Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Simpaleo    05/09/2014    6 recensioni
Dopo 15 anni di prigionia Hans Westergaard riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza in cui era rinchiuso, ormai adulto è disposto a tutto per rifarsi una vita, ma per un brutto scherzo del destino si ritroverà nuovamente ad Arendelle, ad affrontare la Regina Elsa, ormai divenuta una donna forte e capace di controllare completamente la sua magia. Hans dovrà giocare al meglio le sue carte per restare in vita, questa volta non dovrà commettere alcun errore.
[Helsa; Hans x Elsa]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Come neve al sole

Capitolo 9

Anna si recò da sua sorella la mattina presto, voleva sapere come si era conclusa la discussione con Hans e conoscere infine la sua decisione, non aveva dormito la notte pensando a come poteva essersi concluso l’incontro e temeva che le guardie prima o poi si sarebbero recate da lei nel cuore della notte con la notizia che Hans era diventato una statua di ghiaccio.
Percorse velocemente i corridoi arrivando dopo poco fuori la porta della Regina, bussò un paio di volte, ma Elsa non rispose, così ribussò una terza volta con maggiore intensità e finalmente si sentì la voce della sorella che le dava il permesso per entrare .
- Elsa ho bussato un sacco di volte ma non hai risposto- Entrò nella stanza come se nulla fosse, ma le sembrò strano vedere la sorella ancora nel letto, era una cosa mai accaduta prima d’ora, di norma era già sveglia da un bel po’ a quell’ora del mattino.
Elsa la guardò preoccupata –Cosa c’è?- Chiese con fare sospetto.
-Volevo chiederti se….- Ma poi si bloccò di colpo, qualcosa non quadrava, ma non riusciva a capire bene cosa.
-Cosa?- Il timore divenne maggiore.
Poi un lampo di genio colpì la sorella minore, sgranò gli occhi.
-Anna parla dannazione!- Elsa stava perdendo la pazienza.
-Beh, si ecco, vedi…cioè…quello che voglio dirti è che sai… ci sono passata per prima in queste cose e so come vanno…insomma…Kristoff, io, tu…- Iniziò a balbettare.
-Ma di cosa stai parlando?- Chiese insicura.
-Dormi sempre con una camicia da notte e ora…beh, anche se sei coperta dalle lenzuola si vede che ne sei sprovvista, inoltre i tuoi capelli, che di norma sono sempre ordinati, ora sono come dire…e quello che hai sul collo di sicuro non è un livido, mi sembra più un…- Elsa sgranò gli occhi e si portò una mano sul collo per coprire il succhiotto – Per non parlare del fatto che ci è voluto un bel po’ di tempo prima che tu mi rispondessi, quindi deduco che lui…- Marcò quest’ultima parola alzando di più la voce, senza però concludere mai la frase – Sai, penso che sia meglio che io torni dopo-
Il volto di Elsa divenne di varie sfumature fino a diventare rosso acceso:-Si penso che sia meglio vederci più tardi- Concordò la Regina completamente imbarazzata.
Anna si avviò velocemente verso la porta, ma prima di uscire si voltò verso la sorella ancora immobile al centro del letto –Ah, dimenticavo- Alzò l’indice con aria trionfale e disse:-Te l’avevo detto!- Poi si dileguò chiudendo la porta della camera.
Hans uscì dall’armadio con le lacrime agli occhi e cercando di soffocare il più possibile una risata, Elsa lo fulminò con gli occhi e gli scagliò in faccia un cuscino –Potevi dirmi del segno sul collo!- Lo ammonì.
-Pensavo te ne fossi accorta- Riuscì a dire tra le risate.
-Molto divertente, veramente molto, ma molto divertente…questa me la pagherai-
Hans ancora ridendo si avvicinò al letto -Non vedo l’ora- Finalmente smise di ridere e si chinò sulla donna per baciarla –Che ne dici se riprendiamo il discorso di prima?- Poi approfondì il contatto.
-Mmmh- Elsa si staccò dalle labbra dell’uomo –Direi che non è una cattiva idea- Rispose sensuale. Hans stava per salire completamente sul letto, ma la donna lo bloccò abbandonando completamente il tono di prima –Ma ho degli impegni importanti che non posso rimandare- Si alzò dal letto portandosi dietro il lenzuolo per coprirsi.
-Oh andiamo- Ribatté l’uomo –Potresti rimandarli- Chiese speranzoso.
-Desolata, Arendelle ti ringrazia per i tuoi servigi, ma ora ho da fare- Lo prese in giro, ma vedendo la faccia triste dell’uomo rise di gusto portandosi una mano sulla bocca, neanche in certe situazioni perdeva la sua regalità, poi si avvicinò ad Hans e gli sussurrò all’orecchio –Più tardi ho alcuni documenti da mostrarti…- Facendo capire di tutto, tranne che si trattasse di documenti. La Regina si avvicinò all’armadio, prese alcuni vestiti e si avviò verso il bagno.
-Sono proprio curioso di vedere di cosa si tratta- Le rispose prima di vederla scomparire nel bagno.
La Regina dopo essersi lavata e dopo aver indossato un vestito si appoggiò alla parete del bagno e sorrise pensando alla notte passata insieme ad Hans, mai avrebbe potuto immaginare di provare certe sensazioni e ancora a ripensarci sentiva in lei un calore immenso –Aspetta un momento!- Sgranò gli occhi – Caldo…- Disse ad alta voce, poi uscì dal bagno velocemente e si ritrovò Hans intento a cercare qualcosa sotto il letto.
–Elsa, dove hai buttato la mia camicia?-
-Caldo-
-Evidentemente se cerco la camicia vuol dire che non ho caldo- Rispose voltandosi verso di lei.
–Caldo!- Ripetè.
Hans corrugò la fronte -Ti senti bene?- Chiese preoccupato.
-Non capisci!- Rispose Elsa come se stesse dicendo la cosa più ovvia di questo pianeta.
-No, direi di no-
-Guardati intorno Hans!- Disse indicando le mura della stanza.
-Forse hai ragione, il parato va cambiato- La prese in giro, ma venne subito fulminato dal suo sguardo.
-Non c’è ghiaccio, neanche la minima traccia del più piccolo fiocco di neve. Niente!- Spiego Elsa, ma Hans continuava a non capire cosa intendesse dire, così la donna aggiunse: –Io mi sono lasciata andare!-
-Oh, si che lo hai fatto…- Hans si aprì in un sorriso beffardo –Ed è un’esperienza da riprovare, credimi-
Elsa sospirò cercando di nascondere un sorriso –Non ci sono speranze con te- Incrociò le braccia e continuò: –Sai bene cosa succede intorno a me ogni volta che…diciamo, perdo il controllo- Hans iniziò a capire –Ma questa volta non è accaduto nulla, il mio potere non si è sprigionato senza la mia volontà-
Hans si avvicinò alla donna -Ricordi il primo giorno che sono tornato? Quando mi hai guarito la ferita?-
-Ahia! Dovevi proprio ricordarmelo? Ero disgustata da quella ferita, non sai cosa mi è costato far finta di nulla e rimanere impassibile- Disse Elsa stringendo gli occhi, ma Hans rise di gusto pensando a quanto fosse stata brava a nascondergli i suoi veri pensieri.
-Ebbene, dicesti che neanche un germe come me può distruggere il gelo- Gli ricordò –Ti consiglio di rivedere le tue sicurezze- Alzò in mento con orgoglio, ma appena concluse la frase una palla di neve lo colpì in volto. Elsa rise di gusto e si allontanò velocemente -E così è la guerra che vuoi!- Iniziò a rincorrerla per tutta la stanza, scansando agilmente le palle di neve che si materializzavano nelle mani di Elsa, ma appena riuscì a prenderla l’alzò facilmente e se la caricò sulla spalla come un sacco di patate
-Hans mettimi giù!- Gli ordinò tra le risate. Elsa si sentiva felice come non mai, si sentiva libera, non come la libertà provata nel palazzo di ghiaccio, era una libertà che poteva condividere con qualcuno, perché anche Hans finalmente era libero dal suo passato, dai suoi impedimenti, dai pregiudizi e dai limiti che egli stesso si era posto, o almeno così credeva che fosse.
-Non ci penso nemmeno, ora ti porto da quella strega di una tutrice e le dico di insegnarti che le regine non lanciano le palle di neve!- Disse avvicinandosi alla porta.
-Hans non puoi uscire dalla mia stanza, con me sulle spalle e a petto nudo!-
-Ah no?- Poi aprì la porta e iniziò a passeggiare per i corridoi.
-Hans!- Urlò per richiamarlo, ma alcune guardie accorsero sguainando la spada.
-Vostra Maestà state bene?- Chiese preoccupato uno dei uomini sopraggiunti.
-Lasciala stare, lurido verme- Incitò l’altro.
-Oh, ma come siamo gentili, ora però fate passare!- Disse rude Hans sorpassandoli senza preoccuparsi di una loro reazione, uno fece per attaccare ma la Regina li fermò.
-Tranquilli ho tutto sotto controllo!- Disse evitando un conflitto. Le guardie si guardarono tra di loro non capendo e fecero allontanare Hans e la Regina rimanendo impalati sul posto.
Poco più avanti l’ex-principe incrociò Istrid –Era proprio te che stavo cercando, dov’è quell’arpia della tua tutrice?- La Principessa rimase a bocca aperta, vedendo i due in quello stato –Hey qualcuno ti ha mangiato la lingua?-
-Quella è…- Cercò di allungarsi per vedere meglio alle spalle dell’uomo –Mia zia?- Chiese stupefatta mentre la donna si dimenava per scendere, ma senza ottenere alcun risultato. Sua zia, che non batteva ciglio, che per farla allontanare dal lavoro lei e sua madre dovevano lottare fino allo sfinimento, quella sempre composta e ben educata era sulle spalle di un uomo, rideva e si dimenava come una bambina, la ragazzina non credeva ai suoi occhi.
-Istrid dammi una mano a scendere- Chiese Elsa, ma la dodicenne non le diede ascolto.
-Chi è lei e che ne hai fatto di mia zia?- Lo accusò –E soprattutto tu non dovresti essere chiuso in una cella?- Concluse rivolgendosi all’uomo.
-E se ti dicessi che questa è proprio tua zia e che sto cercando di rapirla e portarla in una landa sperduta? Tu che faresti?-
Istrid ci pensò un momento, poi il suo viso s’illuminò –Ti darò una mano!-
-Cosa?- Chiese stridula Elsa, Hans rise, quella mocciosa era piena di novità.
-A patto che facciate un bambino!- Concluse la piccola Principessa. Elsa divenne rossa in volto mentre Hans si fece serio, appoggiò per terra la Regina e si avvicinò a Istrid scrutandola in volto.
-Ci sto!- Rispose l’ex principe allungandole la mano destra come per stringere un accordo, mentre Elsa stupefatta e imbarazzata si portò una mano sul viso.
-Alcune volte penso che tu abbia la sua stessa età- Disse la Regina ad Hans che però non le rispose.
All’improvviso sopraggiunse Anna affannata per la corsa e con l’aria preoccupata.
-Elsa! Le guardie mi hanno detto che Hans…- Si bloccò notando l’uomo alle sue spalle e soffermandosi un po’ di più sulla sua muscolatura.
-Anna!- La richiamò Elsa.
La sorella della Regina sbatté le palpebre, cercò di darsi un contegno. Anche Kristoff era muscoloso, ma non aveva certo il fisico di Hans –Che ci fa lui? E soprattutto in quel modo nei corridoi?- Scandì bene le parole, ma prima di ricevere una risposta dalla sorella intervenne Istrid.
-Madre, madre!- La chiamò la ragazzina che fino a quel momento era passata inosservata agli occhi di Anna –La zia avrà un bambino!-
Anna sgranò gli occhi e passò lo sguardo prima su Elsa poi su Hans e nuovamente su Elsa, ma prima che la Regina le potesse spiegare un urlò si elevò dal palazzo reale –Che cosa?!- Anche la servitù presente in cortile si girò verso le mura del castello sentendo la voce della Principessa.


 





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Ho pensato che prima di entrare nel vivo del triangolo "Hans-ghigliottina-fratelli" sarebbe stato carino un capitolo molto leggero, ed ecco qui, non mi chiedete come dallo studio si siano ritrovati nella camera da letto, ma fatto sta che Hans non trova più la sua camicia, anzi mi piacerebbe sapere qualche vostra teoria su come abbiano fatto a passare da un posto all'altro e dove diavolo sia finita la camicia. Ebbene, manca poco alla conclusione e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima!
  
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