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Autore: RYear    06/09/2014    2 recensioni
Apocalisse.
«Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra.»
- Non credevo accadesse tutto alla lettera. O almeno speravo in qualcosa di meglio! Adesso li odio. Mi hanno portato via, di nuovo, una delle persone a cui tenevo molto.
- Hai ancora tuo fratello, Gwen. Goditelo finché puoi.
- Mi stai augurando di morire? - scherzò.
- Non lo vorrei mai.
- Da quel giorno ho capito una cosa, fin troppo evidente ormai. In questo mondo dove si rischia di morire ogni secondo, ci sono due opzioni: non c’è spazio per la speranza, per le emozioni. O semplicemente bisogna lasciarsi andare e vivere ogni momento finché si può.
- Opterei per la seconda.
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Mai avrebbe permesso al destino di vincere, di nuovo.
Non avrebbe rinunciato a lei, non sarebbe tornato ad essere il triste e solo guerriero.
- Adesso sei tu ad avermi salvata – sorrise mentre lottava per tenere gli occhi aperti e mettere a fuoco la sua figura.
- Non abituarti.
Gwen sorrise. Sorrise per il ritorno della sua voce, dei suoi banali e falsi modi bruschi, per il suo ritorno.
Era viva grazie a lui, e lo era in tutti i sensi.
Aprite se vi ho incuriositi! Buona lettura! ^^.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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SPAZIO AUTRICE D'APERTURA!

Ciao a tutti! Mi presento, sono Lisztomane_R, non da molto su EFP e questa è la mia prima fan fiction che scrivo ed ho deciso di farla proprio sull'amata serie tv The Walking Dead!
In questa storia ho voluto descrivere e narrare di un Daryl guerriero - oltre che cacciatore - proprio perché, a mio parere, in quanto "guerriero" lotta, insieme al suo gruppo, per la sopravvivenza in un mondo in cui si è scatenata un'apocalisse zombie.
La conoscenza di una ragazza lo renderà vulnerabile? Leggete per scoprirlo!
Buon'avventura!



LONE WARRIOR
 
Now I’m a warrior
Now I’ve got thicker skin
Now I’m a warrior
I’m stronger than I’ve ever been
And my armor, is made of steel, you can’t get it
I’m a warrior
And you can never hurt me again
 
 
(Warrior – Demi Lovato)

Conoscenti, ma è solo l'inizio.

 

Non sono il tipo che rimpiange il passato, vivendo di rimorsi o rimpianti. Eppure, adesso, il passato mi manca. Di questi tempi che l’anormalità è diventata normalità: il mondo invaso da Erranti, infetti, creature soprannaturali, non-morti, morti viventi o morti che camminano. O almeno così venivano chiamati nei libri di fantascienza, ciò che ora è reale. Io li chiamo zombie. Sono ovunque, hanno invaso la nostra terra, rubato le nostre vite, quelle dei nostri cari che mai più rivedremo. E la cosa più brutta è ucciderli, una volta trasformati, dritto alla testa. Con proiettili, coltelli, spade, frecce, legnetti: qualsiasi cosa, perché ciò che li “anima” è lì, nel cervello. Ed è questo che mi ha resa un marmo, un blocco di ghiaccio, fredda come l’iceberg, indifferente a tutto, oramai.
Ho sempre amato l’azione, ma che fosse dietro ad uno schermo. Non mi sarei mai aspettata potesse diventare reale.
Eppure adesso sono qui a combattere per sopravvivere, probabilmente mi sono anche persa. Era mattina quando sono arrivata ad un’autostrada (il tutto a piedi) con passaggio bloccato dalle macchine. Dopo circa mezz’ora di ricognizione, alle mie spalle arrivò un’orda di zombie. Mi nascosi sotto ad una macchina per quella che a me sembrò un’ora. Non potevo restare lì tutto il giorno, così uscii allo scoperto correndo per la fitta foresta uccidendo qualche zombie, per impedire che mi attaccassero, con la mia fedele katana. Non è l’unica arma che ho con me: ovviamente anche una pistola, con poche munizioni rimaste, un fidato coltello svizzero, e, per quello che può essere utilizzato date le poche frecce, un arco. Forse fin troppo armata, credo di dover far a meno dell’arco, nonostante è utile per colpire a distanza senza farsi notare.
Ora ho trovato un rifugio abbastanza sicuro in una casa lontana dall’autostrada e dalla foresta,e ci resterò almeno per questa notte, dato che ormai è buio e non posso andare alla ricerca d’altro. “Domani è un altro giorno, si vedrà”.
 
Mi svegliai all’alba, con i raggi che filtravano dalla finestra illuminandomi il viso. Era mattino presto, il sole era sorto da poco non riscaldando ancora del tutto l’ambiente. Ripresi le poche cose che avevo sparso per la camera, le sistemai nello zaino e ripartii in direzione del bosco, cercando di raggiungere la strada e qualche supermercato da saccheggiare. Ormai era diventato naturale farlo, ma anche raro trovare roba da mangiare. A volte andava bene anche cibo scaduto, non è quello a spaventarci ormai! e per disperazione, si accetta di tutto.
Mi ero ormai inoltrata nella foresta quando senti dei passi trascinati seguiti da mugolii, ma non venivano nella mia direzione.
Mi affacciai dalla mia postazione e vidi un’orda di zombie che accerchiava qualcosa o meglio, qualcuno. Di certo non erano ammassati li per parlare o  “elaborare un piano”. Sapevano solo mordere e rubare vite, quei bastardi. L’unico motivo per cui erano li era chiaro: umani. Ciò significa che non ero sola: c’erano altri come me, ancora vivi, sopravvissuti, e avrei fatto di tutto per far si che restassero ciò.
Sporgendomi di più notai che erano due uomini: un tipo con una balestra ed un altro con una divisa da sceriffo ed una pistola, entrambi puntati verso gli Zombie per ucciderli e difendersi, ma vennero attaccati da dietro riuscendo, però, a tenerli lontano con le braccia per bloccarli. Lì intervenni io: sprecai l’ultima freccia mirandola dritto al cranio dello zombie che attaccava il tipo con la pistola.

- Grazie – disse rivolgendosi all’amico.
- Non sono stato io! – lo guardò confuso facendogli notare che era impegnato a lottare contro l’errante.Non avendo notato la mia presenza, silenziosamente mi avvicinai verso quest’ultimo ficcandoli il coltello in testa, facendolo cadere a terra e scoprendomi la visuale verso il balestriere , che subito mi puntò l’arma contro.
- Non c’è tempo per questo – dissi aiutandoli ad uccidere quanti più zombie possibili.Ma erano visibilmente cento volte noi così decisi di scappare portandoci in salvo.
- Di qua! – dissi indicando la mia destra e cominciando a correre verso quella direzione.I due si guardarono preoccupati riguardo al fidarsi o meno, ma non ebbero scelta e poco dopo mi seguirono. Raggiunsi la casa che per quella notte era diventata il mio rifugio e che avevo reso sicuro ma, nel frattempo, venne infestato da 3 zombie che uccidemmo senza alcuno sforzo.
- Grazie per averci aiutati, ma non sappiamo ancora se poterci fidare o meno. Sei stata morsa? Sei sola?– disse lo sceriffo guardandosi intorno e tenendo la mano pronta sulla pistola.
Rimasi scossa dalla voce, non perché fosse bella, ma perché erano passati mesi dalla mia ultima conversazione con un’altra persona: ormai parlavo da sola per non dimenticare come si facesse; credevo stessi diventando pazza, o probabilmente lo ero già.
- Potete fidarvi. Non sono stata morsa e si, sono sola. – dissi sospirando e guardandolo con un’espressione sconfitta.
- Bene. Io sono Rick – disse porgendomi cordialmente la mano che strinsi poco convinta. – e lui è Daryl –proseguì facendo la presentazione anche per l’amico che non diede segni di vita se non un accenno con la testa.
- Gwen
- Piacere nostro, davvero. Se non fosse stato per te probabilmente a quest’ora saremmo in pasto agli zombie per poi diventare noi così!    Come sapevi di questa casa?
- Mi ci sono accampata sta notte.
- Da dove vieni?
- Da molto lontano. – notando che molto probabilmente non avevo voglia di parlare, deviò il discorso cambiando argomento.
- Sei sempre stata sola? – scossi la testa.
- Ero con mio fratello, qualche mese fa. Siamo stati attaccati da orda di zombie e costretti a dividerci. Non so se sia riuscito a sopravvivere o meno, ma devo trovarlo. – ci fu un breve lasso di silenzio.
- E voi? siete soli?
- Abbiamo un gruppo… è una storia complicata. Tu… non hai un rifugio?
- Oltre questo, per quanto possa essere ancora stabile e sicuro, no.
- Beh per questa notte potresti accamparti da noi, per ricambiare il favore – guardò l’amico in segno d’approvazione, che non arrivò.
- Non preoccuparti, non c’è n’è bisogno. Non voglio essere di disturbo, andrò per la mia strada.
- Insisto. Seguici.Accettai limitandomi ad annuire. Da una parte ero entusiasta: rifugio sicuro, acqua, cibo e compagnia. Ma era quella che mi preoccupava: Rick sembrava a posto, ma gli altri? Ad esempio quel Daryl, già è un elemento che non mi convince.
- Ma gli hanno strappato la lingua? – dissi a Rick che camminava al mio fianco, e indicando il balestriere dietro di noi.
- Ti ho sentito – risposte acido.
- Ah quindi sai parlare? – Rick rise.
- Cosa ci facevate nel bosco?
- Caccia, non molto riuscita. Riproveremo più tardi, abbiamo ancora un intero pomeriggio di sole. –mi sorrise lo sceriffo. Poi prese a raccontarmi la sua storia, del suo risveglio dal coma, del come avesse ritrovato la sua famiglia e il suo gruppo grazie alle indicazioni di un suo amico, del CDC e di come ora si trovavano qui, in questa fattoria.
- Mi dispiace per tuo figlio – dissi amareggiata
- Già. L’importante è che si sia ripreso. Ora siamo tutti molto impegnati nel cercare Sophia, la figlia di Carol. Una donna eccezionale che conoscerai. – annuii.Arrivati al luogo, vidi delle tende da campeggio sparse qua e la vicino agli alberi, una moto, un camper e delle macchine; un via vai di gente dalla casa, a quella che sembrava una stalla, alle tende.
Tutti corsero verso di noi, Rick mi presentò ricevendo occhiate torve dagli uomini e sorrisi accoglienti dalle donne. Subito mi invitarono in casa per cambiarmi e rinfrescarmi.  Sbirciai in direzione di Rick intento a parlare al resto del gruppo, probabilmente raccontando del nostro incontro ed altro riguardo me, per togliere dubbi/curiosità.
Nel frattempo andai in bagno facendomi, dopo molto tempo, una bella doccia calda togliendomi di dosso tutto il sangue, fango e sudore accumulato nel tempo. Una volta fuori, misi degli abiti puliti che mi erano stati gentilmente dati da Beth e che mi calzavano a pennello. Raccolsi i miei capelli castani mossi in una coda lasciandoli ancora un po’ bagnati.
- Ehi Beth! – la chiamai una volta fuori, scorgendola in cucina. – ti ringrazio per i vestiti - sorrise. – Tu… ecco, hai una qualche arma? – mi guardò spaventata.
- Tranquilla, non voglio uccidere nessuno! – risi - Intendevo, per difenderti.
- No, nulla di particolare. Perché? – adesso mi guardava curiosa.
- Seguimi. – dissi andando nella camera dove avevo lasciato la mia roba. – ecco tieni – le porsi l’arco – per ora ho terminato le frecce ma te ne procurerò delle altre. Sai usarlo? – scosse la testa continuando adosservarlo affascinata.
- Più  tardi potrei insegnartelo, ok? – annuì e per di più mi abbracciò, all’improvviso. Un gesto che non mi sarei mai aspettata e soprattutto che non ricevevo da molto tempo. Ricambiai con fare piuttosto materno. Mi sembrava la ragazza più dolce e sensibile in quel gruppo. Mi stette subito simpatica, forse perché ricordava la vecchia me.Uscii in giardino dirigendomi verso gli altri.
- Posso essere d’aiuto?
- Potresti aiutare Carl a raccogliere altra legna per il fuoco. Noi continueremo a cercare Sophia e a cacciare – annuii cominciando ad avviarmi verso la foresta in compagnia del piccolo ometto.Il primo a rompere il ghiaccio fu lui chiedendomi del mio passato.
- Cosa facevi prima?
- Lavoravo, suonavo in una band. Da ragazzina feci anche gli scout e partecipai ad un corso di primo soccorso. Cose che adesso possono tornar utili! – scherzai.
- E di tuo fratello? – non risposi. – scusa.
- Non preoccuparti. Solo… non voglio pensare a cosa possa essergli successo, per quanto possa essere in gamba adesso potrebbe non essere più vivo o peggio, un non-morto. Non me lo perdonerei mai. – seguì un momento di silenzio.
- È più grande?
- Si
- Se la caverà, ne sono certo. – sorrise e ricambiai speranzosa. Lui e Beth erano i più giovani del gruppo, escludendo la piccola Sophia dispersa, ed erano gli unici ad avere speranza ed infondere quel pizzico di felicità quando serve. 
- Gwen! – sentii urlare il mio nome dalla casa mentre una ragazzina bionda correva verso di me. – prima che fa buio, puoi insegnarmi? – annuii.
- Certo! – sorrisi – seguimi.Raggiungemmo il retro della villetta, presi delle assi di legno poggiandole verticalmente alla staccionata, sopra posai un cartone abbastanza sottile ma resistente per incassare la freccia.
Nel frattempo insegnai Beth a mettersi nella giusta posizione, tenere l’arco con la mano sinistra e la freccia con quella destra, stendere in modo teso e deciso il braccio e tirare a se la freccia, mirare il bersaglio e lasciare la presa.
Dopo vari tentativi, i primi andati male, Beth divenne un’arciera a tutti gli effetti.
- Bravissima! – le sorrisi abbracciandola d’impulso.
- Grazie mille! – ricambiò l’abbraccio stringendomi forte. Le sorrisi e mi congedai. 
Nel frattempo Rick, Daryl e Shane erano tornati dalla caccia.
- Sono tornato giusto in tempo per vederti insegnare a Beth. Sei stata molto brava e ti sei resa utile oggi, grazie. – sorrisi imbarazzata.
- Grazie a voi per avermi ospitato. – annuì e raggiunse gli altri.Attratta dalla moto mi avvicinai ad essa accorgendomi, dopo solo qualche minuto, che accanto, seduto sotto ad un albero, c’era Daryl.
- Un Harley Davidson! Figa!
- Cos’è, ti intendi anche di moto adesso? E magari eri anche una camionista o facevi parte di qualche gang bang , vero? – feci per avvicinarmi al veicolo a due ruote..
- Non avvicinarti. Non guardarla e non toccarla, neanche sfiorarla – mi fulminò con lo sguardo scandendo ogni parola.
- Senti, forse abbiamo cominciato con il piede sbagliato ok? Mi spiace, possiamo rimediare!
-Non me ne fotte un cazzo di te. Sei solo di passaggio e non voglio rimediare a niente, non mi interessa.
Colpita da quelle parole mi voltai e andai a sedermi ad un ceppo posizionato vicino al fuoco. Presi dei pezzetti di legno e cominciai ad affilarli per farne delle frecce per Beth.
La sera mangiammo: Hershel e la sua famiglia nella sua casa, il gruppo di Rick attorno al fuoco ed io con loro. Non degnai neanche di uno sguardo Daryl e non m’importava. Era l’unico a non andarmi completamente giù, nonostante sembrasse molto simile a me, mentre gli altri parevano essere a posto, simpatici e disponibili, brave persone. Ma come diceva lui, sono solo di passaggio e siamo poco meno che conoscenti, tutto questo domani finirà.

SPAZIO AUTRICE
Hi guys! Premetto dicendovi che, credo, questo sia il primo ed unico capitolo narrato in prima persona secondo il punto di vista di Gwen, e ammetto che come mia prima storia non è un vero e proprio capolavoro. E il ritornello della canzone “Warrior – Demi Lovato” come introduzione probabilmente non è molto adatta a questo contesto, ad eccezione del titolo. Perciò vi chiedo scusa, anche per eventuali errori grammaticali.
Come potete aver letto, ci ritroviamo davanti al tenebroso, ormai conosciuto e tanto amato, Daryl Dixon che si ritrova ad aver a che fare con un tipo come Gwen, non molto diversa da lui.
Scoppierà l’amore fra i due? Nah, sarebbe troppo ovvio, vero? Magari la storia, evolvendosi, cambierà le aspettative. Perché non scoprirlo? Continuate a seguire e, se potete, recensite, grazie!
Alla prossima, xo
_R
   
 
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