Sono le due di notte e come al solito mi intrufolo in camera di Stiles. E’ buffo quando dorme profondamente – rigorosamente al centro del letto e a bocca aperta contro il cuscino. Lo ascolto respirare per un po’, ma poi lui si sveglia di soprassalto.
“Ehi…” mi saluta. “Mi hai quasi fatto spaventare…”
“Scusa” rispondo, mentre mi infilo nel letto con lui, dove mi ha fatto un po’ di posto.
Mi lascio abbracciare e baciare, anche dietro l’orecchio, dove mi piace tanto, ma poi lo fermo.
“Stanotte no.” Gli spiego. “Stanotte dormiamo soltanto”.
“…Come?” Nella sua domanda non si nasconde né delusione né dispiacere – solo sorpresa.
Lo abbraccio, ma non come al solito, come se lo dovessi proteggere. Questa volta siamo uno di fronte all’altro, con i visi vicinissimi. Lo guardo negli occhi e sento il suo cuore battere contro il mio petto. Nessuno protegge nessuno, così, ma sento che non siamo mai stati tanto forti.
“Non lasciarmi mai” gli sussurro, e poi mi addormento serena tra le sue braccia.   

“Malia! Andiamo! Siamo in ritardo!” Come al solito Stiles mi trascina via dalla vetrina del negozio di scarpe che c’è sulla strada per andare a scuola.
“Ma sono così carini!!” Mi lamento. Non è così strano che mi sia appassionata agli stivali di tutte le forme e in tutti i colori: sarò anche stata un coyote per gran parte della mia vita, ma sono pur sempre una ragazza – almeno da qualche mese. E lasciatemelo dire: le scarpe sono l’invenzione più utile e fantastica che gli esseri umani abbiano inventato. Sono comode, non fanno bagnare i piedi, e puoi calciare con molta più forza, se necessario. E qui mi sembra che sia necessario molto spesso.
“Solo questi…” gli faccio gli occhi dolci, quelli a cui so che non può resistere e lo convinco a entrare nel negozio e a farmeli provare. Non c’è il mio numero, però, e metto il broncio. Ma Stiles sa sempre come tirarmi su il morale: “Dai, mentre torniamo a casa ci compriamo una scatola gigante di evidenziatori.”  

Chissà cosa avrà mai visto in me.
Sono irascibile e selvaggia. Non sono intelligente come Lydia, né leale come Scott. Non sono paziente, sene oltretutto sono un’assassina e sono finita in un manicomio. Non so cosa lo abbia spinto a cercare e a vedere qualcosa di buono in me, ma gli sono grata per avermi trovata e aver condiviso con me quei brutti giorni alla Heichen House. Quello forte, tra noi due, non sono io.

Chissà cosa avrà mai visto in me.
Non ho niente di sovrannaturale, se si lascia stare il breve ma intenso momento del Nogitsune, non sono bravo a Lacrosse, il mio sarcasmo manda in bestia chiunque. Sono corso dietro alla stessa ragazza per una vita e lei non mi ha mai degnato di uno sguardo, se non quello di una amica, e poi arriva lei, che tra tutti quelli che poteva avere sceglie me. Sceglie me per il suo primo bacio. Sceglie me per provare anche “qualcos’altro”. Non sa che, scegliendomi, mi ha anche salvato.