Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: HystericalFirework    08/09/2014    5 recensioni
Hans delle Isole del Sud poteva ucciderla, Elsa ne è consapevole.
Ma non lo ha fatto: la sua spada aveva già lambito il collo della ragazza quando sua sorella si è lanciata in soccorso. E ora la Regina di Arendelle si domanda perché? Perché ha esitato?
Durante la sua prigionia, Hans farà scoprire alla gelida Elsa una parte di sé di cui neanche lei era a conoscenza, una parte nascosta che farà sciogliere il ghiaccio di cui sono ricoperti i cuori di entrambi.
[Elsa x Hans]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Fratelli di Hans, Hans, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Sei strana in questi giorni, lo sai?
- Mh?- Elsa rimescolava pensierosa il suo tè verde mentre Anna la assillava su ogni singolo dettaglio del suo matrimonio.
- Ma stai almeno ascoltando quello che ti dico?
- Sì, del matrimonio.
- ELSAAAAA! Stai dormendo ultimamente? Ti devo stanca.
- Scusa Anna, ero sovrappensiero. Cosa stavi dicendo comunque?
- Ti ho chiesto se avessi in mente un accompagnatore per il matrimonio.
Per poco la Regina non si ritrovò a sputare tutto il contenuto della tazzina in faccia alla sorella ma, cercando di riacquistare un contegno, le rivolse un sorriso a metà.
- Anna, ho ben altro a cui pensare…
La minore delle due sbuffò e iniziò a guardarla in cagnesco.
- Io proprio non ti capisco. Sarai anche una regina, ma non c’è certo la Nazione a riscaldarti nel letto la notte, ad abbracciarti, ad accendere il fuoco dentro di te…
- Anna?
- Sì?
- Dimentichi una cosa: io dentro ho il ghiaccio.
 
 
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“Vai ad Arendelle e conquista la regina”.
Il piano era semplice, Hans non avrebbe impiegato grande sforzo: del resto era un ragazzo prestante, un gentiluomo e soprattutto un nobile.
Ma poi la vide: alla cerimonia d’incoronazione, così splendida, fiera, gelida… E sola.
In quell’esatto momento, mentre il cuore gli si era infiammato tutto d’un colpo, capì che non avrebbe avuto alcuna speranza con lei, che nessuno dei presenti in quella stanza l’avrebbe avuta. C’era qualcosa dentro quella giovane donna che era ghiacciato, forse per sempre.
Non ballò per tutta la sera: Hans la osservava da un angolo della sala, pensieroso.
“Forse vorrà ballare?” si domandava.
“No, di sicuro rifiuterebbe la mia richiesta, ne ha già declinate centinaia” ma se ne stava lì, in piedi, con un mezzo sorriso dipinto sul volto.
Fu solo per una frazione di secondo che gli sguardi dei due si incrociarono: quello di lui verde boscaglia, quello di lei un lago gelato.
“Devo provarci, non posso tornare a casa a mani vuote”.
Si avviò a passo deciso verso l’estremità opposta della sala, quando perse l’equilibrio e inciampò. Su qualcuno.
- Oh, ciao!- il viso raggiante della sorella minore lo colse alla sprovvista. Era felice di vederlo.
Si prese un momento per guardare in direzione della Regina, ma era scomparsa nella folla.
“Non puoi tornare a casa, non puoi”.
Un respiro, il più ammaliante dei suoi sorrisi, e tese la mano verso Anna.
- Mi concedete questo ballo?
 
 
Ripensando alla sera dell’incoronazione, Hans sospirò mestamente: quante cose avrebbe potuto fare diversamente, quante possibilità aveva mandato all’aria quando aveva deciso di perseguire il suo scopo ad ogni costo.
Avrebbe dato oro per tornare a quella sera e cancellare tutto, rimanere solo con il fugace sguardo di Elsa, e nient’altro. Gli sarebbe bastato, avrebbe camminato fino a lei e le avrebbe chiesto un ballo.
E ora era scappata via, probabilmente la notte precedente sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe potuto vedere il suo viso.
Chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi e, sorprendentemente, fu trascinato velocemente nel mondo dei sogni.
Hans fu svegliato, non avrebbe saputo dire quanto tempo dopo, da un armeggiare di chiavi e la porta della sua cella che cigolando si apriva.
Si alzò di soprassalto, quando vide il luccichio di un abito di ghiaccio.
Le scarpe della Regina ticchettavano sul pavimento lurido della prigione. Lei si fermò davanti al pagliericcio e gli fece cenno di farle posto; quando si sedette le loro spalle si toccavano e Hans cominciò a sentire freddo.
- Come fa uno con dodici fratelli a sentirsi solo?- spiazzato da quella domanda, il Principe la guardò in silenzio per un po’.
- Forse è il peggior tipo di solitudine. Sentirsi soli in una stanza affollata, insomma.
- Ma almeno non hai dovuto combattere i tuoi demoni da solo per tutta la vita.
- I miei demoni, Elsa, avevano delle facce, dei nomi e il mio stesso sangue.
Silenzio.
- E’ per questo che dovevi scappare?
- Sì.
- Scappare non serve a niente.
- Senti chi parla!- la urtò con la spalla ridendo, ma lei, dopo aver accennato un sorriso, continuò a fissare il vuoto dinnanzi a sé.
- Sono così sola da averti fatto pena al punto di non uccidermi?
- Non è solo questo…
- E cosa allora?
Si guardarono per un tempo infinito, riflettendo le proprie paure negli occhi dell’altro. I loro visi erano così vicini che i nasi quasi si toccavano. Elsa riusciva a scorgere delle pallide lentiggini che gli davano l’aspetto di un bambino impertinente.
E’ tutto così impossibile, pensarono.
Poi Hans parlò.
- Sei la cosa più bella che io abbia mai visto.
E la baciò.
Lei non si scansò, non provocò una tempesta di neve, anzi, il ghiaccio sembrava sciogliersi, ardere di nuovo piacere e dare vita ad altri uragani all’interno di Elsa.
E così è questo che si prova a baciare qualcuno, pensò.
Ma il desiderio era incontenibile, sgorgava da entrambi come lava e non aveva intenzione di cessare, di darsi tregua, di darsi un limite.
Le mani di Hans percorrevano il suo corpo dolcemente, poi con più forza, fino a quando i baci non diventarono più insistenti e la Regina, prendendolo per i fianchi lo spinse sopra di lei.
Sentiva il corpo di lui premere contro il suo, la sua lingua che scendeva lungo il collo e si soffermava per assaporare il suo profumo.
Il vestito scivolò via facilmente, così come i panni di Hans e si ritrovarono l’uno affianco all’altra, la pelle bianca di lei e la miriade di lentiggini di lui che si univano in un singolo.
Poi Elsa iniziò a sentire dolore. E soffocò un urlo. Ma il Principe delle Isole del Sud se ne accorse e la guardò spaventato.
Certo, sarebbe la sua prima volta!
- No!- ansimò lui.
- Cosa?- la voce della Regina era più che altro un basso gemito.
- Non può succedere così.
Velocemente raccolse i suoi vestiti e se li rimise, poi aiutò Elsa a fare lo stesso.
Non parlarono, rimasero solo seduti in silenzio per un altro po’, fin quando lei non si alzò per andarsene.
Non posso lasciarla andare così.
Le prese una mano e la attirò verso di sé.
La baciò di nuovo, stavolta delicatamente, a fior di labbra.
- Buonanotte, Vostra Maestà.
- Buonanotte, Hans delle Isole del Sud.
 
La guardò chiudere la cella e andare via.
E in quel momento realizzò che il ghiaccio l’aveva bruciato. 
  
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