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Autore: K u r a m a    05/09/2014    2 recensioni
Lo amavo, lo facevo da sempre.
Ogni volta che mi era vicino il mio cuore batteva all'impazzata e non riuscivo a fermarlo.
Desideravo ogni cosa di lui.
Volevo nuotasse per me, che mi seguisse nel mio sogno, che diventasse il mio rivale e il mio amante.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avevo il batticuore, mi sembrava di librare in aria, mentre i nostri visi erano a meno di tre centimetri dell'altro.

Osservai i suoi capelli neri leggermente sconvolti, gli occhi azzurri liquefarsi, mostrando tutta la loro sorpresa, la bocca leggermente socchiusa, mentre una mia mano giaceva sotto la sua schiena e l'altra era al lato del suo viso e le nostre gambe nude e bagnate, fasciate solo da quell'attillato costume si erano intrecciate nella caduta.

Com'eravamo finiti in quella situazione?

-Rin?- mi chiamò incerto, con quella voce che raramente si sentiva, profonda, dolce e perfetta, che ogni volta desideravo udire sempre di più.

Scostai lo sguardo. Lo sentivo bollente; dovevo essere arrossito.

Eravamo solo noi due quella sera ancora presenti in piscina, nessuno avrebbe visto nulla se io lo avessi baciato. Dopotutto era il mio ragazzo, dannazione!

Eppure, nonostante ci fossimo messi insieme un mese prima tra noi non era ancora accaduto niente: né un bacio, né una carezza o men che meno ci eravamo tenuti per mano.

Tutto sembrava esattamente come prima, io e lui, lontani l'uno dall'altro e che semplicemente continuavamo a sfidarci.

Haru continuò a guardarmi, lo sguardo curioso, incerto e io lo guardavo di sottecchi, ignorando il freddo che mi stava penetrando nelle ossa, che mi stava facendo leggermente tremare.

Lo amavo, lo facevo da sempre.

Ogni volta che mi era vicino il mio cuore batteva all'impazzata e non riuscivo a fermarlo.

Desideravo ogni cosa di lui.

Volevo nuotasse per me, che mi seguisse nel mio sogno, che diventasse il mio rivale e il mio amante.

Rassegnato mi scostai da lui e mi rialzai, porgendogli poi la mia mano per aiutarlo.

Lui si mise seduto, mi guardò per un attimo e io ancora una volta desiderai di riuscire ad entrare nel filo del discorso dei suoi pensieri.

Davvero, non riuscivo mai a capire cosa passasse per quella testa, ma in fondo, era proprio anche per questo che mi ero innamorato di lui.

-Alzati Haru.- lo invitai, prendendo il suo polso e iniziando a strattonarlo delicatamente per smuoverlo -Prenderai un raffreddore se rimani lì.-

Lui annuì e in qualche modo mi sembrò che i suoi occhi chiari per un momento si fossero rabbuiati.

Si alzò e alla fine ci ritrovammo di nuovo viso contro viso, blu contro rosso.

Di nuovo le mie goti divennero rosso e tentai di scostare lo sguardo, ma lui me lo impedì, alzandosi sulle punta e baciandomi.

Fu un semplice bacio a stampo, ma per me fu come toccare il paradiso.

Mi aveva baciato. Haru, sempre così taciturno e mite, aveva preso l'iniziativa e mi aveva baciato!

Forse quel giorno il mondo sarebbe finito o forse quello era solo il mio big bang personale e presto la mia vita sarebbe iniziata per la prima volta.

Quando si stacco, mi guardò e poi lasciò la mia mano e si voltò per andarsene verso gli spogliatoi.

Perché era sempre così?

Un momento prima mi si avvicinava e quello dopo scappava, era davvero impossibile!

Con uno scatto gli afferrai la spalla e lo feci voltare, a causa del mio impeto ancora una volta ci ritrovammo a terra, ma questa volta non avevo paura delle mie azioni.

Ghignai e lo baciai. Succhiai quelle labbra e lui fece lo stesso con le mie, poggiando poi i palmi delle sua mani sulla mia schiena.

Potevo sentire il leggero rumore delle nostre labbra che si staccavano e poi si accarezzavano di nuovo, non era per nulla fastidioso, ma anzi lo trovavo eccitante.

Tuttavia, avevo bisogno di più, ma non volevo spaventarlo, quindi mi sarei accontentato, ma ancora una volta fu lui a prendere l'iniziativa, poggiando la punta della lingua sulle mie labbra e accarezzandone leggermente il contorno chiedendomi così il permesso, che io subito, al settimo cielo, gli diedi.

Ci baciammo a lungo, in quel momento era l'unica cosa che davvero volevamo.

Solo noi due esistevamo in quella piscina; noi e i nostri baci che ci toglievano l'ossigeno.

   
 
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