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Autore: bellina3000    08/09/2014    3 recensioni
Bella ed Edward come non li avete mai immaginato.
Tratto dal primo capitolo:
Tranquilla, Bella. Fai un forte respiro. Mi trovo semplicemente in una camera da letto che non è la mia, non mi ricordo nulla di quello che è successo ieri sera e... ah mi stavo per dimenticare... sono quasi completamente nuda. Dai, non è niente di cosi grave, no?
Genere: Comico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eccomi di nuovo qui!!!

Dai, non vi ho fatto aspettare tanto questa volta xD

Sono stata davvero commossa nel vedere che non vi siete dimenticate né di me né di questa storia.

Grazie mille!!! Non so che altro dire, mi avete fatto rimanere senza parole. Adesso scoppio di nuovo a piangere.... quindi è meglio che parlo del capitolo.

È stato un vero e proprio PARTO scriverlo, uno dei capitoli più difficili che abbia mai scritto. Entrare in mezzo al dolore che hanno passato questi protagonisti, cercare di descrivere al meglio i loro stadi d'animo è stata una vera sfida per me. Purtroppo vorrei dire che sono fiera di me, ma penso di non esserci riuscita a piano a descrivere. Ma ho dato tutta me stessa, e di questo mi sento fiera.

Spero con questo capitolo di riuscire a farvi un pochino emozionare e perché no? Anche commuovervi.


 

BUONA LETTURA!


 


 

27 capitolo


 

Pov Bella


 

Un dolore lancinante parte all'altezza della mia testa, quando tento di rimettermi in piedi. Osservo la macchina capovolta e mi chiedo come sono riuscita ad uscirne fuori. No, non posso avercela fatta da sola.

<< Bastardo! Muori figlio di puttana! >>

Questa voce, la riconoscerei ovunque anche se mi sento così confusa e disorientata. Tento di girarmi per vedere che cosa sta succedendo di lato a me, ma non riesco a muovermi. Sono completamente paralizzata.

Questo di certo non è il Paradiso, fa troppo male.

Ma se è l'inferno, dove sono le fiamme?

<< no, t... ti p... prego. Fermati >>

Simon!

Anche lui è qui!

Alloro questo è l'Inferno. Alla fine avevo ragione, sono un mostro come tutti gli Stevens.

<< è quello che ti meriti! >>

Edward!

Sei tu vero?

Ma dove sei?

Sento la tua voce, m non riesco a vederti.

Il rumore di qualcosa che cade mi fa sobbalzare.

Devo girarmi.

Devo capire che cosa sta succedendo.

Grugnendo dal dolore che provo ora non solo sulla tesa, ma in tutto il mio corpo come se tutte le mie ossa si fossero rotte.

<< questo è per quello che hai fatto Bella >>

Edward, vieni qui da me, ti prego. Mi sento malissimo, talmente male che penso che sto morendo se non sono già morta ovvio.

Altre urla e di scatto lottando contro questo dolore senza fine riesco a girarmi, schiacciando completamente il mio petto e stomaco sull'asfalto bagnato.

Edward è in piedi. Ha la maglietta bianca sporca e strappata in vari punti. Sta dando calci fortissimi a Simon buttato per terra che cerca di coprirsi la testa, ma lo stesso riesco a vedere che sta piangendo a dirotto come un bambino. Contro un albero vi è una moto che mi sembra fosse di Dimitri, ma non ne sono tanto certa.

Inizio a pensare che non siamo morti. Provo troppo dolore e se fossi morta non dovrei sentire nulla, o almeno credo.

No, siamo vivi.

Il mio respiro diventa agitato a questo penriero: siamo vivi. Vorrei ridere e piangere allo stesso tempo, ma l'unica cosa che il mio corpo mi permette di fare e chiudere per un attimo gli occhi.

Sono viva.

Edward è vivo.

Anche Simon è vivo o per poco. Se continua ad essere così malmenato, non penso che durerà per molto. È quello che si merita per quello che ci ha fatto patire. Alla fine esiste una giustizia divina.

Spalanco gli occhi per vedere il volto di mio cugino ricoperto da sangue e fango.

Mostro, ecco quello che ti meriti.

Mostro?

Come posso definirlo mostro se anch'io mi sto comportando come farebbe lui, uccidere il mio nemico.

No, Edward fermati. Abbiamo già troppi fardelli da parte dei nostri genitori da portare sopra le nostre spalle: quindi non possiamo aggiungere anche questo. Verremo schiacciati inesorabilmente.

Edward! Ma non mi esce nessun suono dalla mia bocca a parte un esile sospiro.

Mi sento così debole.

Ed inutile.

Non posso farcela.

Ma se non ci provo a fermarlo, non potrò mai più guardarmi allo specchio senza disgusto.

Cerco con tutte le mie poche forze di mettermi in piedi ma una scossa di dolore più forte di prima parte dalla mia gamba. Urlo e ritrovo in questo modo la voce.

<< Bella? >>

<< Edward, fermati ti prego. Non lo uccidere. Lo so come ti senti. Mi sento anch'io in questo modo. Ma... ma... ti prego, fermati. Sarà un peso troppo grande portare la sua morte su di noi. Non mi interessa più il passato. Io voglio un sereno futuro al tuo fianco. Voglio ricominciare daccapo insieme a te. Ma ti prego, non lo fare. Per quel bastardo, la morte è troppo poco. Dovrà passare la sua esistenza a ricordarsi ciò che ha combinato >> non lo so neanch'io come sono riuscita a formulare tali frasi. Non so neanche se mi ha sentito. Non so neanche se le ho dette ad alta voce o le ho solo pensato. Non so davvero niente.

Chiudo gli occhi. Non riesco più a tenerli aperto. Mi fa male da tutte le parti. Aiutatemi vi prego. Fa troppo male. Non voglio morire. Ho troppe cose da fare. Voglio vivere.

<< Bella, tra poco Rosalie e gli altri saranno qui. Non mi lasciare amore mio. >> la voce di Edward riesce a calmarmi un po'. Sento qualcosa di morbido ed umido accarezzare il mio viso con una dolcezza devastante.

Vorrei riuscire a parlare di nuovo per rassicurargli.

Dove posso andare senza di te?

La mia casa e dove sei tu.

Edward....


 

* *** *


 

<< VOGLIO VEDERE EDWARD! >> urlo per la millesima volta alla dottoressa che mi sta visitando e alle infermiere venute per aiutarmi.

Mi sono già svegliata da quasi sette ore, intontita, con tremila occhi a fissarmi come se fossi un qualche strano esperimento.

Sono davvero in brutte condizioni. Ho la gamba destra ingessata. Le braccia avvolte da fasce bianche e attaccati a varie flebo e macchinari. La mia fronte è bendata fin quasi agli occhi. In più ogni volta che respiro mi parte un dolore alle costole. Ma sono viva! Ed anche Edward è vivo. Sta nel mio stesso piano, a qualche stanza di distanza. Invece Simon non è ricoverato in questo ospedale, nascosto da qualche parte fino a quando non arriverà il giorno del processo.

Da quello che ho capito, ho dormito per tre giorni interi da quando siamo fuggiti da quell'inferno.

Ancora non ci posso credere che sia finito, che presto potrò iniziare una vita nuova, spensierata e lontana da esseri come Simon.

<< Bella, tesoro mio! >> Rosalie fa un grido talmente forte che temo possa rompere i vetri della finestra. Mi abbraccia e subito, anche se mi mordo le labbra un gemito fuoriesce dalla mia bocca. << scusami, scusami sorellina. Mi dispiace un sacco >>

<< non fa... ni.... niente >> la osservo quasi piangendo nel rendermi conto che sto di nuovo con lei, quando mi rendo conto di un piccolo particolare.... in realtà è bello grosso << ma la tua pancia? >>

<< ah, ho partorito circa un mese fa >>

<< oh, no! Me lo sono perso >>

Lei scuote le spalle.

<< adesso dove sta il bambino? >>

<< bè.... >> le sue guance diventano dello stesso colore dei pomodori. È strano vederla in imbarazzo. << … tu conosci Emmet, il cugino di Edward? >>

<< certo! Vi ho presentato io >>

<< pensavo all'inizio che fosse un idiota, ma... ma... non lo è. Quando non ha avuto più notizie di suo cugino, è venuto qua per scoprire che cosa sia successo. Stava attirando un po' troppo 'attenzione con le sue domande e quindi l'FBI l'ho ha preso sotto custode e gli abbiamo dovuto rivelare tutto. E mi ha colpito il fatto che invece di andare nel panico ha risposto “ Cazzo! Certo che Bella ed Edward ne combinano di guai!”. Si è mostrato così forte, diverso dal padre di mio figlio. Adesso sta a casa mia, ha deciso di diventare il babysitter di Marcus. >>

Non so che dire.

Lo so che dovrei essere felice che dopo tutto quello che ha patito per il suo ex, Rosalie abbia iniziato a rivivere, però mi fa male e mi fa anche arrabbiare sapere che mentre io stavo passando le pene dell'inferno lei era felice con Emmet.

Fa male sapere che mentre tu eri in prigione, la vita intorno a te è andata avanti, lasciandoti indietro.

Ci avrebbe potuto trovato prima, liberandoci da quella prigione, dagli sbalzi d'umore di Simon, dalle sue mani che mi feriscono...

Il fiato mi diventa agitato, mentre calde lacrime scorrono sul mio volto.

E se lui riesce a liberarsi?

Se i suoi uomini riescono a modificare le prove per non farlo andare in galera?

Verrà a cercare me ed Edward. Si vendicherà di quello che abbiamo fatto. Ci ucciderà questa volta senza pensarci due volte

<< Bella, calmati. Sei al sicuro. >>

<< no, che non lo sono. >>

<< Bella >>
Ma non l'ascolto.

Lei non può capire quello che abbiamo passato.

Può solo immaginare quello che mi ha fatto Simon.

Mi corpo il viso con le mani. Lei mi abbraccia con delicatezza, facendo appoggiare la mia testa sul suo petto, mentre le sue mani accarezzano i miei capelli.

<< perdonami, se ci ho impiegato così tanto tempo nel trovarti >>

<< pensavo che non saresti più venuta, che ti fossi dimenticata di me. È stato orrendo >> ora non devo più mostrare una forza che non ho, posso finalmente dare sfogo a tutta la disperazione, rabbia che ho provato in questo periodo. E voglio poter dimenticare quello che ho passato. Vorrei che esistesse una gomma in grado di cancellare tali ricordi. Ma non esiste purtroppo.

<< ecco qua che la nostra Bella s è svegliata >>

<< Peter! >> esclamo felice di vederlo e alzando le braccia per abbracciare anche lui. All'inizio rimane paralizzato sorpreso di questo mio gesto per poi ricambiare imbarazzato.

<< sai che sono incazzato nero con te? >>

Deglutisco, senza riuscire a rispondere.

<< mi sei scappata davanti agli occhi. Potresti diventare anche tu un agente.... >>

<< no, no. Non ci penso proprio >> e di questo ne sono pienamente certa. Non ne sarei in grado. Non è la mia vita.

<< Isabella! >>

A questa voce sobbalzo, sorpresa di vedere anche lei qui.

<< mamma? >> alla fine è stata lei la donna che mi ha cresciuto.

<< tu mi hai fatto invecchiare cent'anni a causa della tua marachella >> e mi abbraccia, dando una gomitata sia a Peter che a Rosalie per staccarle da lei.

Mi ricordo che quando ero piccola spesso mi abbracciava così, canticchiandomi ninna nanne stupide, stando accanto a me fino a quando non mi addormentavo.

Come ho potuto dimenticare i bei ricordi con lei?

Papà ci abbraccia me e mia madre, con una mano che tiene quella di Rosalie.

Adesso in questo momento dovrei dire: bene, sono finalmente a casa, ma purtroppo non è così.

Mi sento un pesce fuori d'acqua.

Sono felice di essere sana e salva, ma... ma.... ma mi manca qualcosa, anzi qualcuno.

Loro non posso capire quello che ho dovuto passare in questi mesi, alle torture fisiche e psicologiche che ho subito e che rimarranno indelebili dentro di me.

È come se anche se fossi qui, la mia mente non riesce a non pensare a Simon e a quello che potrebbe farmi se non viene arrestato.

<< voglio v... ved... vedere Edward >>

Lui è l'unico che può capire come mi sento perché l'ha vissuto con me.

<< Bella, non dire stupidaggini. Deve stare qui a letto a risposarti >> mi ordina mia madre irritata, ritornata la solita, mentre Rosalie sorridendomi sistema il cuscino.

<< no, no. Lo devo vedere. Devo controllare che sta bene. Devo.... vi prego voi non capite. >> il mio fiato è diventato agitato. E se non vogliono farmelo vedere perché è morto? << No, non può essere! Lui deve essere vivo! Vi prego, ditemi che è vivo! Anzi no, fatemelo vedere. No, non posso vivere senza di lui >>

<< Bella, Cristo santo, calmati. Lui sta bene. >> papà prende con decisione il mio viso tra le sue mani << adesso fai un forte respiro. Respira insieme a me. Calmati >>

<< ti prego, papà >> piagnucolo io con ormai gli occhi gonfi e la testa che mi gira << devo vederlo con i miei occhi poi farò tutto quello che vorrai >>

Un altro compromesso sono costretta a fare per vedere Edward, proprio come ho fatto con Simon.

<< Basta! Ha bisogno di vederlo! >> esclama Peter, l'unico in quella stanza forse in grado di capire come mi sento in questo momento. Mi prende in braccio, sotto lo sguardo sbigottito di tutti, mentre io mi mordo le labbra per non gemere di dolore. Con una delicatezza incredibile mi posa su una sedia a rotella, mandando a quel paese Rosalie quando tenta di fermarlo e dando un occhiataccia ai miei genitori.

Inizia a spingermi in silenzio, mentre io ho il cuore che batte a mille.

Finalmente potrò vederlo e constatare con i miei occhi se sta bene.

La sua stanza non è molto lontana dalla mia.

Senza bussare, entriamo e subito il mio cuore rallenta la sua corsa arrivando addirittura a non batterlo più. Sta dormendo. Sembra così giovane, quasi un bambino, nel letto dell'ospedale.

Riesco per fortuna a non scoppiare di nuovo a piangere, soprattutto quando vedo il suo livido sotto l'occhio, consapevole che sulla sua schiena vi sono cicatrici più brutte per non parlare di quelle psicologiche che Simon, Dimitri e quei bastargli ci hanno lasciato.

Ma stiamo adesso bene.

E stiamo insieme.

Peter mi spinge fino a che le ruote non sfiorano la gamba del letto.

<< vi lascio soli >> mormora lui al mio orecchio, ma io non rispondo.

Con le dita che mi tremano, sentendo un emozione che non ha parole per essere descritta, ma che mi lascia senza fiato sfioro la sua guancia con lentezza.

<< Bella >> mormora lui sorridendo per poi spalancare i suoi occhi.

<< Edward >>

<< la mia principessa >>

<< il mio rospetto >>

Non parliamo più.

Rimaniamo a fissarci.

La sua mano raggiunge la mia sul suo viso per stringerla.

Ho così tante cose da dire e chiedere, ma alla fine dico quella di cui ho più bisogno.

<< ti amo >>

<< anch'io ti amo >>

E questo ormai è certo.

Il nostro amore è forte, a resistito a tutto quello che abbiamo subito tenendoci in piedi e dandoci una forza incredibile.

<< pensavo che non ti avrei più rivisto. Quando... quando Antony …. lo sparo... ti ho visto cadere... >>

<< lo so >> chiude gli occhi ed un brivido scuote il suo corpo, facendomi capire che neanche lui è pronto a parlarne.

E forse non lo saremo mai. Ma non fa niente. Faremo finta che quello che abbiamo passato non sia mai accaduto. Ecco, un brutto incubo.

Ci amiamo.

Insieme saremo felice.

Me lo sento.


 

* *** *

Un mese e mezzo dopo...


 

Canticchiando tra me e me, sistemo il vaso dei fiori sul tavolo nel salone di casa di Edward. Ogni tanto tiro fuori il mio cellulare per vedere quanto ancora manca prima che lui venga.

Oggi finalmente lo hanno dimesso dall'ospedale. Io sono stata dimessa già quindi giorni fa e sono andata a vivere da Rosalie ed Emmet, ma ora che Edward è fuori potremo vivere insieme come una coppietta felice. È quello che ho detto anche il mio psicologico. A causa di quello che abbiamo passato, ci hanno consigliato anzi meglio sarebbe dire costretto ad entrambi ad andare da un psicologico (non lo stesso) per superare quello che abbiamo subito.

Lo ammetto, ancora adesso ho paura di uscire da sola di casa. Non ci riesco. Temo che Simon riesca ad evadere dalla cella o che un suo sicario mi uccida, anche se tutti i bambini-killer al suo servizio sono stati arrestati.

Sospiro.

Ma so già che quando io ed Edward vivremmo insieme tutto ritornerà come prima. Ed anche questo l'ho detto al psicologo.

Ma ne sei proprio certa che stai facendo la scelta giusta? Non è che ti stai aggrappando ad un amore.... . È da tanto che non vi baciate? “ le domande di quell'idiota del psicologo mi hanno fatto arrabbiare. Come può pensare che l'amore mio e di Edward sia finito? Lui non può capire che se siamo riusciti a sopravvivere e grazie al pensiero che dopo tutta questa storia avremmo potuto costruire il nostro felice futuro insieme.

E poi la questione dei baci, è vero che non ci siamo baciati più dalla casa di Simon, ma è anche vero che ci vediamo solamente in una stanza di un ospedale. Non è una bella cosa baciarci lì, non ci sembra giusto.

Ma so che questa notte sarà la nostra, anche se probabilmente rimarremo solamente abbracciati, progettando che cosa fare da questo momento.

Distolgo immediatamente lo sguardo dal vetro della finestra per non vedere la brutta cicatrice che mi è rimasta sulla fronte, così lucida, così evidente. Ho intenzione di farmi un intervento chirurgico – soprattutto ora che sono una delle donne più ricche.

Quella dannata cicatrice mi ricorda il passato ed io voglio solo dimenticare Simon, i miei veri genitori, la loro morte terribile, i loro peccati.... Tutto questo via da me!

Poi come se tutto ciò non fosse già troppo, questa mattina ho riavuto il ricordo della morte dei miei genitori, soprattutto perché mi ha lasciato senza parola, svenendo. E questo mi ha fatto capire che ho chiuso con la mia infanzia da Stevens. Se non me la ricordo, ci saranno dei motivi. Per questo alla fine quando mi sono ripresa dallo shock del terribile ricordo, ho indossato una maschera di indifferenza per la questione nascondendo il dolore, la rabbia e altri sentimenti relativi a quello che ho visto quando i miei genitori sono morti in una prigione dentro la mia mente, chiusa a chiave.

Rabbrividisco, imponendo a me stessa di non pensarci ora. Rosalie e Peter si staranno già occupando della questione, mentre io mi dedicherò completamente ad Edward anima e corpo. Per questo gli ho chiesto di rivelare la nostra scoperta domani.

Lo so che Edward si arrabbierà molto, ma abbiamo bisogno di una serata normale io e lui.

Amore mio, non vedo l'ora che sei qui.

Emmet e Jasper hanno subito deciso che sarebbero andati loro a prendere, mentre Alice ed Angela si sarebbero occupati di andare a comprare del cibo. Io invece mi sono occupata di casa, dandole una bella pulita. Alice mi aveva proposto l'idea di riempire ogni angolo dell'appartamento di piante così da dare allegria, ma io ho subito detto di no quasi strillandola. Me ne sono pentita immediatamente, prendendomi a schiaffi, ma per fortuna la mia migliore amica ha compreso che la mia reazione dipendeva da quei mesi passati con Simon. La sua casa era piena di piante e fiori da tutte le parti. Non riuscirei mai a vivere in un posto che mi ricorderebbe troppo quel periodo. Ed ecco per questo che ho deciso di vendere la casa dei miei veri genitori, senza neanche andarla a vedere. Renee mi ha detto di aspettare, che è un bellissimo palazzo, che un giorno potrei pentirmene di non essere andata a vedere la casa della mia infanzia, ma io ho risposto che voglio rompere qualsiasi legame con la famiglia Stevens. Stupidamente, penso che se rimarrò con il cognome Swan, potrei non diventare un mostro spregevole come sono stati tutti gli Stevens.

Sono stupida?

Sì, lo sono.

Sento citofonare alla porta e subito corro ad aprire gridando un “arrivo!”. Sarò proprio una brava padrona di casa e quasi scoppio a ridere a questo pensiero.

Apro la porta e quasi svengo. Pensavo che fossero Alice ed Angela arrivati con il cibo per la piccola festicciola. Ma di certo non mi aspettavo di vedere di fronte a me l'assassino dei miei veri genitori che mi punta una pistola addosso.

Indietreggio, spaventata, chiedendomi perché ogni volta che sono felice, che ogni volta qualcosa sembra andare per il verso giusto ecco che mi arriva la batosta in modo inaspettato e soprattutto dolorosa.

Non so che dire.

Non so neanche come abbia fatto a scappare dagli agenti del FBI venuti per acchiapparla.

<< tu non avrai mio figlio. Guarda che cosa gli hai causato, maledetta >>

<< Elisabeth, ti prego... >> ma come posso continuare tale frase, quando le sue parole accusano quello che già faccio da sola.

Se Edward non mi avesse amato, se non fosse venuto a Forks, non si sarebbe trovato in una prigione torturato fino a ridurlo in fin di vita. È tutta come mia. Non sono di certo migliore dei miei veri genitori. Quello è il mio sangue, il mio DNA.

<< ti devo uccidere, capisci? Io non voglio. Sei solamente una stupida bambina, ma devo farlo. Mio figlio è più importante di te. Lui è tutta la mia vita. Non può correre rischi a causa tua. >>

<< io lo amo Edward. >>

<< lo so, piccola mia. E so anche che lui ama te. Siete una bellissima coppia, ma non potete stare insieme. Tu lo capisci vero? >>

<< sì... >> annuisco con la testa e mi sembra di ritrovarmi di fronte a Simon.

Non riesco a muovermi.

Neanche a respirare.

<< lascia cadere immediatamente la pistola >>

Questa è la voce di Peter.

Per fortuna è qui.

<< se la uccidi, Edward non ti perdonerà mai. >>

<< ma lo faccio per il suo bene >> Elisabeth parla, senza però girarsi, con la pistola ancora puntata su di me.

<< non si riprenderà mai più nel sapere che sua madre ha ucciso la donna che amava più della sua stessa vita. Ti odierà. Desidererà la tua morte e la sua. Potrebbe anche decidere di uccidersi per raggiungere Bella. Ed è quello che vuoi? >> Peter continua, senza pietà, mentre la donna scoppia a piangere con tutto il suo corpo che trema.

<< io voglio solo il suo bene >>

<< allora lascia quella pistola >>

Per un attimo mi sembra che lo faccia, ma poi si blocca.

<< andrò in galera. >>

<< se ti dichiarerai colpevole, tenterò di fare qualcosa per te... ridurre gli anni >>

<< andrò in galera. Io non voglio andare in galera. Non ho fatto nulla di male >> poi sorride come se di colpo le sue paure fossero scomparse. È inquietante. SI muove con lentezza, portando la canna della pistola in bocca.

<< NO! >> urlo, ma è troppo tardi.

Cado in ginocchio piangendo, senza riuscire a distogliere lo sguardo sul cadavere il cui sangue sta sporcando tutto.

Sangue.

Altro sangue.

Altri morti.

<< mamma no >> l'ultima voce che sento è quella disperata di Edward, prima di svenire.


 

* *** *


 

15 giorni dopo...


 

Lo osservo mentre distrutto si accascia sopra la tomba di sua madre, piangendo a dirotto. Non l'ho mai visto così distrutto come in questo momento. Ed io mi sento così imponente. Non so che fare.

Dopo che sua madre si è suicidata si è allontanato moltissimo da me, come se ci fosse un muro a separarci, il quale ogni giorno diventa sempre più grande.

Ha bisogno di me, ma non so come abbattere il muro.

Tutti mi dicono che ha bisogno di tempo per riflettere, per rimettere al proprio posto quello che prova, ma io lo voglio aiutare.

Deglutisco e facendomi coraggio mi avvicino a lui.

<< vattene >>

<< Edward >>

<< vattene, ti prego. Non voglio che mi vedi così >>

Ma non lo ascolto. Mi inginocchio, abbracciandolo poi di dietro con la mia guancia sulla sua schiena. Rimaniamo in silenzio. Solamente i suoi singhiozzi rompono questo silenzio così carico di tensione.

Anche quando si calma, continuo a cullarlo fra le mie braccia, cercando di fargli capire che ci sono. Abbiamo scoperto che colui che ha aperto la sua prigione a casa di Simon non è stata Nancy come sospettavamo all'inizio, ma suo padre Antony, il quale dovrà scontare almeno dieci anni di prigione.

Peter mi ha detto che l'uomo non fa altro che tentare di uccidersi. Alla fine, nonostante tutto, amava ancora Elisabeth e si era preso la colpa di un assassino che non aveva fatto.

<< sto cercando una casa dove andare a vivere >>

Non mi risponde.

Chiude solamente gli occhi.

<< ho pensato che potremmo andare in Europa o anche in Australia. In un posto dove nessuno ci conosce così da poter cominciare da capo. Cancelleremo il passato e... >>

<< è finita >>

<< certo che è finita. Quello è ormai il passato. >>

Edward si alza di scatto e subito anch'io lo seguo, iniziando a comprendere che c'è qualcosa che non va. Non mi guarda negli occhi. Ha lo sguardo fisso oltre la mia spalla.

<< è finita >> ripete di nuovo, questa volta con un tono di voce più sicuro.

Finita?

No, non si riferisce alla questione Stevens.

<< mi stai lasciando? >> rimango sorpresa io stessa di essere riuscita a porre tale domanda in questo modo, quasi con freddezza, lontana dalle mie vere emozioni di panico.

Lo perderò se non sto attenta. Ed io non voglio perderlo. Non sono in grado di rimanere a galla senza lui, il mio salvagente. Affonderò.

<< non possiamo stare insieme. Non dopo tutto quello che è successo. Mia madre ha ucciso i tuoi genitori >>

<< zitto! >> urlo portando le mie mani sulle orecchie. So già ciò, ho visto Elisabeth ucciderli davanti ai miei occhi, nascosta all'interno di un armadio.

Edward però non mi da retta. Con forza, arrabbiato, mi prende le mani levandole dal mio viso.

<< tuo padre si scopava mia madre >>

<< per favore, zitto >>

<< Bella, come possiamo continuare a stare insieme dopo tutta questa merda! Anche se fingi che non sia mai successo purtroppo è successo. Non possiamo fa finta di niente. >>

<< ma io ti amo >> lo dico piangendo, non riuscendo a credere che ci stiamo per lasciare. Stringo un lembo della sua maglietta con forza, quasi strappandola.

<< anch'io Bella ti amo. Ma a volte l'amore non basta >>

Sa per allontanarsi da me e so che se non lo fermo in qualche modo, non lo vedrò più.

Veloce mi paro davanti a lui

<< il nostro amore è forte. Ci riusciremo. È vero. Dobbiamo parlare di quello che abbiamo passato. Hai ragione, ma insieme possiamo farcela. Ti ricordi quando scrivevamo come rospetto e principessa? Ti ricordi che mi dicevi sempre che io ero l'unica a capirti davvero? >> deglutisco per togliermi quel nodo alla gola che mi sta stringendo al ricordo di quei pomeriggi spensierati la cui mia unica preoccupazione era andare bene a scuola. << anche ora nessuno riesce a capire, neanche quegli idioti medici. Tu sei l'unico che può capirmi proprio come io posso capire te. Insieme sopravviveremo anche questa. Solo il nostro amore è riuscito a tenerci in piedi nonostante tutto quello che abbiamo subito. Insieme possiamo farcela. >>

Ma lui non mi risponde.

Abbasso lo sguardo, sconfitta, alla ricerca disperata di qualche appiglio per non cadere in questo tunnel oscuro.

Ad un tratto sento le sue mani sul mio viso. Me lo solleva. Il mio cuore inizia a battere di speranza. Le sue labbra delicate scivolano sulle mie in un bacio di dolcezza.

<< insieme possiamo farcela >> mormora lui ed io annuisco più volte con la testa.

<< ritorneremo come prima >>

 

* *** *


 

Un singhiozzo fuoriesce dalle mie labbra mentre Edward inferocito dal mio comportamento inizia ad urlarmi addosso.

<< bene. Se non mi vuoi Bella basta dirlo. Andrò a cercare qualcun'altra >>

<< no, ti prego non andartene >> piango disperata coprendo il mio volto con il braccio, mentre con l'altro cerco di nascondere la mia nudità. Questo non fa altro che aumentare la sua rabbia.

Siamo sdraiati sul pavimento nel nostro nuovo appartamento. Avevamo deciso finalmente di fare di nuovo l'amore, così da battezzare la nostra nuova vita insieme.

Mentre lui era uscito per comprare qualcosa da mangiare, io, per distrarmi dalla paura che lui non ritorni più da me, ho deciso di mettermi a pulire per la millesima volta l'apartamento per poi accendere alcune candele così da creare un'atmosfera romantica. Invece ho fatto un grossissimo sbaglio.

Quando lui è tornato a casa ha iniziato a dare di matto. Pensavo che avesse superato la sua paura per il fuoco, invece è ancora una lunga strada. Le ho spente immediatamente, ma lui me l'ha strappate dalle mani per lanciarle poi dalla finestra.

<< ti prego, non mi lasciare >> continuo io senza riuscire a calmarmi, a porre un freno a queste mie dannate lacrime. Ho paura. Ho un enorme paura. Se Edward esce potrebbe essere ucciso. Oppure potrebbe entrare in casa uno dei sicari di Simon e farmi del male. Anche se so che quel bastardo è all'interno della prigione, ho sempre il terrore che uno dei suoi uomini possa venire qua e vendicarsi della fine del proprio padrone. E per questo dormo poco la notte. Rimango sveglia, a contare i secondi che passano. Sono costretta a prendere non so quante gocce per riuscire a dormire qualche ora.

<< che cazzo vuoi da me, Bella? >> mi scuote le spalle con cattiveria.

<< Voglio che sei gentile con me, che mi abbracci, che mi dici che andrà tutto bene >>

<< andare bene? Secondo te stiamo andando bene? >> e sbatte il pugno sul pavimento facendomi sobbalzare dalla paura. << devo uscire da qui. Non riesco a sopportarti ora. >>

<< no, per favore, rimani qui >> lo bacio con foga mischiata al terrore.

Lui ricambia invece con rabbia, schiacciandomi sul pavimento con il suo peso. Una sua mano mi stringe il seno, con l'altra invece mi sposta la frangetta che ho fatto crescere per nascondere la mia cicatrice.

Una su gamba si intrufola tra le mie per allargarle. Sento la sua erezione avvicinarsi di nuovo nelle mie pieghe.

Ma ad un tratto mi sembra di stare di nuovo in quella prigione e che invece di Edward sopra di me ci sia Simon.

Tu diventerai mia moglie

No, non voglio.

tranquilla, crescerò il nostro figlio “

<< no, lasciami. Vattene mostro! >> esclamo, iniziando a dare calci e graffiando la sua schiena.

Ad un tratto, qualcosa di forte come tenaglie bloccano i miei attacchi inutili, deboli, facendomi male.

<< bene. Finalmente lo hai detto! >> esclama e subito capisco il grave sbaglio che ho commesso.

Oh, no!

<< Edward, no, no no. Te lo giuro, non c'è l'avevo con te >>

Mi fissa e nel suo sguardo vedo solo un odio profondo nei miei riguardi, ma so che oltre a tale sentimento c'è il dolore di un uomo distrutto e che sto distruggendo con i miei continui sbagli.

Si mette seduto sui talloni, cercando una sigaretta nelle tasche dei suoi jeans. Ha preso la cattiva abitudine di fumare spesso, anche se sa che odio l'odore di fumo.

<< quindi mentre cerco di scoparti, tu pensi ad un altro? >>

<< no, non è questo >>

Come posso dirgli che ero pronta ad andare a letto con Simon pur di proteggerlo?

<< e allora che cazzo c'è? >> sbraita ed io mi faccio piccola piccola, stringendo il mio corpo con la speranza di diventare invisibile ai suoi occhi.

Vorrei riuscire a raccontargli quello che ho passato in quei mesi, a spiegare che anch'io come lui ho subito una tortura, ma ogni volta che ci provo – sono poche lo ammetto- le parole mi muoiono in gola. Non voglio che capisca l'essere meschino che sono stata, che ho cercato di essere gentile e dolce con quell'essere. Gli ho anche detto che lo amo.

Tutto questo Edward non lo accetterebbe mai.

Lo considererebbe tradimento,

Mi domando se continuerebbe a baciarmi nel sapere che quelle stesse labbra hanno toccato quelle di quel mostro.

O se continuerebbe a guardare nel mio corpo con ardore sapendo che è stato schiacciato da quello di Simon?

Ho troppa paura nel dare risposte a queste mie domande.

<< è il mio corpo, vero? >> la sua voce adesso sembra calma, come se tutta la rabbia di prima fosse evaporava via dalla sua anima e questo è ancora peggio. Preferisco che mi urla addosso, rispetto a questa freddezza. Freddezza che serve a nascondere il suo tormento da me. << provi disgusto >> Non è una domanda.

Che cosa stai dicendo?

Non è vero.

Inghiotto le parole cattive che mi stavano per uscire, picchiandomi mentalmente. Sono stanca di litigare sempre con lui. Farei di tutto per ritornare a circa un anno fa, al nostro punzecchiare a vicenda, ai pomeriggi passati ad esplorare il corpo dell'altro....

<< sai che non è vero? >>

<< ah, lo so? >> è ancora calmo, distante da me. Cerco di accarezzare la sua mano, ma lui subito l'allontana ammonendomi con una sua occhiataccia << allora perché è tutto buio? >>

<< volevo farlo a lume di candele >>

<< sai che non sopporto troppo il fuoco >>

Già, lo so, ma nonostante questa mia consapevolezza ho lo stesso voluto rischiare, ferendoti. Ed ecco che ho ricevuto anche la mia punizione per la mia stupidaggine.

Pensavo che con questa notte, avremmo chiuso con il passato.

Pensavo che eravamo abbastanza forti da iniziare a costruire le basi di una nuova vita.

Sono una sciocca? Sì, lo sono. Ma sono solamente una sciocca innamorata.

<< bene, amore >> ma calca talmente tanto la parola “amore”, gettando un disprezzo che mi lascia disorientata ed impaurita.

Di colpo, inaspettatamente, le luci del lampadario vengono accese, accecandomi.

Edward si siede accanto a me togliendomi il braccio con il quale mi ero coperta gli occhi per proteggermi dalla luce.

<< guardami, cazzo >>

Ed io lo faccio.

Osservo il suo volto, il suo meraviglioso volto, per poi scendere lungo il suo corpo da David sentendo altre lacrime prossime a fare il loro ingresso nel soffermarmi nelle cicatrici che deturpano la sua pelle. Cicatrice fatte con il fuoco e le frustate che ha ricevuto per causa mia.

<< mi dis... dispiace >> mormoro, avvicinando le mie mani per accarezzarlo, ma lui subito indietreggia come un animale spaventato.

<< no, non voglio la tua pietà >>

<< che cosa vuoi da me? Dimmelo e lo farò... >>.... basta che non mi lasci.

<< che mi guardi come facevi prima di tutto questo schifo >>

<< ma io ti amo lo sai. Non è cambiato... >>

<< cazzo, smettila di ripetere in continuazione che mi ami. Mi fa venire la nausea >>

<< e allora che vuoi che faccia? >>

Non mi risponde.

Vorrei poterlo abbracciare, per poi baciare tutte le sue cicatrici, ma ho paura di una sua possibile reazione, che mi caccia via di nuovo. E quindi, in modo vigliacco, rimango ferma aspettando che avvenga un Miracolo.

<< mi ami? >> ho bisogno di sentirmelo dire.

Ho bisogno di qualcuno che mi ami nonostante l'essere spregevole che sono, nonostante nelle mie vene scorre il sangue dei Stevens.

<< a volte vorrei riuscire a smettere di amarti. Sarebbe più semplice lasciarci >>

No, non lo dire questo. Ti prego.

Non potrei sopravvivere senza di te.

<< ci stiamo distruggendo >> Edward si alza e va nella camera da letto, mentre io scoppio di nuovo a piangere maledicendo la famiglia Stevens.


 

Angolo autrice

Questo capitolo è stato davvero un lavoraccio per me. È stato difficile cercare di immedesimarmi in loro due, a quello che provano quando ritornano a “vivere” fuori da quella prigione.

Lo ammetto, ho forse un po' affrettato alcuni fatti come ad esempio la storia di Elisabeth. Avrei dovuto soffermarmi di più. Però ho pensato che dopo 27 capitoli, era arrivato il momento di svelare questa verità.

Inoltre alla fine ho deciso di effettuare una scelta e dedicarmi in questo capitolo alla parte psicologica dei personaggi, alla lunga strada che dovranno percorrere.

Spero di non avervi deluso troppo.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo sto decidendo se mettere già l'epilogo o scrivere altri capitoli (non tanti perché siamo arrivati alla fine).
Un bacione enorme!!!
Bellina

ALTRE MIE STORIE (se vi va di far un salto )

Sogno perverso in corso. Aggiornamento ogni domenica.

Il mio gattino conclusa.

Io e te? conclusa

Le strade del destino Os, che presto diventerà una storia.

   
 
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