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Autore: Bidirezione    05/09/2014    3 recensioni
Susan ha nella bocca la parola che deve pronunciare, ma non sa se riesce a dirla. E' tanto tempo che la pensa, troppo poco tempo che non la dice.
Ogni tanto quella cosa le manca, succede all'improvviso, dal nulla.

[Susan centric/post trama/scritta perché quel libro mi manca/nostalgia/come andrà a finire]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma il paradiso che nome ha?

« Me la puoi dire una cosa? Ma il paradiso che nome ha? »
Susan guarda la bambina riccioluta seduta sulla punta di una sedia accanto al letto, poi sposta lo guardo verso la finestra aperta che dà su un cielo terso.
Porta una mano tremante alla bocca, cerca di racimolare quel poco di forza che le rimane per rispondere, prende un lungo respiro ma le manca l'aria, come se la stanza asettica in cui si trova fosse chiusa da giorni all'accesso dell'ossigeno e della luce del sole.
In realtà sa che cosa davvero le manca, e non si tratta di ossigeno. O forse le manca l'ossigeno proprio perchè le manca
quella tal cosa che le fa venire voglia di piangere. E perdio se piangerebbe, se solo non avesse prosciugato tutte le lacrime e avesse gli occhi aridi come il suo cuore tanti, troppi anni prima.
Ogni tanto
quella cosa le manca, succede all'improvviso, dal nulla. Anche se una volta accadeva meno spesso di adesso che passa i suoi ultimi giorni in un centro per anziani. Dà la colpa alla nipotina, una tipa sveglia ma cocciuta che le ricorda suo fratello Edmund, hanno persino gli stessi boccoli marroni e la stessa faccia corrucciata quando sono in preda a chissà quali pensieri.
Ogni tanto
le manca: Ann le fa una domanda e si sente mancare il respiro, raggelata da un'ondata di emozione che credeva di non riuscire più a provare, che la fa tanto pensare che i giorni per lei si accorceranno più in fretta perchè il suo cuore e il suo corpo certe emozioni non le sanno più sopportare.
Dopotutto non le hanno mai sopportate.
Ann dondola le gambe, aspetta fremente una risposta.
Susan sente il suo sguardo addosso, allora si gira con calma. Ha nella bocca la parola che deve pronunciare, ma non sa se riesce a dirla. E' tanto tempo che la pensa, troppo poco tempo che non la dice.
Gli occhi di Ann guizzano colmi di energia e curiosità, solo quegli occhi sono riusciti a smuoverle qualcosa dentro. Ci volevano sessantanni perchè nascesse chi riuscisse a scoccare una freccia che penetrasse la corazza di cui ha voluto rivestirsi alla morte della sua famiglia.
Susan allora sorride, chiude gli occhi. Lascia scivolare giù il braccio e Ann puntualmente le prende la mano.
Un tocco caldo, s'irradia dalle sue dita fredde ed è come se si espandesse per tutto il corpo, quel calore. Avrebbe tinte calde, se fosse un colore.
Ciò che le manca ha i suoni, gli odori, i tocchi caldi di
casa.
« Narnia. »

Susan non dice altro, il papà viene a prendere la bambina; le dice “saluta la nonna!” e così sua nipote se ne va e forse non la rivedrà più.
Le sembra che ora che è riuscita a dire il nome di quel luogo può finalmente morire.
Ma non sa se mai il suo sogno segreto si realizzerà, forse non ritornerà a casa e non riabbraccerà nessuno.
Susan non ha ancora riaperto gli occhi, aspetta di trovare la forza per tornare a casa.





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Flashfic minuscola, piccolo omaggio a un libro che mi ha rapito il cuore ormai molti anni fa e me l'ha restituito diverso, ecco, tutto qui.
Volevo scrivere qualcosa sul post libro, su Susan che rimane un personaggio per me che ho cominciato a capire col tempo, una volta l'avevo odiata perchè...perchè lei non è andata con loro, si è preclusa la possibilità di rimanere con loro nell'eternità del Paradiso e ha sofferto nei giorni terreni per la loro perdita. E la propria perdita.
Probabilmente è stata una lettura penosa, e mi scuso per questo, ma volevo essere quanto più delicata possibile e non scadere nel banale, insomma ci ho messo l'anima ma non sono una gran scrittrice, proprio per nulla. Però sì, a questa piccola storia ci tengo particolarmente.
Finalmente ho trovato il coraggio di postare qualcosa su questo fandom,non volevo lasciarmelo scappare. Grazie a quanti l'hanno letta, grazie a chi l'ha apprezzata, grazie a chi deciderà di dirmi che ne pensa o che pensa di Susan e la sua vita dopo che il libro non ce ne racconta più. Insomma, io chiudo qui queste note prolisse e noiose, ma mi sembrava doveroso scriverle.
Un abbraccio,
bidirezione.

   
 
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