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Autore: ___Page    07/09/2014    6 recensioni
Aveva deciso di farle compagnia, sdraiandosi nella direzione opposta a quella di lei, i visi accostati. Erano rimasti così, in silenzio, per un po’ finché Nami non aveva cominciato a parlare, spiegando e mostrando al samurai le stelle, i pianeti e le costellazioni, guidandolo in un mondo affascinante e sconosciuto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTRAVERSO I TUOI OCCHI
 
 

 
A Star

-Zoro dove mi stai portando?!- domandò la navigatrice, mentre si lasciava trascinare su per una scala a chiocciola che sembrava non avere fine.
-Avevi promesso che mi avresti seguito senza fare domande!- le fece notare il samurai, continuando indefesso la sua avanzata.
-Sì, ma questo prima che mi portassi in una torre diroccata!- protestò, continuando però a seguire il compagno, il polso intrappolato nella sua presa salda.
Nami si domandava cosa gli fosse preso quel giorno.
Al mattino, appena ormeggiati all’isola, era sceso per cercare un’armeria ma era tornato dopo appena un’ora, senza acquisti e cercando Usop e Franky.
Sulla nave erano rimasti solo lei e il cecchino e li aveva sentiti confabulare finché Usop non era sparito con lo spadaccino per il resto della giornata, tornando solo per l’ora di cena insieme a Zoro e Franky, che avevano recuperato in città.
E adesso, a notte fonda, l’aveva trascinata giù dalla nave e dentro a quella struttura che cadeva a pezzi.
Nei venti minuti che ci erano voluti per raggiungere la cima della torre, Nami le aveva pensate tutte, giungendo a due conclusioni, una meno plausibile dell’altra.
O Zoro si era stufato di lei e voleva liberarsene in qualche pittoresco modo, facendolo passare per un incidente.
Oppure, essendo all’inizio di una relazione che si poteva senz’altro definire di fuoco, il ragazzo sentiva l’urgenza di farlo in posti strani.
Non che a Nami dispiacessero i posti strani, per carità, ma quella torre era tutto fuorché romantica, sicura e, soprattutto, agibile.
Era iniziato tutto per caso, un mese e mezzo prima. Tornando dall’allenamento notturno, Zoro aveva trovato Nami sdraiata sul prato del ponte a fissare la volta celeste, vittima dell’insonnia. Aveva deciso di farle compagnia, sdraiandosi nella direzione opposta a quella di lei, i visi accostati. Erano rimasti così, in silenzio, per un po’ finché Nami non aveva cominciato a parlare, spiegando e mostrando al samurai le stelle, i pianeti e le costellazioni, guidandolo in un mondo affascinante e sconosciuto.
Non sapevano come erano passati dal parlare al baciarsi e poi a fare l’amore sotto le stelle.
Sapevano solo che non avevano più potuto farne a meno.
-Ecco! Siamo arrivati!- annunciò Zoro, frenando finalmente la sua corsa e appiattendosi contro il muro per far passare prima la ragazza.
Nami salì gli ultimi gradini per ritrovarsi in una stanza circolare, completamente vuota, con il tetto a cupola e una finestrella ad arco a sesto acuto, che si apriva nel muro di mattoni a vista, accanto a una leva.
Da quell’unica apertura era visibile Venere, la stella della sera.
Nami si guardò intorno, sempre più perplessa, prima di voltarsi verso Zoro che l’aveva seguita nello spazio circolare.
-E ora?!- domandò, posando le mani sui fianchi.
Zoro avanzò di un passo nella stretta e spoglia stanza.
-Ti ricordi la sera in cui è iniziato tutto?!- domandò, diretto.
I preamboli non facevano per lui.
Nami si limitò ad annuire, sempre più stranita.
-Ho sempre voluto farti capire come mi sono sentito quella sera, ma sai che non sono bravo con le parole e così…- proseguì, avvicinandosi alla finestra sotto lo sguardo attento della rossa -Prima, quando guardavo in alto, vedevo solo questo- disse, indicando la ridotta porzione di cielo, visibile attraverso l’apertura -Ma poi, dopo che mi hai spiegato…-
Afferrò saldamente la leva e tirò verso il basso.
Un rumore di ferraglia dal soffitto fece sobbalzare spaventata la cartografa, che sollevò la testa di scatto.
Con stupore, vide la cupola aprirsi lentamente e trattenne il fiato nel vedere comparire la volta celeste davanti ai suoi occhi, più ricca e luminosa che mai grazie all’altezza a cui si trovavano e all’assenza di altre fonti di luce.
Era uno spettacolo da mozzare il fiato e Zoro ghignò soddisfatto nel vederla così rapita.
-È proprio così che mi sono sentito…- sussurrò, guardandola intensamente. 
Nami riportò gli occhi ancora sgranati su di lui.
-È questo che avete fatto tu, Usop e Franky tutto il giorno?!- chiese sottovoce, fissandolo incredula mentre annuiva -Hai fatto tutto questo per me?!- chiese ancora, ottenendo un altro cenno di assenso mentre il samurai si avvicinava -Perché?!- domandò, ormai senza fiato.
-Perché…- cominciò lui, annullando ogni distanza tra loro, intrecciando le loro dita -…amo guardare il mondo con i tuoi occhi- mormorò, chinandosi a baciarle le palpebre, sentendola sospirare e rilassarsi -E amo te-
Nami riaprì gli occhi, trovando il suo sguardo nero e serio a rivoltarle l’anima.
Ci annegò dentro per qualche secondo prima gettargli le braccia al collo e baciarlo con tutto l’amore che aveva in corpo.
Si amarono di nuovo sotto le stelle, proprio come la prima volta, in quella torre fredda e diroccata.
Quella torre che Zoro aveva trasformato per lei, per mostrarle il mondo attraverso i suoi occhi. 
  
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