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Autore: evelyn80    08/09/2014    0 recensioni
[Affari a quattro ruote]
[Liberamente ispirata alla puntata n° 7 della settima stagione]
In vacanza in Gran Bretagna, Evelyn rimane con l'auto in panne nel bel mezzo della campagna inglese. Mike ed Edd la aiuteranno a ripartire. Prima che ciò accada, però, tra lei ed il meccanico scoccherà una scintilla.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: Salve a tutti. La mia ispirazione, anche questa volta, mi ha portato a scrivere una storia con Edd e Mike come protagonisti. C'è poco da fare: ho un debole per lo spilungone... ;-)
Spero che possa piacervi e spero di leggere vostri commenti. Anche le critiche sono bene accette!

DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, ne offenderle in alcun modo.




Capitolo 1

 

Non è mai piacevole rimanere in panne con l’auto, specialmente quando si è in vacanza… E, soprattutto, se succede nel bel mezzo della campagna inglese: piena di alberi e fiori, questo si, ma quasi totalmente priva di presenza umana.

Quando le accadde, Evelyn stava attraversando un tratto collinare splendido dal punto di vista paesaggistico, con grandi macchie di alberi intervallati da radure completamente ricoperte di piantine di fragoline di bosco, e solo qualche piccolo cottage visibile in lontananza.

All’inizio non si rese conto di quanto stava succedendo: cantava a squarciagola una delle sue canzoni preferite, e non fece caso alla temperatura dell’acqua del motore che stava salendo verso il punto critico. Solo quando dal cofano fuoriuscì una nuvola di vapore bianco che le oscurò completamente la visuale e l’auto arrestò la sua corsa sobbalzando, capì che c’era qualcosa che non andava.

"OH NO!" esclamò, quasi gridando, notando finalmente che la lancetta della temperatura dell’acqua era sul rosso: "E’ andato in ebollizione il motore! E adesso?"

Tirò la leva di apertura del cofano, scese ed aprì il vano motore, venendo investita da un altro sbuffo di vapore acqueo. Riusciva a sentire distintamente il suono dell’acqua che bolliva all’interno del radiatore.

"C’è poco da fare…" sospirò rassegnata: "Devo aspettare che si raffreddi, e sperare di non aver fatto troppi danni…"

Si rimise seduta dalla parte del passeggero, per rimanere rivolta verso la strada, nella speranza vana che passasse qualcuno che potesse eventualmente darle una mano; magari anche solo dandole il numero di telefono di qualche officina nelle vicinanze. Era una giornata calda, ed il profumo che saliva dalle fragoline mature che invadevano i prati circostanti permeava l’aria, che era piena del ronzio degli insetti. Evelyn fu colta dal torpore, e stava quasi per addormentarsi quando udì, all’improvviso, un brusio diverso da quello delle api.

Si riscosse e si alzò in piedi, pronta a fermare l’automobilista in transito, e fu quasi presa dallo sconcerto quando vide il mezzo di trasporto che si stava avvicinando: era una specie di mouse a tre ruote – non avrebbe saputo come descriverlo diversamente – di colore rosso aranciato e delle dimensioni di un cassonetto della spazzatura. Di sicuro alla guida avrebbe trovato una persona anziana, magari anche un po’ rimbambita, cui avrebbe faticato non poco a spiegare di cosa aveva bisogno, considerando anche il fatto che il suo inglese non era proprio perfetto, visto che non era la sua lingua madre.

Con sua grande meraviglia, invece, a bordo di quella specie di scatoletta di sardine stava un giovane uomo di una quarantina d’anni, ma con i capelli prematuramente imbiancati sulla fronte.

"Problemi?" le chiese, fermandosi al suo fianco ed affacciandosi al finestrino.

"Direi di si…" rispose Evelyn, senza riuscire a celare un pizzico di sarcasmo nella sua voce. "Perché, non si vede? La mia auto ha il cofano spalancato e sbuffa come un treno a vapore!" pensò con astio, ma si limitò ad aggiungere:

"L’acqua è andata in ebollizione e l’auto si è fermata. Mi auguro di non aver rovinato qualcosa…"

All’uomo non sfuggì il tono della ragazza, poiché gli rispose, ironico:

"L’indicatore della temperatura è stato messo sul cruscotto proprio perché ogni tanto andrebbe controllato…"

"Spiritoso… Forse sarebbe stato meglio un vecchietto…" pensò di nuovo Evelyn, ma il caldo l’aveva resa sonnolenta, e non le andava di intavolare una discussione con uno sconosciuto, perciò si limitò a rivolgergli un finto sorriso.

Quello che le rivolse invece il giovane uomo fu sincero, e dalla bocca salì ad illuminargli gli occhi, di un bel castano scuro molto intenso:

"Se vuoi posso dare un’occhiata… Sono un meccanico…"

"Te ne sarei infinitamente grata… Grazie. E… scusami per come ti ho risposto, ma sono un po’ nervosa…"

L’uomo si limitò a sorridere di nuovo, per poi letteralmente aprire in due lo strano mezzo di trasporto che stava guidando, sollevando completamente la parte superiore e rivelando uno strettissimo abitacolo da cui riuscì ad uscire solo con molta fatica. Evelyn fece di nuovo il paragone con una scatola di sardine, e le venne da sorridere mentre l’uomo finalmente si metteva in piedi sull’asfalto accanto a lei.

Doveva essere alto almeno un paio di metri, giudicò la ragazza, giacché la superava in altezza di una quarantina di centimetri buoni, ed aveva un fisico robusto ma non grasso.

"Sono Edward…" si presentò, porgendo la mano alla ragazza: "Ma tutti mi chiamano Edd…"

"Evelyn…" gli rispose lei, stringendogli quella che sembrava più una pagaia che non una mano: "Scusa se ti faccio questa domanda, ma… non ti sembra un po’ piccola, quella macchinina, per la tua taglia?"

Lui scoppiò a ridere, gettando lievemente la testa all’indietro:

"Si, direi proprio di si! Ma per fortuna non è mia! Stavo solo facendo una prova di guida…"

Si chinò dentro il cofano, svitò il tappo del radiatore che ormai si era raffreddato e dette un’occhiata al motore, scuotendo la testa:

"Credo che le guarnizioni della testata siano andate… Ma per esserne sicuro dovrei smontare il motore… Manderò il mio socio a prenderti con il carrello…" e mentre ancora parlava già si reinfilava nel piccolo abitacolo con mosse degne del miglior contorsionista, richiudendosi dentro e partendo di gran carriera.

L’officina non doveva essere molto lontana, perché dopo nemmeno una mezz’ora di attesa Evelyn vide sbucare da dietro la curva un grosso fuoristrada con un carrello per il trasporto delle auto agganciato al gancio di traino. Ne scese un uomo di mezza età, con corti capelli castano scuro un po’ ingrigiti sulle tempie e vispi occhi verdi circondati da una ragnatela di rughe d’espressione, dal fisico lievemente appesantito, che indossava bermuda e camicia hawaiana a maniche corte. Aveva più l’aspetto di un commerciante che di un meccanico.

"Oh, ma io sono un commerciante!" le rispose lui quando Evelyn gli espresse il suo parere: "Io compro le auto, e Edd le ripara! Piacere, sono Michael, ma puoi chiamarmi Mike…"

Nonostante agli occhi della ragazza sembrasse del tutto inesperto, l’uomo riuscì a caricare la sua macchina sul carrello in pochi attimi, e dopo neanche dieci minuti stavano già dirigendosi verso l’officina.

Mike era un gran chiacchierone, e nel quarto d’ora di strada che li separava dalla loro meta raccontò ad Evelyn quasi tutto quello che c’era da sapere sulla sua attività in società con il meccanico: lui acquistava vecchie auto (carrette, da quello che riuscì a dedurre lei, ma che l’uomo definiva "classiche moderne") per poche migliaia di sterline; Edward le rimetteva a posto meccanicamente e strutturalmente, e poi cercavano di rivenderle guadagnando il più possibile. La ragazza non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo quando arrivarono all’officina, visto che l’uomo le aveva fatto una testa come un pallone con tutti i suoi discorsi.

Edward li stava aspettando: aiutò il suo socio a scaricare l’auto ed a portarla all’interno, subito prese i suoi attrezzi e si mise a smontare la testata del motore.

Mentre il meccanico lavorava, Michael invitò la ragazza a sedere nel suo ufficio, offrendole una tazza di tè. La parlantina del rivenditore la indusse, nell’attesa, a raccontare di lei molto più di quanto avrebbe voluto in realtà: era partita per una vacanza solitaria nel Regno Unito a seguito di una delusione d’amore. Il suo compagno l’aveva lasciata in sostanza alle soglie del matrimonio, ed all’inizio il colpo era stato talmente duro per lei che si era letteralmente rinchiusa in casa, passando le giornate ad ammuffire ascoltando la musica e leggendo vecchi libri romantici che non facevano altro che abbatterla ancora di più. Alla fine, convinta da una sua cugina, aveva deciso di abbandonare tutto e di partire per un paese straniero, dove poter svagarsi e dimenticare il passato.

Le doti d’oratore di Mike la misero a suo agio, e quando Edd entrò in ufficio per comunicare i risultati del suo controllo, dopo due ore di lavoro, alla ragazza sembrava quasi di conoscerlo da sempre.

"Purtroppo devo darti una brutta notizia…" esordì il meccanico, pulendosi le mani coperte di grasso con uno straccio:

"Come temevo, le guarnizioni della testata si sono rovinate irrimediabilmente… Ho notato anche che il motore non è proprio nuovissimo, e quindi ti consiglio di sostituirlo in blocco… Non dovrebbe costare tanto… Se vuoi, possiamo farti un preventivo!"

Evelyn rimase per un attimo in silenzio, bestemmiando tra se e se, ma poiché non vedeva altre soluzioni fu costretta ad accettare.

Michael si mise subito al telefono, ma la ricerca fu più difficile del previsto: poiché l’auto della ragazza era piuttosto rara in Inghilterra, nessuno degli autodemolitori in cui di solito acquistava pezzi di seconda mano aveva un motore adatto. Avrebbe potuto rivolgersi direttamente alla casa madre, ma un motore nuovo di zecca sarebbe costato un occhio della testa, ed Evelyn non aveva tutti quei soldi da spendere. Dovevano continuare ad insistere, cominciando ad allargare il loro raggio di ricerca.

"Temo che ci vorrà un po’, purtroppo…" le disse Mike, dopo l’ennesima risposta negativa: "Ma non temere! Dovessi andare fino in Scozia, ti prometto che troverò un motore per la tua auto!"

La ragazza lo ringraziò, ma adesso sorgeva un altro problema: avrebbe dovuto trovare un posto dove pernottare nell’attesa di poter ripartire. Mentre il rivenditore continuava il suo giro di telefonate, si rivolse a Edward per chiedergli informazioni:

"Ci sono affittacamere da queste parti? Qualcosa di poco pretenzioso… non ho molti soldi, e credo che la maggior parte dovrò darli a voi…"

"C’è un Bed & Breakfast non molto lontano da qui… 2 o 3 miglia al massimo… Se vuoi posso accompagnarti…"

"Grazie… Prendo la mia valigia…"

La ragazza tolse il borsone dal bagagliaio e raggiunse il meccanico, che l’aspettava fuori accanto al fuoristrada. Dopo un breve tragitto Evelyn scese davanti ad un piccolo B. & B. dal nome azzeccatissimo: "La collina delle fragole"; ed infatti la tenuta si trovava su una collinetta completamente immersa nel verde, circondata da un campo di fragoline. Il profumo le fece venire l’acquolina in bocca, e dopo aver portato il suo bagaglio in camera la ragazza uscì di nuovo e si inoltrò nel campo per farsene una scorpacciata, mettendo da parte le più belle:

"Le porterò a Michael e Edward, per ringraziarli per la loro cortesia…" pensò mentre le riponeva nel piccolo frigobar

  
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