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Autore: Haifeng    07/09/2014    1 recensioni
Una fiaba, non so perchè, ma le ho sempre amate. E' una fiaba un po' diversa dalle altre, divisa in capitoli(anche se pochi) e che vi lascerà con la curiosità a fine di ognuno di esso.
Non voglio più dilungarmi. Spero che la leggiate e che vi piaccia.
Buona lettura, aspetto ansiosamente dei vostri commenti! :)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genevieve, dopo aver adagiato la sorella Anastasia sul carretto, prese le redini e fece correre i cavalli il più che poté.
Arrivata a casa, corse bruscamente verso la camera del padre.
Padre, padre! –urlò, sbattendo la porta. Con sua meraviglia vide che la stanza era vuota, il letto era rifatto perfettamente e tutti i vestiti erano ripiegati e posti ordinatamente nell’armadio.
Allora Genevieve corse nella cucina, sperando di trovare il padre seduto vicino al camino, ma niente: era anch’essa vuota.
Genevieve, sempre più stranita, uscì nel vialetto e raggiunse il retro del carretto.
Cacciò un urlo, Anastasia non c’era più, era sparita. Si guardò intorno, non c ’era nessuno, com’era potuta succedere una cosa simile? Chi poteva mai fare un gesto così crudele? Mentre cercava di trarre una conclusione a ciò che era appena successo, si sentì chiamare da una voce. La voce proveniva da dentro casa; era una voce bassa, profonda, morta.
Con il cuore che le martellava, Genevieve entrò in casa.
Chi è stato? Chi mi ha chiamata?­ –disse Genevieve, tremando.
Nessuna risposta.
So che ci sei! –urlò, –Che cosa vuoi da me?
Finite queste parole, sbatté la porta e Genevieve rimase per qualche secondo al buio con il cuore che le martellava.
All’improvviso un fascio di luce l’accecò. Si era appiccato nel camino un fuocherello, non un normale fuoco, ma un fuoco blu con venature argentee.
Il fuoco cresceva man mano e si avvicinava lentamente a Genevieve.
Genevieve, incantata, guardava il fuoco che le andava incontro. Quel fuoco la impauriva, ma allo stesso tempo la incantava; cose di questo genere le aveva lette solo nei libri o ascoltate nelle storie che le raccontava la madre per farla addormentare.
Vide che il fuoco si era fermato a pochi centimetri da lei e, senza pensarci, allungò il braccio e lo toccò.
Il fuoco si espanse prima per tutto il braccio, per poi avvolgerla completamente.
Genevieve chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quell’inebriante sensazione. Si sentì all’improvviso più forte, più calma, più viva: percepì che il fuoco stava entrando in lei. Si portò le mani al petto, come se volesse portare tutto quel fuoco all’interno del cuore, e ci fu un boato. Tutte le finestre si ruppero, la porta si spalancò e il fuoco si dissolse.
Genevieve, priva di sensi, cadde sul pavimento.
Era dentro un cerchio di fuliggine e all’esterno di esso comparve un pezzettino di pergamena. La pergamena era vuota, o quasi.
C’era solo una firma scritta con inchiostro nero:
D.E.A.D.


La notte calò e Genevieve era ancora lì, sul pavimento di una casa distrutta, priva di sensi, ma con il cuore che aveva un nuovo ritmo. Una nuova melodia. La sua.                                            

 
   
 
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