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Autore: ToscaSam    05/09/2014    0 recensioni
Da una lista di personaggi letterari random, ho dovuto immaginare che a coppie di due si scrivessero una lettera.
Cosa può mai venire fuori da Romeo Montecchi che scrive alla Monaca di Monza?
o da Don Abbondio a la Esmeralda?
Raccolta di lettere improbabili ma anacronisticamente divertenti.
Genere: Commedia, Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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--L’angolo dell’autrice—
Si, lo so. È in corso un contest indetto da me e sto “partecipando” anche io.
Tranquilli, non mi metto in gara. Voglio solo divertirmi come voi con la lista casuale di personaggi.
Per chi non sapesse in cosa consiste, ho stilato una lista contenente 26 personaggi della letteratura classica mondiale. Ne ho pescati 10 senza sapere chi fossero e li ho inseriti in una lista da 1 a 10.
Ho poi seguito il seguente schemino:
- 2 scrive una lettera a 7 + 7 gli risponde
- 3 scrive una lettera a a 6 + 6 gli risponde
- 8 scrive una lettera a 1 + 1 gli risponde
- 10 scrive una lettera a 5 + 5 gli risponde
- 4 scrive una lettera a 9 + 9 gli risponde

 
questi sono i personaggi che mi sono capitati
1 Gertrude (I Promessi Sposi- Manzoni)
2 Pierre Gringoire (Notre Dame de Paris- Hugo)
3 Don Abbondio (I Promessi Sposi- Alessandro Manzoni)
4 Elizabeth Bennet (Orgoglio e Pregiudizio -Austen)
5 Mr Hyde (Lo strano caso del doctor Jeckyll & mr Hyde- Stevenson)
6 Esmeralda (Notre Dame de Paris- Hugo)
7 Danny Boodman T.D. Lemon Novecento (Novecento- Baricco)
8 Romeo Montecchi (Romeo e Giulietta- Shakespeare)
9 Long John Silver ( Treasure Island- Stevenson)
10 sir Agilulfo (Il Cavaliere Inesistente - Calvino)
** 


Egregio signore,
mi sono giunte voci secondo le quali lei sia un musicista di eccelsa fama e bravura ma, se posso permettermi, io, umile poeta del secolo decimo quarto dalla nascita di Nostro Signore: è vera la storia che lei risiede da tutta la sua vita su una nave e che la sua intenzione sia quella di passarvi il resto dei suoi giorni? Quale singolare prodezza d’animo e che singolare virtuoso, lei è, signor Novecento (mi sono permesso di chiamarla usando quello che più fra tutti mi pareva un nome, perdoni l’impudenza e la scorrettezza, se questo non le va a genio). Io, quale misero uomo di letteratura, non posso che ammirarla. E mi rammarico che la mia arte sia sì incompresa, che per campare io son costretto a vivere fra la gentaglia e fare il saltimbanco per vedere l’ombra di un quattrino.
Ebbene si, amico mio (perdoni di nuovo i miei azzardati e spero graditi tentativi di confidenza) io debbo vivere fra gli zingari. Magari siamo un po’, per usare quello che spero sia un divertente gioco di parole, sulla stessa barca: anche lei immagino abbia spesso a che fare con gente non proprio cristiana nella religione e nelle attitudini. Ma la prego, se vorrà degnarmene, mi racconti di questa sua vita marinaia.
Sono sì incuriosito da non star più nella pelle.
Con i più sentiti ossequi,
Pierre Gringoire
 
Mio caro amico,
non mi sono per niente offeso dalla tua cordialità e anzi, mi sento quasi come un dovere il darti di tu. Senza che tu ti offenda, s’intende.
Si, la mia vita trascorre dal giorno in cui sono nato (e fino al giorno in cui morirò) su questa nave. È una mamma più che una casa, a dirla tutta. Non credo che nasconda segreti, oramai, al suo vecchio figlio Novecento (si, amico, hai detto giusto. Novecento mi chiamano, hai detto giusto).
Perché ti lamenti della compagnia degli zingari? A me piace la gente della terza classe, molto più che quelli della prima, puoi star certo. Nella stiva ci sono così tanti rumori che nemmeno ti immagini che ci possa stare anche quello di un pianoforte. E invece eccolo! Io ce lo metto. Mi sono detto: perché no? Perché se c’è la caldaia che sbuffa e il motore che urla, non posso metterci anche io un pianoforte che suona? E quel che ne è uscito è a dir poco strabiliante. La gente canta e io posso afferrare le loro melodie e rifarle come mi pare, a modo mio. Ma in prima classe no, quello non si può fare. Lì c’è la gente a modo, dicono, e non si può suonare come ci pare. Bisogna mantenere il decoro, dicono. Ma la gente che c’è lì non canta e nemmeno ride, amico mio. Lì nemmeno ascoltano. Pensano tutti ai fattacci loro e se vuoi che te la dica tutta, non pensano nemmeno a quelli: vogliono solo fare bella figura e apparire belli agli occhi degli altri belli.
Ma a me non me ne frega un accidente, sai? Un accidente! Io li guardo e anche se loro non se ne accorgono,  li prendo tutti, uno a uno e li trasformo in musiche. E li sfotto come mi pare, puoi scommetterci. E loro non se ne accorgono.
Dunque, amico, goditi la compagnia degli zingari. Loro sorridono e ti fanno star bene.
 
Danny Boodman T.D. Lemon Novecento
 
 

 ................... autrice's 2....................
E cominciamo in bellezza con uno dei miei personaggi letterari preferiti in assoluto!
Pierre Gringoire. Dal libro si nota spesso la sua indole ciarlona e la sua attitudine a fare grandi discorsi filosofici per poi significare poco o niente.
Novecento invece non parla praticamente mai in prima persona, se non alla fine del monologo. Ho quindi optato per uno stile coerente con quello secondo cui è scritto tutto il monologo stesso.
Spero di non aver azzardato troppo e che vi sia piaciuto anche, un pochino.
Grazie della lettura!
Nerina
  
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