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Autore: SayakaLatia    08/09/2014    4 recensioni
Ed ecco a voi una fic a soli due capitoli dedicata al mio ammmmore, Lon'zu!
Com'è nato l'amore fra la bianca stratega e il moro Ferrosita? Scopritelo leggendo!
Spero vi piaccia! Recensite in numerosi!
SayakaLatia
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lon'zu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When I see your eyes

I'm yours

 

La riunione non durò molto a lungo. Dopo qualche oretta Latia uscì dall'enorme castello affiancata da Chrom e Frederick, un po' stanca.
-Bene, riposati, ci vediamo a cena- disse Chrom alla bianca e si diresse verso la sua tenda, accompagnato da Frederick. Latia non ci pensò due volte e, entrata nella sua tenda, si fece un thè. Le rivenne in mente quello che era avvenuto prima con Lon'zu e, per farsi perdonare, preparò una tazza anche a lui, incartandogli anche una fetta della crostata di Sumia. Mise tutto in una cesta e si avviò verso la tenda del mirmidone.
-Eeeehi, Lon'zu? Posso entrare?- disse fuori dalla tenda, ma nessuno rispose. Timidamente mise dentro la testa, trovando la tenda vuota. -Chissà dove si è cacciato...-
-Se cerchi Lon'zu, si sta allenando- disse qualcuno alle sue spalle.
-AAAAARGH!! KELLAM!! Mi hai fatto paura!! Grazie però dell'informazione- disse Latia dopo un bel salto che rischiò di farle rovesciare le due tazze di thè nella cesta. Quindi si diresse verso il campo di allenamento, dove trovò il moro che si batteva con un Vaike esausto e sudato.
-Anf... ok Lon'zu... stavolta hai vinto te... ma la prossima volta vincerò io!- gridò Vaike, per poi andarsene.
-Tsk...- Lon'zu non sembrava stanco, ma solo scocciato.
-Hey mirmidone, ti ho portato qualcosa! Dovevo farmi perdonare in qualche modo- disse Latia avvicinandosi non troppo.
-Ehm... grazie...- disse Lon'zu prendendo la torta incartata e la tazza di thè. Le loro dita si sfiorarono a malapena, e ciò bastò a far rabbrividire Lon'zu e farlo arrossire immediatamente. Ma apprezzò la torta e il thè, che sorseggiò tranquillo.
-Che voleva Vaike?- chiese Latia per avviare una discussione.
-Non ho ben capito, blaterava cose sul volere uno scudiero forte e su un suo fantomatico sogno... tsk...- esordì Lon'zu sorseggiando la bevanda calda. Latia rise un pochino.
-Vaike è un po' strano in effetti... e di Stahl che ne pensi? Avete fatto amicizia?-
-Beh lui è più normale...- disse il mirmidone facendo ridere Latia. Anche lui abbozzò un sorriso nascosto.
-Senti... scusami per oggi... non volevo offenderti o renderti triste in qualche modo... ma se vuoi parlare o sfogarti sappi che di me ti puoi fidare- disse la bianca guardandolo e sorridendogli. Lon'zu la osservò stupito. Mai nessuno si era offerto di aiutarlo. E soprattutto mai una donna. Però si sentiva stranamente bene quando era con Latia. -Comunque... senti... per la prossima battaglia... ti andrebbe di combattere insieme? Sumia combatte con Chrom e Miriel con Kellam, in più ho bisogno di uno spadaccino visto che voglio allenarmi con la magia...-
-Va bene, a patto che tu mi stia alla dovuta distanza- disse Lon'zu facendo ridere tutti e due. La pace di quel momento fu interrotta da un boato proveniente dal castello.
-Latia! Lon'zu! I Plegiani stanno attaccando il castello, muovetevi!- gridò Lissa ai due. Senza pensarci un momento Lon'zu prese la sua spada e Latia passò dalla tenda a prendere le sue armi e, correndo a perdifiato, i due raggiunsero le sale del castello dove i Pastori erano già schierati. Dalla groppa del cavallo di Sumia, Chrom chiamò la stratega.
-Latia! Marth era venuta ad avvisarci che stanotte i Plegiani avrebbero attentato alla vita di Emmeryn, ora è davanti al portone della sua stanza- le comunicò il principe. Latia infatti scorse il ragazzo con la sua Falchion in mano. O la ragazza, visto che la maschera era scomparsa, rivelando occhi femminili, e i capelli corti erano diventati lunghi e fluenti.
-Va bene. Mettete Frederick davanti all'altra entrata della stanza, mentre noi pensiamo a questi qui- disse lei mentre Lon'zu sfoderava la sua spada. Sumia e Miriel la guardarono interrogativa, ma poi si concentrarono sulla battaglia. A capo del consistente esercito Plegiano c'era Valldar, un mago nero, incaricato da Gangrel in persona di uccidere quella stessa sera l'Eletta. Fu stupito di trovare l'esercito Ylissiano già schierato in difesa, ma questo non lo smosse. E la battaglia cominciò. Durante questa fu reclutato Gaius, un ladro dai capelli arancioni amante dei dolci che fu subito incaricato di proteggere Lissa, e Palne, una taguel, ovvero un essere capace di trasformarsi in un mega-coniglio, che si mise in coppia con Frederick per proteggere la stanza di Emmeryn. Con molto impegno, cure di Lissa e l'aiuto delle truppe di Phila, l'ancella di Emmeryn, i Pastori stavano avendo la meglio. Quindi Valldar decise di agire. Quando il mago nero incrociò gli occhi di Latia una risata malefica scosse il suo petto.
-Ma guarda quante sorprese mi riserva il destino stasera... io so chi sei...- le disse sibilando con uno sguardo malefico. Latia restò allibita, non ricordandosi per niente dell'individuo di fronte a lei.
-Non posso dire lo stesso...- disse deglutendo.
-Torna da me...- continuò confondendo la bianca, che aprendo il suo tomo si preparò allo scontro, mentre Chrom e gli altri la fissavano straniti. Il suo attacco di tuono si scontrò con quello di magia nera di Valldar, producendo un enorme e fitto polverone. Non vedendo niente, Latia non si accorse dell'enorme palla di energia nera che ora mirava al suo esile corpo.
-NO!- gridò Lon'zu, balzando contro la stratega. La prese fra le braccia e la buttò a terra, salvandola dall'attacco ma procurandosi un brutto taglio sul braccio.
-Lon'zu!- gridò Latia sotto di lui, vedendo la sua fronte aggrottata. Stava anche per chiamare Lissa, ma lui la fermò.
-Il mio... è solo un piccolo taglio... Lissa deve pensare a guarire i feriti più gravi...- disse.
-Lon'zu, ma stai sanguinando tanto!- disse la bianca. Aiutò il moro ad appoggiarsi al muro, mentre Chrom e Sumia erano impegnati nella battaglia contro il capo Plegiano. La bianca alzò la manica del moro, per esaminare il taglio. Prese un lembo della sua maglia e la strappò, ricavandoci stracci e bende provvisorie e riducendo la sua maglia ad uno straccio che la copriva solo fino a sotto il seno. Quindi ripulì la ferita, ci spalmò il suo unguento e la bendò.
-Non dovevi...- disse Lon'zu con la voce rauca.
-Oh avanti, e allora ti dovevo lasciare con un braccio fuori uso?- disse la stratega mentre stringeva la benda. Intanto la battaglia era terminata, con la vittoria dei Pastori e l'Eletta sana e salva. -Ma dimmi... perchè lo hai fatto?- chiese infine Latia guardandolo curiosa. Lui stette zitto con lo sguardo basso.
-Latia! Lon'zu! State bene?- disse Chrom balzando giù dal cavallo di Sumia mentre l'esercito li raggiungeva.
-Io sto bene, ma lui ha un braccio ferito- disse la stratega.
-Che hai già medicato molto bene, vedo! Vieni che te lo guarisco completamente- disse Lissa che era giunta con Gaius al suo fianco. Latia sciolse delicatamente le bende insanguinate e Lissa, con un colpo di bastone, risanò completamente il braccio del mirmidone, che bofonchiò un ringraziamento a mezza voce.
-Beh, dovremo anche provvedere alla tua maglia, Latia- disse Sumia vedendo come era ridotto il capo della bianca, che rise. Quindi, dopo essersi accertati che l'Eletta stesse davvero bene, tutti tornarono all'accampamento per cenare.
-Dopo cena verrò nella tua tenda- disse Lon'zu alla stratega, per poi superarla e raggiungere silenziosamente Stahl e Vaike.
La cena si svolse come ogni sera sotto un enorme padiglione, dove tutti parlavano con tutti, divertendosi e facendo amicizia. Latia era in mezzo a Sumia e Miriel, e le continuava a rassicurare sul fatto che non si fosse fatta niente, lanciando qualche sguardo di tanto in tanto al moro, che stava in un tavolo diverso circondato da maschi, mentre Vaike lo assillava nuovamente. Finita la cena, tutti si salutarono e si diressero ognuno nella propria tenda. Tranne Lon'zu, che ora era fuori dalla tenda della bianca.
-Latia?- la chiamò.
-Lon'zu, entra pure- rispose la stratega da dentro. -Siediti- gli disse Latia, indicandogli una sedia.
-Ah, hai già trovato una maglia... identica?- chiese vedendo la maglia della stratega integra.
-Ahah, si, che fortuna no? Comunque, hai bisogno di qualcosa?- gli chiese la bianca.
-Oggi tu mi hai chiesto perchè io ti abbia protetto... quindi io volevo risponderti- disse il moro. Accorgendosi che Lon'zu stava per confidarsi con lei, che si fidava davvero e aveva bisogno di supporto, la stratega si sedette sul letto e lo guardò in silenzio, in attesa.
-Bene... allora... quando io ero piccolo... ero povero e vivevo in un borgo assieme alla mia famiglia. Ciononostante conobbi una ragazza di città, e diventammo amici. Si chiamava Ke'ri. Molte volte lei scappò di casa per venirmi a trovare. E ci innamorammo- Lon'zu fece una piccola pausa. La stratega lo ascoltava e lo guardava con occhi attenti. Il mirmidone abbassò lo sguardo e continuò. -Un giorno, mentre facevamo un pic-nic in riva al fiume un gruppo di banditi ci attaccò. Al tempo ero solo un ragazzo, e i banditi erano tanti e veloci e... Ke'ri...- Lon'zu strinse i pugni e corrugò la fronte. Gli occhi di Latia divennero un po' lucidi. -Da quel giorno non me lo sono mai perdonato... e ogni volta che vedo una donna mi ritorna in mente lei. Quando ho visto che stavi per morire io... una donna è già morta per colpa mia, e non voglio che si ripeta- concluse il moro, mentre qualche silenziosa lacrima rigava il volto della stratega. Non contenendosi la bianca saltò al collo del mirmidone, che si paralizzò e restò immobile.
-Oh Lon'zu, non è stata colpa tua! Non dire così!- esclamò stringendolo. Il mirmidone restò allibito per la reazione della stratega. Lo stava consolando. Sorrise e posò una mano sulla schiena della bianca, quando poi si rese conto che effettivamente stava abbracciando una donna. Così scattò in piedi e, prendendo Latia per le spalle, la mise dritta davanti a sé. La stratega si stropicciava gli occhi, cercando di fermare le lacrime.
-Avanti, smettila di piangere- le disse Lon'zu sorridendole e, facendosi coraggio e abbassandosi un po' viste le piccole dimensioni della stratega, le scostò la mano e le asciugò le lacrime con l'altra sua mano. La bianca lo guardò stupita. -Grazie per avermi ascoltato. Ora devo andare. Ci vediamo domani- concluse uscendo dalla tenda. Era davvero riuscito a toccare una donna? Si stava stupendo di sé stesso. Ma non poteva restare impalato dopotutto vedendo una donna che piangeva per la sua storia. All'interno della tenda Latia era ancora stupita. Lon'zu... l'aveva toccata. Le aveva asciugato le lacrime. E si era confessato con lei. Il suo tocco era così morbido e delicato. Ma... a cosa stava pensando?? Si diede due o tre schiaffetti sulle guance e si sdraiò sul letto. Era davvero esausta. Così, in men che non si dica, si addormentò.
I giorni successivi passarono fra marce estenuanti, nuovi soldati reclutati ed eventi sconvolgenti. In ogni battaglia Latia e Lon'zu combattevano sempre insieme, aiutandosi e migliorando sempre di più il loro rapporto. Una delle nuove persone nel campo che creò molta sorpresa fu Nowi, una vivace ragazzina dai capelli biondi-verdi capace di trasformarsi in un drago, una manakete insomma, che non esitò a diventare la migliore amica della stratega. Anche se sembrava piccola aveva molti anni alle spalle, data la longevità dei manakete, e questo fu un fatto che attirò molto l'attenzione di Miriel. Così, la piccola draghetta si unì al gruppo di Latia-Miriel-Sumia. Intanto era successo di tutto, come il rapimento di Maribelle, l'inizio della vera e propria guerra fra Plegia e Ylisse e i tentativi di proteggere Emmeryn. Quindi, per vari fattori, l'esercito si trovò ad avere l'accampamento in un non molto accogliente deserto della Plegia, dove però c'erano oasi e fiumiciattoli. In un giorno particolarmente caldo e dopo un'estenuante battaglia, Lon'zu, molto accaldato, decise di rinfrescarsi in un'oasi. Abituato al clima rigido dei Regna Ferox, il caldo lo aveva spossato parecchio. Avendo la premura di guardarsi attorno ed essere sicuro che non ci fosse nessuno, si tolse la tunica e la maglia e intinse le mani nell'acqua fresca.
Intanto, nell'accampamento...
-Laaaaaaaaaaaaaaaatiaaaaaaaaaa???- gridava una vocina in giro per l'accampamento.
-Nowi! Non gridare così!- disse la stratega, raggiungendo la bionda-verdina.
-Giochiamo? Ho proprio voglia di giocare a palla-drago!- disse Nowi saltellando. Con palla-drago, la bianca sapeva bene che intendeva il gioco in cui si trasformava in un drago e le lanciava palle di fuoco che lei doveva schivare correndo come se non ci fosse un domani. Solo l'idea la terrorizzò.
-Sai Nowi, oggi fa molto caldo e sono stanca dalla battaglia e...- fece per giustificarsi la stratega, ma la manakete si era già trasformata e dopo averle gridato “CORRIIIII” stava già preparando un attacco.
-OH NAGAAA!!- gridò Latia mentre correva a perdifiato cercando un nascondiglio valido. Dopo un po' di corsa e qualche attacco evitato, la ragazza arrivò nei pressi di un'oasi, e non sentendo più Nowi dietro di lei si fermò, sudata e con il fiatone. Non si aspettava di certo di trovarsi accanto Lon'zu a petto nudo mentre si sciacquava la faccia. Quando il mirmidone alzò la faccia e si trovò davanti Latia con il fiatone che lo fissava diventò rosso come i capelli di Anna.
-LATIA CHE CI FAI QUI??- gridò paonazzo.
-AAAH! Scusa! Nowi... palla-drago... vita passata davanti agli occhi...- rispose la bianca fra un respiro e l'altro. Intanto non riusciva a staccare gli occhi dal petto perfetto di Lon'zu, quasi di una perfezione scultorea. Ma appena sentì la draghessa che la chiamava il suo corpo ebbe un sussulto. -Oddio, ancora!- disse disperata. Lon'zu, vedendola stanca e affaticata, anche se era ancora molto imbarazzato le prese il braccio e la nascose dietro all'enorme palma dove era nascosto lui.
-Sshh, così non ti trova- le sussurrò a bassa voce. La ragazza si accucciò e stette ferma, mentre Nowi svolazzava in giro non trovandola. Dopo un paio di ruggiti tornò indietro. Latia tirò un sospiro di sollievo, e solo dopo si rese conto di essere a pochissimi centimetri dal moro. Tutti e due fecero un balzo indietro.
-Scusami Lon'zu!! Vado!- disse la bianca imbarazzata e corse via. Il mirmidone, volendo evitare altre situazioni simili, si rivestì in un lampo e tornò al campo, dove vide Latia affaticata parlare con Nowi tornata umana.
-Ti prego Nowi... dammi tregua...- diceva affannata.
-Caspita come ti stanchi subito! Va beeeeene, giocheremo un altro giorno! Ciao!- disse allegramente Nowi, e saltellando andò via.
-Wow, quella ragazza ti prosciuga le energie-
-Lon'zu! Scusami ancora per prima! Davvero io non...-
-Non ti preoccupare- rispose lui tranquillo. -Andiamo a cena? L'ora è già tarda-
-Si- rispose Latia seguendolo.
Durante la cena, le amiche di Latia sembravano leggermente diverse nei suoi confronti.
-Ehm... ragazze? Perchè mi state fissando da un po'?- esordì infine quella, mentre mangiava lo stufato di Sumia.
-Beh... è tanto che combatti con Lon'zu... e state insieme molte volte...- cominciò Sumia. Latia intuì quello a cui voleva arrivare e si fece rossa.
-Ti piace Lon'zu?- chiese di botto Nowi.
-Piano Nowi!!!- esclamò Latia tappandole la bocca. Le ragazze si misero a ridere.
-Pure questa vostra reazione da' credito alla teoria del vostro sentimento per...-
-Sshhhhhh!!!- la bianca tappò la bocca anche alla maga.
-Quindi?- chiese Sumia con un sorrisetto beffardo.
-Siamo solo amici, davvero- disse Latia contro le aspettative delle altre. Ma prima che potessero continuare a farle il terzo grado, una sentinella arrivò trafelata.
-Risorti si dirigono verso di noi!- esclamò sopra al baccano generale.
-Uomini, alle armi!- gridò Chrom e tutti balzarono in piedi dirigendosi a prendere le armi. Uscita dalla tenda con il suo tomo e la sua spada, Latia trovò Lon'zu ad aspettarla.
-Andiamo!- disse il moro che cominciò a correre, seguito dalla stratega. I risorti erano meno delle altre volte, quindi i Pastori ci misero davvero poco a sgominarli.
-Lon'zu, un risorto si è allontanato!- gridò Latia, inseguendolo col mirmidone. Dopo un po' lo individuarono e lo fecero fuori, quando però si accorsero di essersi allontanati un po' troppo. Ormai la notte era scesa ed intorno a loro c'era solo il buio.
-Accidenti, si è già fatta notte- disse Lon'zu.
-Stare qui fuori è pericoloso... ma anche cercare l'accampamento con questo buio... c'è il rischio di perdersi e venire attaccati da soli...- ragionò Latia. Lon'zu le andò vicino.
-Mi sa che dovremo passare la notte fuori- le disse.
-Sarebbe la cosa migliore da fare... ma dobbiamo trovare un posto riparato-
-Che ne dici di quelle palme?- propose il moro indicando un po' di palme vicine tra loro, con vicino una piccola oasi e qualche cespuglio. Latia strizzò gli occhi per mettere a fuoco.
-Andrà bene- concluse Latia, avviandosi a passo svelto sotto gli alberi. Si sedette per terra con Lon'zu e si sganciò la pesante cintura con spada e tomo. Lon'zu ammirava la calma con cui Latia sapeva gestire ogni situazione, e la sua flessibilità nell'adattarsi a tutto.
-Brrr... c-comincia a far freddo...- disse la bianca strusciandosi le braccia per scaldarsi.
-Già... ma il cielo è bellissimo- disse il mirmidone osservando le stelle.
-Si...- pure Latia si soffermò ad osservarlo, ma dopo un po' fu di nuovo scossa dai brividi. Lon'zu non poteva stare a guardarla rabbrividire. Così, con il rossore che veniva nascosto dal buio, le andò vicino e la prese fra le braccia, scaldandola.
-G-grazie...- disse la stratega fra un brivido e l'altro. -Non... t-ti do fastidio?-
-Non posso certo lasciarti congelare- disse il moro.
-Se avessi avuto il mio c-cappotto...- Latia si raggomitolò di più contro Lon'zu dopo un ulteriore tremito. Lon'zu la strinse di più. Non le dava noia il suo tocco. Anzi, gli piaceva. Dal giorno in cui si era aperto con lei, avevano continuato a legare sempre di più. Lui si fidava ciecamente di lei, e lei di lui. Si volevano bene, certo, ma sapevano davvero fino a quanto? Lon'zu si spostò per appoggiarsi sul tronco di una palma, tenendo sempre stretta la tremante Latia.
-Il freddo non ti piace, vedo- osservò il moro sentendo pure i suoi denti battere.
-N-non proprio...- disse la bianca stringendolo a sé. -M-ma tu non hai n-nemmeno un tremito, c-come fai?-
-La temperatura rigida Ferrosita insegna molto- disse sorridendole. Lei rise.
-E p-perchè non hai tremiti al mio t-tocco?- chiese.
-Non so... sai, abbiamo legato molto. E poi mi sono aperto con te, e tu ti sei anche commossa per la mia storia- disse il moro.
-Già...- Latia si perse nei suoi pensieri. Sentiva di voler molto bene a Lon'zu. E ripensando alle sue reazioni per le domande delle amiche si chiese se quello che provava per Lon'zu fosse amicizia o qualcosa di più. In ogni caso lui amava Ke'ri. Quindi, reputò opportuno non pensarci più e cercare di addormentarsi. Fra le braccia del moro le riuscì subito, anche se il freddo le martoriava il corpo. Lon'zu restò ancora un po' sveglio per fare la guardia e controllare la bianca, poi anche lui si addormentò stringendo a sé Latia.
L'accecante luce del sole svegliò il mirmidone. La ragazza dormiva ancora fra le sue braccia, ma non aveva più tremiti. Ne fu felice. Fece per spostarsi, ma la bianca, con un mugolio, si avvicinò ancora di più a lui facendo aderire tutto il suo corpo con quello del mirmidone e avvicinando il viso al suo. Lon'zu divenne paonazzo. Con un profondo respiro cercò ancora di muoversi. Dovevano arrivare al campo prima che gli altri si accorgessero che non erano presenti. In più doveva togliersi da quella posizione imbarazzante. Con un ennesimo mugolio, Latia si mise totalmente sopra all'imbarazzato mirmidone, affondando la testa nel suo collo. Lon'zu deglutì. La donna che probabilmente amava era sopra di lui e dormiva profondamente. Doveva toglierla ad ogni costo.
-Ehm... Latia... svegliati... dobbiamo andare al campo...- disse il mirmidone punzecchiandole una guancia. La bianca si mosse un po', ma non accennò a svegliarsi. -L-Latia?- continuò Lon'zu, finché finalmente la stratega aprì gli occhi. Alzò la testa, poi restò qualche secondo a fissare il vuoto finchè non fece 2+2.
-AAAAAH!! SCUSA LON'ZU!- disse facendo un salto indietro e finendo nella sabbia. Lon'zu tirò un sospiro di sollievo.
-Dobbiamo sbrigarci se vogliamo che gli altri non si accorgano di nulla. Potrebbero pensare male- disse tirandosi su e stiracchiandosi.
-S-si...- Latia si rialzò e si scosse dalla sabbia, poi seguì il mirmidone. -Grazie... per avermi scaldato ieri sera...- disse a mezza voce. Lon'zu la guardò e le accarezzò la testa, poi proseguì. Dopo aver superato una duna apparve ai loro occhi l'accampamento. Lo raggiunsero di corsa, felici di non vedere ancora nessuno fuori dalle tende.
-Bene... vado nella mia tenda. Grazie ancora per tutto Lon'zu- disse bisbigliando Latia, ancora un po' imbarazzata.
-Vado anche io. Ciao- la salutò Lon'zu e sparì nella sua tenda. Entrata nella sua, Latia maledisse mentalmente il cappotto per non essere stato con lei e averla obbligata ad abbracciare Lon'zu. Già, aveva abbracciato Lon'zu. Per tutta la notte. E quando si era svegliata era sopra di lui. Solo il pensiero la fece diventare rossa. Aveva sentito il suo petto, il suo profumo, il suo tocco caldo, il suo cuore battere. Proprio quello l'aveva cullata tutta la notte.
Dopo qualche minuto anche il resto dell'esercito si svegliò, e sentendo le prime voci assonnate fuori dalla tenda, Latia si decise ad uscire.
-Ben svegliata dormigliona!- disse Nowi saltellando verso di lei, tradendosi però con un enorme sbadiglio.
-Da che pulpito!- disse Latia ridacchiando, mentre anche Miriel e Sumia la raggiungevano. Insieme andarono a fare colazione. Mentre Latia beveva il suo thè e ascoltava i discorsi delle amiche notò che Lon'zu la guardava, ignorando Vaike che cercava di attirare la sua attenzione in ogni modo. I loro occhi si incontrarono e si fusero insieme, come nella prima sera in cui si incontrarono. Latia arrossì un po', mentre Vaike scuoteva il mirmidone imbarazzato. Come la sera precedente, una sentinella interruppe i loro sguardi e la loro colazione per segnalare un ulteriore attacco dei risorti.
-Ancora?? Ma come è possibile?!- disse Nowi alzandosi e correndo come gli altri verso il campo. Armati di tutto punto, Latia e Lon'zu, fianco a fianco, raggiunsero il luogo. Restarono di stucco nel vedere l'ingente quantità di risorti che si muovevano verso di loro.
-Questa volta sarà più difficile- disse Latia sfoderando la spada.
-Appena finiamo la battaglia giuro su Naga che di qui ce ne andiamo- disse Chrom dalla groppa del cavallo di Sumia. Senza perdere tempo, l'esercito si lanciò all'attacco dei risorti. Latia e Lon'zu si alternavano in una danza di affondi e colpi, coordinati come mai lo erano stati. I risorti che incrociavano le armi con loro avevano vita breve, anche se erano effettivamente già morti. Era come se non avessero bisogno di parlare, bastava loro uno sguardo per capirsi. Quelli che Latia non uccideva li finiva Lon'zu, e viceversa. Insomma, dopo un po' di salti, schivate e affondi mortali, i Pastori ebbero ancora una volta la meglio. Si avvicinavano ora sono il capo con una scorta di risorti cavalcanti viverne. Latia e Lon'zu ripresero un secondo fiato.
-Tutto a posto?- chiese il mirmidone alla stratega.
-Si, grazie a te- gli rispose sorridendo. Ancora una volta si persero ognuno negli occhi dell'altro, e non si accorsero di una viverna che puntava dritta verso di loro.
-LATIA ATTENTA!- gridò Lon'zu. Latia si girò e si trovò davanti l'ascia del risorto che stava per abbattersi sul suo corpo, ma Lon'zu la prese per i fianchi e la spostò, salvandola ma venendo ferito dal colpo nemico.
-LON'ZU!- gridò terrorizzata Latia nel vederlo accasciarsi a terra. La viverna venne uccisa da una folata di vento potentissima di Ricken, mentre Maribelle galoppava verso di loro. Le prime lacrime cominciarono a scendere sul viso della bianca per poi cadere su quello di Lon'zu quando la stratega vide il fianco del moro sanguinante e la sua mano che lo premeva, altrettanto sporca di sangue. Anche lei si mise a spingere lì, per fermare l'emorragia.
-No... ferma... così ti sporchi di sangue...- mormorò rauco Lon'zu.
-Lon'zu non dire stupidaggini! MARIBELLE!- gridò disperata la stratega premendo sempre di più contro il sangue che usciva. La bionda curatrice arrivò in un lampo, tirando fuori il suo bastone e mettendolo in funzione.
-Se la caverà?- chiese Latia, il viso grondante di lacrime. Maribelle restò muta per qualche secondo, osservando la ferita.
-Si, ma per un pelo. Hai avuto fortuna, Lon'zu- disse sorridendo Maribelle. Latia tirò un sospiro di sollievo ma non si azzardò a muovere le mani dal fianco sanguinante di Lon'zu.
-Latia... va'... ad aiutare gli altri...- le disse il moro.
-No! Io non ti lascio qui!- disse testarda la bianca pigiando ancora di più.
-Hanno... bisogno del tuo aiuto...- continuò Lon'zu con voce molto fioca.
-Tu ne hai più bisogno!-
-Non fare... la cocciuta...-
-Lon'zu, ho detto di...- Latia non poté continuare, perchè Lon'zu tolse una delle sue mani insanguinate dal fianco e, presa la testa della stratega, l'aveva avvicinata a sé per poi baciarla dolcemente, chiudendo gli occhi. La stratega li sgranò, come la parte dell'esercito che li stava guardando, per poi socchiuderli e ricambiare il dolce bacio del mirmidone. Non le importava di avere i capelli candidi sporchi di sangue. O le mani. Era il sangue del suo amato. Anche lei tolse una mano dalla sua ferita per posarla sulla sua guancia. Restarono così per qualche minuto, godendosi la bella sensazione delle loro bocche unite, finchè Lon'zu non la staccò.
-Ora va- le disse.
-No, io non ti lascio Lon'zu- continuava ad insistere piangendo, abbracciandolo e baciandolo. Maribelle, nel vedere la scena, si commosse, seguita da Ricken e da Nowi. Il combattimento era appena finito e, quando Lissa finì di curare anche gli altri feriti, perchè ce ne furono un po', con al fianco Gaius, corse dalla stratega e dal mirmidone, il cui colorito era migliorato un po'. Per tutto il tempo, Latia gli era stata vicino.
-E menomale che è un uomo forte, sennò non sarebbe mai riuscito a sopravvivere ad un'accettata nel fianco!- disse Vaike osservandolo, con tutto l'esercito. Lon'zu ridacchiò. Cercò di alzarsi, ma con un grugnito ritornò pesantemente a terra.
-Con calma. Non avere fretta. Per qualche giorno dovrai riposarti, intesi?- disse Lissa, che si era chinata ad usare anche il suo di bastone.
-Non ti preoccupare, baderò io a lui- disse Latia, non distogliendo lo sguardo dagli occhi del moro.
-Su questo non avevamo dubbi- esordì Nowi, scatenando l'umorismo dell'esercito.
-Ehm... ragazzi... tutti intorno a me mi mettete a disagio però...- aveva detto Lon'zu leggermente rosso, facendo ridere ancora di più i Pastori. Sotto indicazioni delle curatrici, Lon'zu venne delicatamente caricato sul cavallo di Frederick e portato nella sua tenda, dove venne pulito, finito di medicare e infine fasciato. Per tutto il tempo Latia gli fu accanto, aiutando le curatrici.
-Bene, direi che abbiamo finito. Guai a te se ti alzi per qualsiasi motivo, capito? Riposati e rimettiti, fra qualche giorno potrai alzarti- disse severa Lissa, poi insieme a Maribelle lasciò la tenda del mirmidone.
-Riposati, sembri spossata- disse il mirmidone alla bianca che armeggiava con le pentole.
-Ehi, sei te quello che deve riposarsi, e di sicuro un thè ti farà bene- rispose, andando anche a rassettare la tenda del moro. Passandogli vicino, venne fermata dal suo braccio, che la prese e la portò vicino a sé.
-Anche se averti qui con me per qualche giorno non mi dispiace- disse baciandola nuovamente. Lei non si ritrasse, ma sembrava un po' triste. -Hey, tutto bene?-
-Tu... ami Ke'ri, vero?- disse infine quella guardando in basso. Lon'zu aggrottò la fronte e le alzò il mento con una mano. Aveva gli occhi lucidi.
-Latia, è vero, l'ho amata da piccolo. Ma ora io amo te- le bisbigliò, le loro fronti che si toccavano, per poi baciarla nuovamente, con più foga. Spostò la mano dalla sua schiena ai suoi candidi capelli, accarezzandola. Mentre le loro lingue esploravano il palato dell'altro tentò di alzarsi a sedere, ma una fitta al fianco lo rimise steso con un grugnito.
-Hai sentito cosa hanno detto Maribelle e Lissa? Ora devi riposare! Ci sarà tempo dopo, quando ti sarai rimesso in sesto- gli disse Latia con un sorrisetto complice, tornando a preparare il thè.
Latia cenò in tenda con Lon'zu, non volendo lasciarlo nemmeno per un secondo. A farle compagnia c'erano le sue amiche e gli amici di Lon'zu. Dopo cena, seguendo le istruzioni delle guaritrici, Latia cambiò delicatamente le bende a Lon'zu. Poi prese una coperta e la stese a terra.
-Che stai facendo?- chiese curioso Lon'zu.
-Mi faccio un letto per dormire qui- rispose Latia mentre cercava di stendere la coperta al meglio. Lon'zu la prese e la mise nel letto con lui. Lei restò un po' a guardarlo. Per tutta risposta lui le schioccò un bacio sulla fronte. Così la stratega si accoccolò fra le braccia del suo amato e, cullata dal suo respiro e dal suo battito cardiaco, si addormentò.


-Latia, stai a letto, non c'è bisogno che ti alzi, lo so preparare un thè sai?-
-Suvvia caro, non sono mica ferita!- La stratega si mise seduta un po' goffamente.
-Ma nelle tue condizioni non conviene- insistette il mirmidone, correndo al fianco della moglie. L'enorme pancione la rendeva più goffa e lenta nei movimenti, per non parlare del mal di schiena, ma lei era felice. Mise una mano sulla pancia. Un anello brillava sul dito. Lon'zu appoggiò la sua mano su quella della moglie, mentre i loro anelli si toccavano. Qualcosa all'interno del pancione si mosse e colpì le due mani. Gli sposi si guardarono stupiti.
-Lo... hai sentito anche te, vero?- disse Latia guardando la pancia.
-Ha... scalciato...- disse Lon'zu incredulo, per poi sorridere alla moglie e baciarla dolcemente.

-Mi sa che devo tornare dopo- disse Linfan affacciandosi. Fu fermato dalla madre, che lo abbracciò e lo baciò sulla fronte, mentre Lon'zu li circondava con le sue forti braccia.

 

I'm miles from where you are,
I lay down on the cold gound
I, I pray that something picks me up
And sets me down in your warm arms

 

 

Angoletto dell'autrice:

Oddio ora si che mi sento completa <3
Oi there :3
Con mia grande gioia la fic che desideravo scrivere con tutta me stessa è finita. Piango T^T
Beh, che dire, amo il personaggio di Lon'zu. In ogni suo particolare.
Ho voluto assolutamente riscrivere questa fic. Quella vecchia non rendeva giustizia ._.
Lon'zu: avanti, non era così terribile.
Oh, lo era invece uwu
Comunque ho scritto tutta la canzone ascoltando e riascoltando la canzone “Set the Fire to the Third Bar” degli Snow Patrol. Sto amando questa canzone. Ed è da lei che è preso il pezzettino in fondo in grigio.
Bene, detto questo mi butto a spupazzare il mio mirmidone spupazzoso.
Lon'zu: aspetta... CHE??
Ci zampettiamo in giro! :3

SayakaLatia

 

*spupazza Lon'zu*
Lon'zu: e va bene... *ricambia*
<3

 

  
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