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Autore: _Emy_    05/09/2014    3 recensioni
Kensi torna a lavoro dopo una lunga missione. Ma questa missione l'ha cambiata molto. Se un agente della CIA non avesse detto che Kensi era un agente, per salvarsi, la missione sarebbe andata meglio. Forse. Kensi pensa di essere pronta per tornare a lavoro, ma lo sarà davvero? Ha evidente bisogno di aiuto. Deeks le offre il suo aiuto ma alla fine Kensi cederà e si farà aiutare da Deeks?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G Callen, Kensi Blye, Marty Deeks, Sam Hanna, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Erano le nove del mattino ed ero appena arrivata a lavoro, quella mattina avrei ricominciato dopo essere stata 10 mesi via per una missione. Callen Sam e Deeks erano già arrivati e come al solito discutevano. Arrivai alla mia scrivania e solo dopo che avevo posato la borsa a terra li salutai. -Oh !! Hey Kensi bentornata !!- esordirono tutti e tre accennando un saluto e poi, tornarono alla loro discussione. “No aspetta sono talmente presi dalla loro stupida discussione, che anche se non mi vedono da quasi un anno si limitano a dirmi un banale bentornata!”
Ero così presa dai miei pensieri che neanche non mi ero accorta che i ragazzi si erano avvicinati ridendo. -Hey Kensi davvero pensavi che dopo quasi un anno che non ti vediamo, saremmo stati completamente indifferenti??!! Non lo abbiamo fatto con quest’idiota di partner che ti ritrovi, perché dovremmo farlo con te?- si avvicinò a me e mi strinse in un forte abbraccio -Ok, Sam ti voglio bene anche io, ma te ne vorrò ancora di più se almeno allenti di poco la presa perché così mi fai male!- esclamai con un sorriso sulle labbra -Si certo, scusa non me ne sono reso conto… E poi non c’era nessuno con quest’idiota, io mi chiedo come tu faccia a sopportarlo- mi rispose lui con tono ironico, sciogliendo quell’abbraccio pieno di amore -Hey Sam sono qui, ti ho sentito e, giusto per la cronaca, io non sono un’idiota- gli rispose Deeks quasi offeso. -Deeks puoi offenderti quanto ti pare, tanto a Sam non importa nulla- e ovviamente non poteva mancare la risposta di Callen in “difesa” di Sam. -Adesso ti ci metti anche tu? Certo sei il suo partner!-  -Ragazzi basta- cercai di farli smettere, ma era inutile, loro continuarono. -Tu solo perché sei grande, grosso e un ex seal non mi fai paura- disse Deeks, rivolto a Sam, con tono di sfida -Deeks stai attento, non ti conviene sfidarlo- cercò di avvertirlo Callen con il suo solito tono pacato -Ragazzi Basta- tentai di nuovo ma… -Questa è tutta una finta, e non mi spaventano neanche i tuoi giochetti psicologici Callen-  continuò Deeks sempre con tono di sfida -A quanto pare il signorino ci vuole ricevere-  -A quanto pare si. Sai non gli fai paura!- rispose Callen a Sam, imitando Deeks .
“Ecco appunto !!”  -RAGAZZI BASTA!!- urlai io esasperata. -Scusa Kensi- tutti e tre risposero contemporaneamente e avevano quella faccia da cani bastonati. “E adesso? Si, loro sono sempre gentili con me, ma tutta questa gentilezza non è da loro. Hetty non gli avrà detto… no non lo farebbe mai. Saranno così gentili solo perché non ci vediamo da molto, e non vogliono farmi incavolare oggi che sono tornata” Ritornai alla realtà scacciando tutti i pensieri e continuai a “rimproverarli” -Dannazione se vi ci mettete siete peggio di 3 bambini dell’asilo che litigano per l’ultima caramella rimasta!!-  -Hey le caramelle sono buone- mi rispose Deeks ancora con quegli occhi da cucciolo -Ancora parli!?!- gli rispose aggressivo Sam. Callen, forse per evitare che i due iniziassero di nuovo a litigare, si avvicinò a me e mi abbracciò. -È bello rivederti-  -Anche per me Callen.- mi sciolsi dall’abbraccio di Callen quando qualcuno, anzi quando un biondino, iniziò a tossire come il cretino che è  -Ehm ci sarei anche io.- -Idiota lo so… Sai è impossibile non notare la tua presenza. E prima che tu me lo chieda: NO, non è una cosa positiva-  -Miaooo!!!!!! Sei appena tornata e già hai cacciato gli artigli !- “il solito idiota” . Mentre parlavo con i ragazzi arrivò Hetty -Bentornata Kensi, posso parlarle?- -Ehm, si certo- La seguii.
Andammo nel suo ufficio, lei si sedette alla sua poltrona ma io restai in piedi. -Si sieda per favore-  -Hetty prima me lo chieda. Sto bene- Lei ignorò le parole che le avevo appena rivolto, e iniziò il discorso che voleva farmi. -Come sta?- -Appunto. Hetty sto bene- risposi  sicura di me stessa e delle mie parole -Signorina Blye mi dica la verità, come sta?- chiese ancora una volta, con quel tono che userebbe una mamma affettuosa quando uno dei suoi figli si fa male o comunque quando è preoccupata. -Hetty te lo ripeto per l’ennesima volta sto bene. E non lo sto dicendo perché voglio convincere le altre persone e soprattutto me stessa che va tutto bene. Dico di stare bene perché sto bene. E poi ho superato brillantemente tutti gli esami a cui mi hai sottoposto- Risposi io, come per ricordarle che anche Nate aveva dato il suo permesso. Il che non era poco. Lei mi scrutò con i suoi occhi, per pochi secondi, prima di parlare nuovamente. –Si, ma tra quei test e la realtà vi è una grandissima differenza- mi fece notare  -Hetty sto bene- cercai di farle capire. -Per qualsiasi cosa io sono qui- Aggiunse con fare materno. Il messaggio era più che chiaro. Il discorso era terminato, ma solo per quel momento.
 -Grazie Hetty- La ringraziai. Sapevo che si stava preoccupando per me, ma non era il caso. -Deve dirlo almeno a lui- Aggiunse poco dopo. Forse il discorso non era ancora del tutto chiuso. - Hetty… Non vedo il motivo per cui dovrei dirglielo se sto bene- Prima che lei potesse rispondermi Eric scese le scale e come suo solito fischiò per richiamarci alla sua attenzione.
-Nuovo caso.. Bentornata Kensi- Mi salutò dalla rampa delle scale, regalandomi uno dei suoi sorrisi sinceri. Uno di quelli che esprimeva la sua contentezza nel rivedermi. L’ennesimo sorriso sincero della giornata. Ringraziai mentalmente Eric. Mi aveva appena salvato la vita. Salimmo in sala operativa dove Eric e Nell ci esposero il caso. Ma solo dopo che Nell mi si era buttata letteralmente addosso abbracciandomi. Mi erano mancati anche i suoi abbracci, e soprattutto le nostre seratine tra donne -Marine John Stuart, questa mattina è stato ritrovato morto con 2 colpi d’arma da fuoco nel petto- esordì Eric, mentre insieme a Nell ci mostravano le foto dell’ uomo -Non aveva problemi finanziari ed era preso come modello da molti marines- -Bene. Andiamo sulla scena del crimine poi mentre io e Sam parliamo con i compagni voi due perquisite la casa- disse Callen rivolto a tutti. Io e Deeks annuimmo e tutti e quattro andammo alle nostre auto diretti alla scena del crimine. Durante il viaggio in auto Deeks iniziò a farmi alcune domande ma non lo ascoltai. -Dove sei stata di bello?- mi chiese curioso-  Non ricevendo alcuna risposta mi poggiò una mano sul braccio, per attirare la mia attenzione. Quel gesto innocente mi fece sussultare. Ero arrivata a quel punto?!  -Kensi mi stai ascoltando?- mi chiese nuovamente.  -Fino a poco fa no, ma adesso si, e comunque non farmi nessuna domanda che riguardi la missione, perché lo sai benissimo che non posso parlarne- “A dire il vero anche se potessi parlarne non lo farei. Non voglio ricordare, l’unica cosa che voglio fare  è dimenticare”  Poi tornai a non sentire più quello che diceva. Avevo dimenticato che Deeks se ci mette sa essere un vero rompiscatole… A dire il vero non è che lo avessi dimenticato, semplicemente lo ricordavo meno rompiscatole. -Ok Deeks, basta ti prego- lo implorai esasperata dalle sue continue chiacchiere. Mi stava facendo venire un mal di testa pazzesco. -Ah !! Quindi difendi Sam e Callen e non me che sono il tuo partner?!- mi rispose lui fingendosi offeso. O forse lo era davvero. -Non sto dicendo questo. Lo sai che a Sam e Callen piace scherzare e a quanto pare a qualcuno non va giù il fatto che scherzino su di lui- mi giustificai -Guarda che..- stava per rispondermi, con quel tono da saputello che qualche volta mi dà seriamente sui nervi, facendomi uscire dai gangheri,  ma lo interruppi  -Siamo arrivati-
Sam e Callen erano lì e ci stavano aspettando nel parcheggio. Scendendo dall’auto continuai -E adesso chiudi quella bocca e concentrati, altrimenti giuro che se loro provano ad ammazzarti, li fermo e ti ammazzo io con le mie mani- “Ok forse stavo esagerato un pochino, ma non ce la facevo più” -OK ok sto zitto, non parlo più. Non voglio morire, sono ancora troppo giovane e bello per morire- -Deeks sta zitto!!- gli rispose Sam serio, prima che io potessi aprire bocca.
Quando entrammo nell’appartamento rimasi pietrificata. “No, non può essere. È solo la mia immaginazione” continuavo a ripetermi per calmarmi, ma tornai alla realtà sentendomi osservata. -Kensi tutto bene?- mi chiese Deeks un po’ preoccupato. Io non risposi, così anche Sam si girò a guardarmi e mi chiese se fosse tutto ok -Kensi stai bene?- -Ehm… io ...si sto bene… – mi limitai a rispondere, distogliendo lo sguardo dalla sua maglia, rossa come il sangue sparso praticamente per tutta la stanza -Sicura, perché a me sembra tutto il contrario- ecco Callen e il suo solito sguardo che cerca di penetrarti dentro, per capire se stai mentendo. -Neanche avessi visto un fantasma-precisò Deeks -Sto bene davvero, mi girava solo un po’ la testa, ma sto bene adesso- mentì, ma non potevo certo dirgli cosa avevo in realtà. Sperai mi credessero, ma le mie preghiere non furono esaudite perché Sam guardò il mio partner e poi lo chiamò -Deeks..- -Tienila d’occhio. Certo- rispose lui con tono ancora più serio di quello che aveva usato Sam per chiamarlo pochi secondi prima.
E adesso come glielo dico?? È sicuramente una coincidenza… Ma a chi voglio darla a bere?? Non può certo essere una coincidenza che il corpo del marine presenta segni di torture ...E io conosco bene quel tipo di segni, c’è solo una persona che si diverte a torturare i suoi prigionieri in questo modo. E di certo non è una coincidenza quel cerchio con un triangolo all’interno fatto con il sangue del marine sul muro. Ma dico, se Hetty e Granger lo sapevano perché non mi hanno tolto dal caso. Perché non chiamarmi e dirmi che sarei dovuta tornare un altro giorno?” -Hey tutto bene?- mi chiese nuovamente preoccupato il mio partner facendomi tornare alla realtà.  -Si Deeks- cercai di tranquillizzarlo -Kensi cosa hai fatto sulla schiena?- Maledizione!! Si era alzata di poco la maglietta dietro la schiena e Deeks aveva notato dei segni.” Ma tu invece di lavorare ti metti a guardare la mia maglietta dannazione.”  -Deeks concentrati- mi limitai a dire, non sapevo cos’altro dirgli.  Io e Deeks esaminammo la casa ma niente. Dato che non avevamo trovato nulla, andammo ad aiutare Sam e Callen. Scoprimmo che il marine era entrato in un “brutto giro”. Quale fosse questo brutto giro nessuno lo sapeva.
Quando uscimmo dalla base fummo attaccati da alcuni uomini, mi sembrava di averli già visti, ma non ricordavo dove. Rispondemmo al fuoco. Notai che uno di loro stava scappando così lo inseguì, poco dopo si girò e mi puntò la pistola contro, non riuscivo a fare più nulla, non riuscivo a muovere un muscolo. Ero come paralizzata. Stava per spararmi quando arrivarono i ragazzi e gli spararono. Mentre Sam e Callen controllavano il corpo, Deeks si avvicinò a me. “E adesso che gli dico?!” -Kensi stai bene? Quel tizio ti stava per ammazzare e tu non hai mosso un muscolo. E adesso stai anche tremando. Kensi penso di avere tutto il diritto di sapere cosa ti sta succedendo, sono il tuo partner puoi dirmi tutto- ancora quel tono serio misto a preoccupazione. “Dirgli cosa ho veramente è fuori discussione. Non voglio mentire, loro sono i miei colleghi e gli voglio bene, ma non mi sento pronta a dire tutto”  Deeks vedendo che avevo abbassato lo sguardo, trovando decisamente molto più interessanti le mie scarpe, e non avevo ancora risposto alla sua domanda, si avvicinò di più e mi alzò il volto con un dito in modo che potessi guardarlo negli occhi. -Kensi guardami. Cosa sta succedendo?- -Sono tornata troppo presto- risposi, ma non lo guardai negli occhi.   -Durante la missione è successo qualcosa che non sappiamo e che non vuoi dirci?- mi chiese Sam avvicinandosi insieme a Callen. “Se gli dico solo di si capiscono tutto, se gli dico di no e poi mi chiedono altre spiegazioni capiscono che in verità è successo qualcosa. Come risolvo adesso?” -Ho una ferita, non è successo niente di che. È solo che quando faccio dei movimenti bruschi, mi fa male e non riesco a muovermi. Sono tornata perché non mi stava dando più problemi da un po’, evidentemente mi sbagliavo- risposi sperando mi credessero e non iniziassero a fare altre domande. “Scusatemi .. poi a dire il vero non  ho mentito al 100% qualcosa di vero c’è” .
Tornammo indietro, e ci avvicinammo alle nostre auto, per andare alla base-No no no no. Cosa pensi di fare?!- quasi mi urlò contro -Che razza di domande fai Deeks?!- chiesi io stranita dalla sua domanda la cui risposta era palesemente ovvia. - Kensi ... Dammi quelle chiavi. Guido io- scandì perfettamente ogni singola parola. Con sguardo truce. Cosa gli avevo fatto ora ? -Deeks sto bene- risposi -Ho detto che guido io- ok quel tono sapeva quasi di minaccia, ma ci passai su.  Detto questo mi tolse le chiavi dalle mani e si mise al volante.
Quando tornammo  alla base Eric e Nell ci informarono sulle loro scoperte.  -Il nostro caro marine non era proprio un angioletto- ci spiegò Nell, seguita da Eric che ci spiegò nel dettaglio l’affermazione della sua collega, mostrandoci anche alcune immagini sullo schermo –Già, infatti aveva un conto alle isole Fiji, ovviamente il nome era falso.. Frack Bell- “Frack Bell ecco perché mi sembrava di averlo già visto: una volta l’ho incontrato durante la missione ed era indebito per oltre 5000 mila dollari con Diego Alvarez. Lo ha torturato perché non gli aveva ancora restituito i soldi, quindi è qui a Los Angeles e sicuramente starà cercando anche me, per finire il lavoro che aveva iniziato. Però dico, se gli doveva ancora tutti quei soldi perché ucciderlo? Forse lo ha ucciso subito dopo aver preso i soldi.” -Mi spiegate come fa un semplice marine ad avere tutti questi soldi?- chiese Deeks stupito dall’enorme somma. Eric fece comparire sullo schermo del televisore la sua foto, la foto dell’uomo che nonostante siano passati mesi mi tormenta ancora. Pur sapendo il collegamento che c’era con quell’uomo vedere il suo volto mi riportò alla mente tutto quello che era successo durante la missione.
Istintivamente feci un passo indietro ma andai addosso a Callen. -Conosci quest’uomo Kensi?- Mi irrigidì istintivamente  “Maledizione.. OK è arrivato il momento. Da un momento all’altro lo avrebbero scoperto comunque, quindi tanto valeva che lo sapessero in quell’istante, e non mentre ci sparano addosso”  -Ecco io… Dovrei dirvi... Una cosa- iniziai molto titubante. Avrei dovuto dire tutto, ricordare ogni singolo particolare. Perché pur volendo fare un “riassunto” di quello che era successo durante la missione, la mia mente mi avrebbe fatto rivivere tutti quei momenti. -Dì pure- mi incoraggiò Callen.  Il mio cuore batteva così forte che mi sembrava volesse uscire fuori. Avevo il respiro affannato al solo pensiero di dover ricordare tutto quello che avevo passato. -…Io...- cercai di palare, ma mi bloccai nuovamente -Centra qualcosa la ferita sulla schiena?- mi chiese Deeks forse per “aiutarmi” a dire qualcosa...  -Di quale ferita sulla schiena stai parlando Deeks?- chiese Callen. Stavo per rispondere, ma Granger arrivò e interruppe il nostro discorso. “Che si fa qui? Non doveva essere a Washington? Forse appena ha saputo che il caso era collegato alla mia missione ha preso un aereo ed è venuto qui ,ma perché? In fondo c’è Hetty”  -Signorina Blye da adesso lei è sollevata dal caso, tornerà a casa e avrà degli agenti che la proteggeranno… Quell’ uomo non deve avvicinarsi di nuovo a lei- disse serio -Qualcuno vuole spiegarci cosa diavolo sta succedendo?- chiese quasi spazientito Callen.  -Vice direttore io...- cercai di dire qualcosa ma lui mi interruppe. -Non se ne parla... gli agenti che io ed Hetty avevamo inviato per riportarla qui, sono arrivati giusto in tempo- rispose con tono severo. Come se non lo sapessi. -Pensa che me lo sia dimenticata? Sa è un po’ difficile dimenticarlo. Ci sto provando a dimenticare tutto, ma è impossibile, ogni volta è come rivivere tutti quei mesi in cui mi ha torturato. Vuole finire il lavoro che ha iniziato? Io sono qui che lo aspetto- gli risposi un po’ alterata.
Uscì fuori a prendere un po’ d’aria, ne avevo bisogno, mi ero agitata troppo e in quel momento speravo solo che i ragazzi non mi avessero seguita cercando spiegazioni, perché non avrei saputo davvero cosa dire, non ne volevo parlare. La porta si aprì e vidi una piccola donna avvicinarsi all’ auto -Kensi vieni ti porto a casa- mi disse -Hetty- -Kensi non è un consiglio è un ordine- mi limitai ad annuire a salì in auto. Per tutto il viaggio nessuna delle due parlò, nonostante l’auto fosse immersa in un silenzio a dir poco imbarazzante. Solo quando arrivammo a casa Hetty ruppe quel silenzio. -Vuole che rimanga con lei?- -No voglio stare da sola-
Entrai in casa ed  andai in bagno, mentre aspettavo che l’acqua riempisse la vasca, iniziai a togliermi i vestiti, continuando a fissare e toccare tutte quelle cicatrici. Se ne sarebbero mai andate? Lo speravo con tutto il cuore. Quando la vasca fù pronta, mi ci immersi e cercai di rilassarmi. Un’ oretta dopo uscì dalla vasca e andai in camera. Mi misi dei leggins neri, una canotta bianca e una felpa nera per coprire tutte le cicatrici.
Dopo un paio d’ore al massimo squillò il cellulare. Deeks. Rifiutai la chiamata. Subito dopo suonò il campanello.
Quella scena mi era molto familiare, avevo fatto quelle stesse cose con lui, quando era tornato a casa dopo il caso su Siderov. Andai a vedere e come immaginavo erano i ragazzi. -Cosa volete?-chiesi  -Proteggerti- mi rispose Sam -E parlarti- continuò Callen. -Ci fai entrare tu o entriamo noi in perfetto stile “super agenti 007”?- “il solito cretino”  li feci entrare e ci sedemmo tutti e quattro sul divano ma nessuno parlava. -Avete detto che volevate parlare. Allora di cosa volete parlare?- -Perché non mi hai detto nulla? Con tutto il rispetto per voi due. Posso capire perché non hai voluto dire nulla a Sam e Callen ma io sono il tuo partner e sai benissimo che puoi dirmi tutto. Non ti fidi di me?- mi chiese, dal suo tono di voce si capiva che era triste. Era questo quello che pensava?! -Cosa? Certo che mi fido di te e anche di loro, ma non mi andava di parlarne volevo solo dimenticare. Poi non pensavo neanche che c’entrasse qualcosa con il caso. All’inizio pensavo fosse solo una mia immaginazione ma poi quando Eric e Nell hanno scoperto quel conto all’estero ho capito che non era una mia impressione e che Diego Alvarez si trova qui a Los Angeles e magari mi sta anche cercando- risposi io quasi giustificandomi -Cosa ti ha fatto?- mi chiese lui -Non te lo dirò mai, non voglio parlarne- -Kensi noi..- cercò di convincermi Callen. –No- risposi decisa  -Kensi noi siamo qui- -Lo so Sam. Chiedetemi qualsiasi cosa, ma non questo, per favore- li supplicai -Qualcuno ha fame? Io si. Kensi posso usare la cucina per preparare qualcosa?- chiese Sam capendo che non avrei cambiato idea, almeno non in quel momento. -Si certo- Sam e Callen andarono in cucina a preparare la cena… Non temevo il fatto che Sam stava cucinando, perché è un ottimo cuoco, ma mi preoccupava Callen.
Nel frattempo io e Deeks eravamo rimasti sul divano e guardavamo la televisione, ma qualsiasi rumore mi spaventava. -Hey vieni qui. Shhhh è tutto apposto ci siamo noi con te, tranquilla.- cercò di tranquillizzarmi e ci riuscì.  Mi tranquillizzai, mangiammo quello che Sam e Callen avevano cucinato; dopo aver cenato parlammo un po’, poi mi addormentai sul divano tra le braccia di Deeks.     
 
Salve gente !! Allora ho sistemato un po’ questo primo capitolo (spero che così vada bene *___*)  Allora Kensi è tornata dopo una missione che a quanto pare non è stata una passeggiata, e ha delle cicatrici sul corpo. I ragazzi, soprattutto Deeks, è preoccupato per Kensi. Loro vogliono aiutarla. Si farà aiutare? E poi cosa succederà quando si sveglierà ? Ditemi come ne pensate. Alla prossima. Un bacio.
  
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