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Autore: HeyFox    05/09/2014    2 recensioni
Nonostante tutto, continuo ad innamorarmi di lei.
Continuo ad innamorarmi di lei perché mi basta trovare i suoi occhi grigi che mi guardano preoccupati, le sue labbra che premono con forza sulle mie e la sua voce che mi implora, che mi ordina di tornare da lei per farmi riprendere, per fare in modo che i fantasmi del nostro passato, insieme ai ricodi luccicanti e corrotti, abbandonino la mia mente, facendomi ritrovare la tranqullità, la ragione.
E non sono mai stato più convinto di quanto io lo sia adesso di essermi innamorato di lei per solo una ragione: è lei il pezzo di puzzle che mi completa, che mi rende migliore.
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Settle down with me 
Cover me up 
Cuddle me in 
Lie down with me 
Hold me in your arms 

Mi sedetti sul divano, sospirando.
Mi faceva tremendamente male la testa.
Probabilmente era colpa di tutti gli episodi che avevo avuto oggi. 
Da tempo non mi succedeva di averne così tanti nell'arco di ventiquattr'ore, ma non ero intenzionato a prendere quelle medicine. 
Non volevo ritornare nel mondo del sonno farmacologico, da cui non riuscivo mai a svegliarmi.
Magari se mi fossi andato a stendere, avrei anche dormito, con una buona dose di fortuna.
Grazie al cielo, proprio in quel momento Katniss comparve sulla soglia del salone, un sorriso incerto e stanco sul volto.
Cercai di sorridere anch'io, ma più che un sorriso, dovetti fare una smorfia di dolore.
-Io torno a casa, Katniss. Ho un po' di mal di testa. E dovresti riposare anche tu, sembri stanca- mormorai, non avendo nemmeno la forza di parlare con un tono decente.
Mi alzai e il moncone protestò per lo sforzo improvviso.
Lei non disse una parola ma, quando ero sul punto di superarla, diretto alla porta d'uscita, mi afferrò un braccio.
-Dormi con me oggi, ti prego- sussurrò, il terrore riflesso nei suoi occhi.
Sospirai -Katniss, non mi sembra il caso. Non voglio ucciderti nel sonno- borbottai, rabbrividendo al solo pensiero.
-Chiama Haymitch. O Thom. Ma ti prego, resta con me- quasi mi supplicò, abbracciandomi di slancio.
Mi irrigidii un attimo, preso alla sprovvista, ma la strinsi subito al mio petto.
-Sempre- mormorai, sbalordito dal suo comportamento.
Chiamai Haymitch e dopo poco aprì la porta con foga, strascicando i piedi mentre camminava, spargendo neve per tutto l'ingresso.
-Maledetti ragazzini- lo sentii sbottare mentre si lanciava sulla poltrona, ormai diventata di sua proprietà.
Noi, però, non ce ne curammo particolarmente e, augurandogli la buona notte, salimmo al piano superiore, entrando poi in camera di Katniss.
Mentre lei andava in bagno a cambiarsi, io mi tolsi la maglietta e il pantalone.
Aprii un po' la finestra, nonostante il freddo vento che soffiava e, seduto sul letto, mi sfilai la protesi, aspettando poi Katniss disteso sul letto, un avambraccio che mi copriva gli occhi per ripararli dalla luce della lampadina.
Dopo poco il materasso alla mia destra si inclinò leggermente sotto il suo peso e io, automaticamente, distesi il mio braccio destro verso di lei.
Tirò la coperta su di noi, riparandoci dal freddo vento che entrava dalla finestra socchiusa, accoccolandosi poi sul mio petto, trasmettendomi calore, mentre il mio braccio le avvolgeva il corpo, lasciandole leggere carezze sul fianco coperto da una maglietta troppo larga e troppo lunga per essere sua.

 
Your heart's against my chest 
Lips pressed to my neck 

La sua mano, piccola e delicata, cominciò a disegnare figure indefinite sul mio petto, accarezzandolo, accarezzando ogni mia piccola cicatrice, tracciandone il contorno e lasciando, di tanto in tanto, qualche bacio su quelle più evidenti e grandi.
Sospirai, rilassando i muscoli sotto al suo tocco.
Quando ci feci caso, anche il dolore alla testa cominciò lentamente ad abbandonarmi.
-Tu mi devi ancora spiegare perché ti ostini a dormire con la finestra socchiusa- mormorò dopo un po'.
Sorrisi -Mi piace svegliarmi con i raggi del sole che illuminano la stanza- spiegai con un'alzata di spalle.
Percepii che scuoteva lentamente la testa, sicuramente un leggero sorriso a incresparle le labbra.
-Katniss?- domandai dopo poco.
Mugugnò qualcosa, come segno che mi stesse ascoltando.
-Promettimi che se vado fuori di testa, la prima cosa che farai sarà chiamare Haymitch. E la seconda sarà quella di scappare o di colpirmi- dissi piano, ma non ricevetti segni di vita -Katniss, promettimelo- ripetei di nuovo.
Sospirò e alzò lo sguardo verso di me, incatenando i suoi occhi grigi nei miei azzurri.
Mi fece mancare il fiato nello stesso modo in cui lo aveva fatto quando l'avevo vista la prima volta da bambino.
-Va bene- sussurrò rassegnata, lasciandomi poi un dolce bacio sul collo -Ma adesso dormi Peeta, sei stanco- aggiunse, stringendo di nuovo un braccio attorno al mio busto, mentre l'altro giaceva abbandonato sul mio petto.
Parecchi minuti dopo, il suo respiro lento e profondo stava scandendo il tempo, ma io non riuscii ad addormentarmi, nemmeno quando mi concentrai sul suo respiro, nemmeno con la sicurezza di averla affianco a me, sapendo che nessuno me l'avrebbe portata.
I minuti, forse ore, passarono e io non riuscii ad addormentarmi e, rasseganto, ci rinunciai, preparandomi all'ennesima notte in bianco.

 
Settle down with me 
And I'll be your safety 
You'll be my lady 
I was made to keep your body warm 
But I'm cold as, the wind blows 
So hold me in your arms 


La guardai, la osservai dormire stretta al mio corpo, accoccolata nel mio abbraccio.
I capelli sciolti le ricadevano scoposti sulle spalle, incorniciandole il volto con dolci boccoli. Dalla bocca leggermente socchiusa usciva il respiro regolare, testimone di un sonno senza incubi.
Sentivo il suo cuore battere regolare contro il mio petto, la mano che poco prima mi abbracciava posizionata sul mio cuore.
Le sue gambe attorcigliate alle mie, sotto le coperte.
Iniziò ad agitarsi un poco, per questo la strinsi ancora più a me e le lasciai un bacio sui capelli, cosa che sembrò calmarla.
Chiusi anch'io gli occhi e questa volta mi lasciai cullare dal suo lento respiro, assopendomi. 
Vedo Katniss.
E' nella piazza del nostro Distretto. 
Sorride piano.
Lentamente le cose intorno a noi iniziano a prendere fuoco e io sono bloccato, non riesco a muovermi.
Il suo sorriso si è trasformato in un ghigno, gli occhi rosso sangue che mi scrutano, e ha cominciato ad avvicinarsi lentamente a me e, a ogni passo che fa, io brucio un po' di più.
Il dolore è assordante, ma lei sembra divertirsi mentre mi guarda soffrire.
Mi svegliai con la sua risata malefica che mi risuonava nelle orecchie.
Abbassai lo sguardo e la trovai lì, indifesa, addormentata contro il mio petto.
Ecco il momento perfetto.
Era un ibrido e doveva morire.
Doveva morire per tutto il male che mi aveva fatto, per il male che aveva fatto ai miei amici, alla mia famiglia.
I've fallen for your eyes 
But they don't know me yet 

Le strinsi più forte il fianco, infilando le dita nei fianchi per non farla scappare.
Non mi poteva scappare di nuovo, non quando potevo finalmente ucciderla senza che qualcuno mi fermasse.
Era uno schifoso ibrido e doveva pagare per quello che aveva fatto.
Portai la mia mano sinistra alla sua gola e, con un colpo di reni, sbattei la sua schiena contro il materasso, mettendomi a cavalcioni sopra di lei, sovrastandola.
Spalancò gli occhi e l'unica cosa che ci vidi dentro fu terrore puro.
Un sorriso mi increspò le labbra mentre anche l'altra mano corse a chiudersi accanto all'altra.
Ma non strinsi troppo, volevo divertirmi prima. Così come lei si era divertita con tutti quelli che aveva ucciso.
-Com'è sentirsi intrappolata?- quasi ringhiai, tenendo sempre il tono basso.
Di sotto Haymitch sicuramente non aveva il sonno pesante e non volevo che salisse prima che io l'avessi uccisa.
Rovinerebbe tutto. Di nuovo.
-Peeta- riuscì solo a susurrare con voce strozzata.
Sogghignai, di nuovo, stringendo le dita giusto un po' -E' tutto quello che hai da dire? Soffrirai. Oh, eccome se soffrirai- dissi invece io, chinandomi un po', giusto per non perdermi nessuna sua espressione.
Sentii le sue mani che salirono sulle mie spalle e cercarono di allontanarmi.
Tentativo a dir poco ridicolo che riuscii solo a farmi scoppiare a ridere.
-Non prenderti nemmeno il disturbo di provare a fermarmi. Non hai nessuno che possa aiutarti questa volta- dissi, appoggiando tutto il mio peso sulla gamba sana, in modo da sistemarmi meglio.
Non avrei dovuto farlo perché l'ibrido ne approfittò per tirarmi giù e ribaltare le posizioni.
Mi bloccò le mani sopra la testa e schiacciò le sue labbra contro le mie.
Mi scostai, disgustato, mentre lottavo per liberarmi le braccia.
Vidi i suoi occhi diventare un po' lucidi, poi si avvicinò al mio orecchio e io cercai di scostarmi, ma mi intrappolava al letto.
Mi avrebbe morso. Avrebbe strappato la mia testa a morsi, come aveva ordinato di fare a Finnick.
Cominciai a divincolarmi ancora con più forza mentre lei mi sussurrava di tornare da lei, di non farmi trascinare via, di non farmi portare via da loro.
Ma l'unica che avrebbe potuto trascinarmi via, verso la morte, era lei.
Finalmente riuscii a liberarmi la mano destra dalla sua presa e le diedi uno schiaffo abbastanza potente da scaraventarla giù dal letto.
Ma non emise suono.
Era più forte di quel che pensavo, la puttana.
Mi affrettai a raggiungere il bordo del letto, trovandola accasciata a terra, le ginocchia strette al petto e una mano premuta sulla guancia, un po' sporca del suo stesso sangue.
Le labbra mi si arricciarono automaticamente.
Ero pronto, un ultimo pugno ben piazzato e me ne sarei liberato per sempre.
Sarei finalmente stato libero. Saremmo finalmente stati liberi tutti quanti.
Mi guardò negli occhi e io sentii qualcosa dentro di me incrinarsi.
Un'accozzaglia di immagini, luccicanti e non, sfilarono nella mia mente, confusi, veloci, lasciandomi un attimo basito, come se dentro di me ci fosse stato un black out.
I suoi occhi non erano più di un rosso sangue.
Erano tornati grigi. Grigi come il cielo in tempesta.

Yeah I've been feeling everything 
From hate to love 
From love to lust 
From lust to truth 
I guess that's how I know you 

So hold you close 
To help you give it up 

Emozioni, sentimenti diversi, contrastanti, riempirono il mio corpo e i miei sensi.
L'odio che provavo verso quegli occhi rosso sangue venne lentamente riempito da una sensazione che si avvicinava spaventosamente all'amore.
La lussuria che avevo provato nel vederla soffrire venne sostituita dalla verità di averle fatto male, di averla quasi uccisa.
Mi guardai intorno, frastornato e cercai di capire che cosa fosse successo.
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Non potevo crederci. Non lo volevo fare.
Avevo avuto un episodio ed era mancato poco meno di un battito di ciglia per ucciderla.
Mi lasciai cadere malamente a terra e sbattei la testa sul pavimento mentre sentii le lacrime scendere sulle mie guance.
Continuai a sbattere la testa, non meritavo di essere ancora qui.
Dovevo uccidermi a Capitol City quando ne avevo la possibilità, quando avevo il Morso della Morte nelle mani.
Due mani, piccole, fredde e tremanti, mi presero la testa e la appoggiarono su un petto, mentre percepivo il suo corpo stringersi al mio in una morsa che avrebbe potuto farmi mancare il fiato, ma che fu la mia terapia.
Singhiozzai sul suo petto mentre lei mi accarezzva piano i capelli sudati.
-Avevi promesso, avevi promesso Katniss- la accusai quando i singhiozzi si erano calmati abbastanza da permettermi di farlo.
La accusai, quando lei non aveva nessuna colpa di quello che era appena successo.
La accusai, per trovare una ragione per non prendere di nuovo a testate il pavimento o il muro.
-Lo so, Peeta, lo so. Ma Haymitch ti avrebe portato via da me e non ci avrebbe più fatto vedere- mormorò lei.
Mi allontanai da lei, scandalizzato.
Scandalizzato dal fatto che, alla mia separazione, preferisse raggiungere il confine tra la vita e la morte.
Strisciai come un serpente, perché era così che mi sentivo io, fino alla mia protesi e me la misi in tutta fretta.
-Cosa fai?- chiese lei, allarmata, venendo subito verso di me.
Solo in quel momento potei vederla bene, il volto illuminato dalla luna: dal labbro spaccato le scendeva un rivolo di sangue, la guancia rossa, i lividi che già si formavano sul suo collo.
Non potei reprimere un brivido di orrore e disgusto verso me stesso.
-Me ne sto andando Katniss- dissi semplicemente io, alzandomi veloce, terrorizzato dall'idea di poter avere di nuovo un episodio e poterle fare male.
-No, Peeta, ti prego, non farlo- mi supplicò, ma non le diedi ascolto, dirigendomi invece verso la porta.
-Perché lo fai? Perché mi lasci?- chiese ancora lei, la voce rassegnata, il volto privo di ogni espressione, una mano ferma sul mio polso destro.
Mi girai con un sorriso triste -Perché ti voglio proteggere da me stesso. Voglio proteggerti dal mostro che Capitol City mi ha fatto diventare. Perché, infondo, è questo che facciamo noi due: ci proteggiamo a vicenda- conclusi.
Presi per l'ultima volta la sua mano tra le mie e ci lasciai un bacio.
Non ero degno di baciarla sulle labbra, non più.
O forse non lo ero mai stato.
Mi chiusi la porta dietro e, incurante del freddo e del fatto che fossi soltanto in boxer, mi affrettai a raggiungere casa mia, dove mi rinchiusi nel mio studio a dipingere e non pensare a nient'altro.

 
This feels like I've fallen in love 
Fallen in love 

 
Nonostante tutto, continuavo ad innamorarmi di lei.
Continuavo ad innamorarmi di lei perché mi bastava trovare i suoi occhi grigi che mi guardavano preoccupati, le sue labbra che premevano con forza sulle mie e la sua voce che mi implorava, che mi ordina di tornare da lei per farmi riprendere, per fare in modo che i fantasmi del nostro passato, insieme ai ricodi luccicanti e corrotti, abbandonassero la mia mente, facendomi ritrovare la tranqullità, la ragione.
E non ero mai stato più convinto di quanto io lo fossi in quel momento di essermi innamorato di lei solo per una ragione: era lei il pezzo di puzzle che mi completava, che mi rendeva migliore.
Ma proprio perché la amavo, non potevo averla accanto a me. 
Non potevo averla accanto a me se volevo vederla uscire ogni giorno da casa sua, al sicuro da me, dai miei attacchi, dai miei episodi.
E dopo quello che era successo quella notte, avevo capito che non sarei mai guarito. Lei non sarebbe mai stata al sicuro se io le sarei stato vicino.
Non avrei mai potuto offrirle la certezza di non provare ad ucciderla, anche quando ogni cellula del mio corpo mi avesse detto che non stavo facendo la cosa giusta.
Io ero spezzato. Ero rotto. E l'unica cosa che potevo fare era tenermi alla larga dalla sua vita per proteggerla.
Dovevo farlo, potesse essere l'ultima cosa che io avessi fatto in quella vita.
Perché, infondo, era quello che faccevamo a vicenda, no?
Ci proteggevamo l'un l'altro.

 
-Kiss me, Ed Sheeran
 
 





Angolo della matricola incompetente
Buona sera a tutti!
E' la prima volta che pubblico qualcosa in questa sezione e, anche se ho già pubblicato altre one shot e altre long, mi sento veramente una matricola.
Ci sono tantissimi bravi autori/autrici che praticamente mi vergogno di pubblicare qualcosa in questo fandom, ho paura di inquinarlo con le mie cavolate, ma non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa su questa coppia, veramente, e non ho potuto nemmeno fare a meno di pubblicare quello che ho scritto qui.
La one shot è ambientata nel Distretto 12, dopo la fine della guerra, quando Peeta era ancora in uno stato precario, ma sono sicurissima che questo l'avete già compreso.
Ho un'altra one shot del genere, naturalmente ambientata in un altro momento e, se volete, se questa vi è piaciuta, la pubblico non appena la revisiono.
Ultima cosa, se trovate qualche errore, di qualsiasi tipo, mi fareste un gran favore avvisandomi, magari miglioro un po'. E se, secondo voi il rating è sbagliato, ditemi quale vi sembra quello più appropriato.
Ringrazio le buone anime che leggeranno e, magari, anche recensiranno questa one shot.
Vi buon fine delle vacanze.
-HeyFox
   
 
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