avere un assaggio di quello che sarebbe diventato il suo migliore amico e il suo desiderio più proibito.
Tutt’oggi non è ancora sicuro di come Michael avesse saputo che corso frequentava e come avesse fatto a scoprire che gli mancava quel libro.


Dopo quell’episodio, Michael gli aveva offerto una Burrobirra.
Poi James gli aveva prestato il suo libro di Storia della Magia quando lui se l’era dimenticato nella Sala Comune e non aveva avuto tempo per andare a recuperarlo. James aveva fatto scivolare il suo tomo di seconda (o più probabilmente terza, a giudicare dalle pagine strappate e rovinate in più punti) mano davanti a Michael sorridendogli da sotto quelle lunghe ciglia nere. Così era stato James a prendersi la ramanzina dal professore e Michael si era sentito orribilmente in colpa, nonostante le continue rassicurazioni dell’amico.
Per farsi perdonare si era presentato il giorno dopo a lezione con un sorriso imbarazzato e un muffin al doppio cioccolato per James. Il ragazzo gli aveva sorriso come se fosse stato il più prezioso dei regali, felice oltre ogni dire e aveva divorato il dolce con entusiasmo.
Da quel momento era cominciato tutto.
Michael comprava un pacchetto di Cioccorane per entrambi e i due se lo dividevano durante le pause tra una lezione e l'altra, anche a costo di correre per metà castello pur di riuscire ad incontrarsi per qualche misero minuto. Le confezioni di dolci erano perfettamente uguali, ma James non riusciva ad impedirsi di fregarne alcune a Michael, quasi come se le sue fossero state più buone e Michael finiva comunque per offrirgliele perché gli piaceva vedere il sorriso soddisfatto su quelle labbra macchiate di cioccolata.
Poi James gli prestava uno dei suoi paia di guanti con le dita tagliate via senza più richiederglielo indietro, e una parte di Michael si sentiva in colpa a volte, ma poi pensava che se James li rivoleva poteva benissimo chiederglieli. Lui glieli avrebbe resi senza problemi, non gli sarebbe dispiaciuto non averli più in tasca, pronti a ricordargli che James era con lui a tenerlo al caldo anche quando non era materialmente in sua compagnia. Davvero, non gli sarebbe dispiaciuto neanche un po’.
Forse sarebbe riuscito a convincersene se avesse continuato a ripeterselo. O forse no.
Dentro di se sa bene che non sarebbe stato così facile dividersi dai regali di James nel caso se ne fosse presentata la necessità. Ci tiene troppo e si è abituato ad avere sempre con sé qualcosa che gli ricorda il Corvonero. Un libro nella borsa, un maglione appeso al baldacchino del suo letto, o uno di quegli stupidi bracciali di tessuto che James aveva fatto apposta per lui.
“Amici per sempre?”
“James non abbiamo cinque anni.” Aveva brontolato mentre l’altro gli allacciava il bracciale attorno al polso sottile.
“Chi se ne importa, voglio essere sicuro di averti intorno per sempre. Dai, dillo.”
“Come vuoi… Amici per sempre.”
Abbassa lo sguardo su quello stesso bracciale, ancora legato sul suo polso dopo mesi e mesi. Non è nemmeno molto bello a vedersi, con quel verde pistacchio lavorato attorno a quel rosso fuoco, ma ormai Michael ci si è affezionato. È rovinato e sdrucito, ma è ancora lì, che resiste a tutto. Metafora perfetta del loro rapporto.
Non passa giorno in cui i due non hanno addosso almeno un capo che era originariamente appartenuto all'amico e viceversa.
A Michael fa solo piacere poter dividere i propri averi con James, gli si scalda il cuore alla vista dell’amico che affonda il naso nella lunga sciarpa che gli ha regalato il Natale precedente. Il regolamento impone di indossare la divisa della propria Casa, sciarpa compresa, ma James non è mai stato tipo da seguire le regole.
E anche se lo fosse, farebbe un’eccezione per Michael.




~ 2.

Un’altra occasione in cui Michael gli presta qualcosa di suo è inverno e il freddo pungente arrossa la punta del naso congelato di James.
Un brivido gli toglie il fiato mentre si affretta lungo il cortile innevato.
Ha appena terminato la lezione di volo nel parco e ha ancora un freddo del diavolo addosso nonostante si sia cambiato la divisa leggera per rimettersi la sua uniforme invernale e stringersi la sciarpa di Michael attorno al collo.
Accelera il passo rabbrividendo di nuovo, anelando il calore confortevole che lo aspetta nel castello.
Questa mattina era in ritardo per la lezione, e nella fretta si era dimenticato di raccogliere il suo mantello appeso al… Appeso dove? James ricorda di aver dato uno sguardo veloce alla stanza prima di scapicollarsi fuori, ma il suo mantello non era da nessuna parte, quindi aveva deciso di lasciar perdere e sfidare Madre Natura.
Ora che ci ripensa però, non ricorda di aver posato gli occhi sul mantello. Possibile che l'abbia perso? Sarebbe molto strano, sta sempre più che attento alle sue cose, che siano indumenti, libri o la sua preziosa bacchetta. James conosce bene il valore di ogni cosa e tutto quello che possiede se l’è guadagnato con fatica e sacrifici. Se dovesse perdere qualcosa non saprebbe come ricomprarlo, non potrebbe ricomprarlo. Probabilmente Michael sarebbe pronto a regalarglielo o come dice lui, anticiparglielo senza però accettare i suoi soldi una volta che se li fosse procurati.
James fa caso solo dopo un attimo al sorriso che gli increspa le labbra.
Se non ci fosse Michael la sua vita sarebbe un disastro. Gli deve così tanto e l’amico ha davvero un cuore grande a non chiedergli mai nulla indietro, non pretende mai di essere ripagato in nessun modo.
“Hey, bel Corvonero!”
Il ragazzo si volta verso la voce famigliare, con il sorriso che si allarga sulle labbra. Com’è quel proverbio dei Babbani che ripete sempre sua nonna?
Parli del Diavolo...
“Buonasera a lei, Serpeverde!”
Michael lo raggiunge con pochi passi e James si perde per un momento ad ammirare quelle gambe impossibilmente lunghe messe in risalto dai pantaloni neri.
Michael Fassbender è probabilmente l’unico essere umano della storia a cui le divise di Hogwarts stanno meravigliosamente e facendo addirittura risaltare i suoi tratti.
James si incanta spesso e volentieri a fissare una qualsiasi parte del suo corpo, semplicemente perchè è così perfetto, ogni centimetro del suo corpo è un'opera d arte fatta e finita.
Dannazione, vorrebbe poterlo comprare per nasconderlo in casa propria e tenerlo al sicuro dove nessuno all’infuori di lui possa godere della sua presenza celestiale.
Scuote la testa, sperando di nascondere i pensieri poco opportuni dietro al sorriso che gli rivolge.
“Dove stai andando? Trasfigurazione, giusto?”
La mano sulla sua spalla è grande e calda. James rabbrividisce di nuovo per il freddo. E anche perchè Michael ha memorizzato il suo intero orario delle lezioni. Per il quarto anno di fila.
Questo ragazzo è incredibile e James vorrebbe scoppiare a ridere e piangere tutto insieme. Michael gli provoca dei seri scompensi emotivi, neanche fosse una ragazza nel pieno dell’adolescenza.
“Trasfigurazione, s-sì.” Batte i denti per il freddo, abbracciandosi gli avambracci nel tentativo di scaldarsi un po’.
“Hey, stai tremando… Hai freddo?” Lo sguardo di Michael si fa subito preoccupato, una ruga compare tra le sue sopracciglia folte.
“Sto bene, ormai sono arrivato al castello.”
“Tieni questo, così non rischi di arrivarci ibernato,” Si sfila il proprio mantello e glielo avvolge attorno alle spalle prima che James possa pensare di aprire bocca. Michael si avvicina ulteriormente per fermarglielo davanti al collo con un nodo e lui arrossisce sotto tutte quelle attenzioni. Sta bene attendo a non alzare lo sguardo: non vuole rischiare di trovarsi senza fiato per chissà quanti minuti.
È quando afferra un lembo sdrucito che ritrova la voce, “Ma questo è il mio mantello! Ecco dov'era, non l'avevo dimenticato in camera.”
Le mani di Michael hanno un tremito (o forse se l'è immaginato lui? Non è mai sicuro della propria lucidità quando c'è Michael di mezzo) e si morde appena il labbro prima di rispondere.
“Potrebbe anche essere il tuo…” dice, “Ieri l’avevi dimenticato a lezione e l’ho preso io perchè... Fa freddo?” è più una domanda che un’affermazione e James si ritrova a mordersi la lingua per non sorridere.
Ah, è sempre un piacere riuscire ad imbarazzare Michael.
“Nessun problema. Grazie per averlo preso,” Lo rassicura, stringendosi nel mantello che ora ha lo stesso profuma dell'amico, “Lo sai che mi piace condividere le cose con te, Michael. Anche i mantelli, soprattutto se me li riporti quando ne ho bisogno.”
Il Serpeverde ricambia il suo sorriso, “Anche a me piace condividere le mie cose con te.”
"Perchè mi piace vederti indossare i miei vestiti appena troppo grandi per te e mi piace trovarci il tuo profumo quando me li restituisci e mi piace condividere i miei libri con te, anche se li riempi di scarabocchi sul tuo lato della pagina e quando devo studiare mi ritrovo a ridere da solo nella Sala Comune facendo la figura dello stupido. E mi piace vedere il sorriso che mi fai quando ti regalo una confezione di Cioccorane e mi piaci tu, James."
Michael muore dalla voglia di sussurrargli tutto questo, ma si limita a posargli una mano appena sotto la nuca e spingerlo verso il castello.
“Andiamo adesso. Fa davvero freddo qui fuori.”




~ 3.

La terza volta in cui Michael condivide qualcosa di suo con James, è probabilmente anche uno dei momenti più teneri della loro amicizia.
È passato molto tempo dalla loro prima condivisione in biblioteca, tant’è che quel libro ora è chiuso al sicuro nel baule di James, nonostante lui stesso abbia terminato quel corso l’anno precedente e avrebbe potuto rivenderlo per farci qualche soldo.
Anche il mantello di Michael, originariamente di James, continua ancora a fare avanti e indietro tra le camere dei due ragazzi durante i mesi invernali, senza mai trovare una dimora fissa.
I prestiti tra di loro sono continuati, ma questa volta la storia è diversa.
Non si tratta di un prestito questa volta, quanto di un regalo, un vero e proprio pensiero nato da una parte e donato ad un’altra.
Quando non hanno lezioni in comune -il che succede quasi sempre, essendo di due annate diverse,- Michael e James hanno preso l’abitudine di darsi appuntamento in uno dei loro posti preferiti, o in un punto a metà strada tra le aule di entrambi, di modo da non incorrere in malintesi e rischiare di non riuscire ad incontrarsi.
Possono trovarsi davanti al ritratto di Sir Nicholas lungo le scale, oppure appena fuori dalla Sala Grande, o ancora (e questo è uno dei preferiti di James, anche se non lo ammetterà mai) sotto al melo fiorito nel retro del giardino, umido di una rugiada perenne.
Oppure, e James ha un debole anche per queste occasioni, Michael si fa trovare all'uscita dell'aula in cui il Corvonero ha appena finito la lezione e lo accoglie con un sorriso e il solito braccio pronto a stringersi attorno alle sue spalle tremanti.
Le prime volte che Michael l’aveva aspettato fuori, James c’era rimasto di sasso. Era così incredulo e euforico che passava sempre l'ora successiva a parlare a velocità impossibile, senza quasi lasciare tempo all’amico di carpire il senso delle sue parole e Michael doveva sempre ricordargli di rallentare se non voleva rischiare di soffocarsi con il suo stesso fiato. James arrossiva e annuiva, ma ripartiva in quarta, incapace di tenere tutta quella felicità chiusa dentro di sé e Michael alzava gli occhi al cielo sorridendo con un affetto che non si sforzava di nascondere.
Queste piccole sorprese sono entrate a far parte della loro routine ormai, ma James si stupisce ancora, ogni volta, ogni giorno della bontà dell’amico. E, come se tutto questo non fosse già abbastanza per mandarlo in brodo di giuggiole, Michael da un po’ ha cominciato a presentarsi fuori dall'aula di turno con qualche dolce rubato dalle cucine o tenuto nascosto dalla colazione del mattino.
Oggi a quanto pare, Michael ha fatto una scappata in cucina prima di venire a prenderlo fuori dalla serra di Erbologia: ha in mano qualcosa avvolto in un panno e quando James lo raggiunge viene subito avvolto in una nuvola di dolcezza data in parte dal profumo del dolce misterioso e in parte dallo sguardo affettuoso che lo accarezza.
Michael si scansa dal muro contro cui era appoggiato e lo saluta arruffandogli i lunghi capelli corvini.
“Hai svaligiato le cucine? Non dovevi Michael, lo sai che non devi per forza portarmi qualcosa ogni volta che ci vediamo, anche perchè ci vediamo così spesso che finirai per svuotare le dispense di tutto il castello.” Il suo sguardo si posa sull’involto misterioso e i suoi occhi brillano come fosse bambino di fronte ad un meraviglioso regalo. Michael si ferma e realizza che è così in effetti. “Posso indovinare cosa c’è dentro?”
Il Serpeverde scoppia a ridere, con quella sua risata tutta denti e fascino puro e James arrossisce appena, perdendosi ad osservare il modo in cui i suoi occhi si fanno più verdi quando sono illuminati dalla luce tiepida del sole.
“Ovvio che puoi, ma non indovinerai mai.” Ribatte, camminando al suo fianco, “E non svuoterò nessuna dispensa… Non quella del castello, sicuramente. Comunque non devi preoccupartene.”
James tiene stretto tra le mani il regalo (Michael gli ha fatto un regalo! A lui, di nuovo!) avvolto nel panno morbido e lascia che sia l’amico a guidarlo attraverso il parco del castello.
Sente la sua mano che lo spinge appena, posata tra le proprie scapole. È un tocco leggero, è una rassicurazione, un ‘sono qui con te’ appena sussurrato sulla sua pelle.
Michael e James si conoscono da abbastanza tempo per essersi dimenticati come sono entrati l’uno a far parte della vita dell’altro. Se James ci dovesse riflettere, probabilmente direbbe che Michael c'è sempre stato.
Ovviamente non è così, ma non ha senso ricordare la sua assenza.
Nulla c'è stato, prima di Michael e nulla ci sarà dopo di lui.
James spera vivamente di non essere mai così sfortunato da doverlo vivere, quel dopo. Non avrebbe alcun senso stare senza Michael.
James non potrebbe essere senza Michael.
Si siedono sul prato poco lontano dall’entrata del castello, dato che entrambi hanno un altra lezione tra poco. Avrebbero potuto rimanere direttamente all'interno della scuola, ma Michael vuole avere James tutto per sé. E poi è un po’ agitato riguardo la storia del dolce che gli ha portato e si sarebbe sentito ancora più a disagio in mezzo agli altri studenti. Conoscendo la sua fortuna, sarebbe spuntata Jennifer da dietro una colonna e si sarebbe messa a urlare qualcosa di terribilmente imbarazzante come suo solito. Michael rabbrividisce. Niente Jennifer per questa volta, è già abbastanza imbarazzato di suo e spera con tutto il cuore che James non se ne accorga e apprezzi il dono.
“Posso aprirlo?” Domanda il moro e prima che lui possa annuire aggiunge subito: “No aspetta, devo indovinare! Uhm, non è una Cioccorana, ma potrebbe essere qualcos’altro di cioccolato, perchè tu sai quanto mi piace e i tuoi regali sono sempre azzeccati... È una fetta di torta, per caso? La grandezza è quella, la forma un po’ meno... Ma potresti averla tagliata male uh, sai tagliare una torta, Michael? Aspetta, ci sono! È uno Zuccotto di zucca!-
“Niente di tutto ciò, sei fuori strada,” Ridacchia passandosi una mano fra i capelli, sentendosi mancare un battito. Non è la prima volta che sente James dire che apprezza i suoi regali, ma è sempre irreale realizzare che James apprezza i suoi gesti; vorrebbe prendergli il volto tra le mani e baciarlo, qui e ora sull’erba morbida e poi sdraiarsi sopra il suo corpo flessuoso e stringerlo contro di se. Ma tutto il suo coraggio e i suoi buoni propositi scompaiono come ogni volta e si limita ad osservarlo mentre aggrotta la fronte intento ad indovinare il contenuto misterioso.
“Ci sono! È un muffin alle uvette?”
“Mi dispiace, ma no-”
“Allora un lecca-lecca frizzante!”
“Nemmeno. Te l’ho detto Jamesie, non indovinerai mai.” Sorride vittorioso davanti all’espressione imbarazzata dell’amico.
“N-non chiamarmi così!” Gonfia le guance rosse e Michael allunga una mano per scostargli le ciocche scure che gli ricadono davanti agli occhi blu, sgranati e luminosi come due pietre inondate dalla luce del sole. Sussulta appena sotto il suo tocco e Michael potrebbe giurare che si stia trattenendo dall’appoggiare completamente la guancia contro la punta delle sue dita.
“Non ti piace che ti chiami ‘Jamesie’?” Lo stuzzica.
“No e lo sai! Sembra il nome di un bambino.” Si morde le labbra e realizza che la sua obbiezione non può stare in piedi se mantiene quell’espressione da cucciolo. Sgonfia le guance, sconfitto, “E mi arrendo, non so cosa sia questo dolce. Mi hai per caso portato qualche strano cibo velenoso di cui non conosco l'esistenza?”
“Uh, non è propriamente strano… Si potrebbe dire che non è uno dei soliti che ti porto, ma sai cos’è, non preoccuparti.” Poi gli dà una spinta al braccio, “Dai aprilo, io dovrei anche tornare a lezione, sai?”
“D’accordo, d’accordo mi muovo, promesso!” Lascia spuntare la punta della lingua tra le labbra mentre disfa l’involto, ma le schiude subito in un sorriso entusiasta appena scorge il contenuto, “Biscotti! Oh, Michael grazie! L’ho già detto che i tuoi regali sono i migliori? No perchè, sono i migliori! Aw, grazie, grazie!”
“Di niente, prego.” Fa un gesto con la mano, per dirgli di lasciar stare, che non c'è bisogno di ringraziarlo per così poco, “Non ci ho messo nemmeno troppo a farli, non è stato un problema.”
James si blocca e alza lo sguardo su di lui.
“Aspetta: mi stai dicendo che li hai cucinati tu?” Sgrana gli occhi, incredulo.
Michael ha cucinato qualcosa? Per lui? Dev’essere un sogno, sì, sta senz’altro sognando. È troppo bello per essere vero. Michael è troppo bello per essere vero, Michael con i suoi dannati regali e i suoi biscotti che ha preparato apposta per lui e il suo sorriso e le sue guance che ora si sono pure arrossate d’imbarazzo facendolo sembrare ancora più carino di quello che normalmente è e James non ha appena pensato che il suo migliore amico è carino, oh dio. Se questo è un sogno, James spera di non svegliarsi mai.
“Sì, ma non esserne così felice, li ho fatti solo perchè voglio assaggiarne qualcuno anche io,” Lo prende in giro, per scrollarsi di dosso un po’ dell’imbarazzo che gli sta annodando lo stomaco, “Quindi passamene uno, avanti.”
“Ah, Michael! Mi hai fatto dei biscotti!”
Il Serpeverde arrossisce di nuovo e teme quasi che James possa mettersi a saltellare sul prato. Ed effettivamente James salta, ma non sul prato, no. Peggio. Pensa bene di saltargli addosso.
“C-cosa fai- James!” E questa volta Michael è molto più che arrossito, è bordeaux e si sente le guance infuocate. Il Corvonero è addosso a lui, contro di lui e lo sta stringendo in un abbraccio mozzafiato.
“Che Merlino sia con me.” Pensa con il cervello in panne.
Ricambia l’abbraccio dopo un attimo di panico e lo sguardo che gli rivolge James quando lo lascia andare è gioia pura.
“Grazie, Michael.”
“Mi ha fatto piacere.” Dice, cercando di respirare normalmente.
Non se lo sarebbe mai aspettato, ma era stato davvero entusiasta e orgoglioso mentre preparava l’impasto dei biscotti. L’idea di fare qualcosa per James, il fatto di creare e regalare qualcosa di suo alla persona che ama l’aveva entusiasmato e infatti aveva finito con più biscotti di quella che era stata la sua intenzione. Si era un po’ fatto prendere la mano.
“Vuoi darmene uno o te li vuoi tenere tutti per te?” Chiede con un sorriso, “Sarebbe la prima cosa che non condividiamo, credo.”
“Questi e lo spazzolino,” Fa una risatina e Michael sorride perché è una battuta, ma è molto simile alla verità. Ormai condividono davvero ogni cosa.
“Spiacente Mike, ma il cuoco mangia per ultimo.”
“E questo chi l'ha deciso?”
“E’ la regola, lo sanno tutti.” Alza il mento, allontanando il suo tesoro dalle grinfie dell'amico.
“Ma se li ho fatti io!” Ribatte Michael ridendo del comportamento dell’amico.
“Appunto, scommetto che ti sei mangiato metà impasto mentre li preparavi.” Sorride notando immediatamente la sua espressione colpevole, “Vedi, lo sapevo!”
I biscotti non sono perfetti, non sono esattamente tondi e alcuni hanno molte più gocce di cioccolato di altri, ma sapere che è stato Michael a farli, a spenderci tempo e fatica li rende perfetti agli occhi di James. E appetibili, quindi ne addenta uno senza indugiare oltre.
Michael sta per dire qualcos'altro ma rimane incantato dall'espressione di meraviglia e estasi che si fa strada sul volto dell’amico.
“Ma... Sono buonissimi.”
“Ci avrei scommesso,” Dice anche se è una bugia bella e buona. Non era per niente sicuro del risultato e aveva sperato con tutto sé stesso di non aver combinato un pasticcio. A quanto pare sono a posto a giudicare dall’espressione soddisfatta di James che ne sgranocchia uno dopo l’altro e si sente sinceramente sollevato, “Sono felice che ti piacciano.”
Fono daffevo buoii!” Esclama di nuovo con le guance gonfie e la bocca piena, “Affie, Michael.”
Il più grande si obbliga a spostare lo sguardo dalle sue labbra umide ricoperte di briciole di biscotto, quasi fossero loro il dolce da cui è attirato. Si schiarisce la gola e pesca un biscotto uno a sua volta, mordendolo poi con gusto.
“Mhh! Ora me li riprendo, sono ottimi.” Annuisce, complimentandosi con sé stesso, orgoglioso delle sue capacità nascoste.
James era sincero, non solo sono riusciti discretamente, ma sono proprio buoni. Non sono esteticamente perfetti, ma il gusto è più che accettabile; il cioccolato non si è sciolto, la pasta è croccante ma non dura o bruciata, ogni parte è cotta a puntino e benché non siano perfettamente rotondi, il sapore è equilibrato e dolce al punto giusto.
“James, se tu non fossi la mia persona preferita ti avrei già stordito per scappare con il bottino, sappilo.” Michael è troppo impegnato ad immaginare come sarebbe baciare quelle guance arrossate e a sognare di leccare quelle labbra sporche di cioccolato per prestare la giusta attenzione a cosa risponde l’amico, così si perde il mormorio imbarazzato che James si lascia sfuggire.
I due ragazzi mangiano qualche altro dolcetto in silenzio, a loro agio nella compagnia reciproca, felici di condividere i biscotti e questo momento di dolce tranquillità dal retrogusto zuccherino.




~ 4.

Questa volta è diversa.
Questa volta Michael e James non condividono l’oggetto dei loro pensieri. O forse sarebbe meglio dire della loro disputa.
Questa volta non vogliono condividere proprio niente.
I due ragazzi se ne stanno appollaiati in uno dei loro angoli preferiti del castello, ad oziare dopo una lunga giornata di lezioni e studio intensivo. Il periodo d’esami si avvicina pericolosamente e anche James che non è mai stato un tipo da studio matto si ritrova sempre chiuso in biblioteca a studiare, ripetere, riscrivere appunti su appunti, in questi ultimi giorni.
Michael, essendo un anno più avanti di lui, è messo anche peggio. Le sue giornate sono fatte di libri, fogli scribacchiati e formule da imparare a memoria. Se non amasse così tanto Hogwarts e se non ci fosse James ad illuminare le sue giornate, sarebbe già scappato nella Foresta Oscura, mandando tutto a quel paese.
Fortunatamente James compare ogni volta che Michael si sente sconfortato dall’ammasso di libri che lo fissano minacciosamente, salvandolo dalla disperazione. Il Corvonero porta sempre con sé qualcosa per tirarlo su di morale: un libro che vuole prestargli perché l’ha trovato entusiasmante, la formula per l’incantesimo di sdoppiamento che cercavano da mesi (“Così posso duplicarmi!” “Per tutti i fantasmi, no! Non sopporterei mai due Michael insieme!” “Certo, come no. Scommetto che è il tuo sogno proibito avere due mie versioni a tua disposizione.” “…Umpf.”) o ancora, uno degli ultimi articoli dei Tiri Vispi, così che possano provarlo assieme… O trovare qualche cavia a cui farlo provare, decisamente meglio.
In ogni caso, alla fine della giornata sono sempre entrambi troppo stanchi per uscire e troppo stressati per poter stare separati, così finiscono sempre per ritrovarsi e starsene un po’ assieme in qualche angolo tranquillo.
A volte Jennifer compare dal nulla –seriamente, Michael teme che abbia un Mantello dell’Invisibilità con lei,- e passa un po’ di tempo con loro, ma la maggior parte delle sere sono riservate a loro due.
Oggi si sono ritrovati in uno dei corridoi del secondo piano e se ne stanno seduti sul corrimano di marmo, con le gambe a penzoloni nel vuoto. E’ una delle zone meno frequentate del piano e quasi completamente deserto a quest’ora, perché i professori sono ancora a cena nella Sala Grande e la maggior parte degli studenti sono già affondati nelle morbide poltrone nelle rispettive Sale Comuni.
Le uniche eccezioni sono alcune studentesse che ogni tanto provano ad attirare l'attenzione di Michael, ancheggiandogli languidamente davanti.
James si morde le labbra, irritato e sorpreso da quei comportamenti così schietti e senza pudore, ma Michael non sembra dar retta alle numerose avances che gli vengono fatte ora come ogni altr0 giorno.
Effettivamente James si chiede spesso come sia possibile che uno come Michael Fassbender, Serpeverde purosangue di ottima famiglia, bello -per non dire incantevole, affascinante, irresistibile, e con un culo da far girare la testa a chiunque,- non abbia ancora trovato una ragazza.
Forse fa tutto in gran segreto, chi può saperlo, ma James è pur sempre il suo migliore amico e lo conosce troppo bene per non cogliere certe cose.
Nel dubbio comunque, si impegna ad incenerire con lo sguardo tutte le ragazze che gli lanciano sguardi languidi nei corridoi. Per precauzione.
“Non è educato fissare le persone, James.”
Michael lo guarda con un ghigno sulle labbra sottili.
“Uh? Non stavo fissando nessuno.”
“La ragazza che è appena passata,” Si spiega, indicandola, “La fissavi come se volessi mangiarla. Se la vuoi vai e prendila.”
James fa una risatina nervosa e un gesto con la mano come per suggerirgli di lasciare perdere.
“Figurati se sono interessato a quella.” La smorfia che fa è di autentico disgusto, non ha bisogno di fingere, “È con me a lezione ed è irritante come poche,” Gli lancia uno sguardo meno severo, “E poi non ha i tuoi occhi, non potrei mai!”
Il tono è volutamente canzonatorio e Michael gli lancia una Gelatina in testa.
“Quanto sei scemo,” Ride, “Dovresti sapere che la nostra è una relazione aperta e niente ti impedisce di andare da lei.”
James lo guarda con l’ombra della risata ancora sulle labbra, ma scuote il capo.
“Non ho bisogno di nessuna ragazza.” Se tu sei con me.
“Nemmeno io.” Perché ho te.
Il silenzio che cala tra i due amici è diverso da quelli che sono soliti condividere. C’è qualcosa di celato e non detto, in questa stasi, parole che si nascondono sotto le mani nervose di Michael e dietro le labbra socchiuse di James.
La verità si nasconde tra loro ed entrambi la percepiscono, ma nessuno dei due ha abbastanza coraggio per metterla allo scoperto una volta per tutte.
“Penso che una ragazza sarebbe l’unica cosa che non vorrei avere il privilegio di condividere con te.” Dice il più giovane dopo un po’, smorzando la tensione.
Michael si lascia scappare una risata sollevata.
“Nemmeno io, te l’assicuro.”
“Buono a sapersi, allora quando troverai finalmente qualcuna non provare ad offrirmela, d’accordo?”
“Perché devo essere io quello che si trova una ragazza?” Domanda lui alzando un sopracciglio, “Perché non puoi essere tu?”
“Lo dici come se fosse una condanna.” Esclama ridendo, “Come se avere una fidanzata che ti ama fosse una cosa da cui fuggire. E io comunque non ho bisogno di una ragazza.”
“Beh, nemmeno io.” Il sorriso sulle labbra di Michael si spegne di colpo, “Forse non ho una ragazza semplicemente perché non la voglio.”
Il suo tono è duro e sorprende entrambi. Non si era accorto di essere così agitato, ma si rende conto di stare stritolando il bordo del corrimano.
James lo guarda e per la prima volta da quando si conoscono si rende conto di non avere idea di cosa sta passando per la testa del suo amico e tanto meno per la propria. In parte è spaventato dall’argomento in cui sono scivolati e vorrebbe ricordarsi la formulare per tornare indietro nel tempo di qualche minuto di modo da correggere la piega che ha preso la conversazione, ma in parte è terribilmente curioso di continuare a parlarne. E se andrà male, almeno avrà finalmente una risposta certa e tutto il tempo per imparare ad accettarla e conviverci.
“Non ci credo.” Dice, alzando il mento, gettandosi nella battaglia, “Non ci credo neanche un po’. Avanti Michael, tutta la fauna femminile della scuola sarebbe disposta a vendere la propria bacchetta per stare con te, non ci credo che non vorresti nessuno.”
Michael scuote appena il capo nervosamente, per poi mordicchiarsi un’unghia.
“Allora? Non c’è nessuno che ha attirato la tua attenzione in questi anni?” Chiede di nuovo James, passandosi una mano tra i capelli scuri. Si morde il labbro inferiore senza rendersene conto e Michael sente il proprio battito accelerare.
Esita ancora qualche momento, poi decide di prendere in mano la situazione e rischiare il tutto per tutto. Non può continuare così, vuole una risposta, anche negativa, ma ne ha bisogno. L’incertezza è la tortura peggiore e lui non ne può più di vivere nel timore di aver buttato via l’opportunità più preziosa che gli è stata offerta.
“Qualcuno c’è, ovviamente,” Evita il suo sguardo blu. Lo adora, ma ne fugge. Sta per aggiungere altro, ma l’amico non gli dà tregua.
“Lo sapevo! Forza, sputa il rospo, chi è la fortunata?”
Silenzio, ancora per qualche momento. Indecisione, tanto per far soffrire i due innamorati nell’ignoto opprimente nel quale sono immersi da quando si conoscono.
Michael fa un respiro profondo, tentato di tornare sui propri passi e rimangiarsi tutto.
Poi guarda James e vede che sta sorridendo con le labbra, ma i suoi occhi sono del tutto passivi a quella gioia.
Forse è questo che spinge Michael a fare una delle cose più stupide che abbia mai fatto durante la sua breve vita. Forse è perché James ha tirato fuori questo discorso stupido e Michael, dopo anni e anni non riesce più a sotterrare la verità dentro di sé.
O forse è solo perché gli occhi di James sono la cosa più bella che abbia mai avuto la fortuna di osservare e perché il modo in cui gesticola quando parla lo fa impazzire e anche perché vuole essere lui a passargli una mano tra i capelli e giocherellare con le sue ciocche corvine quando vuole e perché il desiderio di baciarlo è così forte che non riesce a respirare.
“Sei tu, razza di stupido.”
Gli è uscito un tono duro, quasi furente, che sembra negare il significato stesso delle parole. Non se l’era certo immaginato così questo momento, dannazione. “Io... James, mi dispiace-“
Non riesce a terminare la frase.
Michael tiene gli occhi aperti mentre lo bacia. Non batte nemmeno le palpebre, ha il terrore cieco che se lo facesse James scomparirebbe. È un sogno, è un’illusione bellissima, non è possibile che sia la realtà.
Sta baciando James McAvoy. Sta succedendo veramente.
Se non avesse il cervello e il corpo in panne potrebbe mettersi a urlare dalla gioia, ma decide saggiamente di evitare e di concentrarsi sulla bocca invitante che sta coccolando la sua.
Le labbra di James sono morbide e gonfie proprio come le ha immaginate nei suoi sogni, ma non ha mai messo in conto che James bacia con tutto il corpo. Michael ha le sue braccia avvolte attorno, una mano che gli stringe il fianco e l’altra che gli tira leggermente i capelli sulla nuca. James si lascia scappare un gemito basso, sembra quasi un miagolio e Michael cerca la sua lingua, la trova e questa volta è lui a farsi scappare un suono, simile a un ruggito.
“Michael…” Soffia sulle sue labbra semiaperte, mentre riprendono fiato. Si ritrova a sorridere e poi a ridere, euforico. Il Serpeverde gli prende di nuovo il viso fra le mani e sottolinea il suo sorriso con tanti baci, uno per ogni centimetro di pelle, quasi volesse fare sua ogni parte di questa felicità. James un po’ lo ricambia, un po’ non riesce perché la sua bocca non sembra voler accennare a smettere di sorridere, così si lascia coccolare dal compagno.
“Non sai da quanto tempo volevo farlo.” Confessa mordendosi il labbro, inebetito dai suoi baci, “Mi piaci così tanto, Michael.”
Si ritrovano a ridere l’uno sulle labbra dell’altro, eventualmente anche Michael smette di baciarlo perché non riesce a impedirsi di sorridere di fronte alla felicità di James.
Questo ragazzo è un raggio di sole che illumina tutto il suo mondo, è un diamante da custodire e un fiore da preservare e ammirare in silenzio.
Ed è tutto per lui, a quanto pare.
Gli accarezza il collo e si accorge del tremito continuo che attraversa lo sta attraversando.
“Stai tremando.”
“Colpa tua.” Ansima James abbassando lo sguardo liquido. Si sente arrossire sotto le mani calde di Michael.
“Credo sia meglio scendere da qui, allora.” Michael gli lascia un altro bacio a schiocco sulla guancia prima di scendere dal corrimano, giusto così, perché ora può farlo. “Sbadato come sei potresti cadere senza neanche accorgertene e… Non sarebbe divertente perderti proprio adesso.”
James scende dal corrimano ed è un miracolo che le sue ginocchia tremanti riescano a reggerlo in piedi.
“Sai cosa voglio fare?” Gli chiede, allacciandogli subito le braccia al collo.
“Cosa vuoi fare?” Sussurra Michael con un sorriso.
“Prima di tutto, voglio baciarti,” E detto questo si sporge verso di lui e cattura nuovamente le sue labbra ancora umide.
James decide che baciare Michael è una delle sue cose preferite e dovrà assolutamente ampliare il proprio territorio d’azione invece di limitarsi soltanto alla sua bocca. Per ovvi morivi.
“Stavo dicendo,” Continua, riprendendo il filo dei propri pensieri, “Che voglio condividere un’altra cosa con te.”
“Che cosa?”
“Quello che provo per te.” Dice, arrossendo, ma forzandosi per portare a termine il discorso, “Voglio farti capire quanto mi piaci, Michael. Voglio che tu senta la gioia che provo io quando ti vedo dopo una giornata in cui tutto mi è andato male. O dopo una giornata qualsiasi, a dire il vero. Sono sempre felice quando sono con te… Tu mi fai sentire felice. E io voglio fare lo stesso per te, voglio farti stare bene, posso provarci? Voglio provarci, per favore dimmi che posso provarci. Voglio farti capire quanto… Mi piaci.”
Avrebbe voluto dire qualcos’altro per concludere il discorso, ma non è sicuro che questo sia il momento giusto per fare una dichiarazione del genere.
James sente l’ansia che gli chiude la gola, ma il nodo si scioglie non appena il compagno lo prende fra le braccia facendogli fare una mezza giravolta, “Michael!
“Sono così innamorato di te, James.”
A quanto pare è il momento perfetto per una dichiarazione del genere.






Fine .
  
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